24 OTTBRE 2020 CELEBRATO IL XIX CONGRESSO DELLA DC ( il primo valido dal 1994, dopo due tentativi: 12 nov. 2012 e 18 ott, 2018 )
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DEMOCRAZIA CRISTIANA
Già Sede in Roma, Piazza del Gesù, 46 - Sede attuale Bologna, Via Titta Ruffo, 7 - CODICE FISCALE 80198590582 (del 01.01.1980) - RAPPRESENTANZA LEGALE

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Decreto di accoglimento, del Tribunale Civile di Roma, Sez. III, convocazione della Assemblea dei soci, il 25/26 feb. 2017, dopo lo "scioglimento" nel 1994 - GIUNTA ESECUTIVA

SITO UFFICIALE DELLA DC
STORICAMENTE E GIURIDICAMENTE LA MEDESIMA, IN ITALIA, DEL 1994

Nino Luciani, Segretario Politico Nazionale, Direttore Responsabile del sito internet
Tel. 347 9470152 - Email: nino.luciani@libero.it
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INTERVISTA A "IL CORRIERE DELLA SERA", SABATO 27 MARZO 2021
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Dc, Nino Luciani a 83 anni ha vinto in tribunale
( Avvertenza: Se non si apre la pagina, scrivere su Google: Dc, Nino Luciani a 83 anni ha vinto in tribunale, corriere )

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Nino Luciani

PER UNA EUROPA PIU' UNITA e PIU' GRANDE --- PER UNA EUROPA PIU' UNITA e PIU' GRANDE

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Decreto di accoglimento
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COORDINATORE DELLA REGIONE PUGLIA

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per il CONSIGLIO COMUNALE

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a PPE: italiano e tedesco.
STATUTO

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MASSIMO ROCCHITTA
Lavoratori poveri

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Dr. Paolo Genco
Vice Segretario Nazionale, e Coordinatore Regione Sicilia
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Massimo De Leonardis,

L'Italia sempre di più in uno stato di stress idrico
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Per una legge di riclassificazione
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INDEX - 2024

..

COME AFFRONTARE IL GRANDE PROBLEMA STORICO DEL DEBITO PUBBLICO
IMPOSSIBILE PAGARE CON IMPOSTE

A PROPOSITO DI
RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTIIUZIONE:
Le Regioni, le Province e i Comuni

Nino Luciani, Per una nuova riforma del titolo V della Costiiuzione
"IDEE PER IL GOVERNO MELONI"
.

debito-pil-1961-2023.jpg (112601 byte)EPER EVITARE IL DEFAULT CAUSA SPREAD PROGRAMMA, PRIMA O POI
MA RIMANE LA PALLA AL PIEDE DEL DEBITO PUBBLICO, MOLTO ALTO, TROPPO ALTO
Sempre in mente il flop del Governo Berlusconi nel 2009

1.- Il Debito pubblico dal 1961. Il riportato grafico del debito storico (misurato in istogrammi statistici), parte dal 1961, in considerazione che la grande avventura "egualitarista" dell'Italia inizia nel 1961, con la nascita dei governi dil "centro-sinistra", tuttavia finanziata correttamente, con il fisco fino al 1977. Solo dal 1977 si entra nella storia del grande debito pubblico.
Nel 1977 si attua il decentramento amministrativo regionale (già in Costituzione, 1948), ma senza il coraggio di abolire i corrispondenti uffici statali e di finanziarlo con il fisco. Il debito comporta che l'onere fiscale sia caricato sulle future generazioni che nel frattempo non votano. E questo fu scorrettissimo, politicamente.
Poi nel 2001 sarà fatta anche la riforma del Titolo V della Costituzione, che ha conferito una competenza concorrente alle regioni nell'organizzazione degli interventi a tutela della salute.

Il criterio generale concordato era che la istituzione di nuovi uffici locali fosse bilanciata dal taglio dei corrispondenti uffici statali. Non è stato così. E' memorabile il caso del Ministero dell'Agricoltura, prima tagliato e poi ripristinato come Ministero delle Politiche Agricole.
Sono stati, poi, anche aggiunti (localmente) i cosiddetti "enti intermedi" tra le Regioni e i Comuni.
Oggi, per istituire un nuovo liceo classico, servono quattro decisioni: Ministero della Pubblica Istruzione (Provveditorato Regionale-Provveditorato Provinciale, cambiati di nome), Regione, Provincia, Comune.

2.- Dunque ? Se si riconosce l'impossibilità di finanziare la spesa con corrispondenti entrate fiscali, bisogna rifare tutto il decentramento, sulla base di un nuovo criterio:
- un solo ente intermedio tra Stato e Comuni ?
- la Regione con funzioni di programmazione dei Comuni ?
- abolizione delle Province ?
- abolizione delle Camere di commercio, industria e agricoltura ?
- abolizione dei cosiddetti "enti intermedi" tra le Regioni e i Comuni ?

- la Regione con i compiti amministrativi delle Province, abolite ?
- abolizione della delega di gestione, alle Regioni, del Servizio Sanitario Nazionale ?
3.- ALTRE COSE MAI CHIARITE.
b) Problema dello spread. Il debito in scadenza, pagato con nuovo debito, comporta il rischio che il mercato non lo finanzi. Per questo il rischio relativo viene compensato dal mercato con un sovraprezzo sul tasso di interesse, detto "spread".
A bocce ferme (quindi ancora con il debito pubblico attuale), lo spread si puo' tecnicamente azzerare (quasi) nel seguente modo:
a) abolizione dell'imposta sui titoli di Stato (in quanto la spesa pubblica, per gli interessi, calerebbe per lo stesso ammontare).
b) il debito pubblico eccedente il 60% del PIL (ricordo Maastricht) va rimborsato con un piano di ammortamento in 30-40 anni ( come farebbero le famiglie per bene) non con nuovo debito, e che sottopone lo Stato al grave rischio che non sia sottoscritto
Tradizionalmente, in Italia, c'era l'esenzione fiscale degli interessi sui titoli di Stato, finchè il Governo Craxi (Decreto legislativo 1 aprile 1996, n. 239) recò "Modificazioni al regime fiscale degli interessi, premi ed altri frutti delle obbligazioni e titoli similari, pubblici e privati".
Fu una cosa "socialista" contro i cosiddetti "capitalisti", ma ignorante che il mercato determina una partita di giro dal sottoscrittore del titolo, verso lo Stato.
La traslazione sullo Stato avviene perchè il sottoscrittore di BTP guarda al rendimento netto da imposta. Pertanto se, sul mercato il tasso di rendimento netto fosse, poniamo 3%, il Tesoro dovrà dare al sottoscrittore un rendimento lordo tale che, al netto da imposta, percepisca comunque 3% netto. Ad es., se l'imposta è 12,50%, il rendimento lordo dei BUONI dovrà essere r = 0,03 / (1-0,125) = 3,43%. Infatti, togliendo a 3,43% il 12,5%, rimane 3% netto. Dunque il sottoscrittore, formalmente percepisce il 3,43% lorde, formalmente paga il 12,5%, e percepisce netto il 3%.
Nel 2003, causa problemi sul mercato internazionale, lo Stato ha già abolito l’imposta sugli interessi, per le persone non residenti.
LA SITUAZIONE DELLA CASSA IN QUESTI MESI:
CONTO RIASSUNTIVO MENSILE DEL TESORO: GENNAIO-SETT. 2024.
1.- Questo conto, via via aggiornato nel corso dell'anno, è il "termometro" di base, per poi passare ad altro.
Qui si vede che, dei pagamenti ( 793,3 miliardi di € nei 9 mesi gennaio-settembre) solo il 60% è coperto da entrate finali; il resto è coperto da prestiti, e finanche c'è uno scoperto di € 5,1 miiardi di €.
Ma, pur se è vero che è una situazione ereditata dai precedenti governi..., ci si apettava che questo governo MELONI (in carica ormai da 3 anni), qualcosa avesse inventato...

Di certo, dal grafico con gli istogrammi in alto, si vede debito in calo dal 2022... ma assolutamente insufficiente a fare aspettare una soluzione... e il punto è capire da dove viene la falla del bilancio.

2.- Ma prima di tutto è capire se è possibile con gli strumenti finanziari ordinari (vale dire il prelievo fiscale) chiudere la falla. Diciamo subito che il settore produttivo italiano sopporta già una pressione fiscale altissima è quindi è impossibile coprire il buco con il gettito fiscale.
Ne deriva che l'unico modo è tagliare la spesa pubblica, strutturalmente.

Data la natura strutturale di queste cose, la spending revew non è il terreno giusto.

conto riassuntivo-set2024.jpg (49845 byte)

^

.

IN ATTESA DELLA UDIENZA DEL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA IL 15 GENNAIO 2025
(di seguito a sentenza, in urgenza del 25 maggio 2024, che aveva negato lo scudo crociato per le elezioni europee 2024).


IN MERITO ALLA ESCLUSIONE DELLA DC DALLE ELEZIONI EUROPEE 2024:

ESPOSTO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CONTRO IL GOVERNO (UFFICIO ELETTORALE) ex-art. 77 COSTITUZIONE

 

DOMANDA: "C' ERANO I PRESUPPOSTI  DI "NECESSITA' E URGENZA"
PER DECLASSARE, SOTTO ELEZIONI EUROPEE,
DUE PRONUNCE DELLA MAGISTRATURA
?"

 

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FIDUCIA NELLA MAGISTRATURA. ANCHE DIALOGO, SE POSSIBILE.

.
1) Il partito della DC si è trovato escluso dalle ELEZIONI EUROPEE del 2024, causa la non accettazione del proprio contrassegno SCUDO CROCIATO (da parte del Ministero dell'Interno).
La motivazione è stata che il contrassegno era confondibile con quello identico del partito UDC (ma con diritto di precedenza). Risulta che entrambi i due partiti della DC e quello della UDC lo depositarono il 22 aprile 2024, all'inizio del procedimento elettorale (ALL 1).
Ma, poi, il contrassegno non si trovò nelle schede elettorali l' 8-9 giugno, in nessuna delle 5 circoscrizioni elettorali, al momento del voto. (ALL. 2).
Andando a ritroso, si trova una dichiarazione pubblica della UDC, l' 8 aprile 2024: "Candidati di area UDC nelle liste della LEGA "sia nel titolo sia nel corpo del comunicato (ALL. 3).
Domanda: La UDC ha perso il diritto di precedenza per lo scudo crociato, in quanto ha invece ha usato il contrassegno della Lega? La domanda torna al giudice.
C'e' anche dell'altro, dimenticato.
a) In primo luogo, c'è l'art. 14 del T.U. Legge Elettorale: "Non è ammessa ... la presentazione di contrassegni effettuata con il solo scopo di precludere surrettiziamente l'uso ad altri soggetti politici interessati a farvi ricorso".
Domanda: c'è stato un marchingegno per escludere la DC dalle elezioni ? E' ragionevole che, nel rispetto dell'art. 14, la UDC e il Ministero dell' Interno avrebbero dovuto darne informazione tempestiva alla DC, in seguito al ritiro del contrassegno, durante il percorso amministrativo; e comunque riammettere la DC all'uso del contrassegno, quando era venuto meno il problema della confondibilità.
C'è dell'altro. Subito dopo la notizia dai giornali, che il contrassegno non ci sarebbe stato nelle schede, la DC aveva presentato esposto all'Ufficio Elettorale, ma senza accoglimento. (ALL. 4 ).
2) Parallelamente, la DC aveva invocato un provvedimento di urgenza (ex-art. 700) del Tribunale Civile di Roma, per il riconoscimento del contrassegno (giudice BILE, ALL. 5).
Il 25 maggio 2024 il giudizio (non concluso, e che sarà ripreso il 25 nov. 2024) ha attribuito il contrassegno alla UDC. Il provvedimento provvisorio del giudicante si è fondato sulle seguenti due motivazioni:
a) la prima motivazione è che non erano più applicabili i due provvedimenti giudiziari (uno del Tribunale Civile di Palermo (ALL. 6) ed altro del Tribunale Civile di Roma (ALL. 7)) che avevano dichiarato che, per l'art. 7 del codice civile, il simbolo non è separabile dal nome del partito; e che in caso di confondibilità prevale il criterio storico (First in First out).
  Il motivo della inapplicabilità era il subentro, in periodo elettorale, della L. 25 marzo 2024, n. 38 (in G.U. 28/03/2024, n. 74, di conversione di un decreto-legge del governo) che rovesciava l'interpretazione del codice civile data dai due tribunali.
Secondo il giudice BILE, " l'art. 2 bis (introdotto dal Senato) dispone l'irrilevanza ai fini della disciplina elettorale, della registrazione come marchio d'impresa di simboli usati in campo politico".
b) La seconda motivazione del Giudice BILE era che l'art. 14, c. 6, dpr 30 marzo 1957, n. 361, "tutela un interesse che oggi non può più riconoscersi come radicato in capo alla Democrazia Cristiana storica.
L'uso tradizionale non è più connotato esclusivo di tale partito, ma deve riconoscersi in capo ad altri che ne hanno fatto uso per anni. In particolare il giudice adduceva che la UDC, " si è presentata alle elezioni nel corso di un arco temporale di circa trent'anni"; e che questo non è irrilevante ai fini di stabilire il carattere identitario del simbolo e la relativa spettanza".
3) OSSERVAZIONI. 
a) Si giustifica, sotto elezioni europee, "la necessità e l'urgenza" (art. 77 Cost.) di privilegiare la legge elettorale, rispetto al codice civile, solo per escludere la DC dalle elezioni ? Non c'è la prova della intenzionalità del Governo.
La DC, tuttavia, osserva :
b) A riguardo dei "trent' anni di uso del simbolo da parte della UDC" (detto dal giudice), l'Archivio storico elettorale del Ministero dell'Interno mostra che la UDC usò il simbolo dal 2006 al 2020 (14 anni).
b) Per lo stesso argomento, nelle elezioni regionali della Sardegna del 25 feb. 2024, la Corte d'appello di Cagliari, Ufficio Centrale Regionale, aveva scritto: "La menzione espressa nei due contrassegni numero 6 e 28 della dicitura "democrazia cristiana" (non la DC storica) evoca nell'elettore medio una forza e un pensiero propri di un partito fondato già negli anni '40 del 1900 (la DC storica, N.d.R.) e del quale non risulta che le due formazioni politiche che hanno depositato i contrassegni di cui si discute siano la diretta emanazione"), come invece è la Democrazia Cristiana Storica oggi ricostituita. (ALL. 8).
c) la UDC partecipa al processo BILE come convenuto, ma non risulta aver detto alcunchè al Giudice, circa il "non  uso" del contrassegno.
d) C'è dell'altro. Nel corso dei vari anni, la UDC ha usato il contrassegno pur sapendo di non averne diritto. Lo si deduce dalla sentenza della Corte di Appello del 2009, che non solo aveva dichiarata non sciolta la DC nel 1994, ma anche precisato (pag. 36, riga 8 e riga terz'ultima, circa i rapporti tra la DC e la UDC) "la inesistenza di un diritto della UDC a inserire lo scudo crociato nel proprio simbolo" (ALL. 9).
4) A questo punto, ci si domanda come sia  accaduto che la UDC abbia continuato l'uso contrassegno anche dopo la
 

sentenza della Corte d'Appello e della Corte di Cassazione (ALL. 10 ).
  La spiegazione semplice semplice è che la DC si trovò impossibilitata, causa la decadenza degli  Organi per decorso di due anni dall' ultimo congresso valido (art. 23 dello Statuto). Dunque, la UDC potè usare il contrassegno solo approfittando del silenzio infrangibile della DC (decadenza di tutti gli organi).
  La UDC sapeva di non averne diritto, alla luce della sentenza della Corte d'Appello e della Corte di Cassazione che hanno statuito che il PPI gonfalone né il CDU erano altre formazioni politiche distinte e separate dalla DC storica e come tali non potevano portare in dote a nuove formazioni politiche (UDC fondata nel 2002 dalla fusione di CDU, CCD e Democrazia Europea nei i suoi beni materiali ne i suoi beni immateriali quali il simbolo e il nome.
A riguardo della impossibilità, si chiarisce anche che, subito dopo la sentenza suddetta della Corte di Appello (secondo cui la DC non era stata sciolta nel 1994, e successiva della Corte di Cassazione, 2010) ci fu un congresso della DC nel dic. 2012 per la nomina degli Organi.
   Ma una sentenza del Tribunale Civile di Roma lo annullò perchè ritenuto non convocato secondo lo Statuto.
Il motivi era sempre il medesimo.
  Di seguito (ancora a causa di molti ostacoli) solo nel 2016 si riuscì a ottenere dal Tribunale Civile di Roma (per l'art. 20 del cc, nel 2016) la convocazione della Assemblea dei soci (ALL. 11 ) e da qui poi il congresso nel 2020 che nominò gli Organi.                     

NINO LUCIANI

*

DECRETO LEGISLATIVO, 20 dicembre 1993, n. 533 
Art. 8. (Legge 23 aprile 1976, n. 136, art. 2, lettera b); legge 4 agosto 1993, n. 276, art. 2, comma 1, lettera a)

1. I partiti o gruppi politici organizzati nonche' singoli candidati che intendono presentare candidature per la elezione del Senato debbono depositare presso il Ministero dell'interno il contrassegno o i contrassegni con i quali dichiarano di voler distinguere le candidature medesime, con l'osservanza delle norme di cui agli articoli 14*, 15, 16 e 17 del testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361.

* Art. 14 del Testo Unico
n. 361/1957 e successive modificazioni

  I partiti o i gruppi politici organizzati, che intendono presentare candidature nei collegi uninominali o liste di candidati, debbono depositare presso il Ministero dell'interno il contrassegno col quale dichiarano di voler distinguere le candidature nei collegi uninominali o le liste medesime nelle singole circoscrizioni.

All'atto del deposito del contrassegno deve essere indicata la denominazione del partito o del gruppo politico organizzato.

I partiti che notoriamente fanno uso di un determinato simbolo sono tenuti a presentare le loro liste con un contrassegno che riproduca tale simbolo.

  Non e' ammessa la presentazione di contrassegni, sia che si riferiscano a candidature nei collegi uninominali sia che si riferiscano a liste, identici o confondibili con quelli presentati in precedenza ovvero con quelli riproducenti simboli usati tradizionalmente da altri partiti.

  Ai fini di cui al terzo comma costituiscono elementi di confondibilita', congiuntamente od isolatamente considerati, oltre alla rappresentazione grafica e cromatica generale, i simboli riprodotti, i singoli dati grafici, le espressioni letterali, nonche' le parole o le effigi costituenti elementi di qualificazione degli orientamenti o finalita' politiche connesse al partito o alla forza politica di riferimento.

  Non e' ammessa, altresi', la presentazione di contrassegni effettuata con il solo scopo di precluderne surrettiziamente l'uso ad altri soggetti politici interessati a farvi ricorso. Non e' ammessa inoltre la presentazione da parte di altri partiti o gruppi politici di contrassegni riproducenti simboli o elementi caratterizzanti simboli che per essere usati tradizionalmente da partiti presenti in Parlamento possono trarre in errore l'elettore.

Non e' neppure ammessa la presentazione di contrassegni riproducenti immagini o soggetti religiosi".

**

COMUNICATO
SUL CONVEGNO NAZIONALE SULLA DC, AL TEATRO QUIRINO, ROMA 20 GIUGNO 2024

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1.- La DC, storicamente e giuridicamente continua con quella del 1994, ha presenziato il 20 giugno al Convegno del Teatro Quirino, e ha depositato sul palco i Decreti del Tribunale Civile di Roma, convocativi e autentificativi della DC tornata.
.
2.- Vi hanno partecipato: LUCIANI, Segretario Nazionale; LEONETTI, Segretario Amministrativo; VECCHI Presidente Vicario del CN; CERENZA Coordinatore Regionale del Lazio; TUCCIARIELLO Coordinatore Regionale della Basilicata.
.
3.- Si prende atto del titolo: "DC: STORIA DI UN PAESE", quale celebrazione dell'80° anniversario della nascita della DC.
Non tutto fu vera gloria. Il compromesso storico di MORO e BERLINGUER (non nominato) fu un debordo grave dalla democrazia.
Possiamo, invece, sostenere che l'Italia, che oggi abbiamo, l'ha fatta la DC.

4.- Il Comitato ha lasciato in ombra i rapporti duri Chiesa Cattolica - DC (De Gasperi, Fanfani...).

Questa c'è in Italia dalla caduta dell'Impero Romano, ereditandone la lingua, la struttura amministrativa, e facendo uno Stato Pontificio, sia pur cessato; e oggi essa vi è riposizionata come parlamento "federale diocesano", CEI.

5.- Ma il Comitato organizzatore ha detto che ha fatto il convegno ai soli fini celebrativi storici, non per invocare il ritorno della DC in Italia.
Questo è una contraddizione in termini. C'è il fatto che il Teatro era gremito e ne rovescia la portata.
L' alternativa realistica è che il Comitato ha fatto la celebrazione per segnalare al partito di Fratelli d'Italia il permanere, in Italia, del grande vuoto lasciato dalla DC, e dunque da riempire.

5.- Dato il dubbio, direi che il COMITATO NAZIONALE, organizzatore della celebrazione dell' 80esimo anniversario della DC, vada ri-denominato COMITATO GOVERNATIVO.

6.- La DC si conferma antifascista, e riconosce il Governo Meloni come governo democraticamente eletto, sia pur non pienamente soddisfatta del "suo" Premierato dirigista, perchè non bilanciato da maggiore sovranità popolare (causa il frazionamento dei voti, causa la polverizzazione dei partiti).

*

 

Resoconto : Camera dei Deputati
PALAZZO THEDOLI,  30 aprile 2024

CODICE ETICO DEL CRISTIANO IMPEGNATO IN POLITICA

 

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Per la registrazione delle relazioni sul codice, clicca qui: CONVEGNO RM

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ELEZIONI EUROPEE:
in Europa, vogliamo qualcosa di più che una UNIONE, vogliamo gli STATI UNITI d'EUROPA
PER UNA VISTA, clicca su: https://www.universitas.bo.it/index.html

MA LA DC, SENZA FIRME, NON POTREBBE PRESENTARE LE CANDIDATURE...
WEBER NON CI SENTE, NON CI VEDE
, PUR SE AVVISATO CON LETTERA.
La DC non mollerà... . L'esenzione dalle  firme è di diritto (per chi ha fondato il PPE), e Weber cadrà.
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Manfred Weber ama Berlusconi, "primo", tra gli imprenditori, a usare   il privato e il partito, come input per fare profitti ?
.

NOTE. Es wird erklärt, dass die EVP die DC zu ihren Gründern zählt. Trotzdem wurde die DC nach der Auflösung (oder genauer gesagt dem Stopp ihrer Aktivitäten) nicht mehr eingeladen. Doch ist es war, dass das Zivilgericht in Rom 2016 nach dem Urteil des Kassationsgerichts 2010, laut dem die DC rechtlich nicht aufgelöst wurde, die Mitgliederversammlung zur Wiederherstellung im Feb. 2017 der Parteiorgane einberief. Manfred Weber und verschiedene Eierköpfe, die alles wissen, übergehen alles im Januar 2023. Zu diesem Punkt informiert die DC die Behörden (den Präsidenten der Italienischen Republik als ersten) über die Wiedereinigung der DC selbst und vor allem schickt sie den folgenden Brief. Leider ohne Antwort auch von Weber. Wir können zwar verstehen, dass die italienischen Eierköpfe die DC als eine Wahlbedrohung wahrnehmen, aber warum folgt Weber ihnen? Wir sind Mitglieder und Mitgründer der EVP. Es ist dramatisch, dass auch FORZA ITALIA die DC nicht will.

NOTA. Si chiarisce che il PPE ebbe la DC tra i SUOI fondatori, nel 1976... ma poi, in seguito al "presunto scioglimento" nel 1994 (anzi il fermo della sua attività), essa non fu più invitata. Ma vero è pure che (dopo le pronunce della Cassazione nel 2010, secondo cui non era sciolta giuridicamente) il Tribunale Civile di Roma (2016) convocò l'Assemblea dei soci nel feb. 2017... per la ricostituzione degli Organi.
Si arriva al gennaio 2023... e, vedendo che Manfred Weber e varie teste d'uovo (che sanno tutto) ignorano tutto.
 A quel punto la DC informa le autorità (a partire dal Presidente della Repubblica) della avvenuta ricostituzione della DC e, in particolare. invia la seguente lettera. Ma tutto tace, compreso Weber, e adesso non posso non pubblicare la lettera.
  Possiamo capire che le teste d'uovo italiane percepiscano la DC come un pericolo elettorale.
  Ma
Weber perchè li segue ? Noi siamo soci co-fondatori del PPE
.

LETTERA della DC a WEBER, il 23 GENNAIO 2023

  DEMOCRAZIA CRISTIANA
https://www.democraziacristianastorica.it
CODICE FISCALE 80198590582 (dal 01.01.1980)
Sede virtuale: Roma, piazza del Gesù, 46
Sede provvisoria; Bologna, via Titta Ruffo, 7
IL SEGRETARIO NAZIONALE Prof. Nino Luciani 347 9470152

- Al Presidente del PPE - Partito Popolare Europeo: Dott. Manfred Weber info@manfredweber.eu 
- p.c : A Presidente di FI, sen. dott. Silvio Berlusconi, segreteria@email-sb.com , silvio.berlusconi@senato.it 
- p.c. : A Ministro On. Dott. Antonio Tajani: tajani_a@camera.it   , info@antoniotajani.it 

Oggetto: Informazione di avvenuta riorganizzazione della DC in Italia ; Partecipazione a Elezioni Europee 2024 Richiesta di colloquio il 23 gennaio 2023 .

Presidente WEBER,
1) la informo che, in Italia, la DC è stata riorganizzata, giuridicamente e storicamente continua con quella che si auto-sospese nel 1994.
2) L'avvio alla riorganizzazione fu fatto da un decreto del Tribunale Civile di Roma (2016) che, dopo aver accertate le condizioni giuridiche, convocò l'assemblea dei soci e incaricò me per l'attuazione. L' Assemblea dei soci nominò Giovanni Fontana, Presidente (2017). In seguito (24 ott. 2020) il XIX congresso elesse Nino Luciani, quale Segretario Politico Nazionale. I rispettivi atti giuridici sono pubblicati sul sito ufficiale del partito. Clicca su: https://www.democraziacristianastorica.it/index.htmL#LE SENTENZE DEL RITORNO DELLA DC .

3) La notizia, al grande pubblico, fu data sul Corriere della Sera, in una intervista del 21 aprile 2022. Lei può cercare su Google usando alcune facili parole chiave; o sul sito ufficiale, in apertura: https://www.democraziacristianastorica

4) Per il prossimo futuro, la DC ha l'obiettivo di partecipare alle elezioni europee del 2024. Per lunga tradizione, la DC fu collegata con il PPE, e basti riportare l'art. 134 dello Statuto, 1984, tuttora vigente :"la DC italiana aderisce, con delibera del Consiglio nazionale, .... al P.P.E. e a tutti gli organi a carattere internazionale che si ispirano ai comuni ideali". Per trovare lo Statuto, cliccare su: https://www.democraziacristianastorica.it/1-%20statuto-dc-1984-copia-originale-bis.pdf

5) Tutto questo premesso, le chiedo un colloquio.Volendo, si potrebbe anche usare ZOOM, in collegamento da remoto. Con vive cordialità. Nino Luciani
_______________________

Monsier le Président WEBER,
1) Je vous informe, qu'en Italie, la DC a été réorganisée, juridiquement et historiquement continue avec celle qui s'est suspendue en 1994. 2) Le début de la réorganisation a été fait par un décret du Tribunal civil de Rome (2016) qui, après avoir vérifié les conditions légales, a convoqué l'assemblée générale et m'a chargé de la mise en œuvre. L'Assemblée Générale a nommé Giovanni Fontana Président (2017). Par la suite (24 octobre 2020), le XIXe congrès a élu Nino Luciani au poste de secrétaire politique national. Les actes juridiques respectifs sont publiés sur le site officiel du parti. Cliquer sur: https://www.democraziacristianastorica.it/index.htmL#LES JUGEMENTS DU RETOUR DE DC 
3) La nouvelle, destinée au grand public, a été donnée dans le Corriere della Sera, dans une interview du 21 avril 2022. Vous pouvez effectuer une recherche sur Google à l'aide de quelques mots-clés faciles ; ou sur le site officiel, ouverture : https://www.democraziacristianastorica.it . 4) Dans un avenir prévisible, DC a pour objectif de participer aux élections européennes de 2024. Par longue tradition, la DC était rattachée au PPE, et il suffit de rapporter l'art. 134 du Statut, 1984, toujours en vigueur : "la DC italienne adhère, avec résolution du Conseil National, ... au P.P.E. et à tous les organismes internationaux qui s'inspirent des idéaux communs". Pour le Statut, cliquez sur : https://www.democraziacristianastorica.it/1-%20statuto-dc-1984-copia-originale-bis.pdf 5) Compte tenu de tout cela, je vous demande un entretien, Si vous le souhaitez, ZOOM peut également être utilisé en connexion à distance. Avec une sincère cordialité. Nino Luciani

 

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Fonte: Guido Formigoni, Paolo Pombeni e Giorgio Vecchio
STORIA DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA 1943.1993, Il Mulino, 2023
(recensione di R. Liucci, ripresa da IL SOLE - 24 ORE, 28 gen. 2024)

  1.- LUCIANI: Il fatto che i tre storici concludano : "COSI' LA DC TRADI' SE STESSA" , significa che la DC non pervenne a una "DEMOCRAZIA COMPIUTA" (parole di Moro), nel senso che  non portò alla alternanza alla DC con un grande partito di massa.
   Negli anni '70, il candidato era il PCI, ritenuto pericoloso per la democrazia in Italia e filo-sovietico.
2.- Queste idee (con il senno di poi) risultarono gravemente infondate: il PCI era italiano al 100% e difese la democrazia contro le BRIGATE ROSSE.
3.- Di conseguenza, si fece  il "compromesso storico" di Moro-Berlinguer e la riforma del Titolo V della Costituzione e il via all'Ordinamento Regionale, con moltiplicazione degli Enti Intermedi, con gravi conseguenze sul bilancio dello Stato (tuttora).
 

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Alcide De Gasperi

LA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DELLO STATO, IN ITALIA

A cura di Sandro Vecchi e Nino Luciani
(70 anni dopo la "legge truffa" di A. De Gasperi 1953, con "premio di maggioranza")
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.CCONTRIBUTO AL DIBATTITO
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1.-

Repubblica parlamentare, Parlamento monocamerale, Legge elettorale  proporzionalista, senza sbarramento in due turni, voto di preferenza;

2.-

Obbligo di convergere verso il primo o il secondo partito, al secondo turno elettorale.

3.-

Riforma dei partiti da trasformare, da Associazioni di diritto privato, in Associazioni di diritto pubblico. Finanziamento pubblico dei partiti.

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Sandro Vecchi

1.- PREMESSA. Questa problematica ci riporta alle elezioni del 1953, quando A. De Gasperi, in cerca di stabilità dei governi, non raggiunse il 50% dei seggi, necessario per far scattare un premio di maggioranza, fin al 65%. Pertanto, fin da allora, divennero normali in Italia le coalizioni di partiti, nel dopo elezioni politiche.
Pur se le coalizioni hanno anche dato frutto (come negli anni '50-'60), le criticità accumulate (vedi eccesso di debito pubblico, e non solo questo) rendono non più rinviabile la riforma della governance dello Stato, dopo quella degli enti locali, già fatta negli anni '90.
Il governo Meloni era partito con la proposta di una Repubblica Presidenziale, poi deviata verso un Premierato dentro una Repubblica parlamentare.
Non ci spaventa una Repubblica Presidenziale, se bilanciata da maggiori poteri al popolo, condizione tuttavia difficile da realizzare in Italia per mancanza di un bipartitismo, come in America.
Per questo motivo la nostra proposta rimane nell'ambito della Repubblica parlamentare, puntando sul miglioramento della qualità dei partiti. Non solo questo.
Negli ultimi trenta anni, non poche sono state le leggi elettorali sperimentate, alla ricerca di un ragionevole punto di equilibrio di questo istituto.
E’ legittimo, a questo punto, domandarsi perché queste leggi elettorali abbiano avuto vita breve.
Noi pensiamo che la lacuna di fondo risieda nella voglia della maggioranza parlamentare di turno di ritagliarsi una formula di convenienza per prevalere alle successive consultazioni politiche.
Ben diverse furono le scelte dei nostri padri costituenti che, all’indomani del secondo conflitto mondiale, cercarono e trovarono un ampio accordo per la legge elettorale, convergendo su una formula proporzionale con preferenze e scrutinio di lista, un sistema che ha governato l’Italia per circa mezzo secolo.
La legge elettorale non è una legge costituzionale, ma in estrema sintesi la sua stella polare deve prevedere alcuni fondamentali dentro la Costituzione stessa.
Questi contenuti sono :
- la volontà del corpo elettorale;
- la garanzia della rappresentanza;
- la stabilità del governo;
- la centralità del parlamento.  
Questi quattro punti sono il perimetro con cui incorniciare una ragionevole legge elettorale, stabilire quale debba essere il rapporto tra eletto e collegio o circoscrizione, oppure se riconoscere o no una maggiore influenza ai partiti politici organizzati.
Vogliamo domandarci se convenga che il popolo scelga il Parlamento, ma non il governo ?
Oppure se si pensa di affidare al popolo anche la forma di governo?
Vogliamo chiederci quale debba essere il ruolo del Parlamento e quale la sua composizione?
Vogliamo chiederci se vada privilegiata la stabilità del Governo oppure la rappresentanza parlamentare?
Vogliamo chiederci quale debba essere il ruolo del Presidente della Repubblica?
A queste domande dobbiamo dare risposte trasparenti e motivate. Diversamente, si ricade nella demagogia delle scelte di parte, dannose per la Repubblica Italiana. La risposta sarà quella di un ragionevole compromesso sostenuto da una ampia maggioranza parlamentare.

2.- LA PROPOSTA DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA
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2.- Dalla definizione del mandato di rappresentanza nasce il diritto del rappresentato a sostituire il rappresentante, in caso di giudizio negativo.
A questo fine, il primo requisito è il divieto di meccanismi che inducono la frammentazione del voto popolare. Dunque, ferma l'apertura, in parlamento, a tutti campanili d'Italia senza sbarramenti, tuttavia essi devono convergere verso due soli "GRUPPI PARLAMENTARI", ottenuti con la aggregazione già durante la fase elettorale.

a) La Democrazia Cristiana propone un impianto prevalentemente proporzionale a due turni con analogie al sistema francese, con un parlamento monocamerale di 630 eletti che vota la fiducia al Governo.
Al Senato verrebbe affidata la funzione di rappresentanza delle Regioni.

b)Il voto si ripartisce con sistema proporzionale, in due turni, con circoscrizioni regionali, con voto di lista e preferenze ai candidati presentati nelle liste di partito, liste composte senza limiti di genere, le preferenze
saranno in numero rapportato alla popolazione della Regione.
c)I risultati del primo turno determineranno la graduatoria dei partiti, o coalizione precostituita, in ordine di voti ricevuti e delle preferenze espresse in ogni lista presentata. Ai sensi dell'art. 6 del codice civile, il nome è inscindibile dal simbolo. In caso di confondibilità, prevale il criterio della presentazione temporale nel Registro dei partiti.

d)Al secondo turno andranno i due partiti, o formazioni, che al primo turno hanno ottenuto più voti, intorno a questi due partiti o coalizioni, possono coalizzarsi altri partiti accettando il candidato premier del partito coalizzante f)Per ciascun partito risulteranno eletti, in ogni circoscrizione elettorale, i parlamentari in ordine di preferenze avute al primo turno, con un riparto proporzionale dei voti ottenuti da ciascun partito al primo turno, con recupero dei resti nel collegio unico nazionale.

Come conseguenza del procedimento aggregativo elettorale, in parlamento ci saranno solo due gruppi parlamentari. Per le minoranze linguistiche presenti nelle regioni, si applicano le forme di rappresentanza già in essere nell'ordinamento vigente.

g) Rimane prerogativa del Presidente della repubblica: la conferma del Presidente del Consiglio del partito risultato primo nelle urne, e lo scioglimento delle Camere.

h) Il governo dovrà avere la fiducia del Parlamento.
In caso di sfiducia, il Presidente della Repubblica scioglie le Camere e si torna alle urne.

3.- Verso una via di rinnovata funzione rappresentativa dei partiti, si ritiene opportuno: - modificare l' art. 49 della Costituzione che li configura come associazioni di diritto privato. - eliminare le criticità di natura economica che hanno indotto i medesimi a procurarsi risorse in modi "non sempre trasparenti".

Pertanto vanno elevati:
- ad associazioni di diritto pubblico;
- al finanziamento pubblico in proporzione ai voti, oltre che alla quota del cinque per mille;
- all' obbligo rendicontazione del finanziamento pubblico.

S.Vecchi , N. Luciani

 

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A PARTIRE DALLA CONFERENZA DI ROMA, 25 marzo 2017
PRESENTE LA TEDESCA, SIGNORA MERKEL

Cosa la UE aveva prefigurato
nel 60º Anniversario del MEC- Mercato Comune Europeo.
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Anche, cosa aveva detto MACRON alla SORBONA di Parigi

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.Nino LUCIANI
La possibile BASE POLITICA E ORGANIZZATIVA
di una UNIONE EUROPEA, divenuta "STATO"

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URSULA von DER LEYEN

Nota. In questo studio si propone un progetto di Unione Europea con poteri fiscali e di spesa per compiti di interesse generale europeo.
Si ipotizza il trasferimento di poteri fiscali statali a livello UE e ciò crea le condizioni per completare il trasferimento del potere monetario europeo, per quanto riguarda il coordinamento tra potere fiscale e potere monetario.
Precisamente, nella nuova situazione la BCE dovrebbe poter essere banchiere di ultima istanza nei confronti del Tesoro UE;  e il Tesoro UE dovrebbe potere aver rapporti finanziari con quello dei singoli Stati, come oggi avviene normalmente tra gli Stati nazionali ed i rispettivi enti locali.

Nel frattempo in vista delle elezioni europee nel 2024, iniziano i dibattiti: per la DC, l'Ing. SANDRO VECCHI
Clicca su:
https://www.invionews.it/ilcentrocheverra/video/231130Gozi.m4v

Sintesi dei temi considerati dal Presidente francese Macron per la nuova UE
(Sorbona 27 sett. 2017)

- Bilancio più forte nel cuore della zona euro - investimenti comuni (superministro) - eurozona sottoposta a un controllo democratico" (Parlamento ad hoc) - budget non per mutualizzare i debiti pubblici accumulati dai singoli Paesi"- immigrazione - difesa "una forza militare comune d'intervento" con budget comune di difesa progressivo - accademia europea di intelligence - procura europea anti-terrorismo - protezione civile per rispondere a catastrofi come i terremoti e le inondazioni" - immigrazione - polizia europea delle frontiere - un ufficio Difesa - università europee - tassa sulle emissioni di gas serra - tribunale europeo - agenzia per l'innovazione - budget per gli investimenti dell'eurozona - tassa europea sulle transazioni finanziarie destinata allo sviluppo dell'Africa europeo dell'asilo politico - stesse regole per le imprese, il diritto degli affari e i fallimenti.

A titolo esemplificativo: i Ministeri in Italia. Quali esportare a livello in UE ?

- Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale  - Beni e delle Attività Culturali e del Turismo  - Politiche Sociali - Difesa  - Giustizia - Salute  - Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare - Infrastrutture e dei Trasporti  - Politiche Agricole Alimentari e Forestali - Economia e delle Finanze - Interno  - Università e della Ricerca - Sviluppo Economico  - Affari regionali - Coesione territoriale e il Mezzogiorno - Sport.

LA DICHIARAZIONE DI ROMA (25 marzo 2017, prima della BREXIT)
E DALLA ATTUALE STRUTTURA AMMINISTRATIVA  DELLA COMMISSIONE EUROPEA
LA DICHIARAZIONE DI ROMA, DEI 27 STATI MEMBRI

Nel 60º Anniversario dei Trattati di Roma, 25.3.2017 - Consilium

La dichiarazione di Roma
dei leader dei 27 Stati membri e del Consiglio europeo, del Parlamento europeo e della Commissione europea.

Noi, i leader dei 27 Stati membri e delle istituzioni dell'UE, siamo orgogliosi dei risultati raggiunti dall'Unione europea: la costruzione dell'unità europea è un'impresa coraggiosa e lungimirante.
Sessanta anni fa, superando la tragedia di due conflitti mondiali, abbiamo deciso di unirci e di ricostruire il continente dalle sue ceneri. Abbiamo creato un'Unione unica, dotata di istituzioni comuni e di forti valori, una comunità di pace, libertà, democrazia, fondata sui diritti umani e lo stato di diritto, una grande potenza economica che può vantare livelli senza pari di protezione sociale e welfare.

L'unità europea è iniziata come il sogno di pochi ed è diventata la speranza di molti. Fino a che l'Europa non è stata di nuovo una. Oggi siamo uniti e più forti: centinaia di milioni di persone in tutta Europa godono dei vantaggi di vivere in un'Unione allargata che ha superato le antiche divisioni.

L'Unione europea è confrontata a sfide senza precedenti, sia a livello mondiale che al suo interno: conflitti regionali, terrorismo, pressioni migratorie crescenti, protezionismo e disuguaglianze sociali ed economiche. Insieme, siamo determinati ad affrontare le sfide di un mondo in rapido mutamento e a offrire ai nostri cittadini sicurezza e nuove opportunità.
Renderemo l'Unione europea più forte e più resiliente, attraverso un'unità e una solidarietà ancora maggiori tra di noi e nel rispetto di regole comuni. L'unità è sia una necessità che una nostra libera scelta. Agendo singolarmente saremmo tagliati fuori dalle dinamiche mondiali. Restare uniti è la migliore opportunità che abbiamo di influenzarle e di difendere i nostri interessi e valori comuni.
Agiremo congiuntamente, a ritmi e con intensità diversi se necessario, ma sempre procedendo nella stessa direzione, come abbiamo fatto in passato, in linea con i trattati e lasciando la porta aperta a coloro che desiderano associarsi successivamente. La nostra Unione è indivisa e indivisibile.
Per il prossimo decennio vogliamo un'Unione sicura, prospera, competitiva, sostenibile e socialmente responsabile, che abbia la volontà e la capacità di svolgere un ruolo chiave nel mondo e di plasmare la globalizzazione. Vogliamo un'Unione in cui i cittadini abbiano nuove opportunità di sviluppo culturale e sociale e di crescita economica. Vogliamo un'Unione che resti aperta a quei paesi europei che rispettano i nostri valori e si impegnano a promuoverli.

In questi tempi di cambiamenti, e consapevoli delle preoccupazioni dei nostri cittadini, sosteniamo il programma di Roma e ci impegniamo ad adoperarci per realizzare:
1. Un' Europa sicura: un'Unione in cui tutti i cittadini si sentano sicuri e possano spostarsi liberamente, in cui le frontiere esterne siano protette, con una politica migratoria efficace, responsabile e sostenibile, nel rispetto delle norme internazionali; un'Europa determinata a combattere il terrorismo e la criminalità organizzata.
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2. Un' Europa prospera e sostenibile: un'Unione che generi crescita e occupazione; un'Unione in cui un mercato unico forte, connesso e in espansione, che faccia proprie le evoluzioni tecnologiche, e una moneta unica stabile e ancora più forte creino opportunità di crescita, coesione, competitività, innovazione e scambio, in particolare per le piccole e medie imprese; un'Unione che promuova una crescita sostenuta e sostenibile attraverso gli investimenti e le riforme strutturali e che si adoperi per il completamento dell'Unione economica e monetaria; un'Unione in cui le economie convergano; un'Unione in cui l'energia sia sicura e conveniente e l'ambiente pulito e protetto.
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3. Un' Europa sociale: un'Unione che, sulla base di una crescita sostenibile,favorisca il progressoeconomico e sociale,nonchéla coesione elaconvergenza, difendendo nelcontempo l'integritàdel mercato interno; un'Unione che tenga conto della diversità dei sistemi nazionali e del ruolo fondamentale delle partisociali; un'Unioneche promuova la parità tra donne e uomini ediritti epari opportunità per tutti; un'Unione che lotti contro la disoccupazione, la discriminazione, l'esclusione sociale e la povertà; un'Unionein cui i giovani ricevano l'istruzione e la formazionemigliori e possano studiare e trovare un lavoro in tutto il continente; un'Unione che preservi il nostro patrimonio culturalee promuova la diversità culturale.
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4. Un' Europa più forte sulla scena mondiale: una Unione che sviluppi ulteriormente i partenariati esistenti e al tempo stesso ne crei di nuovi e promuovala stabilità e la prosperitànel suo immediato vicinato a est e a sud, ma anche in Medio Oriente e in tutta l'Africa e nel mondo; un' Unione pronta ad assumersi maggiori responsabilità e a contribuire alla creazione diun'industria della difesapiùcompetitiva eintegrata; un'Unione impegnata a rafforzare la propria sicurezza e difesa comuni, anche in cooperazionee complementarità con l'Organizzazione delTrattato del Nord Atlantico, tenendo conto degli impegni giuridici e delle situazioni nazionali; un' Unione attiva in seno alle Nazioni Unite che difendaun sistema multilaterale disciplinato daregole, che sia orgogliosa dei propri valori e protettiva nei confronti dei propri cittadini, chepromuova un commercio libero ed equo e una politica climaticaglobale positiva.

Perseguiremo questi obiettivi, fermi nellaconvinzione che ilfuturo dell'Europaè nelle nostre manie che l'Unioneeuropeaè ilmigliore strumento perconseguire inostriobiettivi. Ci impegniamo a dareascolto e risposte alle preoccupazioniespressedai nostri cittadini edialogheremo coni parlamenti nazionali. Collaboreremoa livello di Unioneeuropea, nazionale, regionale o locale perfare davvero ladifferenza, in uno spiritodi fiduciae di lealecooperazione, sia tragli Stati membri che tra diessie le istituzioni dell'UE, nel rispetto del principio di sussidiarietà.Lasceremo ai diversi livelli decisionali sufficiente margine di manovra perrafforzare il potenziale di innovazione e crescita dell'Europa. Vogliamo che l'Unione sia grande sulle grandi questionie piccolasullepiccole.Promuoveremo un processo decisionale democratico, efficace e trasparente, e risultatimigliori.
Noi leader, lavorando insieme nell'ambito del Consiglio europeo e tra le istituzioni, faremo sì che ilprogramma di oggi sia attuato e divenga cosìlarealtà di domani.Ci siamo uniti per un buon fine.
L'Europa è il nostro futuro comune.

Nino Luciani, Uno schema di nuova  UE

1.- Verso quale UE si potrebbe andare. L'Ipotesi è che in Europa si voglia andare verso uno stato federale: dunque ad uno Stato europeo Centrale che convive, in sovrapposizione, con 26 Stati locali.
  a) Il presupposto, delineato dalla scienza delle finanze, è che in un determinato territorio (Europa) esistano degli interessi generali europei e degli interessi differenziati degli Stati, per cui conviene che  lo Stato centrale federale provvedere al soddisfacimento dei bisogni di interesse generale; e che gli Stati provvedano differenziatamente a soddisfare i rispettivi bisogni differenziati..
  Corrispondentemente viene creato, rispettivamente, un sistema fiscale centrale federale e vengono creati n sistemi fiscali statali, quanti sono gli Stati.
  b) Una volta delineato lo schema di base (o di prima approssimazione), passo poi ad un integrarlo.
   Per un approccio di teoria generale, rinvio ad un mio studio, Federalismo fiscale, p. 499 http://amsacta.unibo.it/3417/1/scritti_scelti_luciani.pdf
  Esso, pur se ha come fulcro, l'Italia (Stato centrale, Regioni, Comuni) è largamente esportabile alla Europa. In luogo di Italia, leggi UE; in luogo di Regioni, leggi Stati; in luogo di Comuni, leggi Comuni, perchè ci sono in tutti gi Stati con una tradizione storica molto simile.
  Per quanto riguarda i bisogni di interesse generale, il fatto che che essi siano generali comporta che siano comuni a tutti. Per questo, anzichè gestirne l'amministrazione direttamente, può convenire che lo Stato centrale federale deleghi la relativa gestione agli Stati, dopo avere fissato gli obiettivi quantitativi, da attuare uniformemente in tutti gli Stati, e la dotazione dei congrui strumenti finanziari.
(Segnalo che la cosa non fa funzionato, tra Stato e Regioni, in Italia, tant'è che le sanità risultano diverse da Regione a Regione).

2.- Per quanto riguarda i sistemi fiscali , il criterio di prima approssimazione è che ad ogni livello di enti, corrisponda un rispettivo sistema fiscale.
  Ma questi sistemi a più livelli non sono neutrali tra i livelli di Stati (lo Stato centrale federale e gli Stati) perchè le persone, le merci, i capitali circolano tra i livelli di Stati.
  Va fatta attenzione anche al fatto che, a fronte di una molteplicità di Enti tassatori (in sovrapposizione), la tasca del contribuente è unica
  Questo fatto porta alla necessità di regolare le interferenze. Il modo ritenuto più corretto è che venga pensato un sistema fiscale unitario per la federazione, e al suo interno sia fatta una ripartizione delle imposte tra gli Stati. Ad es. quali imposte attribuire allo Stato centrale federale e quali agli Stati federati. (Questo fu il criterio della fondamenrale riforma fiscale Cosciani, per l'Italia).
  Sul piano pratico, tuttavia, qualcosa può non funzionare perchè gli imponibili delle identiche imposte nominali potrebbero essere diversi come sostanza.
  Nei confronti internazionali il PIL (Prodotto Interno Lordo) da prendere a riferimento è, di solito, quello al "costo dei fattori", vale dire calcolato al netto delle imposte indirette (dunque è pari al Valore aggiunto interno). Questo, però, può condurre a forti disparità, a seconda del peso relativo delle imposte indirette nei vari Stati e perchè, a dispetto dei sistemi di contabilità, non sempre le imposte indirette sono trasferibili sui prezzi finali.
  Suggerirei , fatto il calcolo della spesa pubblica della UE, che per il riparto del finanziamento siano presi a riferimento più imponibili: il PIL al costo dei fattori, la dimensione del territorio, le teste (popolazione).
  Lascerei perdere il valore dei beni finali di consumo, perchè rimettono in campo le imposte indirette e (per lIVA) tutto il gioco connesso  del carico sulle importazioni e dello scarico sulle esportazioni.
  A puro titolo di curiosità scientifica, voglio ricordare ho cercato di definire (a fianco della pressione fiscale, comunemente intesa) la "pressione fiscale internazionale". Chi vuole, clicchi http://amsacta.unibo.it/3417/1/scritti_scelti_luciani.pdf , p. 126.

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Quale struttura amministrativa di una possibile nuova UE ?

 Su questa strada, non si parte da zero, perchè :
a) una parte (non pochissimo) si può trarre dalla struttura amministrativa già in essere nella UE;
b) una seconda parte si trae dalla  dichiarazione comune degli Stati, nel 2017 , a Roma, in occasione del 60 anniversario della istituzione del MEC - Mercato Comune Europeo;
c) una terza parte si trae dalle anticipazioni di alcuni Leaders euopei, ad es. del Presidente francese Macron nel 2017 alla Sorbona di Parigi.
  Per un primo approccio qui sotto, parto dalle 4 voci della  dichiarazione comune dei paese UE (prima colonna), e vi associo associo (nella seconda colonna)  le voci ministeriali pertinenti (prese dal Governo Italiano) che, grosso modo, si ritrovano nei Governi degli altri Stati della UE.
  Nella terza collonna riporto l'elenco delle 53 voci amministrative già funzionanti presso la Commissione. Affido alla burocrazia della Commissione la attribuzione migliore di queste voci aii ministeri ipotizzati.

UN PROSPETTO IDENTIFICATIVO DI MINiSTERI EUROPEI
A PARTIRE DALLE ATTUALI STRUTTURE AMMINISTRATIVE DELLA UE

FUNZIONI ASSEGNATE ALLA UE
dalla Dichiarazione di Roma, 25.03.17

Ipotesi di denomimazioni di ministeri UE
per svolgere le 4 funzioni

Attuali amministrazioni UE,
da allocare dentro i ministeri

1) Una  Europa sicura; - ministero della sicurezza pubblica e dell'ordine pubblico
2) Una Europa prospera e sostenibile;
- ministero delle finanze e del bilancio (entrate fiscali e spesa pubblica);
- ministero dell'ambiente (territorio e mare);
- ministero dello sviluppo economico (infrastrutture e trasporti, terrestri e marittimi, di interesse europeo, fonti di energia, riequlibrio economico delle aree depresse);
3) Una Europa sociale
- ministero della salute;
- ministero della giustizia;
- ministero della istruzione (università e ricerca);
4) Una Europa più forte sulla scena mondiale
- ministero della difesa;
- ministero per gli affari esteri.

Strutture ammnistrative della Commissione:
- Totali 53 unità amministrative, di cui: 6 Agenzie, 31 Direzioni Generali (Dipartimenti), 16 Servizi .
________________________________________
1.- AGENZIA ESECUTIVA - Agenzia esecutiva del Consiglio europeo della ricerca
  2.- AGENZIA ESECUTIVA - Agenzia esecutiva per i consumatori, la salute, l’agricoltura e la sicurezza alimentare
  3.- AGENZIA ESECUTIVA - Agenzia esecutiva per la ricerca
  4.- AGENZIA ESECUTIVA - Agenzia esecutiva per l'innovazione e le reti
  5.- AGENZIA ESECUTIVA - Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura
  6.- AGENZIA ESECUTIVA - Agenzia esecutiva per le piccole e medie imprese
  7.- DIREZIONE GENERALE - Affari economici e finanziari
  8.- DIREZIONE GENERALE - Affari marittimi e pesca
  9.- DIREZIONE GENERALE - Agricoltura e sviluppo rurale
10.- DIREZIONE GENERALE - Ambiente
11.- DIREZIONE GENERALE - Azione per il clima
12.- DIREZIONE GENERALE - Bilancio
13.- DIREZIONE GENERALE - Centro comune di ricerca
14.- DIREZIONE GENERALE - Commercio
15.- DIREZIONE GENERALE - Comunicazione
16.- DIREZIONE GENERALE - Concorrenza
17.- DIREZIONE GENERALE - Energia
18.- DIREZIONE GENERALE - Eurostat - Statistiche europee
19.- DIREZIONE GENERALE - Fiscalità e unione doganale
20.- DIREZIONE GENERALE - Giustizia e consumatori
21.- DIREZIONE GENERALE - Informatica
22.- DIREZIONE GENERALE - Interpretazione
23.- DIREZIONE GENERALE - Istruzione, gioventù, sport e cultura
24.- DIREZIONE GENERALE - Mercato interno, industria, imprenditoria e PMI
25.- DIREZIONE GENERALE - Mobilità e trasporti
26.- DIREZIONE GENERALE - Occupazione, affari sociali e inclusione
27.- DIREZIONE GENERALE - Politica europea di vicinato e negoziati di allargamento
28.- DIREZIONE GENERALE - Politica regionale e urbana
29.- DIREZIONE GENERALE - Protezione civile e operazioni di aiuto umanitario europee
30.- DIREZIONE GENERALE - Ricerca e innovazione
31.- DIREZIONE GENERALE - Risorse umane e sicurezza
32.- DIREZIONE GENERALE - Salute e sicurezza alimentare
33.- DIREZIONE GENERALE - Stabilità finanziaria, servizi finanziari e Unione dei mercati dei capitali
34.- DIREZIONE GENERALE - Traduzione
35.- DIREZIONE GENERALE - Cooperazione internazionale e sviluppo
36.- DIREZIONE GENERALE - Migrazione e affari interni
37.- DIREZIONE GENERALE - Reti di comunicazione, contenuti e tecnologie
38.- SERVIZIO - Centro europeo di strategia politica
39.- SERVIZIO - Gestione e liquidazione dei diritti individuali
40.- SERVIZIO - Infrastrutture e logistica a Bruxelles
41.- SERVIZIO - Infrastrutture e logistica a Lussemburgo
42.- SERVIZIO - Responsabile della protezione dei dati
43.- SERVIZIO - Segretariato generale
44.- SERVIZIO - Servizio degli strumenti di politica estera
45.- SERVIZIO - Servizio dell'archivio storico
46.- SERVIZIO - Servizio di assistenza per le riforme strutturali
47.- SERVIZIO - Servizio giuridico
48.- SERVIZIO - Servizio interno di revisione
49.- SERVIZIO - Task force per la preparazione e lo svolgimento dei negoziati con il Regno Unito, art. 50 del TUE
50.- SERVIZIO - Ufficio delle pubblicazioni
51.- SERVIZIO - Ufficio europeo di selezione del personale
52.- SERVIZIO - Ufficio europeo per la lotta antifrode
53.- SERVIZIO - Biblioteca e Centro risorse elettroniche

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DOPO LA DIASPORA DEI DEMOCRISTIANI, DAL 1994
(Di nuovo, lungo il percorso del Cattolicesimo Politico,
già nel cessato Stato Pontificio, in cui il Papa era Successore di Pietro e Re)

Assemblea Organizzativa il 14 ott. 2023 a Roma
TEATRO GOLDEN, VIA TARANTO, ORE 14-17
PARTECIPANTI: PARTITI E ASSOCIAZIONI DI ISPIRAZIONE CRISTIANA
Devo avvisare a malincuore che l'ingresso è riservato ai dirigenti dei partiti e associazioni

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Per dare un partito unico di riferimento
ai "Cattolici" e "non Cattolici con eguali valori"
Il monito di un Vescovo: "Che il ritorno della DC non sia un partito che si aggiunge, ma che unifica i partiti".

Il ceto medio riprenda il suo posto.  L'Agricoltura sia de-tassata perchè produce i generi alimentari.
La societa civile sia interclassista. L'Industria parli all'Agricolura (l'una produce il trattore, l'altra lo usa).
Le Parrocchie tornino ad essere un riferimento anche per fini civili.
Il volontariato sia rispettato, fiscalmente.
Non c'e' ragione che la scuola cattolica subisca la "concorrenza sleale" della scuola pubblica, se applica gli stessi programmi

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ORDINE DEL GIORNO

1.- Costituzione di assemblea . Lettura elenco partiti e associazioni partecipanti.
2.- Lettura accordo politico-organizzativo dei due partiti proponenti (DC-PSDC) del 29 maggio 2023.
3.- Programma dell'ipotetico partito unificato,
predisposto da apposita Commissione per il programma. Deliberazione.
4.- Regolamento del Comitato per l'unificazione, da istituire (come accordo, punto 2). Dibattito. Deliberazione.
5.- Varie ed eventuali
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PERCHE' TANTE DC ?

1.- Il problema della riunificazione dei partiti DC nasce perchè, dopo che la Cassazione (2010) aveva dichiarato nullo lo scioglimento della DC del 1994,
molti si adoperarono per riorganizzarla. Ecco il perchè delle tante DC.
a) Ricordo massimamente l'assemblea dell'auditorium 2012 di G Fontana
annullata dal Tribunale civile di Roma nel 2016 e i vari ricorsi giurisdizionali di A. Sandri, tutti respinti.
Clicca, per Fontana: https://www.impegnopoliticocattolici.bo.it/index.html

- Tra i ricorsi respinti (di cui si racconta), era stato interessante quello di P.Fiori al Tribunale di Roma, per la nomina di un curatore speciale, convocante (ai sensi dell'art. 78 c.p.c.).
b) Ricordo il congresso del 2018 che aveva eletto R. Grassi, Segretario Nazionale, dichiarato nullo in auto-tutela (in base all'art. 23 codice civile) dalla Assemblea dei soci nel 2019 (convocata da G. Fontana), perchè:
- dichiarato "non costituito" dal Presidente del Congresso stesso R. Lisi (per mancata identificazione dei delegati regionali); allego il Verbale di quel Congresso .
- e inoltre contestato dal ricorso di Cerenza al Tribunale civile di Roma per mancata convocazione di soci del Lazio.
c)Vanno pure menzionati i partiti di Rifondazione democristiana di P. Fiori, la Democrazia Cristiana per le Autonomie di Rotondi, la successiva Democrazia Cristiana Nuova di A. Alessi.
- Vanno ricordate le numerose associazioni locali degli anni successivi al '94 (di cui ho un elenco) e tra esse "Impegno Civico " di Bologna (io Presidente) che portò Guazzaloca a Sindaco di Bologna (anche grazie a Casini).

2.- Torno alla assemblea di G. Fontana, nel 2012 all'Auditorium di Confindustria a Roma-Eur, che radunò 1200 persone. Anche se annullata dal Tribunale civile di Roma, non ne fu annullata l'esistenza storica e il valore politico.
- Fu solo dopo questo evento  negativo (su Fontana) che me ne occupai io, e con il conforto di giuristi di Bologna, si pensò che solo passando per il codice civile e parlando alla stessa Magistratura, si poteva uscire dal buco (non passando per lo Statuto, come aveva sentenziato perfino il Tribunale medesimo nel 2016, in quanto, perché erano decaduti tutti gli organi, e non c'era modo di attivare lo statuto).
3.- Sono invitati a partecipare tutti i partiti e le associazioni della DC per trovare la strada unica per tutti , finalizzata alla unione nella DC... partito che ha governato la nostra Nazione, quello che ci ha dato l'ITALIA MODERNA che abbiamo.
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Firenze 29 maggio 2023
Comunicato Stampa

- Partito denominato "DEMOCRAZIA CRISTIANA" (Segretario Naz.le Prof. N. Luciani; Segretario Amm.vo, Rappresentante Legale Rag. C. Leonetti);
- Partito denominato "PARTITO STORICO DEMOCRAZIA CRISTIANA" (Segretario Naz.le Rag. F. De Simoni; Segretario Amministrativo, Rappresentante Legale Avv. R. Cerenza).

1.- Il 29 maggio 2023 in Firenze si è tenuto un incontro dei due partiti con la volontà di contribuire a riorganizzare la D.C. in Italia e in Europa quale partito di riferimento per i "Cattolici" e "non Cattolici con eguali valori".
2.- I due partiti, riconoscendosi reciprocamente la legittimità dei propri percorsi riorganizzativi, nel rispetto dei rispettivi Statuti e delle sentenze che si sono susseguite, convengono che la via migliore per la riorganizzazione della DC sia abbandonare ogni controversia giudiziaria e appellare alla unificazione di tutti i partiti e associazioni politico culturali vicine ai valori della storia della D.C. compreso il recupero dello Scudo Crociato Libertas .
3.- A questo scopo i due partiti hanno deciso:
a) di costituire una Commissione paritaria dei due partiti che affronti i problemi politici e le tematiche organizzative programmatiche;
b) costituire un Comitato per la riunificazione al quale partecipino tutti i partiti e associazioni politico-culturali, che vogliono veramente la DC, con nome e simbolo scudo crociato ;
c) di indire una apposita ASSEMBLEA ORGANIZZATIVA GENERALE a Roma il 23 settembre 14 ottobre 2023.
____________
I partiti e associazioni interessate devono scrivere a uno dei secretari dei seguenti due partiti :
-  Democrazia Cristiana (nino.luciani@libero.it );
- partitodemocraziacristiana@gmail.com  (Franco De Simoni)

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RICORSO della DC ALLA "GIUNTA DELLE ELEZIONI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI".
PER ANNULLAMENTO DELL'ESCLUSIONE DALLE ELEZIONI POLITICHE 2022
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1) NELLA RIUNIONE DEL 25 LUGLIO 2023 LA GIUNTA HA RESPINTO IL RICORSO, DICHIARANDOSI INCOMPETENTE IN MATERIA DI CONTRASSEGNI E DI ESSERE ANZI IN ATTESA DI UN PROVVEDIMENTO DI LEGGE CHE PRECISI I LIMITI DELLA PROPRIA COMPETENZA IN MATERIA. Per trovare la Delibera, clicca su: GIUNTA DELLE ELEZIONI.
MA DELLA GIUNTA FACEVA PARTE LA CONTROPARTE " BICCHIELLI Pino NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE,
IL FATTO CONFIGURA IL CONFLITTO D I INTERESSI . INOLTRE NOSTRO AVVOCATO PN E' STATO INVITATO IL NOSTRO AVVOCATO.
È stato in ogni caso ribadito come sia auspicabile che, sul solco della sentenza n. 48 del 2021 della Corte costituzionale, si possa giungere quanto prima alla definizione di tempi e modalità per consentire una fase giurisdizionale piena del procedimento elettorale preparatorio.
2) TUTTAVIA ERA GIA' PENDENTE UN RICORSO AL TAR DEL LAZIO, CHE HA FISSATO L'UDIENZA PER IL 23 NOV. 2023.

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Fornaro Federico

AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLE ELEZIONI

1) Domanda che il ricorso sia calendarizzato, essendo passati 9 mesi dalle elezioni;
2) Preoccupazione per la imparzialità dei giudici, in quanto ne fa parte la UDC, avversario.

SINTESI DEL RICORSO

1) Il ricorso è avverso la esclusione della DC, da parte del Ministero dell'Interno, dalle elezione politiche del 25.09.2022, a causa della violazione dell'art. 14 del DPR n. 361 del 1957, in quanto:
-  a) non avrebbe presentato la dichiarazione di trasparenza;
-  b) il contrassegno "Scudo crociato rosso su sfondo bianco, scritta LIBERTAS su sfondo blu, scritta DEMOCRAZIA CRISTIANA" avrebbe presentato degli elementi grafici e letterali confondibili con i contrassegni n. 48 depositato dalla lista NOI MODERATI/NOI CON L'ITALIA MAURIZIO LUPI -ITALIA LA CENTROTOTI-CORAGGIO ITALIA BRUGNARO - UDC" e n. 73 depositato da altro partito denominato DEMOCRAZIA CRISTIANA.

2) In ordine al primo motivo di esclusione (mancata presentazione della dichiarazione di trasparenza), al contrario, nella domanda di ammissione alle elezioni, la DC ha presentato subito un lungo e dettagliato esposto dal quale traspariva che la DC de quo è giuridicamente e storicamente continua con quella che aveva sospeso la propria attività nel 1994 e precisamente:
- Denominazione, Sede Piazza del Gesù 46 (sia pur solo virtuale, causa sopravvenuto impossessamento della sede da parte di terzi), Codice Fiscale (il medesimo usato dal 1981 al 1994).
- numerosi atti giuridici (a partire dalla convocazione della Assemblea dei, da parte del tribunale civile di Roma...) per la nomina degli organi, decaduti)....;
- che, avendo in data 7.04.2019, in occasione delle elezioni europee, l'Ufficio elettorale della Cassazione eccepito che la DC non aveva dato la prova storica e giuridica della propria continuità con quella del 1994, poi la DC nell'aprile 2021 scriveva al detto Ufficio adducendo le relative prove, ma che esso eccepiva non poterle esaminare in prevenzione, ma solo in una sede elettorale.
- che, per contro, nella sede elettorale (quella de quo) l'Ufficio non le prendeva in considerazione;

3) L'illegittimità dell'esclusione discende da due assunti incontestabili :
a) l'accertata identità tra la democrazia Cristiana del 1994 e la formazione politica odierna esponente;
b) il principio dell'inscindibilità del contrassegno dal nome del partito ai sensi dell'art. 7 del c.c. , come da numerose sentenze di organi giurisdizionali e di due ordinanze di sezioni specializzate di tribunali civili in materia di contrassegni, che affermano l'inscindibilità del contrassegno dal nome del partito ai sensi dell'art. 7 cc.

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GIUNTA DELLE ELEZION
Elenco dei Membri per gruppo politico

- PRESIDENTE: FORNARO Federico PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA

- AURIEMMA Carmela MOVIMENTO 5 STELLE

- GATTA Giandiego FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE

- MORGANTE Maddalena FRATELLI D'ITALIA

- SOTTANELLI Giulio Cesare AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE

- VINCI Gianluca FRATELLI D'ITALIA

- AIELLO Davide MOVIMENTO 5 STELLE

- ASCARI Stefania MOVIMENTO 5 STELLE

- BICCHIELLI Pino NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE

- BORRELLI Francesco Emilio ALLEANZA VERDI E SINISTRA

- BUONGUERRIERI Alice FRATELLI D'ITALIA

- CANDIANI Stefano LEGA - SALVINI PREMIER

- COIN Dimitri LEGA - SALVINI PREMIER

- COPPO Marcello FRATELLI D'ITALIA

- DELLA VEDOVA Benedetto MISTO - +EUROPA

- GIGLIO VIGNA Alessandro LEGA - SALVINI PREMIER

- LA SALANDRA Giandonato FRATELLI D'ITALIA

- MALAVASI Ilenia PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA

- MARINO Maria Stefania PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA

- MICHELOTTI Francesco FRATELLI D'ITALIA

- ORRICO Anna Laura MOVIMENTO 5 STELLE

- PANIZZUT Massimiliano LEGA - SALVINI PREMIER

- PELLICINI Andrea FRATELLI D'ITALIA

- PITTALIS Pietro FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE

- PORTA Fabio PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA

- ROTONDI Gianfranco FRATELLI D'ITALIA

- SBARDELLA Luca FRATELLI D'ITALIA

- SORTE Alessandro FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE

- STUMPO Nicola PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA

- ZOFFILI Eugenio LEGA - SALVINI PREMIER

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Alcide De Gasperi

FONTE: RADIO RADICALE, maggio 2023
ROTONDI CHIAME ALL' APPELLO, I POPOLARI

OGGETTO: riunificazione della DC

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   Sulla DC, Radio Radicale ha intervistato l' On. Dott. Gianfranco Rotondi. 
Per trovarne la registraziome clicca qui:
https://www.radioradicale.it/scheda/698045/io-la-dc-e-toto-cuffaro-intervista-a-gianfranco-rotondi

Per trovarne la riproduzione scritta, clicca qui: Trascrizione.


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     Gianfranco Rotondi

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NINO LUCIANI, COMMENTO


  Le cose dette da Rotondi, in qualche modo, sono agganciate a fatti veri avvenuti in un periodo che si ferma al 2010 (anno di una sentenza della Corte di Cassazione).
Invece il proporle, come tuttora viventi, appartiene ai sogni, come se il tempo si sia fermato. Indico 3 elementi, parlanti da soli:
1) il decreto del tribunale civile di Roma del 2016, da cui è iniziata la ripartenza organizzativa giuridica della DC. Clicca su: Decreto di accoglimento.
    Qui si trova che il Tribunale civile di Roma convoca l'assemblea dei soci della DC (art. 20 codice civile, 2016) e da incarico a Nino Luciani per la attuazione.
2) A riguardo del codice fiscale i POPOLARI, dati tuttora viventi e con lo stesso Codice Fiscale della DC al 1994, posso precisare:
     a) che il Codice Fiscale della DC (1994) era 80198590582  e questo stesso codice è stato riattribuito alla DC di cui al Tribunale Civile di Roma (2016);
     b) che, come da visure storiche catastali in nostro possesso, il venditore degli immobili della DC non fu il partito denominato "PPI" (come uno si aspetterebbe), ma il partito denominato "GONFALONE PPI", Codice Fiscale 97119640585 con sede in Roma.
3) A riguardo degli immobili della DC liquidati, essi sono elencati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica 30.06.94, compresi i debiti. Clicca sui: Patrimonio .

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                                                                                TRASCRIZIONE ISTANTANEA DELLA INTERVISTA

Radio radicale siamo con Gianfranco Rotondi deputato di Fratelli d'Italia diverte popolare. Per parlare con lui del polemica con Totò Cuffaro che è stato eletto segretario della democrazia cristiana allora subito dopo la sua elezione lei ha fatto delle dichiarazioni nei confronti di Cuffaro c'era ci spiega che cosa ha detto che tipo di valutazione affatto. E che è soggetto a quello di Cuffaro. Io sono amico di Totò Cuffaro naturalmente lungi da me. Altro che soddisfazione per la ripresa di iniziativa politica che lui sta esprimendo. Solo che si è proclamato segretario della Democrazia Cristiana in un congresso che ha qualificato ventesimo come si egli fosse praticamente il successore dell'ultimo segretario eletto nel diciottesimo che Martinazzoli. E nel diciannovesimo che Buttiglione questo è palesemente un falso storico che attribuiamo a quella geniale capacità di provocazione comunicazione Gatto Toaff Cuffaro. Ma io ho avuto responsabilità come amministratore il liquidatore della democrazia cristiana quella vera e quindi gli scandali soggetto non esiste più il soggetto esiste ancora però lei detiene il i diritti un soggetto che esiste ancora e si chiama Partito popolare ex Democrazia Cristiana. E ancora vivo stabile del Gesù gestito dagli amici popolari che hanno ereditato la continuità della Democrazia Cristiana con lo stesso codice fiscale per capirci dei tempi di De Gasperi. è quella associazione che ancora esiste la democrazia cristiana storica. Ha diviso i beni simboli secondo volontà condivise dai partiti eredi quindi lo scudo crociato viene usato dall'UDC. E il nome Democrazia Cristiana rimane in capo al Partito popolare ex DC che ha solo autorizzato nel due mila quattro una mia associazioni a potersene fregiare. Tutto il resto. Come dire e democrazia cristiana abusiva ho capito quindi Cuffaro che cosa avrebbe fatto avrebbe fondato un soggetto politico non ho alcun ha fatto di più lui dice che è la DC storica avrei è praticamente il successore di Martinazzoli e Buttiglione e questo non è vero. E' una Teoria giuridica un po'stravagante che girata in Italia negli ultimi dieci anni ma è stata contraddetta da tutte le sentenze passate in giudicato. Lei ha fatto ha fatto un'iniziativa civile nei confronti. Certamente abbiamo avviato le procedure attraverso le quali la democrazia cristiana difenderà il diritto alla sua identità è come se uno si proclamasse Gianfranco Rotondi con la mia data di nascita e e facesse atti a numeri. Sì ho capito perfettamente senta le avete mandato una diffida che impedisce anche Prysmian ha fatto una diffida erga omnes perché le ripeto io confido nella intelligenza e nella capacità di provocazione di Totò Cuffaro quindi mi aspetto mi aspetto un'iniziativa politica appropriata che rende inutile la comica finale di tornare tutti in tribunale non vi siete più sentiti o i democristiani si sentono sei. Senta le volevo chiedere. Left quanto le ha fatto male vedere questa polemica no poco perché sono venticinque anni che ci provano a fregarsene nome della DC tutti nel caso di Cuffaro tra più simpatia perché la persona a cui voglio bene quindi perdono tutto. Grazie a Gianfranco Rotondi arrivederci.

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Comunicato Stampa, Roma 8 maggio 2023
INCONTRO ON. DOTT. GIANFRANCO ROTONDI - PROF. NINO LUCIANI

OGGETTO: riunificazione della DC

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   In un incontro a Roma, presso la Camera dei Deputati, il prof. Nino Luciani (Segretario Nazionale della Democrazia Cristiana) ha illustrato all' On. Dott. Gianfranco Rotondi (Presidente del Comitato per la Legislazione della Camera dei Deputati) lo stato della riorganizzazione della Democrazia Cristiana, in riferimento a recenti pubbliche prese di posizione del parlamentare in favore della DC, anzi Egli stesso membro della DC, a suo tempo.


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1.- La premessa è che "la DC non deve essere un partito che si aggiunge in Italia" (parole di un Vescovo, in pubblico). La sua finalità è essere riferimento per i cattolici, in continuità con la storia d'Italia (a suo tempo Stato pontificio, adesso i Vescovadi).
Serve uno strumento che la rappresenti laicamente. Per l'art. 1 dell'atto fondativo (1945) "La DC è un partito di libertà e di giustizia sociale, ispirata ai principii cristiani".

2.- Il prof. Luciani gli ha rappresentato che la riorganizzazione (a partire dalla pronuncia della Cassazione del 2010, secondo cui la DC non era stata mai sciolta), prevedeva due percorsi:
a) un PERCORSO GIURIDICO, per ricostituirne gli organi (tutti decaduti), in modo da essere storicamente e giuridicamente continua con la DC del 1994;
b) un PERCORSO POLITICO, per la riunificazione di tutti i soggetti disponibili.

3.- Il percorso giuridico è iniziato nel 2016 con la convocazione, dal Tribunale Civile di Roma, della assemblea dei soci DC e concluso il XIX congresso (24 ott. 2020) che nominò Luciani , Segretario, poi perfezionato da vari adempimenti amministrativi, tra cui ottenere dal Ministero delle Finanze - Agenzia delle Entrate, il medesimo codice fiscale del 1980-1994, conclusi in questi giorni.

4) Adesso inizia il PERCORSO POLITICO, con la ricomposizione della diaspora dei "dc".
Le vie sono due :
a) La via maestra è fare l'iscrizione al partito. Si trovano le indicazioni sul sito: httts://www.democraziacristianastorica.it .
b) La via mediata è la creazione di un Comitato per Programmazione della Unificazione di tutti Partiti che si richiamano alla DC, a cui partecipa anche la DC.
Il Comitato si darà uno Statuto e nominerà un Presidente, e avrà finalità elettorali con denominazione DC e contrassegno scudo crociato.

5) Il prof. Luciani riconosce all'On. Rotondi alta rappresentatività morale e politica della DC per averne fatto parte, a suo tempo, e per averne ricostituito l'eredità con la "DC per le Autonomie" (2004), e per le recenti forti prese di posizione sui mass media, in favore della sua ricostituzione.
  In questa prospettiva l'On. Rotondi si rende disponibile per la riunificazione di chi è disponibile, e, possibilmente, da concludersi con un Congresso (il XX), a norma dello Statuto, entro il 24 ott. 2024.

6) Frattanto, la DC contribuisce da esterno, con proprie proposte sul programma, al miglior funzionamento del governo democratico, eletto nel 2022.

POSCRITTO: Per saperne di più sui passaggi giuridici sul ritorno della DC, vai su: FORUM1

 

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NEL 75esimo ANNIVERSARIO DELLE ELEZIONI DEL 18 APRILE 1948
LE PRIME ELEZIONI POLITICHE (1948), DOPO LA CADUTA DEL FASCISMO

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Alcide De Gasperi

ROBERTO DELLA TORRE, 1948 : si svolgono per la prima volta nell' Italia post-fascista le elezioni politiche.

Guidata da Alcide De Gasperi, trionfa la Democrazia Cristiana.
Conquista la maggioranza assoluta in Parlamento. "
E' sonoramente sconfitto il Fronte Popolare (PCI - PSI), all'epoca, appiattito sulle posizioni del comunismo bolscevico di Giuseppe Stalin.
La Liberta' e la Democrazia conquistate con la lotta di liberazione (e l'aiuto dell'America, Nota di Luciani) si consolidano e diventano realta' irreversibile.
La vittoria della Democrazia Cristiana evita il pericolo concreto di passare dalla dittatura fascista alla dittatura comunista.

Viva il 25 aprile 1945. Viva il 18 aprile 1948. Viva la Democrazia Cristiana. Viva Alcide De Gasperi."

 

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In un articolo del 26/03/, il Corriere rompe l'attesa circa le intenzioni del Governo
sulle cose importanti che si era impegnato a fare nella legislatura 2022-27.
La via della C: "per una repubblica presidenziale, in un sistema parlamentare".


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QUALE PRESIDENZIALISMO IN ITALIA ?

NINO LUCIANI,
In margine al richiamo del Corriere

Luciano FONTANA : "Cinque anni di governo... a cosa serve questo tempo a disposizione e come viene utilizzato per difficoltà antiche e nuove emergenze ?

Adesso (8 maggio 2023): MELONI ALL' ATTACCO PER IL PRESIDENZIALISMO IN ITALIA.
1.- DEMOCRAZIA CRISTIANA (Nino Luciani). L'offensiva della Signora a favore della repubblica presidenziale va pesata nel modo giusto, ed è solo questa la "retta via" per risolvere.
a) Ricordare, subito, che una iniziativa autorevole di riforme istituzionali fu quella del governo LETTA-NAPOLITANO, la cui commissione bicamerale produsse un testo, approvato in 3 (dei 4 passaggi parlamentari), ma che fu abbandonato da Berlusconi, causa una condanna giudiziaria, non graziata da Napoletano. Torniamo all'argomento.
b).- Dire anche subito che la questione cruciale non è solo produrre un Presidente forte, ma che (sopra di lui)  ci sia una sovranità popolare, ulteriormente più forte. La cosa dipende... se il popolo è più o meno frazionato, quando va a votare. In Italia, il popolo è molto frazionato, e infatti non va più a votare, perché stanco di essere preso in giro.
2.- La situazione migliore, che conosciamo, è quella dell'America (sotto la statua della libertà), grazie al bipartitismo, grazie all'alternanza, a scadenza elettorale ogni 4 anni. Qui il voto è frazionato il meno possibile (compatibilmente con una scelta importante).
Poi, statisticamente, accade anche che il distacco tra i voti dei due partiti è normalmente piccolo, per cui il passaggio di pochi voti dall' un partito all'altro, rovescia la maggioranza. Pertanto, in America, davvero anche il voto di Pinco Pallo conta tantissimo.
3.- Perché in America ? La Costituzione americana fu fatta dai perseguitati politici e religiosi, scappati dall'Europa. Pagando sulla propria pelle, avevano capito i modi per controllare i politici.
Ma, in Italia, per tradizione storica, non c'è il bipartitismo (forse nel medio evo, i Guelfi e Ghibellini). Dunque, la via è crearlo con la legge.
5.- . Noi indichiamo un presidenzialismo, nell'ambito del sistema parlamentare, e limitato alla Presidenza del Consiglio. Come ?
a) Proponiamo un Parlamento eletto con sistema proporzionale puro (tutti i campanili devono essere rappresentati). No sbarramenti .
b) In parlamento sono ammessi due soli gruppi (massimo tre): uno predefinito di centro destra; l'altro è predefinito di centro-sinistra. Ogni partito eletto è tenuto ad optare per uno dei due gruppi .
b) una camera (o le due camere in seduta unica) elegge il Presidente del Consiglio, sulla base di un programma. Il gruppo che lo elegge è quello di maggioranza; l'altro è il gruppo di minoranza.
c) Di norma la durata della Presidenza è 5 anni. Si potrebbe ammettere il voto di sfiducia costruttiva a partire dal quarto anno dalle elezioni.
POSCRITTO. La legge comunale italiana realizza in qualche modo un Presidenzialismo, ma non un bipartitismo. Vale dire essa produce "una maggioranza" e "più minoranze" (dunque una opposizione frazionata, debolissima), insufficienti per una alternanza forte, a scadenza elettorale.


7.- Per una visione ampia, è disponibile il mio studio, qui sotto "Comunicazione interattiva, public choice e democrazia diretta".

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PER IL SEGUITO, CLICCA SU : COMUNICAZIONE INTERATTIVA

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In un articolo su IL TEMPO, 17 marzo 2023
rispunta G. ROTONDI, vuole essere lui la DC ... e ci marcia contro, con CESA...
MA LA DC C'E' (dal 2020), CON IL VIATICO DEL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA (del 2016)

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NINO LUCIANI

"GIANFRANCO ROTONDI SI INVENTA LA MELONI
E SFORNA
AGGRESSIVITA'
VERSO DI NOI"
MA NON FA IL MIRACOLO
DI OTTENERE CESA, A NOI DELLA DC.
 

Peraltro G. Fontana non ha mai voluto la UDC.
Come, poi,  da verbale della DC del 1994 (sotto riportato), pare che la DC non avesse buon sangue anche con AN.
Ed e' pure vero che sono successe tante cose, anche la promozione democratica del governo MELONI
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1.- Mentre in questi giorni è apparsa una iniziativa di PUBLIO FIORI per la DC (quale iniziativa dal basso), che appella ai Cattolici perchè (in Italia) tornino all'unità, in continuità con la storia d'Italia;
- adesso ROTONDI (con iniziativa dall'alto) si propone alla guida della DC, ispirato da un "disegno della MELONI per un dialogo tra conservatori e popolari", dunque (dice lui) un "messaggio democristiano";
- e lo fa idealmente in compagnia con la UDC di Cesa, detentore del contrassegno scudo crociato - libertas della DC.

2.- La cosa sarebbe assolutamente tranquilla, come esercizio delle sue libertà, se non fosse che ROTONDI è in conflitto di interessi con il suo ruolo di deputato, in quanto:
a) la DC ha in atto (alla GIUNTA DELLE ELEZIONI, Camera dei Deputati) un ricorso per essere stata esclusa dalle elezioni 2022, e comunque per rivendicare il contrassegno scudo crociato nei confronti della UDC; e pende la calendarizzazione della Udienza.
b) ROTONDI è Membro di quella Giunta.
c) e ora proclama di volere esattamente il contrario di quanto io sottopongo a quella Giunta.

3.- Di più: LORENZO CESA, come capo della UDC, è l'estremo nemico della DC.
Per questo G. Fontana non ha mai voluto la UDC (magari ROTONDI facesse il miracolo di ottenerlo):
- il motivo è che il CCD (di P.F. Casini, oggi rinominato UDC) fu il primo tranfuga della DC, come risulta da un verbale della Direzione DC del 1994 (che riporto qui sotto), nel quale c'è pure un riferimento a ALLEANZA NAZIONALE;
- e poi perchè l'ho cercato tante volte per il ritorno a casa : inutile.

   

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LA DC, SEMPRE IN CERCA DELLA UNITA' DEI CATTOLICI, IN POLITICA

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PUBLIO FIORI con CIRINO POMICINO

La iniziativa AUTOREVOLE dell' On. Avv. PUBLIO FIORI di ROMA
Lettera ad un vasto pubblico di area cattolica

. Cari amici,
abbiamo deciso di rompere gli indugi per la ricomposizione dell'Area Popolare, viste le tante difficoltà e indecisioni registrate. Intendiamo superare la fase delle federazioni e delle associazioni per puntare ad una vera riunificazione dell'arcipelago popolare con un nuovo soggetto (INIZIATIVA POPOLARE) sulla base del documento allegato, che naturalmente è una proposta suscettibile di modifiche e integrazioni. Il primo obiettivo è un Comitato formato dai rappresentanti di tutti i soggetti collettivi che aderiranno, che provvederà alla costituzione formale e alle norme (statuto) che dovranno regolare la vita del nuovo soggetto, con rigoroso rispetto dei principi di democrazia interna. Vorremmo organizzare un primo incontro informale a Roma ad Aprile per una mezza giornata (dalle 11 alle 18). Chi volesse sottoscrivere il documento o comunque fosse interessato all'iniziativa può contattarci. Cordiali saluti.
Ettore Bonalberti Publio Fiori Vitaliano Gemelli Amedeo Massimo Minisini Mario Tassone Pasquale Tucciariello

IL DOCUMENTO POLITICO CHE ACCOMPANA LA LETTERA

PER L'UNITA' POLITICA DELL'AEREA POPOLARE
In un momento delicato della vita italiana, a 103 anni dall"Appello di don Luigi Sturzo ai " Liberi e Forti", donne, uomini, anziani e giovani che credono nei principi e nei valori della dottrina sociale della Chiesa e che ritengono doveroso e necessario impegnarsi politicamente per ridare una speranza alla politica italiana, chiedono a tutte le persone impegnate sul piano sociale, culturale e politico di area cattolico-democratica e cristiano- sociale di superare definitivamente la lunga e dolorosa stagione delle divisioni e di ritrovarsi uniti nell'area popolare italiana.

LA GRANDE TRADIZIONE STURZIANA E DE GASPERIANA CON LE ENCICLICHE SOCIALI
Siamo eredi della grande tradizione sturziana e degasperiana che ha rappresentato nella politica italiana uno straordinario fattore di progresso, permettendo al nostro Paese di trasformarsi da "terra povera" e di "dolorosa emigrazione" in un'area tra le più industrializzate del mondo.
Facciamo riferimento a principi e valori che si basano sul primato della Persona e della Famiglia e sulle realtà associative che, operando in ambito sociale, economico, culturale e politico, intendono continuare la nostra tradizionale "voglia di fare insieme", anche ricorrendo agli strumenti più avanzati delle moderne tecnologie.
Intendiamo costruire un movimento di ampie convergenze, capace di superare antiche e nuove divisioni per ritrovare, nei valori del popolarismo le ragioni del nostro impegno politico. Intendiamo tradurre nella "città dell'uomo" gli orientamenti pastorali espressi dalle encicliche sociali della Chiesa: dalla "Rerum Novarum" alle "Caritas in veritate", "Laudato SI" e "Fratelli tutti". Esse sono le più credibili e avanzate risposte ai limiti della globalizzazione, che ha determinato il primato della finanza sull'economia e la riduzione della politica a un ruolo subordinato ai poteri finanziari dominanti.

L'EUROPA DEI VALORI
Siamo impegnati per la costruzione di un'Europa dei valori, unita, aperta, diversa e più umana, che tragga linfa vitale dalle sue radici cristiane e dalle libertà civili, all'interno della quale le peculiarità e le particolarità regionali e locali possano lavorare insieme per il benessere di Tutti. Un'Europa che riaffermi il contrasto con ogni forma di totalitarismo e di aggressione, come l' inaccettabile e disumana invasione russa in Ucraina dove l'Europa deve far sentire la sua voce per chiedere l'avvio immediato di un processo di pace, nel rispetto dei principi fondamentali del diritto internazionale così pesantemente violati.
Crediamo nel libero mercato e nella libera concorrenza che sono alla base di un "welfare" che sappia, però, coniugare e integrare in modo equilibrato libertà e responsabilità personali, sviluppo economico e solidarietà sociale. Siamo consapevoli dei limiti di un sistema capitalistico incapace di garantire l'obiettivo per noi irrinunciabile di "disoccupazione zero", raggiungibile solo con una profonda trasformazione dell'attuale sistema e livello interno, europeo e internazionale secondo i principi del solidarismo cristiano e dell'economia civile. Siamo contrari alla ideologia gender, alla carriera alias nelle scuole, al cambio di sesso per minori e all'opposizione alla libertà educativa dei genitori; e a tutte le politiche che assecondano i desideri, gli istinti, le mode contro il diritto naturale, anziché guidare la società secondo valori condivisi.

LA POLITICA FISCALE E DEL LAVORO
Intendiamo proporre e sviluppare un programma di politica attiva del lavoro non slegato da riforme fiscali e del cuneo contributivo. Riteniamo utile, sia per il gettito fiscale che per un forte segnale di giustizia sociale l'introduzione di un Tributo straordinario sui grandi patrimoni. Poi l'inserimento di una pensione autonoma integrativa legata a quella previdenziale pubblica; uguaglianza contrattuale uomini-donne, pubblica e privata con contratti regionali e specialistici; governare le differenze fra imprese piccole e grandi; regime fiscale sulle plusvalenze delle grandi imprese; modello scolastico inclusivo performante il lavoro con libertà d'insegnamento; per certi aspetti tributari il lavoro del politico equiparato agli altri; diritti e doveri hanno lo stesso peso sociale e civile;
Perequazione delle pensioni; reddito sociale minimo alle famiglie dopo severi controlli sullo stato di bisogno e limitato nel tempo; lavori di pubblica utilità e servizio assistenza a chi percepisce un reddito vitale; ripristinare una scuola inclusiva con "l'educazione civica"; tariffe e canoni in base al reddito; sanità, scuola e lavoro uniche voci dello Stato (non delle macroregioni) che possono essere in rosso o possono creare debito pubblico; più controlli preventivi e a valle con più forze dell'ordine per strada e in luoghi pubblici per un effettivo controllo del territorio.

LA GIUSTIZIA
Chiediamo una Giustizia a misura del cittadino e non del magistrato; veloce, certa, equa; separazione drastica delle carriere; autogoverno dei magistrati composto da più laici e meno togati; eliminare il legame fra politico e magistrato. Nessun rientro di carriera per chi fa il politico; sanzioni esemplari per fuga di notizie e veline di atti processuali di chiunque; carriere certificate con parametri pubblici; nuovo processo penale, carceri più vivibili, più sanzioni amministrative e servizi sociali al posto delle pene lievi, certezza assoluta e nessuna discrezionalità della sentenza definitiva per i reati gravi.

LE SFIDE DA AFFRONTARE: ECOLOGIA, POLITICA SOCIALE, RISANAMENTO TERRITORIALE, ACCOGLIENZA, FISCO.
La sfida che ci pone il nuovo scenario ambientale a livello planetario, richiede il nostro impegno per tradurre nella politica italiana ed europea gli orientamenti pastorali della "Laudato SI" partendo da una grande piano per sostenere la diffusione capillare delle nuove energie solari e fotovoltaiche e per la sistemazione idraulico forestale dell'Italia, "Paese di inaugurazioni e non di manutenzioni".
Chiediamo al governo di predisporre un piano economico nazionale sociale-civile-vitale legato alla sussidiarietà attiva, sociale, civile, sussidiaria ecologica ambientale; deve essere prioritaria in ogni esercizio e campo al posto di quella solo monetaria e finanziaria; ritorno alla economia reale in certi settori, chiudere le delocalizzazioni d'imprese, controllo e tassazione delle mega rendite finanziarie, dei titoli derivati e della gestione patrimoni e assicurazioni da reinvestire nel sociale con la transizione ecologica. Serve predisporre un grande progetto integrato da più funzioni per i 2/3 del territorio italiano montano/collinare più vulnerabile, svantaggiato, difficile, abbandonato che può crollare a valle, ma anche premiato e autentico patrimonio culturale paesaggistico nazionale, che ha in se già milioni di posti di lavoro e fare in modo che ritornino gli occupati a fare impresa e servizi: dalle scuole ai pronto soccorsi, dalle regimazioni idrauliche all'antropologia di servizio. Non ci sottraiamo all'esigenza di una politica dell'accoglienza che non si limiti a sollecitare l'Europa a fare la sua parte. Perché siamo stati anche noi emigranti (negli anni tra la fine dell'800 e gli inizi del '900 furono 20 milioni gli italiani che varcarono l'oceano per sfuggire alla fame e alla disoccupazione); e poi perché la nostra tradizione etica, religiosa e civile non ci consente di volgerci dall'altra parte.

QUALE PRIMATO DELLA POLITICA
Riconosciamo il primato della politica come momento di sintesi ideale e come luogo di rappresentanza reale dei bisogni diversi e diffusi; una politica che rifugga da inutili conflittualità personalistiche e di parte e che riassuma i valori del popolarismo inteso come diretta partecipazione della Persona-cittadino alla costituzione del suo futuro e dei suoi Figli
Siamo convinti assertori di un sistema elettorale proporzionale con preferenza unica, superando l'attuale sistema che ha sin qui prodotto frammentazione partitica e trasformismo parlamentare, riducendo il sistema a una contrapposizione forzata tra aggregazione elettorali incapaci di garantire efficace governabilità.
La politica non deve essere esclusivamente strumento per vincere le competizioni elettorali, ma deve agire per salvaguardare e costruire anche gli interessi delle generazioni future.

LA RICOMPOSIZIONE DELL'AREA POPOLARE: FINE DEL COMPROMESSO STORICO.
Viviamo l'autonomia locale come forma di massima libertà, esaltando la partecipazione responsabile nel rispetto del principio di sussidiarietà. Una sussidiarietà che deve riguardare non solo le istituzioni, ma anche il rapporto tra queste e la società civile: ciò che può fare meglio il cittadino, singolo o associato, non deve essere fatto dalle istituzioni pubbliche.
Senza alcuna nostalgia di un passato, pure carico di indiscutibili positività, crediamo sia giunto il momento di unire tutte le energie locali, provinciali, regionali e nazionali, affinché la nostra cultura politica torni ad essere rappresentata nelle istituzioni italiane e europee. In una chiara posizione autonoma e di Centro, distinta sia dalla Destra che dalla Sinistra, per la diversità e l'inconciliabilità dei valori di riferimento.
Un'azione capillare di promozione del dibattito culturale e politico su tutto il territorio nazionale sarà attivata per favorire la più ampia partecipazione dei cittadini e delle associazioni che intendono dare il loro fattivo contributo per la ricomposizione politica dell'area popolare. Ben consapevoli che la linea politica adottata dal PD con la nuova Segreteria, con l'esaltazione dei c.d. diritti civili (espressione di permissivismo, relativismo ed egoismi) rompe definitivamente con la strategia di Gramsci, Togliatti e Berlinguer fondata sull'intesa con i cattolici nel rispetto dei nostri valori.

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                          INTANTO IL PROF. F. CLEMENTI, UNIVERSITA' DI PERUGIA, RACCONTA DI QUATTRO SOLUZIONI, SUL TAVOLO
 

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MENTRE LA SIGNORA MELONI SI PREPARA A PROPORRE IL PRESIDENZIALISMO, ALL' ITALIA

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In margine all'articolo del prof. Francesco Clementi,
Alla ricerca di stabilità, sul tavolo quattro sistemi di governo,
IL SOLE 24 ORE, 5 gennaio 2023

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POSCRITTO: trattandosi di riforma costituzionale è fondamentale un ampio SI'.
A parte poi che in Italia questo genere di riforme è stato sempre bocciato.

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FRANCESCO CLEMENTI

PREMESSA 1.- Il fatto che l'Italia sia finanziarmene sotto scacco (e da decenni), lo vediamo dallo spread giornaliero. Esso è la conseguenza dei governi del dopo DC, che  hanno speso e speso, tacendo al Paese i necessari sacrifici fiscali, e anzi rinviandoli alle future generazioni che, allora, non potevano votare.
.- Dunque ? Va corretta la Governance, in modo che uno sia eletto già al momento delle elezioni politiche e duri quanto la legislatura (5 anni) e risponda per intero di quello che ha fatto, di bene e di male, sia pure con il senno di poi.
- Ma questo non vuol dire che si torni alla situazione pre-fascista (dello Statuto Albertino). I paletti antifascisti vanno salvaguardati, vale dire:
- resti un Presidente della Repubblica che non promulga le leggi, se non sono coerenti con la Costituzione.
Dunque cosa riformare ? Qui di seguito si fa una introduzione, a partire da Il Sole - 24 ORE, prof. F. Clementi. Si prosegue, poi, con una proposta della DC, indicata nel XIX congresso del 2020.

2.- Lo stato dell'arte. Riprendiamo da IL SOLE 24 ORE, 5 gennaio:
    Francesco Clementi (Costituzionalista Università di Perugia): "Alla ricerca di stabilità, sul tavolo, quattro sistemi di governo:
a) Presidenzialimo;
b) Semi-presidenzialismo :
c) Governo direttoriale ;
d) Premierato.
Per il seguito, clicca qui di seguito, nella barra orizzontale, fondo bianco.htt
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LA PROPOSTA DELLA DC:

Per un Premierato, dentro una Repubblica parlamentare.
Discutiamo su Presidenzialismo, ma no ritorno allo Statuto Albertino.

Un quinto sistema (dentro il Premierato parlamentare), è stato approvato dalla DC nel 2020 dal XIX congresso del 2020.
a) il parlamento è unicamerale ed è eletto con sistema proporzionale puro.
Tuttavia esso deve bipartirsi in due Gruppi parlamentari in modo da dar luogo Non sono ammessi più di due Gruppi parlamentari: uno maggioranza e uno di minoranza (questo si prepara all'alternanza). Sul come, si vegga al punto c);
La bipartizione avviene al momento della elezione del Presidente del Consiglio sulla base di un indirizzo politico e di un programma (vedi punto c);
b) il presidente del consiglio dei ministri:
- è eletto con voto palese dal parlamento per 5 anni sulla base di un programma. E' ammesso il voto di sfiducia costruttiva, a partire dal quarto anno;
- Egli nomina e revoca i ministri ;
- è eletto il candidato che ottiene la maggioranza assoluta.
c) In parlamento i partiti che eleggono il Presidente del Consiglio costituiscono il gruppo parlamentare di maggioranza; tutti gli altri costituiscono il gruppo di minoranza.
- Qualora, dopo 10 votazioni, il presidente del consiglio non ottenga la maggioranza assoluta, il parlamento è sciolto e si fanno nuove elezioni politiche.

https://www.c3dem.it/wp-content/uploads/2023/01/alla-ricerca-di-stabilita.-sul-tavolo-quattro-sistemi-di-governo-fr-clementi-sole.pdf

https://www.c3dem.it/wp-content/uploads/2023/01/alla-ricerca-di-stabilita.-sul-tavolo-quattro-sistemi-di-governo-fr-clementi-sole.pdf

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Da Facebook:
https://www.facebook.com/vecchiodiraffaello/posts/pfbid0CkLAgEUByomLkFPvciVwNZo5sA3doM1dfdBXddCnS73h4S71boXuEsCBwXz6H9iGl

DEBITO PUBBLICO, RECESSIONE, POLITICA FISCALE, E SPOIL SYSTEM

 

1.- Il FOCUS dei giornali continua ad essere il pericolo dell'Italia causa il debito pubblico, in aggiunta al pericolo di recessione (indotta da aumento dei tassi di interesse, dalla BCE - Banca Centrale Europea, che raffredderebbe la domanda del mercato).

Mi intrattengo su questo e poi inviterei il governo Meloni a farsi chiaro sulla politica fiscale.

2.- Considerata l' importanza centrale della recessione, sostengo (in controtendenza) la "parzialità" di questa tesi ispirata alla teoria "Keynesiana". Anzi, secondo la scuola classica dell'equilibrio economico generale (Walras, Pareto, la scuola italiana) c'è il "lato offerta", che viene invece sconvolto dalla inflazione: svalutazione del fondo di ammortamento delle imprese e del risparmio delle famiglie a reddito fisso. Inoltre, si apre a ventaglio il sistema dei prezzi (ossia non uniformemente) per cui si disorienta il sistema produttivo. Quindi ok a La Garde.

3.- Su questa questione dell'inflazione invito i miei 4852 amici (di Facebook) a visitare il mio libro di ECONOMIA , cap. XVIII, pag. 233. Anzi regalo a tutti questo libro (depositato presso la Biblioteca internazionale del CERN a Ginevra) e per farlo trovare ne scrivo il link al punto 5.

4.- C'è, poi, che i grandi Maestri hanno ammonito che la politica monetaria è insufficiente a sostenere il sistema economico. Serve la convergenza della politica fiscale.

Questo è un compito dei governi, e spero che se ne occupi presto la Signora MELONI con il via al suo programma a medio termine con le riforme dello Stato e degli Enti locali. In breve:

- non puoi abbattere la fiscalità senza il taglio delle spese pubbliche. L'abbiamo visto, nei mesi scorsi, con le dimissioni del precedente governo inglese, che pensava diversamente.

5.- Gli argomenti del mio libro sono: Economia di mercato, Economia della finanza pubblica, Politica economica, Engineering Economy.

Per trovarlo, cliccare su zenodo.org .

 

                Anche sul "Spoil system"
    che sta imperversando in queste settimane.

 

1.- Democrazia Cristiana (NINO LUCIANI), Questa cosa "americana" consiste nel fatto che i ministri di un nuovo governo, entro tre mesi dalla nomina , possano sostituire i dirigenti amministrativi dei rispettivi ministeri, con altri di loro fiducia. E' una tegola attesa dai fiduciari del centro sinistra, e il piagnisteo lo trovi adesso sui giornali di centro sinistra.

2.- E' una cosa "ragionevole", ma che ho sempre odiato perche' inquina la "neutralita politica" della Pubblica Amministrazione e anche la sua qualita'. Per la Costituzione dovrebbe valere solo e soltanto il principio della assunzione mediante concorso.

2.- C'e' di piu'. I ministri si trovano a dover firmare montagne di decreti... in fiducia. Impossibile leggere tutto, per cui ogni tanto qualcuno si trova accusato di corruzione, senza colpa.

3.- Per questo, a suo tempo, avevo proposto che il ministro firmasse i decreti, ma dopo che il dirigente amministrativo vi avesse apposto la propria a titolo di visto di legittimita'.

4.- Non so come sia andata a finire..., essendo io, da anni, fuori dalla pubblica amministrazione.



 

 

 

 

 

 

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In margine ad un Convegno all'Istituto don Sturzo, Roma, 19 dic. 2022.
ROTONDI, "CASTAGNETTI sulla riva sbagliata", Huffington Post, 20 dic. 2022

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NINO LUCIANI, "CASTAGNETTI...
sulla riva sbagliata" ?

 
Fonte: Per il link sull' Huffington Post, vai al punto 7 

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Nino Luciani, In margine all'articolo di ROTONDI, a proposito di "CASTAGNETTI sulla riva sbagliata".

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1. - Per l'art. 1 dell'Atto Fondativo, 1945: "La DC è un partito di libertà e di giustizia sociale, ispirato ai principii cristiani".

2.- Per me, "Principii cristiani" vuol dire:
a) il buon rapporto tra le classi sociali: dunque, interclassismo;
b) libera iniziativa privata:
c) lo Stato garantisce i diritti di tutti, non esclusi interventi diretti nell'economia, per i servizi da non offrire a pagamento.
Quanto allo Stato e quanto al mercato ? Un Paese ricco può fare socialismo con maggiore margine che un Paese povero (questo ha poco da regalare). In Italia, oggi, il socialismo è 65% del PIL, comprese le imprese pubbliche statali, regionali comunali). Troppo ! (La mucca è dimagrita, non ha più latte).

3.- L'attuazione va ai laici "cattolici e non cattolici con eguali valori". Il Magistero non ha competenza in "campo temporale, salvo in materia di legge naturale.

4.- La visione è quella della cattolicità ("cattolico" significa "universale"), e che in Italia ha una applicazione storica specifica.
La storicità accende una luce sulla Chiesa Cattolica in Italia (prima, come: Stato Pontificio; e dal 1929 Stato Vaticano, ma di casa in Italia con le Diocesi,capillarmente).

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La visione laica dello Stato privilegia il peso dei laici cattolici nella organizzazione della DC: se in quanto proseguano il ruolo storico dei cattolici in Italia.
Ma in democrazia i valori si contano e servel'unità dei votanti..
Questo ri-comprende il peso del Magistero in politica, con l'orientamento sul voto.

5.- Torniamo a Rotondi. Castagnetti sta sulla riva sbagliata ? A. De Gasperi disse che "la DC è un partito di centro, che guarda a sinistra".

6.- Dunque ?
a) per adesso, la ricomposizione della diaspora dei DC non può prescindere da un approfondimento dei motivi critici della auto-sospensione nel 1994, e che pone la "questione morale";
b) rispetto a questa, in questi anni, un Gruppo di studio di docenti universitari fece a Bologna un "codice etico del cristiano impegnato in politica", infine, inviato alla CEI-Conferenza Episcopale Italiana, e che fu il tema di un convegno, con la partecipazione del Vescovo di Imola. L'impianto originario è quello di Guido Gonella (1982), riscritto nel 2015 da un Gruppo di professori, e chiunque può leggerlo:

Codice etico del cristiano impegnato in politica
Appendice al codice etico

https://www.universitas.bo.it/CODICE%20ETICO%20testo.pdf

Nino Luciani

7.- Per il link all'art. di Rotondi, clicca su: https://www.huffingtonpost.it/blog/2022/12/20/news/pierluigi_castagnetti_popolari_pd_meloni-10938864/  

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SU FACEBOOK, IN QUESTI GIORNI
SCUOLE - GIUSTIZIA

Fonte: www.editorialedomani.i t, Dal mondo della scuola, "NO a quegli accorpamenti delle scuole".

1.- DEMOCRAZIA CRISTIANA (Nino Luciani), Si dice Valditara, ma la cosa nasce da Draghi e Pnrr. Per il link a Il giornale "Il Domani", rinvio al punto 6.

- Faccio APPELLO al Ministro dei Trasporti SALVINI , alla Sig.ra MELONI, al Ministro FITTO per il PNRR. (p.c.: Al Ministro VALDITARA): il calcolo dei costi e' sbagliato.

2.- Dal mondo della scuola "sale un grido di dolore": "no alle classi pollaio", "no ai sovra-incarichi ai Dirigenti scolastici"; no all'abbandono scolastico...

3.- Non finisce qui: la tesi che si ottengano meno costi è una bugia. Con l'accorpamento delle scuole, la spesa per la scuola cala (forse), ma triplica il costo di trasporto pubblico (e falliscono le aziende di trasporto). Il motivo e' che aumenta la distanza media delle famiglie dalla unica scuola. Clicca al punto 6, per il Delta del PO (2017 e 2009). Lo so anche sulla mia pelle, avendo voluto studiare, ma povero.

4.-- Di più, nei territori di campagna, causa sveglia mattutina anticipata e lunghi viaggi, per andare e tornare da scuola, c'e' stanchezza; e gli studenti non fanno più i compiti a casa, nel pomeriggio.

Questa cosa di stanchezza vale anche per i professori, pur se usano mezzi propri.

5.- Poi, con il tempo, comincia l'abbandono scolastico. I Dirigenti scolastici vanno in tilt.

6.- Un plesso scolastico non dovrebbe superare i 500 studenti.

Per la sperimentazione da anni nel Delta del PO, clicca su https://www.universitas.bo.it/Conferenza%20di%20Comacchio...

 

Fonte: www.repubblica.it , GIUSTIZIA, NORDIO, i PUBBLICI MINISTERI"

1.- DEMOCRAZIA CRISTIANA (Nino Luciani), Sui giornali di oggi, l'argomento di fiamma è la riforma della giustizia (tagliare le unghie, ai pm; no intercettazioni a largo raggio dice il Ministro della Giustizia Nordio).

2.- Se fosse solo un problema della giustizia migliore... ci sarebbe discussione pacata. Se c'è fiamma è perchè si toccano interessi particolari. Dunque ?

a) sotto il profilo della giustizia il primo problema è capire che oggi non c'è giustizia (5 anni, minimo, per una causa semplicissima è la realta). Il motivo è che non ci sono giudici, in rapporto al numero delle cause, e bisognerebbe almeno raddoppiare i giudici (sia pur temporaneamente, fino a smaltire l'arretrato);

b) sotto il profilo politico, c'è (dagli '90) un pericoloso squilibrio tra i poteri dello Stato, causa caduta della autorevolezza dei governi dello Stato. I P.M. hanno preso la mano. Sono quelli presi di mira da NORDIO, ed è difficile farli tornare indietro. Esso hanno fatto molti guai, negli scorsi anni: distrutta una intera generazione politica e solo adesso con Meloni sembrerebbe un primo ritorno in campo di bravi politici (a parte le idee).

3.- In generale, la giustizia "giustizia" è cieca strutturalmente: nel senso deve applicare la legge alla lettera, mentre la vera giustizia vede anche storicamente. Ma il giudice dovrebbe avere anche una formazione storica, economica.... Pertanto, quando si allarga, fa guai. Penso a Di Pietro, su come "spiegava" il debito pubblico.

4.- Riterrei necessario riportarla nei ranghi, ma non può farlo il Ministro Nordio per decreto. Un Ministro dovrebbe sapere che non si può fare la riforma della giustizia "contro la magistratura".

E siccome i giudici e gli avvocati sono rappresentati da rispettive associazioni molto brave, la retta via è inviare a ciascuna di loro un progetto di riforma e ottenere i loro rispettivi emendamenti, come si fa nei progetti di legge parlamentari.

5.- Sicuramente il Ministro Nordio ne trarrebbe un grande vantaggio per il progetto del governo.

Se posso aggiungere: ho molta esperienza nel campo universitario. Ma devo ammettere che non ho mai tirato fuori un ragno dal buco. E I sindacati sono stati sempre perdenti, causa il muro di gomma del MIUR, anche perchè il vero comando stava al TESORO.

Nordio non faccia gli stessi errori. Non sottovaluti il TESORO (che non c'entra niente...).

Fonte: www.editorialedomani.i t, Dal mondo della scuola, "NO a quegli accorpamenti delle scuole".

1.- DEMOCRAZIA CRISTIANA (Nino Luciani), Si dice Valditara, ma la cosa nasce da Draghi e Pnrr. Per il link a Il giornale "Il Domani", rinvio al punto 6.

- Faccio APPELLO al Ministro dei Trasporti SALVINI , alla Sig.ra MELONI, al Ministro FITTO per il PNRR. (p.c.: Al Ministro VALDITARA): il calcolo dei costi e' sbagliato.

2.- Dal mondo della scuola "sale un grido di dolore": "no alle classi pollaio", "no ai sovra-incarichi ai Dirigenti scolastici"; no all'abbandono scolastico...

3.- Non finisce qui: la tesi che si ottengano meno costi è una bugia. Con l'accorpamento delle scuole, la spesa per la scuola cala (forse), ma triplica il costo di trasporto pubblico (e falliscono le aziende di trasporto). Il motivo e' che aumenta la distanza media delle famiglie dalla unica scuola. Clicca al punto 6, per il Delta del PO (2017 e 2009). Lo so anche sulla mia pelle, avendo voluto studiare, ma povero.

4.-- Di più, nei territori di campagna, causa sveglia mattutina anticipata e lunghi viaggi, per andare e tornare da scuola, c'e' stanchezza; e gli studenti non fanno più i compiti a casa, nel pomeriggio.

Questa cosa di stanchezza vale anche per i professori, pur se usano mezzi propri.

5.- Poi, con il tempo, comincia l'abbandono scolastico. I Dirigenti scolastici vanno in tilt.

6.- Un plesso scolastico non dovrebbe superare i 500 studenti.

Per la sperimentazione da anni nel Delta del PO, clicca su https://www.universitas.bo.it/Conferenza%20di%20Comacchio...

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ELEZIONI REGIONALI SICILIA - 2022
Norme della Regione

Bilancio Regione Sicilia 2021

 

             MODULO DI ISCRIZIONE ALLA DC PER 2022

1.- SCARICA IL MODULO, CLICCANDO SU: MODULO 2022
2.-
SALVA IL MODULO STESSO E, SOLO DOPO, LO APRI
3.- RIEMPI IL MODULO E LO SALVI in UNA CARTELLA
4.- LO INVII come Allegato,entro il 30 giugno 2022 a:
     democraziacristianastorica.it
5.- PER ALTRE ISTRUZIONI VAI SU ALTRO

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IN ITALIA. TANTI FIUMI E TANTA ACQUA
MA ANCHE IL SECCO : PERCHE' ?

COSA FARE ?
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LA RELAZIONE DEL
PROF. MASSIMO DELEONARDIS ALLA DC

 

                         
 

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In margine al discorso del nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri
(Per il discorso integrale, clicca su:
https://formiche.net/2022/10/discorso-completo-giorgia-meloni-camera/

La distinzione tra le cose per oggi, e quelle per domani.
Dove la Signora vuole portare l'Italia ?

ANCORA SOCIALISMO O RITORNO INDIETRO AL LIBERALISMO
sia pur dentro una economia mista ?

 
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PREMESSA. Ho ascoltato entrambi i discorsi, alle camere, della Sig. ra MELONI, ma poi, nel dopo, mi sono trovato in crisi (dove va costei, strategicamente ? Fa socialismo o fa liberalismo).
Anche in Italia c'è la "nomenclatura" come in URSS, raccontata da Gorbaciov, sia pur in proporzione al nostro grado di socialismo: 65% da noi, 95% in URSS.

1.- A fior di pelle, la Signora mi è molto piaciuta, sia per la sicurezza di risposta, sia per tutti gli argomenti e anche per quel "tu" che dato ad Aboubakar Soumahoro (un "colonialista rovesciato", uno che vuole del "lei"; forse non sapendo che in Italia il "lei" o "eccellenza" si dà ai "superiori", non ai "subordinati"). E mi è piaciuta come se la è cavata per quella accusa di classismo per volere la scuola del merito (per niente classista, dice lei, se prima garantisco a tutti la eguale opportunità).

2.- Ma, pur con questo, alla fine mi sono domandato: sotto il profilo strategico, dove va costei ?
Mi sono trovato con niente, come in passato..., quando i governi di sinistra hanno fatto politica di sinistra e anche quelli di destra hanno fatto politica di sinistra. Tale nel 2011 Berlusconi, che fu cacciato da Presidente del Consiglio per avere saccheggiato il bilancio dello Stato (troppo debito per spese per i non abbienti...) . La spiegazione è che comprare i voti non piace solo ai "grillini" (reddito di cittadinanza). L'hanno fatto tutti.

3.- In percentuale oggi la spesa pubblica è il 55,5% del PIL e, se ci metti la spesa delle imprese pubbliche, arrivi al 65% del PIL: trovi l'Italia un paese socialista (URSS: 95%).
Dai un'occhiala alla Relazione Annuale della Banca d'Italia, 2022, pag. 136. Alla fine capisci perchè c'è anche da noi quella che Gorbaciov chiamò nomenklatura: burocrazia e partitocrazia, sopra la società civile.

, 4.- L'aspetto egualitario è importante. Ma nel caso della Norvegia, in cui il petrolio ti "esce dalle orecchie" è facile fare socialismo. Qui da noi, è un insanabile tunnel verso la povertà.

5.- Per rendercene conto, va ricordata la pressione fiscale (48,3 del PIL). Si badi che 48,3% è un valore medio, per cui se c'è chi paga il 20%, è perchè c'è anche chi paga il 60%. E allora perchè ti meravigli della evasione fiscale ? Si vuole un caso lampante ? Per chiunque ha una seconda casa (anche solo per averla ereditata dai genitori) l'imposta IMU è maggiore della rendita della casa. E se lo Stato ti chiede più di quanto puoi pagare, e non paghi, sei legalmente un evasore. Ma lo sei davvero ?

6.- Dunque ? Questo governo di destra porta alla riduzione della pressione fiscale ? Se lo facesse (senza tagliare la spesa pubblica) finirebbe come la Premier inglese, che (aveva compromesso la sterlina), e anche la Signora Meloni sarebbe costretta a dimettersi (un secondo caso Berlusconi del 2011).

7.- Dunque ? No illusioni. Il taglio della spesa pubblica è una strada lunga. Non puoi licenziare i dipendenti pubblici dalla sera alla mattina. Ma un governo di destra deve cominciare a dirlo ed indicare i punti neri. Lo sono l'attuale regionalismo (e suoi enti intermedi), fatto in fretta in nome del "compromesso storico" tra la DC e il PCI.

8.- Non ho. infatti, sentito dire nulla in materia di riforma dello Stato, tranne per quella voce timida: autonomia regionale differenziata (ma c'è un ministero per le riforme istituzionali). Quella flat tax, si può sapere cos'è ? Il nostro sistema tributario è gia stracolmo di imposte con aliquote fisse.
Rifarei l'IRPEF (ma nel modo di Antonio Martino: progressività per detraziome, vale dire aliquota fissa 38%,al netto di una esenzione fiscale di € 1000,00 al mese, per tutti).

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don Luigi Sturzo

COMUNICATO STAMPA
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LA DC ASSENTE IN QUESTE ELEZIONI POLITICHE 2022 IN ITALIA

1.- Dopo una assenza dal 1994, la DC è tornata nel 2020, storicamente e giuridicamente continua con quella del 1994. Tuttavia la DC non sarà presente in queste elezioni politiche del 25 set.
    Appoggerà in Sicilia il partito cattolico "INSIEME" , dentro il Terzo Polo, a sostegno di Gaetano Armao, per Presidente della Regione Sicilia.

2.- La DC non è presente a causa di tuttora insufficiente preparazione organizzativa, da permetterle una autonomia e un rispetto democratico.
C'è, poi, il fatto che sono rimaste sospese in Italia (già a suo tempo) le riforme istituzionali del Presidente Napolitano, per un governo moderno. Anche ci sono molti partiti d'affari in Italia (non tutti).

3.- Appella ad un modo costituzionale nuovo, per cui il popolo abbia modo di imporsi ai propri votati, fin dal momento delle elezioni.
    Soprattutto che il capo del governo sia eletto per l'intera legislatura, fin dalle elezioni politiche.

4.- Un modo è che;
a) il parlamento sia eletto con sistema proporzionale puro, in modo da dar spazio a tutti i campanili d'Italia.
b) il parlamento nomini il Presidente del Consiglio per 5 anni, senza possibilità di voto di sfiducia.
c) I partiti che eleggono il Presidente (sulla base di un programma da lui proposto), costituiscono il gruppo di maggioranza. Tutti gli altri costituiscono il Gruppo di minoranza.

5.- Vanno apprezzate altre proposte per la nomina del Presidente del consiglio. Es.: quella del sindaco nei Comuni.

6.-  Per l' economia, la DC appella al taglio del troppo socialismo, oggi al 65% del PIL e che spiega gli stessi difetti della Unione Sovietica, sia pur in proporzione (in URSS si era il 95% del PIL).

7.- C'è , infine, per la DC, una questione non risolta: l'uso del proprio nome e contrassegno scudo crociato libertas, da parte di due partiti.
La DC impugnera', presso le camere, la eventuale elezione di parlamentari con il proprio nome DC e contrassegno, che viola gli artt. 6 e 7 del codice civile.

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don Luigi Sturzo

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COMUNICATO
DEMOCRAZIA CRISTIANA - GAETANO ARMAO
PER PRESIDENTE REGIONE SICILIA.
Da qui Liberta' e Giustizia, per la Sicilia, don Sturzo chiamò".
18 set 2022

1.- Il Prof. Gaetano ARMAO si è presentato alla GIUNTA ESECUTIVA NAZIONALE DC.
   Già Vice di Musumeci alla Regione, ARMAO si è proposto in Sicilia per il TERZO POLO, coalizione che unisce i partiti AZIONE di Calenda e ITALIA VIVA di Renzi, nel più largo fiume Italiano.

2.- Concorrono con lui, per la Assemblea Legislativa Regionale:
- Prof. Antonino GIORDANO, candidato per Messina;
- Avv. Massimo MANISCALCO, candidato per CATANIA.

3.- ARMAO vuole i SICILIANI non più trattenuti dai lacci e laccioli del tessuto mafioso siciliano, ma liberi di scegliere il proprio destino.
- ARMAO vuole dall'Italia, per i Siciliani:
   a) la libertà del sistema produttivo, mediante la riduzione della tassazione, in particolare sulle imprese turistiche (IRAP);
   b) un colloquio migliore con l'Italia, per quanto avviene nel campo della giustizia, della sicurezza, della scuola-università.
   c) il collegamento diretto di Catania con Palermo-Trapani con l'Alta Velocità Ferroviaria e con l'Autostrada;
   d) la garanzia del reddito di cittadinanza agli aventi diritto, compreso scongiurare il suo svuotamento, in caso di abusi, magari solo per comprare il voto.

4.-La Democrazia Cristiana storica ha incoraggiato Armao su queste priorita', e promesso il suo voto.(NO la DC di CUFFARO).

OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

 ELEZIONI REGIONALI IN SICILIA
DENTRO LA RI-COSTRUZIONE DEL "TERZO POLO" IN ITALIA

 

ARMAO, CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE

 

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Gaetano Armao

 

La "DC", tramite il partito dei cattolici "INSIEME"
è a favore del prof. GAETANO ARMAO,
per PRESIDENTE DELLA REGIONE
nella lista CALENDA-ITALIA VIVA

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Candidati locali:

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Circoscrizione di MESSINA

  Circoscrizione di CATANIA  

ANTONINO GIORDANO,

IN MARGINE ALL'INCONTRO ARMAO-GIORDANO-MANISCALCO CON LA DC

   All' interessante incontro, Il tema centrale è stato la "buona e nuova politica" - sulla base della tradizione del popolarismo e del solidarismo, presente sia in Insieme che nella Democrazia Cristiana storica: uniti nell'appoggiare con convinzione il Terzo Polo.
   Il presidente Armao, dopo aver evidenziato il complesso quadro politico della politica siciliana (tra populismo e reddito di cittadinanza; tra burocrazia e difficoltà istituzionali con alcune componenti politiche nella gestione del bilancio regionale) ha ricordato la sua provenienza dal mondo del popolarismo e del cattolicesimo democratico, esprimendo l'intenzione di dare alla politica per l'Isola una decisa e crescente impronta a favore del solidarismo, delle famiglie e della valorizzazione delle risorse del Mezzogiorno e del PNRR.    Il prof. Nino Giordano ha parlato dei motivi che lo hanno portato a "scendere in campo".
  Nonostante quello che viviamo in queste giornate, tra dolore e rassegnazione, tra bollette insostenibili per imprese e famiglie, molti onesti cittadini siciliani avvertono voglia di essere popolo e non un'accozzaglia di persone "all'assalto della diligenza"; voglia di cultura, di giustizia per dare occupazione stabile e dignitosa a Giovani e a meno giovani e Donne non attraverso "mance elettorali", ma attraverso investimenti agevolati da normative chiare e supportate da persone "illuminate", con una visione di un nuovo modello di sviluppo che parta dalla decisa riconversione dell'economia attraverso processi di partecipazione e co-progettazione e di un modello etico di aiuto, di incoraggiamento e di piena solidarietà per la persona.

  Modelli e progetti concreti, non slogan… Voglia di respirare aria pura, di guardare non in superficie ma nel profondo delle cose per il bene comune. Un cambio di mentalità radicale…senza leader, con una presenza forte di democrazia operosa e partecipativa di aspirazione cristiana. In ragione di questo mio impegno indico alcune proposte progettuali per i giovani e la cooperazione allo sviluppo in un'ottica intergenerazionale:

- PROGETTO AGRICOLO DI INTEGRAZIONE E DI INCLUSIONE;
- RIQUALIFICAZIONE e RIPOPOLAMENTO DEI BORGHI ;
-INIZIATIVE PER "IL RITORNO ALLA PRODUZIONE DEL BACO DA SETA;
- INCREMENTARE IL TURISMO SOCIALE E RELIGIOSO METTENDO A DISPOSIZIONE I MIEI STUDI E LE MIE SCENEGGIATURE SU S. FRANCESCO DI PAOLA - ANTONELLO DA MESSINA - BEATA EUSTOCHIA - GIORGIO LA PIRA;
   LA "MAGIA DEL FARE" NEI CASTELLI DI SICILIA (FONDAZIONE, nell'area Ex-Villa De Pasquale, S. Lucia sopra Contesse - un CENTRO STUDI DEI POPOLI DEL MEDITERRANEO" con CORSI DI ALTA TECNOLOGIA PRESSO IL "CNR - NICOLA GIORDANO" PER APPROVVIGIONAMENTO DI ENERGIA PULITA: fotovoltaico - energia elettrica ;
- celle ad idrogeno- idrogeno verde;
Infine c'è stato l'auspicio di uno più stretto rapporto di collaborazione tra INSIEME e DEMOCRAZIA CRISTIANA STORICA nelle future scelte politiche..

La lettera del prof. Antonino Giordano, Coordìnatore Regionale Siciliano del partiro INSIEME,
al Prof. Nino Luciani, Segretario Nazionale della DEMOCRAZIA CRISTIANA

Illustre prof. Nino Luciani,
faccio seguito alle intercorse conversazioni per rappresentarti l'occasione costituita dalla alleanza politica e realizzata in Sicilia tra il Partito Azione, Lista Azione Calenda ed il Partito "INSIEME", del quale in Sicilia sono il Coordinatore Regionale, per partecipare alle prossime Elezioni Regionali Siciliane del 25 settembre 2022.
La Lista Calenda ed il suo Candidato Presidente, Professor Gaetano Armao, ci hanno richiesto Candidati provenienti dal Partito INSIEME da inserire nelle loro liste. Chi ti scrive è candidato alla Circoscrizione di Messina, il Vice Coordinatore Avvocato Massimo Maniscalco, alla Circoscrizione di Catania.
Sono a conoscenza che la DC converge per la costruzione del TERZO POLO in Italia, di cui "Azione" di Calenda è parte fondante.
Entrambi saremmo particolarmente lieti se tu volessi e potessi partecipare con la DC (da te rappresentata) a questa competizione elettorale facendo convergere quanti più consensi possibile sul nome mio - Antonino Giordano- a Messina e su quello del mio vice - Massimo Maniscalco - a Catania.

Un eventuale risultato positivo, conseguito anche con un tuo contributo magari determinante. consentirebbe a te e alla DC di poter avere due Deputati Regionali, con i quali discutere di strategie, obiettivi e di conseguire INSIEME con la DEMOCRAZIA CRISTIANA risultati in una Regione di più di cinque milioni di abitanti, con tutto ciò che a quanto sopra consegue.
Ritengo che da questa collaborazione potrebbero nascere frutti copiosi.
Prendo atto del tuo riscontro positivo
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Porgo cordiali saluti.


Messina 01/09/2022                                                                                                                         Antonino Giordano

m

DC "partito di libertà e di giustizia sociale ispirato ai principi cristiani" (art. 1 atto costitutivo 1943-45). - Per l'iscrizione cerca qui sotto il MODULO DI ISCRIZIONE.
 

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nino luciani

DC VERSO LE ELEZIONI POLITICHE 2022
(DOPO LA SOSPENSIONE DAL 1992)

LA LETTERA DEL SEGRETARIO NAZIONALE,

RIAPERTE LE ISCRIZIONI

Per la “GRANDE DC”, nelle prossime elezioni politiche,
un partito di unità nazionale dei “cattolici” e “laici" con uguali valori

UN GOVERNO VERO DI DURATA 5 ANNI
ELETTO GIA' AL MOMENTO DELLE ELEZIONI POLITICHE
UN PROGRAMMA VERO

I.- TESSERAMENTO 2022. Riapriamo le iscrizioni (riprendendo dal 1994, anno del presunto scioglimento) e guardiamo alle elezioni politiche 2023. Tecnicamente le elezioni sono un concorso per la copertura di posti, che si rendono liberi in parlamento. Il problema è ottenere la disponibilità dei cattolici e laici con uguali valori, sorretti da numero adeguato di firme, disposto dalla legge elettorale.
  La DC si presenterà da sola con propria denominazione e simbolo scudo crociato-libertas.

II.- Elezioni politiche 2023. Serve mettersi in marcia e contarsi, perchè queste sono le regole della democrazia. Non bastano parole, ancorchè validissime. Dal punto di vista organizzativo, abbiamo ricostituito gli organi centrali. Nei prossimi mesi costituiamo gli organi regionali. La riapertura delle iscrizioni serve a questo. Si fa appello ai gIovani; ed uguale appello si fa ai vecchi iscritti che, dopo lo scioglimento del 1994, erano andati via.

III.- Progetto:
1.-  La DC è un partito di libertà e di giustizia sociale, ispirata ai principii cristiani (art. 1 dell' atto fondativo del 1943-45). La "persona" è al centro della azione della DC.
La DC ha collocazione politica centrista e interclassista, in un sistema di alternanza al governo, tra i grandi partiti, con governi di legislatura;

2.- Riforma della Governance dello Stato, nell'ambito della attuale Repubblica parlamentare:

a) la rappresentanza dei partiti dovrà avere luogo con sistema proporzionale puro;
b) il Presidente del Consiglio è eletto dalle due camere per i 5 anni della legislatura; è ammesso il voto di sfiducia a partire dal 4° anno;
c) in ciascuna delle due camere sono ammessi non più di due soli gruppi parlamentari (uno di maggioranza e uno di minoranza):
- il gruppo di maggioranza è costituito dai parlamentari che, con voto palese, eleggono il Presidente del Consiglio;
- il gruppo di minoranza è costituito da tutti gli altri deputati.

3.- La struttura dello Stato è autonomista, e tuttavia con un solo Ente Intermedio (Regione) tra lo Stato e i Comuni.

4.- Diritti umani fondamentali, diritti di impresa e di lavoro:
a) La DC impegna lo Stato a un ruolo forte per i diritti umani e sociali fondamentali, conquistati dal nostro popolo (scuola-universita', sanita', giustizia, pensione sociale, pensione agli invalidi impossibilitati al lavoro, beni primari garantiti a tutti, senza distinzione di razza, religione, genere);
b) nell'ambito degli strumenti di tutela dei diritti di impresa, a mettere un limite alla pressione fiscale che non dovrà superare il 33-36/ del PIL, e sgrava il reddito minimo di sussistenza.
c) a promuovere il lavoro e, al limite, chiedere allo Stato il ruolo di datore di lavoro di ultima istanza;
d) ad assumere i seguenti criteri direttivi per il sistema economico e sociale:
- la libera iniziativa privata è cuore pulsante dell'economia. Pertanto va invertito il processo di socializzazione del sistema economico, attuato in Italia nel 1970-90, fatta eccezione per il controllo diretta statale di determinati settori (rete dell'acqua, rete dell'energia elettrica, reti ferroviarie nazionali ed europee, altre posizioni altamente strategiche).
e) lo Stato fissa le regole etico-morali del mercato e impone, attraverso la sua mediazione, l'armonizzazione tra gli interessi economici e sociali di parte;
f) salario minimo. La legge fissa il salario minimo. Dispone il contributo dello Stato alle piccole imprese, nei casi in cui il salario pagabile in pratica sia minore del minimo di legge.
g) il sistema bancario tutela il risparmio delle famiglie e favorisce gli investimenti produttivi, applicando la distinzione tra banche commerciali e istituti finanziari, e rispettando determinati vincoli di utilità pubblica.
h) in ambito internazionale, la DC è impegnata: alla ulteriore realizzazione della Unione Europea;  al sistema di difesa in ambito atlantico; al consolidamento dei principii di pace nel mondo nell'ambito della Organizzazione delle Nazioni Unite. https://www.universitas.bo.it/CODICE%20ETICO%20testo.pdf
i) Gli iscritti si impegnano al rispetto del codice etico del cristiano impegnato ipolitica:

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LA SPESA DELLO STATO, A PARTIRE DAL 1977, DATA DI AVVIO DELLE REGIONI
E SUBITO IL DEBITO PUBBLICO CHE PURE ESPLODE DAL 1977
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L

DEMOCRAZIA CRISTIANA : "GIUNTA ESECUTIVA"

SUL CONFLITTO RUSSIA-UCRAINA:
Comunicato per la pace e la fine della guerra

 

 LA DEMOCRAZIA CRISTIANA:

1.- Preso atto della invasione della UCRAINA, da parte della RUSSIA, in aperta violazione del diritto internazionale di sovranità degli Stati e che ha creato molte perdite civili, la demolizione delle abitazioni, un fiume di profughi verso i paesi di confine:
- la condanna duramente;
- e invoca il cessate il fuoco immediato, per l'accoglienza dei profughi e il soccorso dei feriti, con particolare attenzione alle disabilità.

2. - Si richiama ai principi delle Nazioni Unite per la regolazione delle controversie tra gli Stati.
Approva l'appello del Papa alla fraternità dei popoli;
Sostiene l'azione del governo italiano per la pace.

3.- Chiede:
a) la costituzione immediata di una Commissione internazionale di mediazione, nella quali siano rappresentati grandi continenti: America, Europa, Asia;
b) la attivazione immediata di un Tribunale internazionale per la individuazione dei crimini di guerra e per la condanna dei colpevoli.

4.- Considerato che l'invasione della Ucraina è il primo passo; e che probabilmente il secondo sarà verso i Paesi Europei dell'Est:
a) invoca l'unità dei Paesi Europei nel fronteggiare l'offensiva della Russia, e che deve realizzarsi all'interno della NATO ;
b) dovranno essere applicate sanzioni fiscali e bancarie alla Russia, e che dovranno essere massime:
- fino a crearne il default finanziario;
- e suscitare l'attenzione dei cittadini Russi.

 

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PER LA ISCRIZIONE ALLA DC, CLICCA SU: MODULO DI ISCRIZIONE
VEDI ANCHE: ISTRUZIONI

NUOVA "GIUNTA ESECUTIVA" NAZIONALE
(Art. 85 dello Statuto)
RESOCONTO DELLA RIUNIONE DEL 5 GENNAIO 2022
Prossima riunione, in seduta ordinaria, il 1 feb. 2022 ore 19,00.

 

Alla riunione hanno partecipato 19 membri dei 30 (si vegga elenco sotto). Assenti giustificati gli altri, causa mancato avviso per errori della posta e per impegni di lavoro e di famiglia.

A.- In apertura il segretario politico Luciani ha letto la seguente relazione.
Questo ESECUTIVO è l'evoluzione di un primo rimpasto della Direzione "allargata", causa insufficienze numeriche di persone già al momento del congresso del 24 ottobre 2020. Già da allora fu prevista una integrazione del CN, con cooptazioni di nuovi membri tra i nuovi iscritti. Gli iscritti erano un 35 e sono verso un 100. Il nuovo ESECUTIVO è di 30 persone, anche tecnici non necessariamente iscritti. Un secondo motivo del rimpasto è risolvere una piccola crisi politica interna, connessa con le elezioni amministrative in Sicilia dell'ottobre scorso, tuttora non tutta assorbita. Per questo motivo, intendo fare presto un secondo rimpasto, per completare l’esecutivo, appena possibile.

B.- DELL’ ESECUTIVO di OGGI, ognuno avrà modo di presentarsi.
Mi preme indicare alcune linee direttive e aprire un dibattito.
1.- Linee direttive. Per l'art. 49 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. La DC è uno di questi partiti, e il vostro compito: quello di far conoscere agli Italiani le vostre proposte. La DC ha collocazione centrista, anche nel senso di interclassismo (aiutare il dialogo tra le classi sociali), e la politica può muoversi più a destra o più a sinistra, al bisogno (ciclo economico, livello giusto della pressione fiscale).

2.- Strategia. Essa è fondata sulla unità dei cattolici in senso storico (e che comincia dai tempi medievali, comprese le autonomie comunali): quelli che hanno fatto la storia di Italia, ma anche i laici con uguali valori, anche con la funzione di garantire la laicità dello Stato. No a sforamenti confessionali. Il motivo di questa unità è che in democrazia le idee si contano. Non basta avere buone idee.
A riguardo delle alleanze politiche della DC, prima ci si deve contare. Poi si decide verso dove andare.

3.- L’unità delle DC. Questo è il problema che già ha creato la crisi interna, in Sicilia, a cui ho sopra accennato. Cuffaro, Sandri, Rotondi, Cesa ? E’ una cosa che si dovrà affrontare.... ma no fughe in avanti. Ma si sia anche a conoscenza che in Italia ci sono almeno 8 DC.
a) Sul piano giuridico questa DC è storicamente e giuridicamente continua con quella del 1994. Nelle elezioni del 2018, l’Ufficio Elettorale della Suprema Corte di Cassazione aveva detto NO alla DC del mio presunto predecessore:
- “Non hai dato la prova della continuità”;
- “Il simbolo scudo crociato che hai presentato è confondibile con quello della UDC, che ha una precedenza, in base al TU legge elettorale”.

- Dal XIX congresso del 24 ott. 2020, le cose sono cambiate, ma non concluse.
a) la continuità giuridica è realizzata (ci sono le varie pronunce del Tribunale, pubblicate sul sito ufficiale).
b) la UDC non ha più il diritto esclusivo al simbolo, causa due Ordinanze dei Tribunali di Palermo e Roma e perchè non ha più deputati in parlamento. Ma il simbolo non è stato restituito.
Ne ho informato l’Ufficio Elettorale della Cassazione.
La risposta esplicita è stata che si pronuncerà in una prossima occasione elettorale.
c) In base a questa direttiva, per la conquista del simbolo già ci abbiamo provato a Roma, a Giarre, ad Alcamo ma senza riuscire a depositare il simbolo per insufficienza delle firme. Adesso abbiamo imparato qualcosa. Lo rifaremo in una delle prossime elezioni amministrative.
L’occasione top sono le elezioni regionali a nov. in Sicilia.
Sarebbe il grande momento, non tanto per i posti nell’Assemblea Regionale Siciliana, ma perchè una affermazione della DC a Palermo (con legittimazione del recupero del simbolo) sarebbe un buona viatico alle elezioni politiche a Roma nel 2023.

4.- Attività dei Dipartimenti. Le denominazioni sono le stesse dei Ministeri e dunque le attività sono le stesse.
Ogni dipartimento dovrà esaminare i problemi di competenza e indicare proposte.
Per la pubblicazione c’e’ il sito nazionale in internet. Ognuno avrà, in esso, una propria pagina. Poi sarebbe opportuno farsi una pagina in FaceBook, qui pubblicare e fare un link che rinvia al sito del partito nella propria pagina.

5.- GIORNALE. C’è un problema di comunicazione di massa mediante un vero e proprio giornale nazionale: di questo vi riferisce il prof. Corrado Faletti, giornalista.
E c'è un problema di formazione con una Scuola di Formazione.

6.- Per il buon funzionamento degli organi, ricordarvi infine la distinzione tra organi esecutivi e organi deliberativi, sotto il profilo del grado di libertà di decisione.
Negli organi deliberativi (il Consiglio Nazionale, il Parlamento) è legittimo il pluralismo delle idee e la coesistenza della maggioranza e delle opposizioni.
Invece, negli organi esecutivi (es. il nostro Esecutivo, oggi riunito, in modo identico a come nel Governo nazionale), ci deve essere la assoluta unità.
In caso di divergenze, si discute e si vota, e la minoranza si adegua alla delibera di maggioranza.
Se, invece, questa regola, uno non la accettasse, deve lasciare l’incarico, senza essere invitato a farlo. Altrimenti si paralizza l’Esecutivo .
______________
DISCUSSIONE. E’ aperta la discussione e sono fatte le presentazioni. Inizia il prof. Corrado Faletti, a proposito del giornale del partito, da lui proposto.

- FALETTI annuncia che farà in giornale on line (per ora) “POPOLO E LIBERTA’ “ , è disponibile ad assumerne la Direzione, il vice sarà Chiara Spalato, le edizioni (per ora) saranno mensili, ... . Ci saranno dei collegamenti con i social (fb, instagram...). Chi vorrà scriverci... è benvenuto.
- CHISARI vuole il ritorno della politica ai valori. Propone un giorno già preventivato, ogni mese, per la riunione del Consiglio Esecutivo;
- GRAZIANO vuole una pagina sulla università (nel giornale) per risvegliare l’interesse sulla innovazione, riferita sia alle università statali sia a quelle private;
- SORANO vuole i temi della giustizia, anche sotto il profilo delle opportunità della gente di ottenerla effettivamente;
- ROCCHITTA indica i problemi del lavoro, e in ogni caso l’attenzione alle povertà. Non sempre il lavoro dà il primum vivere ;
- SOTTILE, oggi la democrazia è destituita nei diritti; l’editoria è entrata in politica. Correggere queste distorsioni;
- ALLEVI, spesso bastano piccole cose per risolvere grandi cose;
- BERTE’, ricostruire modi nuovi di dare voce al popolo, l’avventura del M5S va proseguita e potenziata, unire tutte le forze del bene, la attenzione deve essere più puntuale e metodica in tutto il territorio nazionale, il divario nord/sud non è stato ancora colmato, più Stato, più investimenti anche da estero, politica fiscale nuova, no spopolamento giovani;
- DE CAROLIS, per una nuova legge che risolva unitariamente i problemi dei tetraplegici;
- MORFINO, propone incontri sistematici su singoli temi, il recupero del simbolo scudo crociato è una priorità per il richiamo del popolo verso la DC, la legge elettorale deve essere proporzionale;
- PAZIENZA, condivide tutti gli interventi.

AL TERMINE viene deliberato che il Consiglio Direttivo si riunisca, in via ordinaria, il primo martedì di ogni mese alle ore 19,00.
La prossima riunione è programmata per martedì 1 feb. ore 19,00 su ZOOM.

L’argomento sarà comunicato prima possibile.

****.

 

ISTRUZIONI
per la ISCRIZIONE alla DC

 

1) Clicca su: MODULO 2022  DI ISCRIZIONE . ( Dopo averlo aperto, lo salvi in una cartella e puoi riempirlo, Infine lo salvi nella stessa cartella ).

2) Dopo avere riempito il modulo, lo firmi con caratteri digitali (non con la tua firma personale), e lo salvi in una cartella del tuo computer;

3) Fai la fotocopia della tua carta di identità, e la salvi nella stessa cartella dove hai salvato il modulo (vedi punto 2);

4) Invia una e-mail a:  dcs@democraziacristianastorica.it , e alleghi il modulo di iscrizione e la carta di identità;

5) Per il versamento della cifra per l'iscrizione (€ 10,00 per i giovani; € 20,00 per gli anziani, ti avvertiremo a suo tempo).

PRIMA DI FARE L'ISCRIZIONE, TI RACCOMANDIAMO DI LEGGERE IL SEGUENTE MANIFESTO DI INTENTI DELLA DC:

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MANIFESTO DI INTENTI

PARTITO DEI CATTOLICI E LAICI, CON UGUALI VALORI
Linee di politica approvate dal  congresso del 24 ottobre 2020


1.- La DC è un partito di libertà e di giustizia sociale, ispirata ai principii cristiani
(art. 1 dell' atto fondativo del 1943-45).
La "persona" è al centro della azione della DC.
  La DC ha collocazione politica centrista e interclassista, in un sistema di alternanza al governo, tra i grandi partiti, con governi di legislatura;
  Alle elezioni politiche, la DC si presenta da sola col proprio simbolo SCUDO CROCIATO.

2.- Riforma il sistema elettivo della DC.
La rappresentanza dei soci, nel CONSIGLIO NAZIONALE, è ripartita tra le Regioni, per metà in proporzione alla popolazione regionale; per l'altra metà, in proporzione agli iscritti DC nella Regione; e infine dando luogo a due soli "grandi gruppi politici" nel CN:
- il gruppo di maggioranza è costituito dai soci che eleggono il Segretario Politico;
- il gruppo di minoranza è costituito da tutti gli altri.
Questo, allo scopo di favorire la coesione nazionale e impedire che determinate correnti si impossessino del partito con la "cattura delle tessere", o esercitino un potere "deviante", anzichè essere solo portatrici di idee;

3.- Riforma della Governance dello Stato, nell'ambito della attuale Repubblica parlamentare:
a) il Parlamento potrà essere mono-camerale o bi-camerale ;
b) la rappresentanza dei partiti dovrà avere luogo con sistema proporzionale puro, ma con il vincolo di opzione degli eletti tra due soli gruppi parlamentari (uno di maggioranza e uno di minoranza).
Il gruppo di maggioranza è costituito dai partiti che eleggono il Presidente del Consiglio; il gruppo di minoranza è costituito da tutti gli altri.
c) Il voto di sfiducia è ammesso solo a partire dal quarto anno dalle elezioni.

4.- La struttura dello Stato è autonomistica,
e tuttavia con un solo Ente Intermedio (Regione) tra lo Stato e i Comuni.

5.- La DC impegna lo Stato:

a) a un ruolo forte per la difesa dei diritti umani e sociali fondamentali, conquistati dal nostro popolo (scuola-universita', sanita', giustizia, pensione sociale, pensione agli invalidi impossibilitati al lavoro, beni primari garantiti a tutti, senza distinzione di razza, religione, genere);
b) nell'ambito degli strumenti di tutela dei diritti di impresa, a mettere un limite alla pressione fiscale che non dovrà superare il 33-36/ del PIL, e sgrava il reddito minimo di sussistenza.
c) a promuovere il lavoro e, al limite, chiedere allo Stato il ruolo di datore di lavoro di ultima istanza;
d) ad assumere i seguenti criteri direttivi per il sistema economico e sociale:
- la libera iniziativa privata è cuore pulsante dell'economia. Pertanto va invertito il processo di socializzazione del sistema economico, attuato in Italia nel 1970-90, fatta eccezione per il controllo diretta statale di determinati settori (rete dell'acqua, rete dell'energia elettrica, reti ferroviarie nazionali ed europee, altre posizioni altamente strategiche).
e) lo Stato fissa le regole etico-morali del mercato e impone, attraverso la sua mediazione, l'armonizzazione tra gli interessi economici e sociali di parte;
f) il sistema bancario tutela il risparmio delle famiglie e favorisce gli investimenti produttivi, applicando la distinzione tra banche commerciali e istituti finanziari, e rispettando determinati vincoli di utilità pubblica.
g) in ambito internazionale, la DC è impegnata:
- alla ulteriore realizzazione della Unione Europea;
- al sistema di difesa in ambito atlantico;
- al consolidamento dei principii di pace nel mondo nell'ambito della Organizzazione delle Nazioni Unite.
e) Gli iscritti si impegnano al rispetto del codice etico*.

DOPO IL RIMPASTO DELLA DIREZIONE NAZIONALE
Artt. 75, 82, 85 Statuto
___________________________

GIUNTA ESECUTIVA

- Segretario Politico Nazionale:
  - Dott. Prof. NINO LUCIANI (BO)

- Segretario Amministrativo Nazionale, Rappresentante Legale:
  - Rag. CARLO LEONETTI (PI)

- Primo Vice Segretario Politico Nazionale:
Dott. Prof. DOMENICO LENZI (AN)

- Secondo Vice Segretario Politico Nazionale:
Dott. PAOLO GENCO (PA)

- Per il Centro Italia e la Sardegna: Dott.ssa VALENTINA VALENTI (RM)

- Presidente Consiglio Nazionale, Partecipante con voto consultivo: Dott. FRANCO ROSINI

.

DIPARTIMENTI

- Comunicazione Politica e Sociale di Massa:
- Responsabile per whatsapp
e la comunicazione di massa: Perito ENDO GIARIN (VR)
- Responsabile per i rapporti con i giornali: Geom. FRANCESCO STEFANIA (FE)

- Affari Esteri, Cooperazione Internazionale
:   

- Interno
:
  - Segretario Organizzativo Nazionale del Partito: Perito Informatico LUIGI ZILLI (PC)
  - Vice Segretario Organizzativo del Partito: Dott. Giovanni Calavita (TA)

- Lavoro e Politiche Sociali:
  - Politiche sociali:;
  - Rapporti con i Sindacati del Lavoro: Dott. MASSIMO ROCCHITTA (SO)

- Turismo e agricoltura:
  - Responsabile unico: Sig. ANTONIO DI ROCCO (CB)

- Cultura e Formazione:
  - Responsabile per la FORMAZIONE:

  - Responsabile per la CULTURA: Dott. SALVATORE SOTTILE (MI)

- Giustizia:
  - Responsabile per Giustizia amministrativa:
  - Responsabile per la Giustizia civile:

- Transizione Ecologica:
- Responsabile per la transizione ecologica agricola: Sig. MANNO LIBORIO (TP)

- Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili:
  - Responsabile: On. Dott. PAOLO FRANCESCO LUCCHESE (TP)

- Politiche Agricole Alimentari e Forestali :
  - Responsabile per le Politiche Alimentari: PROF. MASSIMO DE LEONARDIS (TA)

- Economia e Finanze:
   - Responsabile per la Riforma fiscale:;

- Istruzione:
- Responsabile per la scuola privata: ;
- Responsabile per la scuola pubblica: Prof. DOMENICO LENZI (AN)

- Sviluppo Economico - Industria, commercio, artigianato:
  - Responsabile Dott. ENRICO BITTOTO (BO)

- Università e Ricerca :
  - Responsabile:

- Coesione territoriale dell'Italia :
- Responsabile :

- Pubblica Amministrazione:
- Responsabile per Funzione Pubblica :

- Disabilità, Pari Opportunità, Famiglia:
- Responsabile: Maturità Classica DOMENICO DE CAROLIS (RM)

- Organizzazione, Comunicazione commerciale, marketing:
  - Responsabile: Perito Commerciale MARIO PELLICCI (PI)

OR  
* CODICE ETICO DEL CRISTIANO IMPEGNATO IN POLITICA: CODICE ETICO, Parte I ; CODICE ETICO, Appendice
NOTA: Il testo originario è di Guido Gonella, 1982, aggiornato da un gruppo di 12 docenti universitari nel 2016, ospiti dell'Aula Absidale della cattedrale di S. Petronio, Bologna .

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Dott.ssa VALENTINA VALENTI
CANDITATA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

DIREZIONE NAZIONALE
PER LA PARTECIPAZIONE ALLE ELEZIONI
.

Scrivere a: dcs@democraziacristianastorica.it

1.- La Democrazia Cristiana, tornata operativa il 24 ottobre 2020 (in continuità storico-giuridica con la DC del 1994) ha deliberato di presentarsi alle elezioni politiche e amministrative con il proprio nome, e simbolo scudo crociato libertas, appellando a parteciparvi i “cattolici” e “laiccon uguali valori”.
Per la dimostrazione della continuità storico-giuridica della DC di oggi con la DC del 1994, sono pubblicati i documenti del tribunale, sul questo sito, in particolare una certificazione recente del Tribunale Civile di Roma, qui a fianco .
La DC sa, al tempo stesso, della esistenza di molte associazioni culturali e sociali (specialmente nelle parrocchie e nel mondo del volontariato), ma che hanno piccola incidenza politica, a causa della frammentazione. Per questo motivo, la DC ufficiale non vuole gestire in monopolio il nuovo strumento giuridico, ma metterlo a disposizione di tutti, come se fosse di loro.
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2.- In base al dettato costituzionale, "tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale" [art. 49 cost. ].
  Ai cittadini interessati, la DC darà la delega a fare le liste elettorali sulla base di principii e criteri direttivi, quali il possesso dei requisiti di legge (es., non avere pendenze penali) avere la stima dei cittadini.
  Chi fa la lista è tenuto a farla, possibilmente, completa di tutti i nominativi consentiti; e fare un programma economico sociale per la gestione del Comune.
  Per essere candidati non occorre essere iscritti, ad eccezione di chi organizza la lista o di chi è candidato a Sindaco.
3.- Sotto il profilo costituzionale, le liste (che fanno riferimento al simbolo della DC scudo – libertas) devono essere autorizzate dalla Corte di cassazione e dal ministero dell’Interno.
4. – Il programma deve contenere i problemi di interesse locale e, possibilmente tenere conto del quadro nazionale, in particolare delle fonti di finanziamento, quali le imposte locali e i finanziamenti dello Stato.

NOTA. Contrassegno scudo crociato - libertas.
A riguardo del recupero dello scudo crociato-libertas (in passato assegnato alla UDC, dall'Ufficio Elettorale della Corte di Cassazione) la Direzione è fortemente fiduciosa per i seguenti motivi :
a) la Cassazione aveva chiesto alla DC di dimostrare la continuità storico-giuridica con la DC del 1994. Questo adesso lo facciamo;
b) il diritto della UDC era fondato sull'avere deputati in parlamento. Ma il sito internet del Ministero dell'Internet indica che la UDC non ha avuto nessun eletto in parlamento, nelle ultime elezioni:
c) circa la confondibilità di due contrassegni, in due differenti partiti, due tribunali (Palermo e Roma), specializzati sui marchi e contrassegni hanno chiarito che per i simboli non si applica più la normativa sulle imprese, ma sulle associazioni (art. 7 cc) e dunque essi non sono scindibili dai nomi e, in caso di confondibilità, si applica l'ordine storico della presentazione (la DC nel 1948; la UDC nel 2005)..

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LE SENTENZE DEL RITORNO DELLA DC

 

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XIX CONGRESSO DC 24 OTTOBRE 2020
COMUNICATO

- Al Presidente Della Repubblica
- Al Presidente Del Consiglio Dei Ministri
- On.Li Presidenti della Camera e del Senato
- On.Li Parlamentari Deputati E Senatori
- Autorita' Religiose Vescovili
- Stampa

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1.- E' avvenuta la ricostituzione giuridica del Partito della Democrazia Cristiana in Italia, con le deliberazioni del XIX Congresso Nazionale, il 24 ottobre 2020, mediante piattaforma informatica, in ragione delle restrizioni emergenziali. Sono stati nominati gli Organi dirigenziali e deliberato il Manifesto di intenti. Per effetto di ciò, il partito può riprendere a fare politica nella necessaria condizione di legittimità e rappresentatività, nelle relazioni con le altre forze politiche e con le istituzioni. L'ambizione è ora partecipare alle elezioni pubbliche per riportare la DC in parlamento e negli altri consessi istituzionali, per ulteriori traguardi di libertà e di giustizia sociale, ispirati ai principi cristiani (Atto fondativo del 1943-45, art. 1).

2.- Memori dell'antico ruolo dei "cattolici" nella storia d'Italia, la via è ottenerne la disponibilità (e, non meno, dei "non cattolici con uguali valori") a rivelarsi, quale classe dirigente che già c'è, ma in ombra da 30 anni, a causa di vari ostacoli, quale l'occupazione abusiva di spazi della comunicazione sociale, da parte di lobby e partiti, orientati prevalentemente all'interesse privato.

3.- La DC non è mai stata "sciolta", poiché nel 1994 non fu convocata nessuna Assemblea dei Soci per decidere la fine e la nascita di nuove formazioni politiche, voluta dai dirigenti del tempo ma senza il consenso assembleare, come rilevato dalla Corte di Cassazione (2010). Ad indurre i Dirigenti alla diaspora è stata una crisi istituzionale grave tra i grandi poteri dello Stato, con ricadute sulla tenuta elettorale del partito; ciò, oltre e specificamente, alcuni infortuni giudiziari, connessi con il finanziamento dei partiti.

4.- Lo "scioglimento" della D.C. , per superare la crisi, non è stata politicamente la scelta più corretta. Crisi identiche in altri Paesi sono state superate con il licenziamento tempestivo dei responsabili. Basti considerare la sorte della DC in Germania: vale dire, essa è ancora là a beneficio del popolo tedesco.

5.- Per 26 anni La D.C. è rimasta solo inattiva, essendo decaduti gli Organi nazionali della stessa, per effetto del mancato rinnovo alla scadenza.
Nel 2010 la Corte di Cassazione [1] ha confermato giuridicamente l'esistenza giuridica della D.C. .
Nel 2016, il Tribunale Civile di Roma [2] , invocato in volontaria giurisdizione con il fine di imprimere la riattivazione dell'organo principale (Assemblea dei Soci), dispose la convocazione della stessa il 26/27 febbraio 2017 a Roma, designando Nino Luciani per la formalità attuative.
Quella assemblea ha nominato, quale Presidente della Associazione, Giovanni Fontana, con l'incarico di convocare il Congresso per la nomina degli Organi.
Di seguito alle dimissioni di Fontana in data 29 giugno 2020, la convocazione del Congresso è stata disposta da Luciani, che il 10 settembre 2020 era stato nominato Presidente della Associazione, al posto del dimissionario Fontana, da parte della Assemblea dei soci, convocata dal VicePresidente della Associazione.

6.- La legittimità degli atti è risultata da due Ordinanze del Tribunale Civile di Roma:
- una che ha respinto la domanda di Grassi, finalizzata a ritardare la presa d'atto del Giudice, della rinuncia di alcuni soci a un ricorso contro il congresso del 14 ott. 2018 [3];
- e una seconda che, in modo conclamato, ha respinto il ricorso di Grassi e Carmagnola volto ad inibire il Congresso del 24 ott. 2020, passata in giudicato [4] .
Questi fatti evocano solo la punta dell'iceberg degli ostacoli alla ricostituzione degli Organi [5].

7. - Adesso la DC, giuridicamente tornata, è aperta a tutti i democristiani, per un grande lavoro comune. Quanto, in questa essenziale comunicazione (soprattutto i documenti giuridici) non trova esposizione, può essere conosciuto in NOTA attraverso il sito : www.democraziacristianastorica.it .
                                                                                                                                                                                             Il Segretario Politico  Nazionale - Prof. Nino Luciani

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Dal TRIBUNALE CIVILE DI ROMA:
COMUNICAZIONE, 27 MAGGIO 2021

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AVVERTENZA. Il sottonominato Attore principale Carmagnola Mauro
è il segretario amm.vo rappresentan5te legale della DC di RENATO GRASSI,
agente politico effettivo
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ELEZIONI NAZIONALI SUPPLETIVE DI OTTOBRE 2021

Comunicato

La DC ha cercato di presentare candidati alla Camera dei Deputati e nei Comuni di Roma, Giarre, Alcamo, ma non vi è riuscita per insufficienza delle firme.
Ringraziamo i "generosi" che si sono impegnati e messa la faccia.

ATTESTAZIONE DI NON PROPOSTO RECLAMO.jpg (295343 byte)

Adesso
LA CAMPAGNA TESSERAMENTO

Per la “GRANDE DC” in Italia,
ovvero il ritorno di un partito unitario
dei “cattolici” e “laici" con uguali valori

1.- In questi mesi è stato completato l’iter giuridico per il ritorno della DC in Italia, in continuità con la DC attiva fin al 18 gennaio 1994.
Questo non vuole dire che, a quel punto, il mondo cattolico si sia fermato. Certo è che, essendoci stati vari frazionamenti (con luogo ad associazioni organizzate e a piccoli partiti, autonomi o confluiti dentro il PD, o a FI, ...  ), l’influenza politica del mondo cattolico in Italia sarebbe stata con un ruolo “minore”.
Al tempo stesso, memori che l’Italia (che oggi abbiamo)è quella che fu fatta dalla DC, si appella alla RIUNIFICAZIONE perchè il cammino sia ripreso, sempre in collaborazione con tutti i partiti.
Ma su questa strada il primo obiettivo è il consenso diretto dei cittadini con le nuove ISCRIZIONI.
Dunque, apriamo la CAMPAGNA TESSERAMENTO

2.- Ma va anche chiarito che la tornata DC non vuole gestire in monopolio il nuovo strumento giuridico della continuità con la vecchia DC, ma anzi metterlo a disposizione di tutte le anime DC. Ci sono tante associazioni nel volontariato nelle parrocchie e nella società civile
Lo strumento proposto dalla DC, per la "raccolta" di queste realtà, è un COMITATO PROGRAMMATICO PER L’UNIFICAZIONE DI TUTTE LE DC, al quale partecipino pariteticamente tutte tali realtà, conservando la loro identità.
In questo modo vengono a crearsi due strade parallele, per ora separate ma che devono convergere, in una gradualità sperabilmente breve.
a) la prima è quella della iscrizione personale alla DC di chiunque si senta già pronto, ed è la strada solita prevista da ogni statuto;
b) la seconda è quella della costruzione della “GRANDE DC” dentro il Comitato, e che dovrà darsi un Regolamento e Organi, in particolare il criterio di decisione dello stare insieme.
Per il subito, il Comitato potrebbe occuparsi dei programmi e candidature alle elezioni amministrative e politiche sotto la denominazione unica DC e il simbolo scudo crociato-libertas.

3.- Nessuno si aspetti, al tempo stesso, che la DC tornata rinunci ad un ruolo vigile a difesa del lavoro compiuto per tornare operativa (quasi 12 anni dalla Sentenza della CASSAZIONE del 2010, che ne riaprì la strada, seguita da decreto del Tribunale civile di Roma del 2016).
Questo vuol dire che, in via transitoria, le delibere del Comitato saranno giuridicamente valide, subordinatamente alla ratifica della DIREZIONE della DC.
Cordiali saluti. La Direzione
_______________

POSCRITTO. Per LE ISCRIZIONI e i particolari giuridici del ritorno della DC, si vegga nel riquadro più sopra, quinta riga. Si vegga, inoltre:
- Verbale della DIREZIONE DC del 21 gen. 1994, in cui già si viene a sapere della prima scissione, quella del CCD di Casini P.F. e di Mastella C.,  e che nel pomeriggio andarono alla prima riunione di F.I.

 

 

 

LE SENTENZE SUL RITORNO DELLA DC

[1]
CASSAZIONE, SENTENZA 2010: https://www.democraziacristianastorica.it/cassazione_25999-2010-leggibile.pdf
[2] TRIBUNALE CIVILE DI ROMA, 2016: https://www.democraziacristianastorica.it/Decreto%20.pdf
[3] TRIBUNALE CIVILE DI ROMA, 2021: https://www.democraziacristianastorica.it/Ordinanza-Romano%2025%20GEN%202021.pdf
[4]   VERBALE DEL XIX CONGRESSO DELLA DC, Verbale 24 ottobre 2020 .
[5] Ordinanza Scerrato - no a ricorso GRASSI

[5] POSCRITTO. Sui passaggi giuridici, specifici (prima e dopo la sentenza della Cassazione, 2010), si riassume :
- prima, ci furono numerose cause tra piccoli partiti, pretendenti alla successione. Essi sono menzionati nella riportata sentenza della Cassazione.
- dopo, ci furono numerosi tentativi di riorganizzazione di nuove associazioni, tutte con denominazione DC, ma evidentemente "una sola" poteva essere la "DC storica. Essi erano mossi da soci che li fondavano sulla "auto-convocazione", ma tutti nulli per mancanza dell'organo a cui chiedere, come prima mossa, la convocazione, in base all'art. 23 dello Statuto.
- in questo modo furono nulle tutte le auto-convocazioni di Angelo Sandri;
- fu annullato, con sentenza, il XIX congresso DC del 2012, che aveva nominato G. Fontana come Segretario Politico.
- fu nulla una auto convocazione di R. Cerenza e F. De Simoni, del 12 ott. 2019.

Ma già nel 2016 si cominciò a riflettere sul codice civile che narra (art. 20) doversi ricorrere al Tribunale, se manca "l'amministratore di una associazione". E infatti, il Tribunale convocò l'Assemblea dei soci, preso atto che mancava l'organo competenza. Di questo si riferisce più sopra.
- In questo senso fu convocato, il congresso del 14 ott. 2018, ma anche questo fu annullato per motivi nuovi. A questo passaggio si pervenne (di seguito a ricorso giudiziario di R. Cerenza per fare annullare il congresso medesimo), perchè G. Fontana aveva convocato, per il 12 ott. 2019, l'Assemblea dei soci per deliberare in auto-tutela sulla validità del Congresso, delibera di nullità che fu presa, per evitare le lungaggini giudiziarie del ricorso (fondato) di R. Cerenza.
Conseguentemente R. Cerenza, rimettendosi alla delibera della assemblea, ritirò il ricorso; e il Giudice Scerrato respinse anche una specifica domanda di Grassi (indirettamente attinente alla sua "posizione" di presunto Segretario) perchè inconferente con il processo.
Alla assemblea medesima del 12 ottobre 2019, tuttavia. G. Fontana non partecipò causa malattia e l'Assemblea (al punto dell'odg "Deleghe operative") conferì a Luciani Nino la delega operativa di Presidente ad Interim peri fare il regolamento congressuale e ri-convocare il congresso (carica poi rivendicata da E. Cugliari), ma comunque decaduta (quella delega, per chiunque) in seguito alle accennate dimissioni di Fontana, accolte il 10 sett. 2020.
- E' seguìto, infine il congresso del 24 ottobre, di cui più sopra.

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SEGUITO DEL COMUNICATO

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In continuita' con la Democrazia Cristiana del 1994

Per la memoria di tutti resta in primo piano, dal 2016:
"TRIBUNALE CIVILE DI ROMA, 2016:
CONVOCAZIONE ASSEMBLEA DEI SOCI DC, 1992/93
".
   PER IL DECRETO, CLICCA SU: Decreto Tribunale

 

APERTO IL TESSERAMENTO DELLA DC
( IL PRIMO DAL 1994, ANNO DEL PRESUNTO SCIOGLIMENTO )
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a) Per aderire al Partito si fa la domanda dal 1 gen. al 31 dic. 2021 (senza versare cifre, per ora:  € 5,00 per i govani di anni 14-16;   € 10,00 per gli anziani).
  La domanda va fatta con apposito modulo all'Ufficio Organizzativo e-mail: DCS@democraziacristianastorica.it .
b) Invece, i vecchi soci (per salvare l'anzianità) dovranno versare € 50,00 entro dic. 2020, al vecchio IBAN su  http://www.impegnopoliticocattolici.bo.it/ .
c) Per i sostenitori, sono ammesse liberalità nel limite di € 500,00.
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POST-SCRIPTUM. Lo storico G. GALLI (Storia della DC, Kaos, MI, 2007, p. 207) narra che la DC fu un partito di èlite fino 1946, finchè fu scoperta dalle Parrocchie. Solo allora divenne partito popolare. Il motivo è che le parrocchie, tradizionalmente in Italia, hanno sempre svolto compiti civili per il popolo, passando per la DC.
PER L'APERTURA DELLE ISCRIZIONI: SCARICA REGOLAMENTO TESSERAMENTO 2021.
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XIX CONGRESSO DELLA DC - RITORNO DAL 1994
Roma, 24 ottobre 2020.

ELETTO SEGRETARIO POLITICO NAZIONALE:
PROF. NINO LUCIANI*

* Sotto, si può trovare un Curriculum .

MANIFESTO DI INTENTI

PARTITO DEI CATTOLICI E NON CATTOLICI, CON UGUALI VALORI
Linee di politica approvate dal  congresso del 24 ottobre 2020


1.- La DC è un partito di libertà e di giustizia sociale, ispirata ai principii cristiani
(art. 1 dell' atto fondativo del 1943-45).
La "persona" è al centro della azione della DC.
  La DC ha collocazione politica centrista e interclassista, in un sistema di alternanza al governo, tra i grandi partiti, con governi di legislatura;
  Alle elezioni politiche, la DC si presenta da sola col proprio simbolo SCUDO CROCIATO.

2.- Riforma il sistema elettivo della DC.
La rappresentanza dei soci, nel CONSIGLIO NAZIONALE, è ripartita tra le Regioni, per metà in proporzione alla popolazione regionale; per l'altra metà, in proporzione agli iscritti DC nella Regione; e infine dando luogo a due soli "grandi gruppi politici" nel CN:
- il gruppo di maggioranza è costituito dai soci che eleggono il Segretario Politico;
- il gruppo di minoranza è costituito da tutti gli altri.
Questo, allo scopo di favorire la coesione nazionale e impedire che determinate correnti si impossessino del partito con la "cattura delle tessere", o esercitino un potere "deviante", anzichè essere solo portatrici di idee;

3.- Riforma della Governance dello Stato, nell'ambito della attuale Repubblica parlamentare:
a) il Parlamento potrà essere mono-camerale o bi-camerale ;
b) la rappresentanza dei partiti dovrà avere luogo con sistema proporzionale puro, ma con il vincolo di opzione degli eletti tra due soli gruppi parlamentari (uno di maggioranza e uno di minoranza).
Il gruppo di maggioranza è costituito dai partiti che eleggono il Presidente del Consiglio; il gruppo di minoranza è costituito da tutti gli altri.
c) Il voto di sfiducia è ammesso solo a partire dal quarto anno dalle elezioni.

4.- La struttura dello Stato è autonomistica,
e tuttavia con un solo Ente Intermedio (Regione) tra lo Stato e i Comuni.

5.- La DC impegna lo Stato:

a) a un ruolo forte per la difesa dei diritti umani e sociali fondamentali, conquistati dal nostro popolo (scuola-universita', sanita', giustizia, pensione sociale, pensione agli invalidi impossibilitati al lavoro, beni primari garantiti a tutti, senza distinzione di razza, religione, genere);
b) nell'ambito degli strumenti di tutela dei diritti di impresa, a mettere un limite alla pressione fiscale che non dovrà superare il 33-36/ del PIL, e sgrava il reddito minimo di sussistenza.
c) a promuovere il lavoro e, al limite, anche affidando allo Stato il ruolo di datore di lavoro di ultima istanza;
d) ad assumere i seguenti criteri direttivi per il sistema economico e sociale:
- la libera iniziativa privata è cuore pulsante dell'economia. Pertanto va invertito il processo di socializzazione del sistema economico, attuato in Italia nel 1970-90, fatta eccezione per il controllo diretta statale di determinati settori (rete dell'acqua, rete dell'energia elettrica, reti ferroviarie nazionali ed europee, altre posizioni altamente strategiche).
e) lo Stato fissa le regole etico-morali del mercato e impone, attraverso la sua mediazione, l'armonizzazione tra gli interessi economici e sociali di parte;
f) il sistema bancario tutela il risparmio delle famiglie e favorisce gli investimenti produttivi, applicando la distinzione tra banche commerciali e istituti finanziari, e rispettando determinati vincoli di utilità pubblica.
g) in ambito internazionale, la DC è impegnata:
- alla ulteriore realizzazione della Unione Europea;
- al sistema di difesa in ambito atlantico;
- al consolidamento dei principii di pace nel mondo nell'ambito della Organizzazione delle Nazioni Unite.
e) Gli iscritti si impegnano al rispetto del codice etico*.

STRUTTURA ORGANIZZATIVA

CONSIGLIO NAZIONALE
(Aggiornato al 17 marzo 2023
- Presidente:
FRANCO ROSINI

- Membri:


BERTE' SAVERIO, SICILIA

BITTOTO ENRICO, EMILIA-R

CECCARELLI STEFANO, TOSCANA

D'ARDIE' ANTONIO, MOLISE

DE CAROLIS DOMENICO, LAZIO

DE LEONARDIS MASSIMO, PUGLIA

DI IANNI ADA, ABRUZZO

DI IANNI ENEA, ABRUZZO

DI ROCCO ANTONIO, MOLISE

GRAZIANO ANTONINO, SICILIA

LENZI DOMENICO, MARCHE

LEONETTI CARLO, TOSCANA

LO FERMO BARBARA SICILIA

LUCCHESE PAOLO F., SICILIA

LUCIANI NINO, EMILIA-R

MORANA GIUSEPPA, SICILIA

PELLICCI MARIO, TOSCANA

ROCCHITTA MASSIMO, SARDEGNA

ROSINI FRANCO, MARCHE

SORANO CARLO, SICILIA

SOTTILE SALVATORE, LOMBARDIA

TRAMONTE COSIMO, PUGLIA

TRENTI GIORGIO, EMILIA-R

TRISCIANI FILIPPO, TOSCANA

ZILLI LUIGI, EMILIA-R
____________________________________________________________________
CONSIGLIO NAZIONALE
ELETTO DAL XIX CONGRESSO 24 OTT. 2020
- Presidente: FRANCO ROSINI

- Membri:
- BEIFIORI VITTORINO
- BENDINELLI FEDERICO
- BERTINI GIULIANO
- BOTTIN ALDO
- CASTORINA CARMELO
- CATARSI MASSIMO
- CECCARELLI STEFANO
- CERAGIOLI LUIGI
- CINNIRELLA CARMELO
- CONCORDIA RODOLFO
- CORTESE GIUSEPPE
- GRIGNOLIO MASSIMO
- LEONETTI CARLO
- LUCCHESE PAOLO
- LUCIANI NINO
- MANIACI MARINO
- MAZZUCCO FRANCESCO
- MORETTI ANTONIO
- MORTELLARO FRANCO
- NAPOLITANO SALVATORE
- PAZIENZA GABRIELE
- ROSINI FRANCO
- SALSANO CARMINE
- STEFANI MARIO
- TRAMONTE COSIMO
- VALENTI VALENTINA
- ZOLLA MICHELE O.

COLLEGIO DEI PROBI VIRI :
- PAOLO LUCCHESE ,
- MEMBRI: SALVATORE SOTTILE, GIORGIO TRENTO, MASSIMO DE LEONARDIS, MARIO PELLICCI.

.* CODICE ETICO DEL CRISTIANO IMPEGNATO IN POLITICA: CODICE ETICO, Parte I ; CODICE ETICO, Appendice
.   NOTA: Il testo originario è di Guido Gonella, 1982, aggiornato da un gruppo di 12 docenti universitari nel 2016, ospeti dell'Aula Absidale della cattedrale di S. Petronio, Bologna .

****

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Curriculum Vitae, Nino Luciani
Professore Ordinario
Full professor
.
Università di Bologna - Dipartimento di Scienze Economiche (1987-2009).
University of Bologna - Department of Economic Sciences.

.
Gia Professore Associato di Finanza degli Enti Locali alla Università di Roma "La Sapienza",
di Scienza delle Finanze all' Accademia Militare di Modena, alla Università di Parma, alla Università di Venezia Cà Foscari

Scritti scelti, di libera lettura
Selected writings,free reading
http://amsacta.unibo.it/3417/
Telefono
Phone
+39 051 6233282 - 347 9470152
+39 051 6233282 - 347 9470152
Settore Scientifico
Scientific Sector
Scienza delle Finanze (Economia della Finanza Pubblica)
Science of Public Finance (Economy of Public Finance)
Insegnamenti
Teachings
pallino-gif.gif (1014 byte) Economia della Finanza Pubblica
   
 Economy of Public Finance
.

LIBRI

pallino-gif.gif (1014 byte)   Libro: ECONOMIA GENERALE, Franco Angeli, Milano 2005
Textbook: General Economy ( in Italian), Franco Angeli, Milano 2005

pallino-gif.gif (1014 byte)  Libro: ECONOMIA DELLE SCELTE PUBBLICHE DI BENI E SERVIZI, Franco Angeli, Milano 1992.
Textbook: Public Economy ( in Italian), Franco Angeli, Milano 2005.  Clicca su: http://amsacta.unibo.it/3417/

Prof. NINOLUCIANI
POSIZIONE: Professore ordinario di Scienza delle Finanze, nell'Università di
Bologna.
Present Status: Full professor of Science of Public Finance at the University of Bologna.

DATA DI NASCITA: 30 aprile 1937 a Comacchio (Italy)
Birth Date: April 30, 1937, Comacchio (Ferrara, Italy)

RESIDENZA: via Titta Ruffo 7, 40141 Bologna
Home: via Titta Ruffo 7, 40141 Bologna

EDUCAZIONE: Laurea in Scienze politiche, 1960; Diploma di Specializzazione sullo Sviluppo Economico, 1961.
EDUCATION: Degree of Political Sciences, 1960, Rome, University “ La Sapienza ”; Master of Economic Development, 1961, Roma, Italian Union of Trade Chambers.

CARRIERA ACCADEMICA: 1967 Assistente Ordinario (1967 e Professore Associato di Finanza degli Enti Locali (1983) presso l'Università di Roma " La Sapienza"; Professore Incaricato nelle Università di Venezia, Parma, nell’Accademia Militare di Modena. Professore ordinario di Scienza delle Finanze nell'Università di Bologna.
ACADEMIC CAREER: Assistant Professor (1967 at the University " La Sapienza"of Rome); Associate Professor (1983 at the University ".La Sapienza" of Rome); Professor at the Universities of Venise and Parma, and at the  Military Academy of Modena. Full Professor at the University of Bologna.

DOCENZE: Scienza delle Finanze, Finanza degli Enti Locali, Economia Politica, Economia dell’Ingegneria, Economia pubblica dell’Energia.
COURSES GIVEN:  Science of Public Finance, Local Public Finance, Political Economy, Engineering Economy, Public Economy of Energy.

ATTIVITA' SCIENTIFICA. Allievo di Ernesto d’Albergo, uno degli studiosi italiani più rappresentativi della scienza delle finanze degli ultimi 50 anni, l'attività scientifica svolta ha consentito al Prof. Nino Luciani la produzione di un centinaio di pubblicazioni e di 5 libri.
I principali temi di ricerca sviluppati riguardano il concetto di reddito, la pressione fiscale internazionale, l'efficacia della manovra dei prezzi pubblici nel controllo dell'inflazione da costi, l’economia delle scelte pubbliche di beni e servizi, l’uso del "rate of return" nella valutazione degli investimenti", l’ottimizzazione della finanza pubblica per ‘welfare state’, l’importanza della comunicazione interattiva per la public choice e la democrazia diretta, la misurazione economica dell’efficienza della Pubblica Amministrazione, la misurazione del progresso tecnologico, l’impostazione delle "due" equazioni del cambio.
RESEARCH: , A pupil of Ernesto d’Albergo, one of the most relevant Italian scholars of Science of Finance over the last 50 years, , a fallout of the research carried out by this author is over one hundred publications and five textbooks.
Main research topics were the concept of income, the international fiscal burden, the efficiency of the adjustment of public prices aimed to control “cost inflation”, the economy of the public choices of goods and services, the correct use of the "rate of return" to evaluate the investments, the optimization of the public finance aimed to the ‘welfare state’, the relevance of the interactive communication in the public choice and in direct democracy, the economic measurement of the efficiency of the Public Administration, the quantification of the technological progress, the formulation of the "two" international exchange equations.

ATTIVITA' EXTRA-SCIENTIFICA.
- "Esperto" per la finanza pubblica presso il Comitato Interministeriale per la Ricostruzione, e presso di Uffici per la programmazione economica del Ministero del Bilancio e della Programmazione economica, dal 1961 al 1965.
    In questo ambito ha collaborato:
    a)  per la Nota Aggiuntiva al bilancio dello Stato: "Problemi e prospettive dello sviluppo economico italiano" del Ministro del Bilancio Ugo La Malfa, 1962;
    b) al Rapporto del Vicepresidente (prof. Pasquale Saraceno) della Commissione Nazionale per la programmazione economica, Ministero del bilancio, 1964       (in particolare il capitolo XI :  "Efficienza della Pubblica Amministrazione.
- Membro del Gruppo di lavoro per lo studio comparato della contabilità nazionale dei Paesi della Comunità Europea, a Bruxelles dal 1961 al 1963, per il Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica Nazionale.
- Membro della Commissione per la sperimentazione didattica e organizzativa dell'Università " La Sapienza" di Roma dal 1985 al 1987.
- Membro elettivo del Senato Accademico Integrato dell'Università di Bologna dal 1990 al 1993.
- Consigliere di Amministrazione dell’Università di Bologna dal 1996 al 1999.
- Magistrato tributario della Commissione Tributaria Regionale dello Stato per l'Emilia Romagna.
COMMITTEE AND WORKING MEMBERSHIP
- Expert for the Public Finance at the Inter-ministerial Committee for Italian Recovery) and at the Office for the Economic Programming of the Ministry of the Budget and of Economic Programming from 1961 to 1965.
- Member of the Workgroup for the comparative study of the national accoubts of EEC countrie), Bruxelles, from 1961 to 1963.
- Member of the Commission for the didactic and organizational experimentation of the University " La Sapienza" of Rome from 1985 to 1987.
- Elected member of the Integrated Academic Senate of the University of Bologna from 1990 to 1993 .
- Member of the Administration Council of the University of Bologna from 1996 to 1999.
- Magistrate of the Fiscal Commission of Central Government for Emilia Romagna region.


ATTIVITA’ EXTRA-UNIVERSITARIE
- "Consigliere Comunale" per la DC. nel Comune di Comacchio nel 1975-80.
- Già Vice Presidente Nazionale del CIPUR (Coordinamento InterSedi Professori Universitari di Ruolo, Sindacato Nazionale Universitario).
- Già Responsabile del Settore "Finanza Locale" della DC della Regione Emilia Romagna, 1983.
- Direttore del Foglio elettronico "UNIVERSITAS - Notizie", in: http://www.universitas.bo.it
- Presidente Nazionale del SUN - Sindacato Universitario Nazionale, membro della Intersindacale nazionale universitaria (cessato).

EXTRA-ACADEMIC ACTIVITIES
- Councillor of the Comacchio Municipality in 1975-80.
- Formerly National Vice President of the trade union CIPUR (Coordinamento InterSedi Professori Universitari di Ruolo).
- Director of the Electronic Newspaper "UNIVERSITAS - News",  http://www.universitas.bo.it.


PUBBLICAZIONI PRINCIPALI

MOST RELEVANT PUBLICATIONS
1 - Intorno alle proposizioni Fisheriane sul concetto di reddito (About
I. Fisher's propositions on the concept of income),  Giuffrè, Milano 1971, pp. 122 (textbook)
2 - "Incrementi di valore e loro posizione in un sistema di imposta sul reddito" (Capital gains and their position in a system of income tax), Rome, Tributi 1970, pp. 60
3.- "Reddito, introito lordo, valore aggiunto e tassazione secondo il criterio del beneficio" (Income, gross income, added value and taxation by application of the criterion of benefit), Rome, Rivista della Guardia di Finanza 1970, pp. 37
4 - "Pressione fiscale internazionale e sua interpretazione" (International fiscal burden and its interpretation), Rome, Tributi 1973, pp. 36
5 - "Le condizioni per l'impiego 'specializzato' delle leve monetaria e fiscale per gli equilibri interno ed esterno" (The conditions for the ‘detaileduse of the monetary and fiscal levers for the internal and external equilibria), Rome, Rivista Bancaria - Minerva Bancaria 1974, pp. 71
6 - "Scelta dell'investimento in rapporto al rischio e imposte sul reddito e sul patrimonio" (Selection of the investment with relation to risk, and taxation of income and property), Rome, Rivista di Politica Economica 1978, pp. 57
7.- "Effetti dell'imposta sull'offerta individuale di lavoro" (effects of taxation on individual workforce supply), Rome, Tributi 1975, pp. 21
8 - "Problemi di efficienza della spesa pubblica locale" ( Problems of efficiency of local public expenditure), Rome, Rivista della Guardia di Finanza 1984, pp. 39
9 - "Condizioni per la parità del gettito delle imposte diretta e indiretta e applicabilità di un noto teorema alla politica finanziaria" (Conditions for the balance of direct and indirect taxation and applicability of a “well-knowntheorem to financial policy), Rome, Tributi 1985, pp. 11
10 - Teoria economica della finanza locale (Economic theory of local public finance). Lectures on the finance of local authorities, at the University of Rome, Rome 1984, pp. 209
11 - "Efficacia della regolazione dei prezzi pubblici nel controllo dell’inflazione da costi” (The efficiency of the adjustment of public prices aimed to control of “inflation from cost), Rome, Rivista di Politica Economica 1987, pp. 42
12 - " Scelta degli investimenti di diversa durata e imposta sui profitti" (Choice of investments of different times, and income taxation), Rome, Tributi 1988, pp. 8
13 - "Influenza dell'imposta sulla scelta della fonte di finanziamento dell'investimento" (Effects of taxation on the selection of financing of the investment), Roma, Rivista di Politica Economica 1988, pp. 12
14 - "Ritiro e innovazione degli impianti industriali: calcolo di convenienza considerando l'imposta sui profitti" (Retirement and innovation of industrial installations: evaluation of convenience in relation to income tax), Rome, Rivista di Impiantistica Italiana, 1990, pp. 8
15 - Economia delle scelte pubbliche di beni e servizi (Economy of the public choice of goods and services), Franco Angeli, Milano 1992, pp. 142 (textbook)
16 - "Il "rate of return" nella valutazione degli in vestimenti" (The rate of return in the evaluation of investments), Rome, revew “Economia, società istituzioni", LUISS, Rome, 1992, pp. 21
17 - "L'activity based costing e il principio di non distorsione dei costi comparati" (Activity based costing and the principle of non-distortion of comparative costs), revew “Economia, società istituzioni", LUISS, Roma 1995, pp. 27
18. "Finanza pubblica e ‘welfare state’ nel modello Pareto-d'Albergo e sviluppi dinamici del modello” (Public finance and welfare state in the Pareto-d'Albergo model, and dynamic developments of the model), in the book “Verso un nuovo stato sociale” (Towards a new social state), D. da Empoli and G. Muraro, Eds., Franco Angeli, Milano 1997, pp. 27
19. "Federalismo fiscale concorrenziale: Regioni o Comuni? " (Competition in fiscal federalism: Regions or Municipalities?), in revew TRIBUTI, n. 7, 1997, Ministero delle Finanze, pp. 13. Discussed at the SIEP meeting of 1997
20. "Comunicazione interattiva, scelte pubbliche e democrazia diretta” (Interactive Communication, public choice and direct democracy"), Scientific Communication at Session 5.B: “Constitutional Rules of Direct Democracy” of the international meeting “Constitutional Issues in Modern Democracies”, University of Messina, Sept. 25-27, 1997. Published in revew “Economia, Società Istituzioni", LUISS, Rome 1998, pp. 42
21.- Economia generale e applicata (Economy, general and applie
d), Progetto Leonardo, Bologna 1999. (textbook, 3rd edition)
22.- "Proposte per un riordino territoriale dei Comuni prima del decentramento dei poteri" (Proposals for a territorial rearrangement of Municipalities prior to decentering of powers), TRIBUTI, n. 5, 1999, Rome, Ministero delle Finanze, pp. 35.
23.- "La figura e l’opera scientifica di Ernesto d’Albergo" (Character and scientific work of Ernesto d’Albergo), Communication at the Meeting "Ernesto d’Albergo e l’evoluzione della scienza delle finanze italiana" (Ernesto d’Albergo and the evolution of the Italian Science of Finance), University of Rome "La Sapienza", 25 giugno 1998, Minutes of the Meeting, Gangemi, Roma 2003, pp. 39.
24 - "L’efficienza della Pubblica Amministrazione misurata dal saldo di bilancio? Idee a partire da una recente riforma del bilancio dello Stato in Italia (The balance of accounts as a measure of the efficiency of the Public Bodies New ideas starting from a recent reform of the State Budget in Italy), revew “Economia, Società Istituzioni", LUISS, Rome 2002, pp. 27.
25 - "Progresso tecnologico: nuovo metodo di misurazione e applicazioni per l’Italia. Su un possibile ruolo dell’I.V.A. nell’incentivare il progresso "labour using." (Technological progress: a new methodology for its evaluation and applications to the case of Italy. On a possible role of IVA [Added value taxation] to favor the progress “labour using”), rev. “Economia, società istituzioni", ed. LUISS, Roma 2002, pp. 28.
26 - "Un'assicurazione pubblica contro il rischio di disoccupazione, come contropartita "uniforme" in Europa alla flessibilità del mercato del lavoro" (Public insurance against the risk of unemployment as a “uniformcompensation to the flexibility of workforce market in Europe), ATTI Convegno SIEP su "Il futuro dei sistemi di welfare nazionali tra integrazione europea e decentramento regionale" (Minutes of the SIEP Meeting on “The future of the welfare systems between European integration and regional decentering”) , 2002 (Pavia, 4 - 5 ottobre 2003), pp. 20.
27 - "Pionieri della Scienza delle Finanze italiana negli anni ‘30 (Pioneers of Italian Science of Finance in the Thirties): Attilio da Empoli ed Ernesto d’Albergo sugli"sgravi fiscali” (fiscal deductions), Minutes of the XVI Scientific Meeting of SIEP, Public policies, development and growth", Pavia 2004.

28 - Ernesto d'Albergo, la Scienza delle Finanze e il problema di una regola sicura di decisione collettiva, a supporto del "II teorema dell'economia del benessere" (Ernesto d'Albergo, the Science of Public Finances and the problem of finding a sure rule of public choice, to help the "The second theorem of economic welfare"), rev. "Economia, società istituzioni", ed. LUISS, Roma 2003, pp. 22.
29 - ECONOMIA GENERALE (General Economy -  in Italian), Franco Angeli, Milano 2005. pp. 520.
30.
Ernesto d'Albergo, Economia della finanza pubblica. Edizione digitalizzata a cura di Nino Luciani. Libro. Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, Bologna, 2009. Clicca su http://amsacta.cib.unibo.it/archive/00002571/,   Documento PDF , pp. 446
31.
"Il "2° criterio Paretiano", d'Albergo e la Scienza delle finanze" (The "2d Pareto's criterion", d'Albergo and the Science of public finance), 2009, Saggio annesso al Libro di Ernesto d'Albergo, Economia della finanza pubblica, 2009. Edizione digitalizzata a cura di Nino Luciani: Clicca su http://amsacta.cib.unibo.it/archive/00002571/,   Documento PDF , pp. 408-446.

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EDIZIONI PRECEDENTI

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LETTERA APERTA
A QUELLI CHE, IN ITALIA, VOGLIONO DI NUOVO LA DC
15 giugno 2020

LETTERA a quelli che, in Italia, vogliono di nuovo la DC.

OGGETTO: 1) La Democrazia Cristiana è tornata operativa il 24 ottobre 2020 con la ricostituzione degli Organi, giuridicamente continua con quella del 1994.
Adess
v affrontato il tema della unificazione delle DC, quindi superando la diaspora seguita al 1994.
I partiti della diaspora sono indicati da una sentenza della Cassazione che li bocciò come aventi titolo alla successione:

 

 

 

 

 

In questa ottica va tenuto conto delle diversità maturate nel tempo, ma anche realizzando le condizioni per un atterraggio morbido, in cui da un lato la DC riconquistata viene messa in sicurezza e da altro lato gli entranti hanno il tempo di sintonizzarsi senza rinnegare la propria storia. In proposito, Luciani rammenta due possibili livelli di adesione alla unificazione: 1) quella della iscrizione al partito, delle persone che già in esso si identificano. Questa è la modalità classica; 2) quella della costituzione di un COMITATO PROGRAMMATICO PER LA UNIFICAZIONE, al quale possano partecipare tutte le associazioni e partiti centristi, di ispirazione cristiana e laica, qualora essi non si sentissero già pronti per sciogliersi. Ne possono far parte, inoltre, i rappresentanti delle Regioni e delle Province interessate alle elezioni. Durante questo percorso "assieme", lo scopo potrebbe essere fare le candidature comuni e i programmi comuni alle varie elezioni, e comunque con l'unica denominazione DC e il contrassegno scudo crociato - libertas. Al suo interno potranno anche svolgersi negoziazioni tra i componenti per collaborazioni più strette, fermo che esse divengono operative, per la DC, subordinatamente alla ratifica della Direzione, così come per altri soggetti politici. Il Comitato dovrà dotarsi di un Regolamento e, in particolare, fissare i requisiti professionali per essere candidati e il criterio di decisione, a salvaguardia dello stare insieme.

 

 


Le vie della ricostituzione politica sono due:
1) La riapertura delle iscrizioni;
2)

 

in arrivo con il XIX congresso, appena il corona-virus lo permetterà. Le forze che la vogliono ci aiutino a vincere la ricomparsa dei veti di chi si impossessò illegittimamente del suo patrimonio. Ma noi vogliamo il simbolo scudo crociato e il patrimonio finito in mani private, non quello finito in partiti a servizio dell’ Italia.
                       2) Partecipiamo già alla opinione pubblica:
a) su una pagina Facebook, con nome “IMPEGNO POLITICO" ( Cattolici e non Cattolici con uguali valori), con un editoriale di politica economica, quasi tutti i giorni, seguito da 5000 “amici di Facebook” , anche ecclesiastici. La pagina è collegata a: www.impegnopoliticocattolici.bo.it .
b) in Internet: www.democraziacristianastorica.it
                       3) Una importante lettera di Gianfranco ROTONDI .


1.- STORIA RECENTE. Nel 2010 la Corte di Cassazione ha riammesso la DC storica in Italia, respingendo vari ricorsi giudiziari, che rivendicavano un diritto di successione, ma senza avervi diritto. Quei partiti (come risulta a pag. 12 della nota sentenza) erano :
- Partito della Democrazia Cristiana rappresentata da P.P. e L . ;
- Associazione Partito C.D.U. Cristiani Democratici Uniti ;
- Partito Politico della Democrazia Cristiana rappresentata da SANDRI ANGELO ;
- U.D.C. Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro ;
- Partito Popolare Italiano ex Democrazia Cristiana.

2.- Poi, nel 2012 ci fu un tentativo di fare il XIX per la nomina degli Organi.
Ma, poi, ecco vari ricorsi giudiziari, formalmente fondati su illegittimità, ma fors’ anche solo pretesti per bloccare la DC (anche a motivo del vasto patrimonio, di cui si erano impossessati vari enti e persone) . E il congresso fu annullato.
3.- Poi nel 2016, su domanda di 200 firme di soci (in base all’art. 20 del codice civile), il Tribunale Civile di Roma, in ottemperanza alla Cassazione e al codice civile, dispose la convocazione della Assemblea dei soci e diede a Luciani l’incarico della attuazione, giungendo felicemente alla elezione di G. Fontana come Presidente. Ma anche questo passaggio fu bloccato da numerose azioni devianti.
Poi, per le elezioni politiche del 2018, approfittando di una assenza di Fontana in Cina, un gruppo di “NOTABILI” fece un accordo con la UDC – Unione di Centro, per presentare la DC alle elezioni politiche in consociazione con la UDC e con altri partiti centristi.

Ma Fontana, tornato dalla Cina, smantellò tutto: la DC doveva presentarsi da sola con il proprio simbolo Scudo crociato – Libertas .
4.- Poi nel 2018 si rifece il XIX congresso e anche questo finì nel nulla per illegittimità varie.
5.- Siamo di nuovo a fare il XIX congresso, per la nomina degli Organi.
6.- Ma ecco una nuova sorpresa. Vecchi e Nuovi NOTABILI hanno un progetto di federazione, che si chiamerebbe UDC – Unione dei Democratici Cristiani.
G. ROTONDI vi partecipa, e in una importante lettera ha spiegato che l’idea base è quella del rilancio della UDC di Cesa . Riporto, qui sotto, questa lettera integralmente.
Gli autori di questa federazione sono tutte persone molto degne e preparate e il loro progetto è legittimo.
Ma io resto della idea di Fontana. Il partito dei cattolici è la DC, ed eventualmente la riunificazione dei democristiani andrà atta dentro la DC (con massimo rispetto per i Veterani) e massimamente aprendo alla società civile, secondo il disegno di Fontana.
Soprattutto appelliamo agli intellettuali, cattolici e non cattolici con uguali valori, pensosi delle sorti di Italia. NINO LUCIANI

LETTERA

di GIANFRANCO ROTONDI 
lunedì 4 maggio 2020.

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Gianfranco Rotondi

Nota. Per la pubblicazione di questa lettera, non ho domandato autorizzazione al Sen. Rotondi, essendo di dominio pubblico. Ma confido nella sua larghezza di idee, e mi perdonerà.

Carissimi amici,
avrete notato che sono stato silente e riservato nel tempo della quarantena.
Ho letto però le vostre lettere, tutte convergenti su un auspicio:facciamo presto, ridiamo al Paese un partito erede della forza politica che lo ha promosso al rango di settima potenza del mondo.
Potrebbe apparire cinico questo attardarsi su una questione partitica nel tempo della pandemia:e invece le due vicende sono connesse, l’emergenza ha disvelato la nudità della nostra politica, e dilatato a dismisura il rimpianto per la “grandeur” democristiana. E non è un sentimento ‘nostro’, di maturi signori più o meno partecipi di quella grande storia;è sentimento diffuso, popolare, trasversale. 
Questa domanda di democrazia Cristiana tuttavia non basta a renderci capaci di una risposta;arranchiamo ancora tra racconti di controversie giudiziarie, slanci federativi a 36 sigle, progetto di partito unitario senza una data di scadenza.
La realtà è che si è realizzata la profezia di Arnaldo Forlani, umile e grandissimo nostro segretario nell’ora più dura:egli disse nel 1992 che la Scristianizzazione del Paese avrebbe ridotto la Dc al 10 per cento, e la legge maggioritaria avrebbe spaccato in due questa quota, producendo due partiti in lotta tra di loro per chi fosse più Cristiano. Questa fase è durata pochissimo:UDC e PPI si sono lottati blandamente, e mai per chi fosse più fedele all’ispirazione Cristiana;poi è intervenuta la metastasi del tumore scissionista, e i due partiti si sono scissi in una quantità seriale di micro formazioni.
In questa dissolvenza a me è capitata la sorte di rappresentare uno dei cinquanta cespugli democristiani, e di poterlo persino presentare col nome di democrazia Cristiana tra il 2005 e il 2008; l’ho portato ad avere propri gruppi a Camera e Senato, e finanche un rappresentante al governo, il sottoscritto, nel 2008.
La vanità personale potrebbe indurmi a gradire la definizione di “ultimo ministro democristiano” , e fermarmi qui. E per quanto concerne la mia personale carriera certamente mi fermo qui, e ringrazio la vita degli immeritati onori che ho ricevuto:parlamentare per sei legislature, consigliere in due regioni tra di loro diverse e lontane, Lombardia e Campania , ministro per quasi quattro anni.
Avevo coltivato una velleità imperdonabile:di poter dare un contributo alla ripresa di una presenza politica dei cattolici, di poter chiudere la mia esperienza politica esibendo non solo un curriculum ma anche un risultato politico, la rifondazione della DC . Temo di essermi illuso.
Abbiamo costituito una federazione volta a ricostruire il partito Cristiano. Siamo arrivati alla conclusione che - per rifondare la Dc - la modalità più realistica è l’allargamento dell’UDC, partito detentore dell’uso dello scudo crociato.
Ma a tutto oggi non c’è la certezza che ciò avvenga, nè tutti sono concordi su questo percorso. GIANFRANCO ROTONDI

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Giuseppe Chisari

 

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GIUSEPPE CHISARI* , OSSERVAZIONI E CONSIDERAZIONI
SULLA SANITA’ NEL PERIODO DI EMERGENZA COVID  

* Professore di Ortottica ed assistenza oftalmologica, Università di Catania

Breve relazione

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   Il Sistema Sanitario Nazionale SSN è un sistema organizzativo che ha lo scopo di garantire a tutti i cittadini l’accesso alle erogazioni delle prestazioni sanitarie.
  Questo sistema (SSN) nella sua applicazione pratica permette la promozione, il mantenimento e il recupero della salute fisica di tutta la popolazione con una organizzazione sul territorio nazionale i cui servizi sono svolti dai Policlinici Universitari dalle Aziende Sanitarie, dalle Aziende Ospedaliere e dalle Strutture Private Convenzionate con il SSN. Infatti, l’attuazione dell’art. 32 della Costituzione stabilisce la tutela della salute come “diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”, anche se in concreto ad oggi non è stato integralmente applicato.
   Il ministero della salute svolge il ruolo di coordinatore nazionale e promuove le linee guida sanitarie mentre alle regioni spetta il compito attuativo di tutta la rete assistenziale territoriale nella totale e assoluta indipendenza. Tutti questi organi garantiscono i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) alla popolazione.
   Le regioni elaborano proposte per la predisposizione del Piano sanitario nazionale, con riferimento alle esigenze del livello territoriale e alle funzioni interregionali da assicurare sulla base delle indicazioni del piano vigente e dei Livelli Essenziali di Assistenza individuati (LEA).
  Le regioni trasmettono al Ministro della Sanita', entro il 31 marzo di ogni anno, la relazione annuale sullo stato di attuazione del piano sanitario nazionale, sui risultati di gestione e sulla spesa prevista per l'anno successivo.
   La dinamica del personale sanitario negli ultimi 20 anni è stata determinata soprattutto dalle indicazione politiche di razionalizzare e limitare la spesa sanitaria, che hanno comportato come conseguenza diretta una considerevole riduzione del personale sanitario, pur con la creazione diversi figure di precari (Professionisti sanitari, Borsisti, Assegnisti, Contrattisti).
  La programmazione delle necessità di personale medico e sanitario nei Policlinici Universitari e delle Aziende sanitarie e ospedaliere, con la previsione dei numeri dei posti limitati nei corsi laurea e di specializzazione, ha determinato una notevole differenza in negativo tra numero dei medici fuoriusciti per raggiunti limiti di età pensionistica e il nuovo numero di medici specializzati immersi sul territorio.
  Questo fenomeno si è aggravato negli ultimi due anni a causa dell’emergenza sanitaria ed ha condizionato il settore sanitario a promuovere delle nuove normative che permettessero di affrontare in urgenza il reclutamento di nuovo personale sanitario.
  Questo straordinario reclutamento, è stato caratterizzato da nuove forme contrattuali con nuove procedure che ha incrementato e determinato diverse figure di precari come medici, infermieri, biologi, tecnici sanitari, psicologi che lavorano nei Policlinici Universitari e nel SSN.
 

 


  Questo personale nell’ultimi due anni ha affrontato, con notevole rischio, dedizione e merito, le fasi più drammatiche dell’emergenza pandemica. Questi giovani precari grazie al loro lavoro, con rischio biologico personale e per i propri familiari, hanno permesso ai Policlinici Universitari e alle Aziende Sanitarie di affrontare in modo efficace alle emergenze sanitarie della pandemia.
   Credo che sia necessario riconoscere a tutti questi professionisti precari della sanità (borsisti, contrattisti, assegnisti) il ruolo ricoperto, attraverso una procedura di stabilizzazione alle dipendenze di quelle strutture dove hanno prestato il servizio come nei Policlinici Universitari e nelle Aziende Sanitarie.
  Nel triennio 2019-2021 sono andati in pensione circa 4.000 medici specialisti ogni anno per un totale di 12.000 camici bianchi.
  Nel triennio 2022-2024 andranno in pensione circa 10.000 medici specialisti. Quindi in 6 anni il SSN perderà 22.000 medici specialisti ospedalieri per pensionamenti.
  Tra pensionamenti e licenziamenti si arriverebbe a una perdita complessiva di 40.000 medici specialisti entro il 2024 (secondo un recente studio dell'Anaao Assomed).  
  La pandemia ha reso indispensabile il potenziamento delle terapie intensive e sub-intensive non solo dal punto di vista del numero dei posti letto da incrementare ma anche del personale che deve essere specificamente formato per questa specifica attività assistenziale.
  La legge Madia (l’articolo 20, commi 1 e 2 del Dlgs 75/2017) ha previsto la possibilità di far accedere alle procedure di stabilizzazione speciali - entro la fine del 2022 al personale precario della pubblica amministrazione che abbiano maturato al 31 dicembre 2022, almeno 36 mesi di servizio, anche discontinuo, negli ultimi otto anni.
  L’applicazione di questa legge è stata disattesa, non applicata soprattutto nei Policlinici Universitari.
  Questo provvedimento deve essere adattato e modificato, prevedendo l’obbligo di applicazione in tutte le strutture sanitari compreso i policlinici universitari, tempi lavorativi ridotti al fine del riconoscimento del diritto di accesso alla procedura di stabilizzazione per i tutti i precari reclutati a tempo determinato come borsisti, assegnisti, contrattisti durante l’emergenza Covid.
   La stabilizzazione ci consentirebbe di colmare le carenze strutturali causate negli ultimi anni dalle dinamiche del personale sanitario, tra imbuto formativo e restrizioni della spesa del personale, mettendo in sicurezza il sistema sanitario di fronte ad eventuali nuove emergenze pandemiche, ma soprattutto ci consentirebbe di investire in modo efficiente ed efficace le risorse destinate alla formazione.

 Catania 02.07.2022

°°°°°°

 

Per il verbale intero, dell'Assemblea
clicca su: VERBALE 14 MARZO 2020

Storia amara: esclusi, tra l'elenco dei soci, art. 24 cc :
R. Cerenza, F. De Simoni, A. Ciccarelli,
per atti emulativi ai danni della Dc, ex-art. 7 c.c
.

1.- La riunione ha avuto una storia breve, dettata dalla urgenza di una delibera, collegata a una udienza (del prossimo 24 marzo 2020) del Tribunale di Roma, per una causa mossa da Cerenza e De Simoni, per fare annullare il XIX congresso della DC del 14 ottobre 2018. Quel congresso aveva eletto R. Grassi, Segretario Politico, ed eletto il Consiglio Nazionale.
  Nella prima udienza (del 21 gen. 2020) il Giudice aveva già detto che, avendo l'Assemblea dei soci (del 12 ott. 2019) dichiarata nullo quel congresso, era venuto meno il motivo del contendere, e quindi Egli non doveva più annullare nulla. Ma Cerenza aveva chiesto una proroga della udienza  per un certo motivo procedurale (non aveva trovato Troisi, per notificargli la data dell'udienza).
 
  Nella seconda udienza (del 18 feb. 2020), Cerenza ha fatto una sorpresa: ha costituito in giudizio il partito della Democrazia Cristiana, rappresentata dall'Avv. Fornaro e anche se stesso come Segretario Amministrativo- Rappresentante Legale del Partito DC. In questo modo egli era presente a doppio titolo: come socio della Associazione DC, per cui aveva fatto causa per annullare il congresso, e come Rappresentante Legale del Partito, la quale cosa non è stata digerita dal Giudice per motivi procedurali, e quindi c'è stato un terzo rinvio al 24 marzo.

  La mossa di Cerenza è stata assolutamente illegale e furbesca.  Da qui è sorta l'urgenza (per me) di convocare l'assemblea dei soci per fare annullare il "giochino" .
A questo proposito voglio ricordare che, nel condominio degli edifici esistono le riunioni per auto-convocazione (bastano le firme di 2 condomini, art. 66 Disp. di att. cc.), ma poi l'assemblea convocata dall'ammistratore può annullare tutto, se è stato un colpo di mano. Anzi, alcuni amici DC avevano inteso che fosse andata così.
  Ma, in questo caso, si è trattato di molto peggio: di un atto emulativo della Assemblea Iscritti alla DC 1993 (alcuni dei quali anche iscritti alla Associazione DC).

  2.- Precisamente: il 12 ottobre 2019, (esattamente nelle stesse ore, ma luogo diverso in Roma, in cui era riunito la nostra Assemblea dei soci) :
a) con annunzio a pagamento in Gazzetta Ufficiale n. 104 del 5.9.2019 (si vegga il verbale, pag. 7), Cerenza, De Simoni e Ciccarelli, anche soci della nostra Associazione, hanno convocato una "ASSEMBLEA COSTITUENTE" di una nuova associazione da loro costituita e denominata "Democrazia Cristiana Associazione iscritti alla DC 1993", avente per simbolo il ben noto scudo crociato, e tutto ciò a richiesta di Raffaele Cerenza che di essa si definisce anche "Presidente", e il tutto per la nomina di alcuni organi (Segretario Politico, Segretario Amm.vo e Rappresentante Legale).
  A quanto risulta, in questa riunione la predetta Associazione "Democrazia Cristiana Associazione iscritti alla DC 1993", ha nominato F. De Simoni Segretario Politico, R. Cerenza, Segretario Amm. e Rappresentante Legale; A. Ciccarelli, Coordinatore Attività Regionali (di fatto, a insaputa della gran parte di altri soci).
  Si è trattato dunque della costituzione di una nuova associazione che per nome e identità, nonché per "segno distintivo" (e cioè il simbolo dello scudo crociato) e per fini istituzionali (costituisce un partito politico) costituisce una condotta illecita, di spendita illegittima del nome della nostra Associazione.
  Il tutto è particolarmente grave in quanto a questo illecito hanno partecipato e si sono resi attori ben tre nostri Soci (De Simoni, Cerenza, Ciccarelli), i quali hanno assunto cariche nella predetta nuova associazione, mutuando anche il nome dell'ufficio da quanto previsto dallo Statuto vigente della DC della nostra Associazione: il comportamento emulativo è dunque di estrema gravità.
A noi tutti sono note le difficoltà per riportare ad operatività la nostra mai disciolta Associazione politica Democrazia Cristiana - Scudo Crociato Libertas (come riconosciuto dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione con la nota sentenza n. 25999 del 2010) -   difficoltà aggravate dalla malattia del nostro Presidente G. Fontana (al quale vanno i nostri più affettuosi auguri di pronto ristabilimento), il che rende ancor più necessaria la coesione e l'unità di intenti fra tutti noi.
   La costituzione e la convocazione di assemblea di questa nuova associazione "Democrazia Cristiana Associazione iscritti alla DC 1993", ha per simbolo il ben noto nostro "scudo crociato", e tutto ciò a richiesta di Raffaele Cerenza che di essa si definisce "Presidente".
L'ordine del giorno e ogni altra modalità :
   - ripetono pedissequamente quanto da tempo - e dunque con largo anticipo - la nostra Associazione ha fatto e sta facendo, peraltro tra difficoltà create in particolare proprio da Raffaele Cerenza, che è anche nostro associato, e dagli altri due nostri soci De Simoni e Ciccarelli;
   - e costituiscono comportamenti di estrema gravità in voluto ed illecito danno per la nostra Associazione, poiché è del tutto pacifico in giurisprudenza che la nostra Associazione ha diritto alla tutela della personalità, del nome e della identità nella duplice funzione identificativa e di esplicazione della propria personalità (ex art. 7 codice civile), e che quanto compiuto da Cerenza, De Simoni e Ciccarelli è sotto questo profilo condotta illecita.
  Tutto ciò premesso e considerato, in qualità di Presidente ad interim ho proposto che, considerata la gravità di questi atti e comportamenti di Raffaele Cerenza, F. De Simoni e .. Ciccarelli, a norma dell'art. 24, comma 3°, codice civile l'Assemblea deliberi :
   a) l'immediata esclusione dei tre Cerenza, De Simoni e Ciccarelli dalla nostra Associazione a far tempo da oggi;
   b) la autorizzazione al Presidente ad agire in ogni competente sede affinché alla nuova associazione "Democrazia Cristiana Associazione iscritti alla DC 1993" venga altresì inibito l'utilizzo del nome DC, nonché del simbolo.
   Questo l'Assemblea ha approvato. E per i particolari rinvio al verbale, in originale.

ULTIMO, MA NON ULTIMO. A titolo personale, mi sia consentito di dire apertamente che questa "esclusione" è, in parte, solo la presa d'atto di una situazione di fatto, già creata da Cerenza e De Simoni.
   E'stata, insomma, come la chiusura della stalla, quando i buoni sono gia usciti.
  
2.- Per il resto:
  a) l'assemblea si è aggiornata al 23 maggio 2020 ;
  b) ha approvato alcune norme transitorie, in deroga allo statuto, per permettere le convocazioni con G.U. e per e-mail, attualmente non permesse dall'art. 23 dello Statuto, per cui le convocazioni per posta cartacea sono troppo costose.

***

ASSEMBLEA dei SOCI e XIX CONGRESSO :
  RINVIO al 23 MAGGIO 2020


1) Per trovare i SOCI, CLICCARE SU: SOCI DC per REGIONI

(Elenco depositato presso il Tribunale Civile e soci ammessi da Ass. dei Soci il 25/26 feb 2017 e 12/10/2019 e successive).
2) Per trovare il  REGOLAMENTO CONGRESSUALE, CLICCARE SU: REGOLAMENTO CONGRESSUALE
3) Per AUCERTIFICAZIONE (art. 46 del DPR 445/2000 , lettera v). CLICCARE SU AUTOCERTIFICAZIONE
.
- LETTERA Ai SOCI (lettera superata dal rinvio : vedi più sopra)
- AD ALTRI INTERESSATI

Oggetto: Aggiornamento Democrazia Cristiana: ANTICIPAZIONE NUOVO REGOLAMENTO CONGRESSUALE

2.- LETTERA AI SOCI E A QUANTI DESIDERANO AVVICINARSI ALLA DC

Carissimi Amici,
il Congresso :
- è un passaggio necessario, a causa di gravi irregolarità di quello del 14 ott. 2018, almeno in tre congressi regionali, da cui sono derivate contestazioni, che bloccano il Partito.
Ma, a questo riguardo, la Assemblea dei soci del 12 ott. 2019 ha superato le difficoltà annullando in autotutela ogni atto precedente (salvo i diritti di terzi, senza bisogno di una sentenza), e dunque sappiamo che quel Congresso fu nullo.
- per un altro verso, è una cosa dolorosa per tutti, in quanto la nomina di Renato GRASSI è stato dichiarata nulla; e altrettanto il Consiglio Nazionale.
Le maggiori irregolarità sono avvenute:
a) nel Lazio, perchè ad alcuni non sono stati inviati gli inviti deliberatamente, e su questo c'è stato un ricorso al tribunale, ma che non ha più motivo di essere, per essere venuto meno il motivo del contendere;
b) in Calabria, perchè non ci sono stati alcuni congressi provinciali, e anche su questi c'è stato un ricorso, nei termini statutari;
c) in Sicilia, dove il numero dei delegati regionali è stato attribuito ipotizzando che "tutti" gli iscritti abbiano partecipato alle votazioni” (anzi è stato anche aggiunto 1 in più, per cui sono divenuti 12).
Risulta, invece, che alcuni non vi hanno partecipato. Solo per la Circoscrizione del NORD-EST ci sono le prove certe della piena regolarità dei Congressi Regionali.
Poi ci fu la dichiarata nullità del XIX Congresso Nazionale, conseguenza di quelle regionali: nel senso che, non essendo stati portati i verbali dei congressi regionali, il Presidente del Congresso non potè costituire il Congresso, dopo avere verificato l'identità dei delegati e il relativo diritto di elettorato attivo.
Per tutti questi motivi, concludo, la Assemblea dei Soci (convocata per il 12 ottobre 2019) ha deliberato di ri-fare il XIX congresso, senza aspettare l'esito negativo della Magistratura tra 4-5 anni.

2.- C'è, infine, la circostanza che la Corte di Cassazione, in occasione delle recenti elezioni europee, ha dichiarato che "la DC rappresentata da Troisi (e Grassi), non ha alcun collegamento con la DC storica" (pagine 4 e 5 della sentenza).
E' probabile che questa stessa dichiarazione ci sarà anche in prossime elezioni, se non saniamo le irregolarità.
- Questo fatto, assolutamente negativo per la DC, è largamente dovuto alla inadeguatezza di GRASSI non condurre il partito: risulta non aver prodotto alla Corte il verbale del Congresso (che diceva di avere, in luogo di quello ufficiale, di Lisi); nè produsse il verbale dell'Ergife né il Decreto del Tribunale che si collegava alla DC storica.
- Inoltre, ultimamente, GRASSI ha partecipato alla costruzione di una "FEDERAZIONE POPOLARE dei Democratici Cristiani" che è una svendita della DC a CESA (come fece Pizza con Berlusconi) e ad altri, che sono i Gruppi che hanno sempre ostacolato la DC .
La DC si deve fare attraverso le nuove iscrizioni, dal basso, e presentandosi da sola con il proprio simbolo.
Sottopongo, qui sotto, un simbolo di riserva, depositato per le elezioni comunali di Ferrara.
D'altra parte, un partito che non ha ancora struttura territoriale, e solo cause giudiziarie, non potrebbe essere preso in considerazione da nessuno.

3.- Ho fatto già molti appelli a Grassi di riconoscere (come tutti noi) la recente delibera della Assemblea dei soci, organo sovrano .

A presto. NINO LUCIANI

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XIX CONGRESSO  DEMOCRAZIA  CRISTIANA

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SOCI DC per REGIONI

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ASSEMBLEA DEI SOCI DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA
Roma, 12 ottobre 2019

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NOMINATO IL PROF. NINO LUCIANI
  PRESIDENTE NAZIONALE (AD INTERIM) DELLA DC
(Sotto: IL VERBALE)

DICHIARATO NULLO IL CONGRESSO NAZIONALE DEL 14 OTTOBRE 2018.
DELIBERATO DI RI-FARE IL XIX CONGRESSO CON NUOVO REGOLAMENTO.

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Renato Grasssì

.
Nulle le nomine di Renato Grassi a Segretario Politico, e dei Consiglieri Nazionali.
Emersa, in Assemblea, una netta insoddisfazione per Renato Grassi, perchè rimasto fermo
al ricompattamento della UDC e del CDU, di cui è stato dirigente organizzativo storico .
Anche mai capite le resistenze di R. Grassi a Forza Italia, nella quale (a suo tempo)
era finita gran parte dei DC, dopo il presunto scioglimento della Democrazia Cristiana .

.
LUCIANI: La strategia dei nuovi dirigenti dovrà essere
di fondare la rinascita della DC sulla riapertura delle iscrizioni
a tutti gli italiani, cattolici e non cattolici con uguali valori.

LUCIANI. In breve, l'Assemblea ha deliberato:
1) essere stato nullo il XIX congresso del 14 ottobre 2018, per irregolarità procedurali gravi, quali: la mancata consegna dei verbali dei congressi locali, entro il termine della riunione, alla Commissione verifica poteri.
Ma sia chiaro che, dietro la mancata produzione dei verbali, c'era il fumus di gravi brogli nei congressi regionali (Siclia inclusa), tranne nel nord-est.
Pertanto il Presidente della riunone Lisi "non ha costituito" il congresso per impossibilità di identificare i delegati regionali aventi diritto al voto (a parte le contestazioni formali di irregolarità circa congressi locali, comunicate da alcuni soci nei termini statutari);
Di conseguenza sono stat nulle ex-tunc le nomine del Dott. Renato Grassi come Segretario Politico e dei Membri del CN come Consiglieri Nazionali, e di tutti gli organi conseguemente da loro nominati.

2) La Assemblea ha, inoltre, deliberato
:
a) di convocare un nuovo XIX congresso, con un nuovo regolamento congressuale;
b) la nomina del prof. Nino Luciani, quale Presidente ad Interim, della Associazione Partito DC, preso atto dell'impedimento del Sen. Avv. G. Fontana, per motivi di salute;
c) la delega al Presidente ad Interim di convocare il congresso;
d) ) la delega al Presidente ad Interim di modificare il Regolamento congressuale, in base ai seguenti principi e criteri direttivi:
  1.- si eleggono i delegati regionali (no delegati provinciali). In totale i delegati sono 80 (come il numero dei membri del consiglio nazionale) e sono ripartiti ad ogni regione proporzionalmente al numero dei votanti;
  2.- nomina di commissari elettorali regionali , rispettivamente, per ogni regione; e il Presidente nazionale ha il potere sostitutivo in caso di inadempienza o ritardo nell'attuare gli impegni;
3) in analogia con la legge elettorale dello Stato, per la nomina dei delegati si vota in unico giorno di persona presso i seggi elettorali locali; oppure con lettera cartacea (accompagnata da documento di riconoscimento) presso i seggi regionali, il giorno precedente.
4) tutti i soci sono avvisati con lettera a domicilio, secondo l'art. 8 delle Disposizioni di attuazione del codice civile.
5) Presso ogni seggio e presso un sito in internet sarà reso disponibile l'elenco dei soci di ciascuna Regione, separatamente.
6) Tutti i partecipanti al voto sono candidabili come delegati. Il voto è palese.
7) Al termine delle votazioni in ogni Regione, si fa una graduatoria dei votati in ordine decrescente; e, sulla base dei verbali di tutte le Regioni, sono ammessi , come delegati, i più votati, ricompresi nel numero totale spettante alla Regione. A parità di voti, è eletto il socio più anziano.

VERBALE
Registrato alla Agenzia delle Entrate - Direzione Provinciale 1 di Roma,
Ufficio Provinciale di Roma 1 - Trastevere,  al N° 83473 del 06/11/19

1.- Apertura della assemblea dei soci alle ore 10,00 .
Il giorno 11 ottobre 2019 , presso l'Istituto Caterina Volpicelli in via XX Settembre 68 ore 20 è stata indetta , in prima convocazione l'assemblea dei soci della Democrazia Cristiana. Non è risultato presente nessun socio o delega valida. L'assemblea si è svolta in seconda convocazione il giorno 12 ottobre 2019 nel medesimo luogo alle ore 10, con il medesimo ordine del giorno.
Presenti i seguenti soci, di presenza o per delega a soci presenti:
Barbuto Nicola, Bellin Flavio, Belloni Marzio, Capodieci Aida, Castorina Carmelo, Catarsi Massimo, Colantoni Tonino, Cortese Giuseppe, Croci Beniamino, Cugliari Emilio, Cuoci Roberto, Cuofano Pasquale, Daniele Luigia, Della Croce Luciano, Di Turi Giovanni, Donatelli Francesco, Ferraiuolo Luigi, Leo Pellegino, Leonetti Carlo, Ligabò Aldo, Lisi Raffaele, Loperfido Domenico, Loperfido Lucia, Loperfido Luigi, Lucchese Paolo, Luciani Nino, Maggis Aldo, Mazzitelli Giovanna, Minelli Giampietro1, Moretti Antonio, Musco Angelo, Napolitano Salvatore, Nicosia A. Franco, Orga Umberto, Pagano Salvatore, Palazzo Rosa, Piraino Antonella, Presutto Giuseppe, Sabella Antonio, Santaguida Anna, Saracino Carmela, Spaggiari Maria Ede, Spaggiari PierGiorgio, Stella Luciano, Torriani Luigi, Tribbia Caterina, Trisciani Filippo, Troisi Nicola, Tucci Gerardo, Tufaro Giulio, Valenti Valentina, Vello Giorgio, Zane Giampaolo.

Totali soci 53, validi per deliberare in base al codice civile.

NOTA 1. Il socio Giampietro Minelli, il giorno 7 nov. 2019 mi ha inviato messaggio telefonico con cui rileva che, pur figurando come firmatario tra i presenti, non partecipò alle operazioni di voto.

L’assemblea è in seconda convocazione, essendo andata deserta quella in prima convocazione.
Alle ore 11,00 del 12 ott. 2019, viene constatata l’assenza del Presidente G. Fontana, di cui è notorio l’impedimento, per motivi di salute.
I presenti unanimi esprimono un sentimento di partecipazione al dolore di G. Fontana, e gli rivolgono un caro saluto.
Eleggono il prof. Nino Luciani come Presidente della riunione e la Dott.ssa Valentina Valenti come Segretaria Verbalizzante.
Luciani ringrazia, accetta, e assume la Presidenza. Accetta anche la Dr.ssa Valenti.
Tutti i soci sono stati avvisati con lettera a domicilio in base all’art. 8 delle Disposizioni di attuazione del codice civile, come da documentazione a disposizione dei soci, presso il tavolo della Presidenza.
Luciani ricorda, come da avviso di convocazione, che il Presidente Fontana ha disposto la convocazione della assemblea, con incarico a Luciani per le modalità attuative, in modo analogo alla procedura del Tribunale di Roma nel disporre la convocazione della Assemblea per il 25-26 feb. 2017.

Chiede la parola il Dott. Pellegrino Leo che fa una introduzione al tema generale del ritorno della DC in Italia, alla ricomposizione della galassia delle DC e alle sue iniziative personali. Chi volesse un testo scritto del suo intervento orale, voglia rivolgersi a lui.

 Luciani lo ringrazia e passa all’odg :
1.- Comunicazioni del Presidente;
2.- Determinazioni in ordine alle elezioni degli organi statutari, in particolare in ordine al congresso nazionale;
3.- Deleghe operative.
______________________

PUNTO 1. COMUNICAZIONI del Presidente
1.- Luciani informa che la convocazione dell’ Assemblea della Associazione si è resa necessaria in quanto la precedente delibera del 16 giugno 2018 (di convocare il congresso per la nomina degli organi del partito) risultava non essere stata portata a compimento; e vi erano state due prese di posizione, una a favore o e una contro, da cui era derivato un blocco superabile solo:
- con la sentenza di un Magistrato, quando sarà (3 o 4 anni);
- oppure con una delibera della Assemblea dei soci, in auto-tutela, per provvedere, prima possibile, al normale funzionamento del partito, considerato che un lungo contenzioso lo espone ad una relativa bassa considerazione del mondo politico.
NOTA. La auto-tutela, in sede civile, comporta di regolare gli eventuali diritti acquisiti o lesi, in seguito ad un congresso presunto valido, ma in realtà mai esistito giuridicamente.

Precisamente, c’erano le seguenti tesi:
a) contro la validità del congresso :
- a1) la tesi del Presidente del Congresso, Lisi, secondo il quale l’Assemblea non fu costituita legittimamente per la mancanza del verbale della Commissione Verifica Poteri, che non procedette alla identificazione dei delegati regionali, e che li legittimasse a "costituire" l’Assemblea congressuale. Per tale grave "vizio procedurale" le elezioni dei Consiglieri Nazionali e del Segretario Politico sono nulle ex-tunc.
Tale situazione comporta che il Sen. G. Fontana , eletto Presidente dell’Assemblea dei soci il 27 feb. 2017, possa riconvocare l’Assemblea per ri-celebrare il XIX congresso. Dunque l’assemblea dei soci rimane in piedi a tutti gli effetti, e anche Fontana ne resta il Presidente, finchè una sentenza non lo revochi.
- a2) la tesi dei soci F. De Simoni e R. Cerenza, con un ricorso al Tribunale di Roma per ottenere una sentenza di nullità del congresso, per mancato avviso di convocazione dei congressi del Lazio.

b) a favore della validità del congresso :
- la tesi di Grassi (con dichiarazioni in internet), articolata su due livelli :
- la costituzione del Consiglio Nazionale ha sciolto l’assemblea della Associazione;
- in sede di Congresso Nazionale non vi sono state contestazioni e dunque il Congresso Nazionale fu validamente costituito, le nomine sono regolari, etc).
Grassi adduce anche la prova di resistenza (ossia in assemblea c’era comunque una maggioranza assoluta, anche senza la presenza dei delegati laziali).

Si passa al secondo punto dell’odg :
2.- Determinazioni in ordine alle elezioni degli organi statutari, in particolare in ordine al congresso nazionale.
Date le due posizioni divergenti, Luciani invita le rispettive parti opposte ad intervenire nel dibattito.
a) Per la posizione contro la validità del congresso, il Dott. R. Lisi riferisce che il congresso nazionale iniziò con un odg specifico (Nomina del Presidente Assemblea Congresso, di due VicePresidenti e del Segretario Verbalizzante; Relazione del Presidente della Dc; Dibattito; Elezione del Segretario Politico e del Consiglio Nazionale, Elezione dei 2/3 dei componenti la Commissione elettorale; Modifica dello Statuto o, su delega, allo stesso C.N.).
Su questa base egli fu nominato Presidente della assemblea; Cugliari fu nominato Segretario Verbalizzante; e fu nominata la Commissione Verifica poteri (con Presidente Carmagnola) con il compito verificare il diritto di elettorato attivo dei delegati regionali, risultanti dai verbali dei congressi locali deputati a eleggerli, e attribuire infine un tesserino identificativo del votante valido.
Si sono susseguiti i vari interventi, prosegue Lisi, in base all’odg, terminati con la elezione dei consiglieri nazionali, in numero corrispondente a quanto previsto dallo Statuto, ed eletto il segretario politico.
Verso il termine della assemblea, alle ore 16,30 Cugliari (verbalizzante) sollecita per la terza volta la Commissione verifica poteri a consegnare il verbale, da cui doveva risultare l’identificazione degli aventi diritto al voto .
Ma il verbale non fu consegnato, nè arrivò mai. Dunque, conclude Lisi, non fu possibile sottoporre alla Assemblea congressuale la ratifica del verbale del congresso medesimo.
Solo il 16 gennaio 2019 (tre mesi dalla data del congresso) gli pervenne per e-mail da Carmagnola una comunicazione di dodici righe, con la quale spiegava le ragioni della mancata attività della Commissione, dallo stesso presieduta incompleto. Prosegue Lisi: non è stato consegnato nessun verbale.
Conseguentemente, conclude Lisi, il congresso fu giuridicamente inesistente, e dunque nullo.
Chiede alla Assemblea di dichiararne la nullità, perchè non esistito.

 b) Per la posizione a favore della validità del congresso, interviene il Dott. Nicola Troisi.
Egli sostiene che la convocazione odierna della assemblea dei soci non esiste giuridicamente:
b1) perchè illegittima;
b2) perchè manca, in questa sala, il numero dei posti per ospitare i 1750 soci di cui all’elenco dei soci, riconosciuti dal tribunale;
b3) perchè, se vi erano contestazioni della validità del congresso, esse dovevano essere fatte entro i termini previsti dallo Statuto.
b4) che, considerato che ci sono due posizioni, tra loro dissenzienti, sulla validità del congresso, si dovrà attendere il ricorso al tribunale per ottenerne una sentenza, il solo legittimato a pronunciarsi sul congresso del 14 ott. 2018.

c) La parola torma alla Presidenza
.
Luciani rileva l’opportunità di cercare una pacificazione in famiglia, e dunque di non rimettere ad un tribunale la soluzione del contrasto.
a) Egli rammenta che, dopo il presunto congresso, è pervenuta una pronuncia della Cassazione (N. 2 e N. 3 depositata il 12/04/2019), confermata dal Consiglio di Stato (N. 03408/2019 Reg. Ric. 24/4/ 2019), avente per oggetto la presentazione della DC alle elezioni europee con il proprio simbolo scudo crociato – libertas (e dunque in sede amministrativa), indirettamente con riflessi circa la validità del congresso de quo.
La sentenza :
1) affermava che " non può ritenersi l'uso tradizionale del simbolo della Democrazia Cristiana «storica» da parte del partito dell'odierno ricorrente" (Dott. N. Troisi) e invece (in base alla legge elettorale) da attribuire alla UDC per avere deputati sia nel parlamento europeo che in quello italiano, e non alla DC per "aver cessato la propria attività politica dal 1993" (per non avere avuto deputati in parlamento);
2) ma anche aggiungeva (a pag. 4 e 5) che, da parte del partito rappresentato da Troisi "manca la dimostrazione della continuità storico-giuridica" con la DC storica; e inoltre che "il PPE ha inviato al Ministero dell'interno due esplicite comunicazioni dalle quali si evince che il partito opponente non appartiene, ne è affiliato al PPE e che, anzi, gli è stato esplicitamente negato".
Risulta che, il 19 aprile 2019, Cerenza e De Simoni avevano fatto "comunicazione" al Ministero dell’Interno di avere fatto ricorso contro la validità del congresso; e che "era pendente" il giudizio del tribunale di Roma sulla Assemblea dei soci dell’Ergife del 2017.
Secondo Luciani , è singolare la coincidenza oggettiva delle conclusioni della Cassazione (di cui al punto 2), e della tesi di LISI, secondo cui la DC, rappresentata da TROISI, non è la DC storica.
Ma va osservato che una sentenza della Cassazione, in sede amministrativa, non ha il valore di una sentenza della medesima in sede giurisdizionale come quella n. 25900 del 2010. Anzi ritiene che quelle aggiunte siano "ultra petita".
Tuttavia è verosimile attendersi che, stando ferme le cose, la DC (finchè non sarà in regola, legalmente) riceverà il medesimo diniego in ogni futura elezione politica.
- A riguardo, poi, delle mancate contestazioni entro i termini temporali statutari (rilevate da Troisi e con letteera in internet), Luciani rileva:
a) che già in aula congressuale, Giuseppe Alessi, contestò davanti a tutti di non essere stato avvisato per il congresso di Palermo;
b) che il Dott. Nicola Barbuto aveva contestato in aula la mancata convocazione dei congressi della Calabria e aveva il 22 ott. 2018 (ossia qualche giorno dopo) fatta contestazione con e-mail a R. Grassi, G. Fontana, R. Lisi e altri (vedi tre allegati).
c) che il Dott. Antonio Sabella aveva inviato raccomandate a Renato Grassi il 21 novembre 2018(vedi allegati).
d) che già la mattina del congresso era notorio il mancato avviso ad alcuni soci del Lazio, per i relativi congressi e che essi aveva fatto citazione presso il tribunale di Roma per fare dichiarare la nullità del congresso nazionale e questa contestazione potè avvenire solo dopo avere presa conoscenza dell’avvenuto congresso (non a partire dalla data del congresso);
e) che, a proposito della "prova di resistenza" (opposta da Grassi nella citata lettera), essa è opponibile se c’è la prova che i laziali sono stati invitati, per cui l’assenza fu dovuta a loro volontà.

Proseguono gli interventi. Intervengono :
- dott.ssa Valentina Valenti: vuole rianimare la DC, non vuole cause giudiziarie, vuole senso di responsabilità. Grassi accetti la proposta di Luciani .
- dott. Emilio Cugliari, già segretario verbalizzante del congresso, conferma quanto relazionato da Lisi. Inoltre presenta una mozione perchè siano riconosciuti soci, e aggiunti all’elenco ufficiale, l’on. avv. C. Lia e il prof. F. Ventrella in quanto già nell’elenco del 2012, paganti gli € 50,00 come richiesto, ma che sparirono dall’elenco, non si sa come.
- ing. Salvatore Napolitano conferma di non volere cause, ma vuole anche che ci sia un voto sull’indirizzo politico. Presenterà una mozione, che consegna alla Presidenza.
- dott. Pasquale Cuofano, fatta una premessa di metodo e di indirizzo politico, vuole un punto di incontro. No cause giudiziarie..
- prof. Stella vuole una intesa per la ricostituzione del partito e vuole che si riprenda presto l’azione politica. Il partito deve avere chiari gli obiettivi politici che deve raggiungere e che sono che derivano dalla cultura giudaico-romana e cristiana.
- dott. Domenico Loperfido afferma che, perchè un partito funzioni, ci devono essere un leader che oggi non c’è, e una politica. E serve un azzeramento organizzativo.
- dott. Angelo Musco lamenta i vari tradimenti della DC, e se ne duole.
- rag. Carlo Leonetti elenca le varie mancanze e le azioni contorte per bloccare la DC.

Verso il termine del dibattito, il dott. Nicola Troisi insistentemente e con interventi inappropriati cercava di impedire la prosecuzione dei lavori con richieste non facilmente esaudibili e con atteggiamenti che invitavano più allo scontro che al dialogo. Ciononostante si riusciva, a stento, a porre ai voti le decisioni da assumersi.
Le collaboratrici, fornitrici della sala, allarmate dal clamore, sono entrate in sala e hanno invitato Troisi ad allontanarsi, e che dopo ripetuti inviti, è uscito dalla sala.

A conclusione del dibattito:
- Sulla validità del congresso, Luciani sottopone alla assemblea il seguente testo, proposto da Lisi:
" Considerato:
- che il congresso si è concluso senza la consegna della commissione verifica poteri, che individua i soci delegati con diritto di voto (in ossequio e rispetto dell'art. 2375 c.c., come modificato dal d.lgs che prescrive, al comma 1);
- che "le deliberazioni della Assemblea devono constare ... dal verbale, sottoscritto dal Presidente e dal Segretario verbalizzante" e inoltre deve constare, in allegato, la"identità dei partecipanti";
- che la mancanza di tali documentazioni allegate al verbale determina la nullità del congresso per vizio procedimentale ex-art. 23 cc - 2375 cc / sentenza cassazione civile n. 603 , 12 genn. 2017.
Per quanto esposto , la Assemblea è chiamata la votare la nullità del XIX congresso, tenuto a Roma il 14 ott. 2018 e la ri-convocazione del congresso.
Votano:
- a favore 49 soci ;
- contro 2 soci (Pagano e Troisi) ;
- astenuti 2 soci (Pellegrino e Napolitano) ;
La proposta è approvata a maggioranza. 

- Sulle modalità di riconvocazione del congresso, Luciani prospetta le seguenti due possibilità :
1) Che si faccia un congresso con un nuovo regolamento, ma modificato sole nelle parti in cui il precedente regolamento (in deroga allo Statuto) ha fallito soprattutto per non avere tenuto conto sufficientemente che l’ambiente locale è oggi molto mutato, rispetto a quello per il quale fu pensato lo statuto;
2) Che si faccia un nuovo congresso applicando il medesimo regolamento, richiamando gli stessi delegati del precedente congresso, salvo per i congressi locali nulli o non avvenuti (tali quelli del Lazio e della Calabria), che dovranno essere rifatti da zero.
Si passa ai voti.
- A favore della prima proposta votano 51 soci.
- Contro votano 2 soci.
La prima proposta è approvata a maggioranza.

 Per quanto riguarda le modifiche minime essenziali, al regolamento, Luciani sottopone i seguenti principi e criteri direttivi, finalizzati a modificare i punti più vulnerabili della sua applicazione.
a) si eleggono i delegati regionali (no delegati provinciali). In totale i delegati sono 80 (come il numero dei membri del consiglio nazionale) e sono ripartiti ad ogni regione proporzionalmente al numero dei votanti;
b) sono nominati dei commissari elettorali per ogni regione, rispettivamente; e il Presidente nazionale ha il potere sostitutivo in caso di inadempienza o ritardo nell’attuare gli impegni;
c) in analogia con la legge elettorale dello Stato, per la nomina dei delegati si vota in unico giorno di persona presso i seggi elettorali locali; oppure con lettera cartacea (accompagnata da documento di riconoscimento) presso i seggi regionali, il giorno precedente.
d) tutti i soci sono avvisati con lettera a domicilio, secondo l’art. 8 delle Disposizioni di attuazione del codice civile.
e) Presso ogni seggio e presso un sito in internet sarà reso disponibile l’elenco dei soci di ciascuna Regione, separatamente.
f) Tutti i partecipanti al voto sono candidabili come delegati. Il voto è palese.
Al termine delle votazioni, si fa una graduatoria dei votati in ordine decrescente, e sono ammessi, come delegati, i più votati, ricompresi nel numero totale spettante alla Regione. A parità di voti. è eletto il socio più anziano. 

Ammissione di nuovi soci, secondo la proposta di Cugliari .
E’ messa in votazione la seguente proposta:
Sono ri-ammessi come soci l’on. avv. Cesare Lia e il prof. Filippo Ventrella, previa presentazione della copia del versamento di € 50,00 (cinquanta) e la auto-dichiarazione.
L’assemblea approva unanime.

Regolazione dei diritti acquisiti o lesi, successivamente al congresso riconosciuto nullo.
Sono fatte le seguenti proposte:
3) Per i diritti acquisiti da persone in seguito alla iscrizione alla DC e pagato una tessera, successivamente al congresso annullato, viene proposto:
- la posizione di queste persone sarà sottoposta al nuovo Consiglio Nazionale, eletto dal nuovo congresso.
- la posizione di alcune persone"lese" nell’onorabilità perchè indicate, sul sito web del partito, come "sospese dal partito" o "diffidate" senza alcun preventivo contatto personale, perchè aventi la finalità della competizione a fini politici; l’assemblea esprime solidarietà a queste persone.
- la posizione generale di tutte le persone "lese" nelle aspettative perchè non venute a conoscenza la sera stessa del congresso, circa la invalidità del medesimo, l’assemblea esprime disappunto.
Le proposte sono approvate alla unanimità.

---------------------
PUNTO 3. DELEGHE OPERATIVE
Considerato l’impedimento, per motivi di salute, di G. Fontana a svolgere le funzioni di Presidente della Associazione e quelle specifiche disposte dal Regolamento congressuale, l’Assemblea conferisce a Luciani :
- l’incarico di Presidente ad interim, della Associazione.
In particolare egli provvederà:
- a nominare i Commissari regionali preposti al funzionamento delle elezioni regionali dei delegati al congresso nazionale;
- a fissare il giorno unico delle elezioni dei delegati dei congressi regionali, e il giorno del congresso nazionale;
- alla redazione del Regolamento congressuale, applicando i principii e criteri direttivi previsti più sopra, al punto 2 dell’odg .
Votano a favore 51 soci.
Un voto contro
.
Assente Troisi.
La proposta è approvata a maggioranza.
_________

COMUNICAZIONE. Il socio Lisi fa la seguente comunicazione.
"Contemporaneamente, ma in luogo diverso di Roma (Via Quattro Cantoni, 53) i nostri soci Cerenza Raffaele e De Simoni Franco hanno pubblicizzato, come "promotori sulla G. U. della Repubblica del 5 sett. 2019 , p. 104, e sui Social in data 30 sett. 2019, la convocazione dei soci della DC ’93 in "Assemblea Costituente della Associazione" Democrazia Cristiana e la elezione degli organi dirigenziali".
"Tali attività e finalità concretizzano un "recesso volontario" dalla DC storica di appartenenza, oltre che una palese incompatibilità. Il tanto perchè l’Assemblea ne prenda atto".
La Assemblea prende atto.
______

MOZIONE. Al termine è sottoposta la seguente mozione, proposta dall’Ing. Salvatore Napolitano e dal Dott. Pellegrino Leo.
Propone di mettere fine alle liti, ai ricorsi giudiziari che vengono dal lontano 2002, tra la DC e gli eredi (presunti ) della DC.
Ciò premesso, si ritiene necessario organizzare un Forum della DC con all’odg "la predisposizione di un progetto politico socio-economico-culturale di sviluppo del Paese e del proprio ruolo in Europa, nella continuità ideale dei cattolici/popolari.
Ciò è prioritario per potere intraprendere qualsiasi iniziativa di alleanze politiche e programmatiche con soggetti presenti sullo scenario politico italiano.
FIRMATI: Salvatore Napolitano, Valentina Valenti, Leo Pellegrino.

Approvato alla unanimità

 Roma 12 ottobre 2019 
                                                        NINO LUCIANI                                              VALENTINA VALENTI 

__________

ALLEGATI
LETTERA DOTT. NICOLA BARBUTO per la Assemblea dei Soci (da allegare a verbale).

Al Professor Nino Luciani ed a tutti i soci della Democrazia Cristiana.
Roma

 Disagi di salute mi impediscono di essere presente, con mio rincrescimento e rammarico, alla Assemblea di domani.
Ritengo che ognuno di noi, a cominciare da Fontana e da Grassi, è detentore rappresentativo del nulla, pura constatazione ulteriormente aggravata dall’esserci dichiarati democristiani non pentiti, per cui stento a comprendere le vere motivazioni di contrasto interne al nostro partito.
A riprova della palpabile ulteriore confusione che viviamo, dopo la diaspora del partito, vanno segnalate le contemporanee assemblee della Democrazia Cristiana, convocate da parte del Dott. Cerenza e dell’Onorevole Rotondi con consegna, in quest’ultimo caso, della tessera della D.C. al Presidente del Consiglio Professor Giuseppe Conte, alla presenza dell’onorevole De Mita e dell’Onorevole Mancino.
Tanto premesso, vanno rilevate e ribadite, in maniera essenziale ed elementare, le plurime illegittimità che hanno segnato il XIX° congresso del nostro partito.
Io stesso le ho rappresentate, con richiamo a tutte sequenziali fasi congressuali, in maniera discreta sul piano politico ma circostanziata e formale, in data 22.10.2018, a mezzo di allegata nota e-mail indirizzata al Dott. Grassi, al Senatore Fontana, al Dott, Fago, all’avv. Lisi, al Dr. Ecca, al Presidente della Commissione Verifica Poteri ed ai delegati della Regione Calabria, mai contrastata e/o smentita.
La mia discrezione è stata, però, superata e vanificata dalla citazione in tribunale del Dott. Cerenza.
Per avere contezza di dette anomalie - delle quali bisogna in via essenziale soltanto prenderne atto con il semplice riscontro delle incontrovertibili prove documentali in merito - non occorre disturbare alcun Presidente di Tribunale ed alcun Cultore di diritto, essendo sufficiente bussare alla porta della verità e della nostra singola coscienza, valori e principi etici, politici e personali ai quali ritengo ognuno di noi non voglia rinunciare, a cominciare da Fontana e Grassi per finire al sottoscritto, che, invece, vorrà affermare e che non troverà difficoltà a farlo.
Tanto premesso, faccio auspicio e sincero invito agli organizzatori dell’odierna assemblea, a tutti partecipanti ed ai destinatari della richiamata mia nota del 23.10.2018, constatata l’indiscutibile illegittimità che ha accompagnato le varie fasi di celebrazione del XIX congresso, ad un ravvicinato incontro con gli AMICI Fontana, Grassi, Fago, Troise, Alessi, Lisi, Luciani, Cugliari, Musco, Cofano, Valentina, D’amico ( sono gli amici che ho conosciuto personalmente ) ed a tutti gli altri che hanno dimostrato interesse e responsabilità nell’ultimo anno ( non possiamo parlare con l’UDC, il CDU ed altri se non sappiamo parlare tra di noi democristiani non pentiti ), per concertare insieme, previa revoca di tutti gli illegittimi atti congressuali - secondo i principi e la migliore cultura che ha contraddistinto l’impegno dei cattolici democratici in politica - le regole da condividere, esaminando anche possibili deroghe alle attuali previsioni statutarie già avanzate, senza successo, da parte dell’avv. Lisi, per poi convocare nuovamente il XIX° congresso della DC, superando e sanando le riferite illegittimità che hanno portato alla nullità o meglio dire all’inesistenza dell’ultimo congresso e dei suoi organi.
Il mio è un invito accorato alla responsabilità ed all’onestà intellettuale e politica di ognuno di noi, convinto che non sarà ignorato poiché ognuno di noi non si potrà sottrarsi al richiamo della propria coscienza, prima ancora che a quello della certificata valenza della probatorietà documentale.
Non fare ciò significherebbe continuare ad essere rappresentanti del nulla.
In tale ultima ipotesi, non rimane l’auspicio che la storia già scritta del nostro partito - intrecciata in un inscindibile unicum con la storia d'Italia - possa trovare un momento di continuità culturale, senza confini di tempo e di spazio, da vivacizzare e diffondere mediante la costituzione della Fondazione " DEMOCRAZIA CRISTIANA " per iniziativa della Associazione degli iscritti 1992/1993, che si sciolga nel nuovo auspicato soggetto e che apra contestualmente a tutte le realtà che in qualche modo si richiamino al vecchio popolarismo cattolico ed a quelle nuove distinte ma omogenee sensibilità presenti nell'odierno contesto storico e nella nuova stratificazione sociale che ne caratterizzano la attualità, con ciò onorando con gratitudine il nobile esempio di impegno sociale e civile dei nostri padri e , nel contempo, attivando, all'uopo, anche una scuola permanente di formazione politica che aiuti le nostre singole comunità a far crescere una nuova e consapevole classe dirigente, di cui il nostro paese ha urgente bisogno.
Ciò nobiliterebbe l'impegno politico e sociale degli ultimi saggi democristiani (ultimi non solo in senso fisico e anagrafico ), e tra di noi ce ne sono, che dovrebbero coltivare l'ardita ma coraggiosa ambizione utile a far superare l'odierno dilagante populismo, al pari del silenzioso qualunquismo e del disinvolto trasformismo, il tutto con l'effetto di una compromessa qualità della democrazia.
La Fondazione avrebbe il fine di testimoniare, far conoscere e far vivere i valori culturali e politici della Democrazia Cristiana storica ed avviare, nel contempo, un paziente e capillare impegno politico radicato sul territorio, nella prospettiva di concorrere con una classe dirigente, all'uopo formata, alla costruzione di una Italia solidale, moderna e democratica in una rinnovata Europa.
Questo è l'augurio che Vi rivolgo e l'auspicio di prospettiva che affido ad ognuno di Voi.
Vibo Valentia, lì 11.10.2019 Nicola Concetto Barbuto.

Allegata e-mail del 23/10/ 2018

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SABELLA: ALLEGATI
Ricevute postali
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ROMA 12 OTTOBRE 2019           NINO LUCIANI                     VALENTINA VALENTI

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EDIZIONI PRECEDENTI

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CONGRESSO DELLA DC, RITORNO DAL 1994
Roma, 14 ottobre 2018

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Renato Grassi
. .

ELETTO SEGRETARIO POLITICO NAZIONALE
IL DOTT. RENATO GRASSI
*

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ADESSO LA FORMULA MAGICA E'  L'AVVIO
DEL PROCESSO UNITARIO DEI POST DEMOCRISTIANI
SU BASI DI ASSOLUTA MORALITA' E RINGIOVANIMENTO
.

E' venuto cessare Giovanni Angelo Fontana, sia pure con la modalità torbida :
"PROMOVEATUR  UT  AMOVEATUR"

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* A parte che, nella Assemblea del 25-26 feb. 2017, Grassi fu tra quelli che fecero la fronda a Luciani, con l'accusa di avere invitato tutti  "gli eventuali aventi diritto, ai sensi della sentenza della Cassazione, del 2010". Ma è acqua passata o forse non del tutto, considerato che è fissata al 19 marzo 2019 l'ultima udienza del Tribunale di Roma, circa il ricorso di Cerenza per ottenere l'annullamento della prima Assemblea dei soci del 25-26 feb. 2017. Segnalo un codice etico depositato al congresso.
.
Dott. RENATO GRASSI
Nuovo Segretario Nazionale della DC
Successore di Mino MARTINAZZOLI

CONSIGLIO NAZIONALE (SOTTO)

CONGRESSO DELLA DC :  Eletto segretario politico nazionale il dott. Renato Grassi.
- Renato, obiettivamente il "migliore".
- Licenziato G. Fontana, sia pure con la modalità implicita :
  "Promoveatur ut amoveatur" .

Biografia

- Nato nel 1940 .

- Laureato in Scienze Politiche .

- Dirigente Superiore del Ministero del Tesoro, del Bilancio e della P. E . presso il Dipartimento per le politiche di Sviluppo e di Coesione, assegnato al SECIT fino 2008.

- I° Dirigente, nel 1970-72 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per il Ministero della Riforma Burocratica, e il Ministero Ricerca Scientifica).

- Segretario Generale dell'ISSCAL nel 1973-75.

- Capo Ufficio Principale, equiparato a Dirigente Superiore, nel 1975-93, presso la "Cassa per il Mezzogiorno" ;

- Coordinatore, presso il Ministero del Bilancio, degli Uffici responsabili degli interventi nelle Regioni del Centro-Nord ob. 2 ( Aree in declino industriale) e 5b (Aree di sviluppo territoriale) unitamente alle funzioni vicarie del Direttore Generale, dal 1994 al Ministero del Bilancio e Programmazione Economica .

- Responsabile degli interventi di competenza del Ministero del Tesoro per i "Contratti d'Area" come Direttore dell'Ufficio 5 e per gli "Accordi di Programma"; e per il coordinamento per i Patti Territoriali delle Regioni Campania, Calabria e Sicilia, 1997- 99.

- Commissario Straordinario, e successivamente liquidatore, fino al trasferimento alle Regioni delle competenze, del personale e del patrimonio, degli Enti Pubblici nazionali di Formazione Professionale.

- Consigliere dì Amministrazione e Presidente degli Enti Regionali Ospedalieri Piemonte, e Regina Margherita" di Messina, nel 1976-79;

- Consigliere Comunale di Messina ed Assessore all'Igiene e all'Ecologia, dal 1980.

- Presidente del Consiglio di Amministrazione della Siciliana Incentivi reali attività produttive SpA, nel 1989-92;

- Assessore allo Sviluppo Economico e all'Area Metropolitana di Messina, nel 1995 .

- Membro della Commissione di valutazione delle offerte di assistenza tecnica per il Quadro Comunitario di Sostegno alle Regioni del Mezzogiorno.

- Vice Presidente del Comitato di Coordinamento dell'Accordo di Programma per la "Città della Scienza di Napoli” e componente del Comitato Scientifico della FICEI (Federazione Italiana  Consorzi ed Enti Industrializzazione) e del Comitato Interregionale di Coordinamento Patti Territoriali e Contratti d'Area per lo sviluppo locale.

- Consigliere di Amministrazione della CONSIP .

- Consigliere nazionale della Democrazia Cristiana dal 1969 al 1992;

- Presidente della Commissione Nazionale di garanzia statutaria della Democrazia Cristiana .

____________________________

CONSIGLIO NAZIONALE - Totale Membri N° 77- 5

Alessi,  Leonetti, 
Ammaturo, Ligabò,
Armato, Lisi, 
Banzo,  Lo Curzio, 
Barbuto,  Loperfido, 
Baruffi,  Lotà, 
Bazzani,  Luciani, 
Bertoli,  Malvestio, 
Bocchio,  Marino,
Bonalberti,  Marocco, 
Bongiorno,  Mazzitelli, 
Caponetto,  Monopoli, 
Carmagnola, Musco,
Ciampi,  Napolitano, 
Cimatti,  Pagano, 
Cugliari,  Panin, 
Cuofano,  Patria, 
D'Agrò,  Pedrana, 
D'Amico,  Petrillo,
De Fecondo,  Portacci, 
De Leonardis,  Pulvirenti, 
Desideri, Ranieri,
Disangiuliano. Rosciano, 
Fago A., Rosini, 
Fago F., Rossi, 
Ferraiuolo,  Russo, 
Ferrigno,  Sartoris, 
Finesso,  Scarcione, 
Fontana,  Schirò, 
Gaggiotti,  Scognamiglio,
Gala,  Sestito,
Geraci, Sorrenti, 
Giannone,  Spaggiari, 
Gigante,  Stella, 
Grassi,  Torre,
Gubert,  Troisi, 
Laperuta,  Vezzana, 
Leo Pellegrino,  Zabeo,
Zarpellon, 

Poscritto. La cancellazione dei nomi sopraindicati sarebbe collegata al fatto che la Commissione verifica poteri avrebbe dichiarato ineleggibili i delegati di Roma, per irregolarità di convocazione dei congressi locali

1.- Renato Grassi, Segretario Nazionale. Per una scelta, Renato era obiettivamente il "migliore", per più motivi, come risulta dal curriculum, qui a fianco . Emergono:
- una preparazione specifica essendo laureato un scienze politiche;
- ed un legame personale con la DC, essendone stato dirigente.
  a) Unico neo è che, di fatto, Grassi è stato scelto per cooptazione (come si usa nella chiesa cattolica), in quanto il concorrente Nino Luciani, era stato eliminato dalla Presidenza per un vizio formale, eccepito all'ultimo momento (dover presentare una lista di candidati, con la sua candidatura), quando non c'era più tempo per correggerlo, anche perchè il pubblico era ormai impaziente e si doveva passare a votare. Luciani, tuttavia, non si sentiva un salvatore della patria, ed ha lasciato perdere, purchè il congresso andasse avanti. Non mollare sul fatto principale.
  b) Esce, invece, di scena Giovanni Angelo Fontana con la modalità implicita "Promoveatur, ut amoveatur", su cui torno più sotto.
  c) Tra le altre cose avvenute, è arrivato il saluto di Alberto Alessi (immobilizzato in un letto di ospedale) con un messaggio scritto, letto dal figlio Giuseppe, e un successivo messaggio audio-video in diretta, gradito da tutti.
  Giuseppe (persona limpida e indipendente) ha detto che aveva sconsigliato al padre di inviare messaggio, sentendo egli (Giuseppe) un distacco dal modo di attuazione del congresso.
d) E' stato depositato presso la Presidenza, e distribuito ai Delegati, un codice etico del cristiano impegnato in politica, fatto a Bologna da un Gruppo di docenti universitari nel 2015, e ripreso qui a cura di Nino Luciani e Antonino Giannone.

2.- Storia.
La DC si trovava dal 1994 in un lungo peregrinare, e che aveva trovato un primo fermo nel 2016 con la convocazione della assemblea dei soci, da parte del Tribunale civile di Roma, per il feb. 2017, su richiesta di 200 firme raccolte da Luciani e da Altri, e con il mandato a Luciani di convocare l'Assemblea dei soci .
  Ma, poi, con l'elezione di Fontana, la DC si era ri-trovata in quel lungo peregrinare perchè, in luogo di eseguire il mandato e fare il congresso per la ricostituzione degli Organi, aveva fatto un partito parallelo, presentato alle elezioni del 4 marzo 2018, con un nuovo simbolo ( diverso dallo scudo crociato ) .
  Non voglio rinvangare oltre. Solo segnalare che una caratteristica di Fontana, dalle cui conseguenzze siamo tuttora afflitti è il cumulo di illegalità nelle convocazioni (mancato avviso a domicilio).
  Anche il congresso del 2012 fu annullato (tra le tre motivazioni) per questo motivo.
  Perché ? Nessuno ha trovato mai un perchè di questo sabotaggio di fatto, per cui uno è indotto a pensare che il motivo (ma senza prove) sia che egli abbia un interesse personale a impedire la rinascita della DC ma, anche, strumentalizzarne il nome.
  La più memorabile delle illegalità rimane quella del congresso del 2012, e che aveva indotto Raffaele Cerenza a fare causa per annullarlo, cosa che ottenne.
  Questo stesso tipo di illegalità è comparsa in questo congresso 2018: non invitati tutti soci, in particolare quelli di (Cerenza, De Simoni, numerosi altri di Roma), per cui la Commissione verifica poteri, in apertura del congresso, ha negato la illeggibilità a parte dei Delegati del Lazio.
Riguardo ad altre illegabilità sparse per l'Italia (sempre per mancata convocazione), si è fatto, tuttavia, ogni sforzo per contenerle dentro la Giustizia interna (ossia risolti dalla Commissione di controllo).
  Fatti di famiglia nel Meridione ? Sono pervenute segnalazioni dal Meridione, circa il fatto che, tra i delegati nazionali, compaiono  un Fago padre e un Fago figlio. Era proprio necessario applicare un principio ereditario nella DC?    Nel complesso, tuttavia, va riconosciuto, che le mutate condizioni storico- ambientali hanno rese difficilissime lo svolgimento dei congressi locali e quindi è stato già un grande successo l'essere riusciti a trovare 67 delegati "grandi elettori", dalle varie parti di Italia, da portare a Roma, compresi (tra loro) tanti giovani.

3.- Verso il futuro: ricomporre la diaspora dei  DC.
I primi passi dovranno essere la ricomposizione della diaspora dei partiti ex-DC e associazioni di provenienza DC.
  La forma dovrà essere federativa ?
  A questo proposito, c'è già fatto un primo accordo (tuttavia rimasto in sospeso), che Fontana aveva fatto, lo scorso anno, con Cerenza, De Simoni e altri per cui la DC e le rispettive associazioni avrebbero dovuto costituire un primo nucleo federativo.
  Ma la Assemblea dei soci DC respingeva questo accordo perché, prima della ricostituzione degli organi, la DC storica si riteneva non in condizioni di firmare alcunchè; e poi per le cause in corso di Cerenza contro la DC, da cui erano derivati dubbi, mai sopiti, circa la natura effettiva dei rapporti di Fontana con Cerenza, sfociata in atti giudiziari.  
  Allo stato attuale, la prima condizione si è verificata; e i dubbi circa i rapporti Fontana - Cerenza hanno perso interesse, considerato che Fontana è cessato per la DC.
  Attendiamo adesso di conoscere le valutazioni di Cerenza, secondo il tracciato da lui stesso delineato l'8 sett. 2018 al convegno di Bologna, organizzato da Luciani.
  Tutto questo..., subordinamente alle direttive del nuovo Consiglio Nazionale e del Segretario Nazionale.

4.- Torno a Fontana
. La sua desistenza (a ripresentare la candidura), in favore di Renato Grassi ha avuto un prezzo
( ipotizzato in segrete stanze) :
- la presunta promessa di Grassi (?) di proporlo come presidente del Consiglio Nazionale, il 27 ottobre, quando il Consiglio Nazionale dovrà eleggere il presidente.
  Comprendo che l'offerta a Fontana rientri tra le arti magico- diaboliche di Macchiavelli per eliminare persone pericolose.
  Tuttavia non si può eleggere un Presidente del CNU prescindendo dalla linea politica (Fontana è uno della sinistra) e dalle cose da fargli fare.
  Tra queste c'è da modificare lo Statuto per un nuovo sistema elettivo degli organi e per la riapertura del tesseramento.
  Non vorrei che succeda che una "associazione di cinesi" (uso questo riferimento in modo scherzoso, tra virgolette) decida di fare iscrivere alla DC tutti i suoi membri e conquisti la maggioranza assoluta. Questo è già già avvenuto per RENZI, nel PD, nelle elezioni primarie. La sola differenza è che i votanti non erano "cinesi".
Conclusione:  Mi dichiaro contrario alla sua elezione a Presidente del CN, e questo per motivi di grande sostanza: per il pericolo che (in modi anomali, nei quali è un sopraffino) venga ribaltato tutto, molto presto, attraverso le modifiche Statuto .
  Dell'URSS si ricordano i modi di convocazione: mettere i approvazione determinate proposte, senza che quelli della Siberia (contrari) potessero arrivare in tempo.
5.- Ultimo, ma non ultimo: al congresso è stato depositato, e acquisito, un codice etico della DC, quale seconda edizione di un codide etico del cristiano impegnato in politica, di un gruppo di docenti universitari, a partire dal codice etico di Guido Gonella, presentazione di F.Piccoli, del 1982.
                                                          Nino Luciani

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EDIZIONI PRECEDENTI

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INCONTRO DI BOLOGNA, 8 sett. 2018
A SOSTEGNO DEL CONGRESSO DELLA DC STORICA DEL 29 SETT. 2018
DOPO 24 ANNI DAL PRESUNTO SCIOGLIMENTO

RESOCONTO

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Mauro Carnagnola

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Raffaeke Cerenza

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Ettore Bonalberti

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Anonino Giannone

Le conclusioni dell'incontro, secondo il prof. Luciani

Al termine dei lavori,  di cui viene dato resoconto particolare qui sotto, sono stati ringraziati i relatori Carmagnola, Bonalberti, Giannone e tutti per la loro preziosa partecipazione all'incontro. Da esso è emersa:
  a) la ferma ed unanime volontà dei soci che si faccia il congresso per la data stabilita (29 settembre 2018);
  b) la soddisfazione per i congressi provinciali già celebrati, a cominciare da Torino e Milano e, massimamente quello di Messina, dove c'è stata una partecipazione numerosa ed assolutamente entusiasta;
  c) ma allarme per i "non congressi" (perchè neppure iniziati) della circoscrizione del centro Italia (Roma...), di cui Fontana ha nominato un coordinatore (Gianfranco Gala) totalmente sconosciuto e introvabile.
  All'incontro ha partecipato, su invito (comunque dovuto, perchè socio) Raffaele Cerenza (noto per il ricorso alla magistratura per ottenere l'annullamento della Assemblea del feb 2017), che ha portato il saluto di una costituita Federazione dei DC, presieduta da G. Rotondi, ma anche parlato della situazione da lui provocata con il ricorso stesso.
  Luciani, quale interprete dei presenti, ha preso atto della volontà positiva della neo-Federazione di far riabbracciare tutti i DC, ma anche affermato che il fatto che il Tribunale di Roma abbia convocato (lo scorso anno)  l'assemblea dei soci della DC, sulla base dell'elenco dei soci DC (depositato presso di esso, in occasione della causa sul congresso del 2012), quale l'ultimo elenco disponibile dei soci, è un fatto assolutamente rilevante per la autenticità giuridica della ricostruzione della DC, secondo il dettato della Cassazione e importante per tutti.
  In questo senso, la ricostruzione giuridica della DC e la attesa ricostituzione dei suoi organi nel prossimo congresso sono un bene comune di tutti i DC, e che dovrà operare per tutti e con tutti i soci, senza discriminazioni.
  Secondo Luciani è difficilmente è ipotizzabile un matrimonio tra la DC e i soggetti provenienti dalla DC, se questi non ne riconoscono la legittimità, nel loro proprio interesse. In questo senso, una riaggregazione dei DC, senza la DC giuridica, potrà eventualmente produrre un partito di cattolici in Italia, ma non la DC (con propria denominazione storica e simbolo scudo crociato storico) come era prima.
  Ne traiamo lumi dai numerosi casi (senza la DC), interrotti, prima o poi. Tra i casi, oggi in odore di esaustione sotto gli occhi di tutti, c'è quello della UDC; quello, a suo tempo, della DCa ; quello della Federazione di Grippo, e altri ancora (Politici Cristiani) … . Anzi, dopo avere fatto nuovi soggetti riaggreganti, accadeva di solito che, al primo bando elettorale, le unioni si scioglievano come neve al sole, perché i consociati correvano al migliore offerente (tra i grandi partiti), anche per povertà di mezzi finanziari.
 Luciani invita tutti a non sottovalutare questi dati, per il successo del comune progetto, da gestire tutti assieme, subito dopo il congresso.

Intanto continua la raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa intentata da Cerenza e De Simoni.

Attesi  tuttora i contributi dei nomi nobili, quelli sempre davanti a invocare il ritorno della dc.
FINORA, 9 SETT. 2018, raccolti euri 1930,00 dei 3.000,00 necessari.
Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".

Altomari Vitaliano E Silvia € 100
Ammaturo Cosimo € 20
Andreasi Roberto € 100
Armato Antonello € 50
Battaglierin Roberto Euri € 30
Bergozza Luigi Euri € 100
Bongiorno Giorgo € 20
Cantelli Rag Gabriele € 50
Caponetto Francesco € 50
Cortese Giuseppe € 20
D'Agrò Luigi € 200
Fago Antonio € 50
Ferroni Marco Euri € 100
Gori Giovanni € 50
Gubert Renzo € 500
Leonetti Carlo € 50
Napolitano Salvatore € 50
Orga Umberto € 200 + 200
Portacci Amedeo € 50
Riccardi Marino € 50
Tomietto Mauro € 100
Tramonte Cosimo € 20
Zilli Luigi € 50

TOTALE € 1930+200= 2130

RELAZIONI

Mauro Carmagnola

Raffaele Cerenza

Ettore Bonalberti

Antonino Giannone

1. CONGRESSI PROVINCIALI.

M. CARMAGNOLA, Coordinatore della circoscrizione nord- occidentale ha comunicato quanto sta facendo nell'organizzazione dei pre-congressi provinciali del Nord Ovest, ormai tutti convocati. Significativo quello di Torino.

  Nel tardo pomeriggio ci sarebbe stato quello di Milano (e che poi abbiamo saputo avere avuto luogo felicemente con la nomina di 5 delegato. Partendo dall'elenco del giudice, sono stati convocati, tramite avviso postale, tutti i soci suddivisi per provincia e si sono o si stanno celebrando le assemblee secondo i termini regolamentari di un delegato provinciale ogni 5 iscritti con l'accettazione di una delega per ogni presente.
  Di ciò viene redatto verbale. Seguiranno i tre congressi regionali ed a quel punto il Nord Ovest avrà la sua rappresentanza al congresso nazionale.
  Carmagnola ha proseguito: le assemblee al momento si sono svolte in modo sereno e sufficientemente partecipato, tenendo conto del fatto che parliamo di iscritti del 1992.

   Dopo le comunicazioni di Carmagnola, tutti i presenti hanno mostrato grande soddisfazione e confermata la inflessibile volontà che il CONGRESSO NAZIONALE abbia luogo per la data fissata dalla Assemblea dei soci, ossia il 29 sett. 2018.

  Si è poi saputo dei congressi provinciali in corso in Sicilia, convocati da Renato Grassi, coordinatore per le Isole. In particolare quello di venerdì, di Messina, che ha avuto la partecipazione e votazione di 62 iscritti, con un entusiasmo assolutamente insolito.

  Si è poi saputo della convocazione in corso dei congressi provinciali del SUD, da ANTONIO FAGO, coordinatore nominato da Fontana, al posto di Cesare Lia dimissionario per motivi burocratici (che va apprezzato per la sua abnegazione, per il bene comune).
  Circa la circoscrizione NORD-EST (coordinatore Danilo Bertoli) si è del tutto in altomare, non avendo egli ancora dato notizie, pur sollecitati . Si è auspicato che ne riferisca urgentemente a Fontana, data l'urgenza di provvedere;
  Circa la circoscrizione dell'Italia centrale (coordinatore Gianfranco Gala), non sappiamo assolutamente niente (no telefono, no e-mail). Sconosciuto totale, tranne a Fontana. Si prega Fontana di dare notizie urgentissime.
  E' stato espresso allarme per il possibile impedimento del congresso. FINE

In apertura, Cerenza ha chiesto la parola.

Ha salutato gli amici a nome della costituita FEDERAZIONE DEI DC, il 31 agosto a 2018 a Pescara (anche a nome di GIANFRANCO ROTONDI) a cui seguiranno gli “Stati Generali della Dc’ da convocare dal 23 al 25 Novembre a Roma, con la auspicata partecipazione di questa vostra DC.

Cerenza ha affrontato subito la questione della “causa in corso", presso il tribunale di Roma per annullare, la assemblea dei soci del feb 2017.
   I rapporti con Luciani, avviati in occasione della assemblea del 16 giugno a Roma, gli hanno consentito di acquisire che la mozione di Giannone, approvata poi in quella sede, vuole che la DC storica condivida il processo unitario comune, ma che non potrà fare nulla prima di avere ricostituito in suoi organi con il congresso.

Egli condivide la correttezza di questa impostazione e anche quella del regolamento congressuale, approvato da quella assemblea.

Poi, il fatto di essere stato invitato a questo incontro e avere avuto scambi personali con i convenuti, mentre si attendeva l’inizio dei lavori, è un fatto nuovo positivo per il futuro cammino insieme.

Chiarisce che questo non significa che ritirerà il ricorso. Restano fatti ostativi che solo il congresso potrà dirimere, per cui resta in rispettosa attesa. Anzi l’avere fissato a novembre gli STATI GENERALI è solo per rispetto del vostro congresso .

Cerenza, al tempo stesso, non si è sottratto a dire alcune cose fino in fondo:
- l’avere avuto sempre dei grandi problemi con Fontana, già nel passato congresso 2012, come l’alterazione delle regole di convocazione che ha sbilanciato i rapporti interni;
- l'averlo sempre visto percorrere strade sotterranee, a insaputa dei soci, e di cui poi si è venuti a sapere. L'ultimo caso gravissimo: aver ritirato il mandato all'avv. Chiaramonte e nominato un altro avvocato, cosicchè avrete due avvocati. (Nota di Luciani: La cosa è avvenuta il 7 giugno e non ne ha riferito alla assemblea del 16 giugno per la ratifica, di legge, art. 1131 cc. );
- l’avere egli avuto rapporti , anche ultimamente, con persone ostili alla ripresa di attività della DC, riconducibili al patrimonio;
- l’avere fatto cose dannose alla DC nel corso delle elezioni del 4 marzo (rinuncia scritta al simbolo scudo crociato, avere candidato persone distanti dalla DC…).
  Conclude riservandosi di una decisione circa il ritiro dalla causa, solo dopo il congresso, in base alla leadership che sarà eletta. FINE

Relazione, Appunti di storia italica recente, interpretazione dei fatti e ricerca della via...

1.- In una nota sul mio profilo facebook il 2 settembre scorso avevo scritto:
  "Dopo l'8 Settembre 2018 si profila uno tsunami nella politica italiana. Il governo giallo verde alle prese con scelte di politica economica incompatibili è a rischio di implosione; ciò che accadrà nella Lega, con la sentenza di Genova e l'annuncio del nuovo partito della destra, e nel PD, da cui non è irragionevole ipotizzare la nascita di un partito della sinistra e una spaccatura con la componente moderata renziana, sono elementi propri di una fase che Aldo Moro definirebbe di " scomposizione e ricomposizione". Con la probabile rottura di Forza Italia, una parte della quale attratta dalla sirena leghista salviniana e quella possibile del PD, si aprirà uno spazio grande al centro dove sarà indispensabile la presenza di una vasta area unitaria di ispirazione cattolica e popolare.
  Le prossime elezioni regionali e quelle europee del Maggio 2019 saranno il banco di prova del nuovo assetto politico dell'Italia dopo quanto è accaduto col voto spartiacque del 4 Marzo 2018." Staremo a vedere, anche se ogni giorno e addirittura ad horas cambiano le dichiarazioni degli esponenti del governo, sempre più necessitati a fare i conti con la dura e irrevocabile prova della realtà effettuale, contro la propaganda su cui hanno sin qui basato, riuscendoci, le loro fortune elettorali. Probabilmente le ragioni del potere e della sua sistematica occupazione finiranno col prevalere su quelle del rispetto delle promesse elettorali, ma attendiamo di conoscere la realtà dei conti scritta nei documenti di programmazione economica e di bilancio che dovrebbero essere presentati quanto prima e i contraccolpi che si determineranno a livello esterno, dove permane e si rafforza il potere dei gruppi finanziari dominanti. Quei poteri che dopo la riunione sul panfilo Britannia dell'estate 1992, si è reso esplicito come dominino con la finanza, l'economia e la stessa politica, ridotta ad ancella subalterna e, in molti casi con suoi esponenti più illustri al loro libro paga. Da lì, come mi ricordò il compianto amico Marcello Di Tondo in una lettera di molti anni fa , dobbiamo ripartire: "In quell' occasione, scriveva Di Tondo, (sapientemente ed intelligentemente tratteggiata da una intervista che Giulio Tremonti rilasciò a Maria Latella del Corriere della Sera il 23 luglio 2005) fu stabilito un accordo tra i poteri massonici nazionali ed internazionali ed i post comunisti, eredi diretti del Pci, sulla base del quale alla sinistra sarebbe andato il controllo economico e politico del Paese ed alla massoneria il controllo economico e finanziario.
   Si mise così in moto un processo, conosciuto come "Mani Pulite" che spazzò via in pochi mesi la DC ed i suoi alleati (Psi, Psdi, Pri e Pli) che avevano governato il Paese sino ad allora, pur con evidenti limiti a partire dalla seconda metà degli anni '80, riuscendo nell'incredibile impresa di portare l'Italia, dalla desolazione di una nazione sconfitta e distrutta dell'immediato dopo guerra, al 5° posto tra le maggiori economie mondiali.
   Ma quei Partiti rappresentavano, in quel momento, l'ostacolo politico ed istituzionale per la realizzazione di quel progetto. Contemporaneamente, fu accelerato il percorso di privatizzazione di ( Continua Bonalberti) 

Relazione, Idee per la ricostruzione della buona DC: comprensiva di tutte le anime DC e non DC con uguali valori, etica, orientata al bene comune.
  Anche la difesa del simboco scudo crociato - libertas

A Roma, il 16/06/18 nell’Assemblea DC, ho illustrato la mozione, di seguito riportata che è stata sottoscritta da Soci della DC storica di quasi tutte le Regioni ed approvata all’unanimità.

MOZIONE DEL 16/062018 L’Assemblea dei soci chiede la Convocazione il 29 settembre del XIX^ Congresso DC, in conformità alle indicazioni del Tribunale di Roma per la ricostituzione degli organi statutari della DC storica che ha come Presidente Gianni Fontana.

Successivamente inizierà il tesseramento di nuovi soci al Partito, aperto a tutti coloro che condividono lo Statuto, sentono di essere Democristiani, a tutti coloro che si ispirano alla Dottrina Sociale della Chiesa, ai Movimenti e Associazioni di Cattolici morali e Cattolici sociali (secondo la citazione del Card. Bassetti, Presidente della CEI), ai laici popolari che si ispirano all’umanesimo cristiano.

Chi si iscriverà alla DC dovrà autocertificare la sua adesione al Codice Etico della DC storica, che a suo tempo fu redatto da Gonella e che è stato aggiornato dopo 70 anni dal gruppo di studio di Bologna, coordinato dal Prof. Luciani con il Prof. Giannone e altri Docenti ed Esperti, ospiti di Mons. Oreste Leonardi.

Si arriverà, dopo qualche mese, in gennaio 2019, in coincidenza con l’Appello ai Liberi e Forti di Don Luigi Sturzo, al nuovo Congresso della DC.

Si darà avvio, in questo modo, alla continuità storica della DC con i valori e principi fondanti da fare rivivere e rigenerare nella società della globalizzazione e dell’era digitale.

Ripartirà nel Paese la Speranza di una Politica con la P maiuscola come chiedono da tempo Papa Francesco e il Papa emerito Benedetto XVI e ciò avverrà con una piattaforma culturale, economica, sociale, politica e di valori etici per l’edificazione del bene comune che sarà redatta ascoltando nei territori i bisogni delle persone e delle comunità con tre Conferenze organizzative al Nord, al Centro e al Sud.
   A Voi Amici, a Voi più giovani il testimone e questa Speranza per un vostro futuro migliore, per il bene dell’Italia e dell’Europa da rigenerare sui valori fondanti di Adenauer, De Gasperi e Schuman, tre grandi statisti Cristiani.
  I Diavoli sono interni ed esterni all’area democratico cristiana popolare.
  Le forze che si oppongono sono interne ed esterne alla stessa area.
  Anche all’interno della gerarchia cattolica c’è molta divisione.
   De Gasperi seppe aggirare gli ostacoli, anche allora presenti, riunendo le forze laiche e cattoliche che avevano a comune i valori della vita, della società e dell’economia. Ma di fronte aveva il PCI e il comunismo internazionale a guida sovietica e stalinista
(Continua Giannone)

( Continua BONALBERTI) banche e di società a controllo pubblico per oltre 100.000 miliardi di vecchie lire, processo preparato ed avviato, nei primi anni '90,dai Governi Ciampi e Amato.  La variabile, non prevista, fu l'entrata in campo politico, alle elezioni del 1994, di Silvio Berlusconi che, rompendo gli schemi e gli accordi che erano stati siglati, sconvolse il quadro generale ed introdusse una forte ed imprevedibile variabile allo schema prospettato sul Britannia.

  Da quel momento, prosegue Di Tondo, iniziò la sconvolgente persecuzione giudiziaria di Silvio Berlusconi. Ricorderò in proposito come proprio il duo Barucci - Amato nel 1992, con un decreto legislativo, posero fine alla legge bancaria del 1936 che, come la Glass Steagall americana del 1932, aveva sancito il controllo pubblico di Banca d'Italia e la separazione tra banche di prestito e banche d'affari (legge sempre difesa gelosamente dalla DC e dal governatore Guido Carli), dando così libertà assoluta al potere degli hedge fund anglo-caucasici (kazari) che, de facto, controllano le banche nazionali dell'Unione e la stessa Banca centrale europea. Consiglio al riguardo la lettura di alcuni saggi quali:

a) Daniel Estulin: " Il club Bilderberg - La storia segreta dei padroni del mondo-Arianna editrice
b) Pietro Ratto: " Rothschild e gli altri - Dal governo del mondo all'indebitamento delle nazioni: i segreti delle famiglie più potenti"- Arianna editrice.
c) Ettore Bonalberti: " Elezioni europee: la visione dei Liberi e Forti". https://ilmiolibro. kataweb.it/ libro/ saggistica/422618/ elezioni-europee/ Il voto del 4 Marzo 2018 ha segnato, in ogni caso, la fine della Seconda Repubblica e l'avvio di una confusa fase politica che, salvo eventi speciali prossimi, ci accompagnerà sino alle prossime elezioni europee (23-26 Maggio 2019). Una fase caratterizzata in Italia e in Europa dallo scontro tra "sovranisti" e "europeisti" di diversa sensibilità politico culturale.

2.- Come è potuto accadere tutto ciò? La lunga stagione del berlusconismo e dell'anti berlusconismo che ha caratterizzato quella fase che è schematicamente connotata come "seconda repubblica" ( 1994-2018) conclusasi con i governi tecnici di Monti, Letta e Renzi; questi ultimi sostenuti dalla centinaia di mercenari transumanti parlamentari, celebra il uso epilogo il 4 Marzo scorso, col voto di appena il 50% degli elettori aventi diritto e con una innovativa formula all'interno del tradizionale trasformismo politico italico. E' successo, infatti, che la Lega presentatasi in alleanza del centro destra con Forza Italia e Fratelli d'Italia, raggiunge come coalizione la maggioranza relativa dei voti, ma, alla fine, autorizzata obtorto collo dal Cavaliere e con l'ondivaga benedizione della Meloni, compie la "fuitina" con il M5S, dando vita al governo giallo-verde a guida dell'ennesimo presidente non eletto, il prof Conte. Un governo espressione di un'aggiornata versione del trasformismo politico che, in questo caso, si realizza prima ancora che le Camere siano insediate. Di qui la formazione di un nuovo e anomalo sistema bipolare che si caratterizza nello scontro suddetto tra "sovranisti" nazionalisti e europeisti di diversa provenienza politico culturale.
   La saldatura tra il malessere sociale del meridione rappresentato dal voto largamente maggioritario al M5S e quello del ceto medio in crisi profonda al Nord come nel resto del Paese, avviene alimentata anche dalla diffusione di un "sentimento comune" di frustrazione e di rabbia collegato da un lato, alla condizione di anomia complessiva vissuta dagli italiani, e dall'altro, dall'amplificazione del disagio e insofferenza prodotti da un'immigrazione senza controlli e soluzioni di integrazioni efficienti ed efficaci. Di qui il prevalere di una condizione che ricorda quella citata da Alessandro Manzoni nel capitolo XXXIL de " I Promessi Sposi" nel quale, riferendosi al caso delle ragioni della peste, don Lisander scriveva: " il buon senso c'era, ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune".
  Una cosa, però, è certa: difficile per Salvini conservare il ruolo di partner di un governo dove dai grillini ogni giorno di più sembrano emergere soggetti "pieni di presunzione e di vuota arroganza senza intelletto", con proposte altalenanti e ondivaghe sempre più contrastanti con gli interessi e i valori di una base elettorale leghista lontana mille miglia da quelli espressi dai parlamentari pentastellati. E' altrettanto difficile che possa durare una situazione nella quale il ministro degli interni, che dovrebbe essere il garante della legge per tutti i cittadini, trasforma la sua sede e funzione istituzionale nel pulpito di propaganda permanente per il suo partito di cui è il leader, sino ad utilizzare per un incontro definito solo "politico" e non istituzionale con Orban, capo di governo ungherese, in Prefettura a Milano .

( Continua GIANNONE) Il principio del N.O.MA. (Non Overlapping Magisteria) è stato ribaltato e la Finanza ha reso succube la politica e l’Etica è sempre meno presente come amalgama della società.
    Nessun partito, attualmente presente in parlamento, è interessato a riconoscere questa verità.

Il Papa emerito Benedetto XVI nella sua enciclica Caritas in Veritate lo dice apertamente. Il Partito d’ispirazione cristiana non può che essere la prosecuzione dell’esperienza di Sturzo, De Gasperi e fino ad Aldo Moro; poi è iniziata la diaspora democristiana. Coloro che hanno a cuore il riscatto degli umili, abbiano il dovere di condividere ogni iniziativa che conduca gli elettori a riconoscere che i valori della DC sono stati e sono ancora i capisaldi:
  - il lavoro nella sua piena dignità,
  - la famiglia come struttura della vita di condivisione e comunione nella società,
  - l’impresa, come motore inesauribile di progettualità e di ricerca dei beni comuni.
  - i giovani, che rappresentano il futuro della società e per i quali bisogna investire in formazione con i sistemi più avanzati e con la massima qualità dell’educazione nell’istruzione di base.
   Il denaro deve servire all’uomo e non viceversa.

Relativamente al nome e al simbolo, la mia convinzione personale, condivisa da molti di Voi, è questa. Come Sturzo eliminò le varie unioni cattoliche conservatrici legate ancora al feudalesimo agrario e, operando in un sol colpo la loro cancellazione, con la formazione del PPI ( fra l’altro ostacolata da Vaticano..); come De Gasperi seppe trasformare il partito popolare in Democrazia Cristiana, legando a se’ le forze laiche e cattoliche, per non cadere nella deriva confessionale e mantenere la laicità del partito, pur nella difesa della libertà religiosa come fondamento dello Stato democratico moderno.
  Nome e simbolo DC sono stati gettati nel fango da una generazione di politici che da oltre trent’anni, hanno preferito mantenere privilegi e favori, inserendosi nel centrodestra o nel centrosinistra, perdendo i valori su cui si era sempre distinta l’attività politica dei grandi popolari e democristiani. Trovo del tutto ininfluente, a questo punto, sia nome che simbolo, che (qualora non si faccia il congresso) sarebbe bene invece consegnare alle fondazioni Sturzo e De Gasperi, vietandone a chiunque l’uso, con azioni penali immediate verso i contravventori. La Democrazia Cristiana, inizialmente Partito Popolare, pur restando se stessa se sostenuta dai valori e dagli uomini, non ha bisogno di chiamarsi necessariamente come nel 1993. La storia politica non solo dell’Italia, dimostra che contano sempre le persone e i valori, non le maschere, fra l’altro oggi infangate da individui senza scrupoli e senza responsabilità politica e forse anche morale.
  Concludo con una citazione di Aldo Moro del 3 ottobre del 1959, a Milano. Moro pronuncia un discorso che preannuncia la sua piattaforma elettorale per la segreteria del Congresso Nazionale. Questo discorso è la definizione dell’essenza politica della DC e dello Stato democratico.
  Aldo Moro:“ La DC è al servizio della idea avanzante della nostra società, che è l’effettiva eguaglianza dei diritti e delle possibilità degli uomini nella vita sociale...lo Stato democratico è Stato del valore umano, il suo servizio di rivolge all’uomo nella sua anima universale.. la DC si fonda sul riconoscimento del valore dello Stato, non nel senso di una riduzione ad esso della dimensione umana, ma riferimento ad esso del valore dell’uomo e ritrovamento agevole dello Stato nell’uomo e dell’uomo nello Stato....
  le leggi e la struttura sociale possono operare la giustizia, che richiede una tensione ideale che superi la forza dell’abitudine e la resistenza del privilegio, garantisca e aiuti il lavoro, aumenti la produzione, espanda la vita economica su un base di sicurezza sociale, distribuisca i beni economici in modo equo, arricchisca la persona anche nell’ordine spirituale e culturale, restituisca all’uomo il senso della sua dignità personale..”

ALDO MORO SARÀ SEMPRE UN UOMO DI SPERANZA E QUI EFFONDE IL TONO FIDUCIOSO, GIOVANILE E CRISTIANO  COL QUALE GUARDA AL PRESENTE E AL FUTURO.

Evviva la Democrazia, evviva la Democrazia Cristiana, evviva l’Italia.
                                                                                   Antonino Giannone

(Continua BONALBERTI). Situazione, infine, aggravata dal conflitto apertosi con la magistratura, sia sul versante del blocco e ristorno dei 49 miliardi di finanziamento pubblico alla Lega di Bossi e Belsito, che sull'avviso di garanzia per "sequestro di persona" ricevuto dalla procura di Agrigento per il caso della nave Diciotti della Guardia costiera italiana bloccata al porto di Catania per cinque giorni. Una situazione di conflitto istituzionale tra Magistratura e Governo, unica nella sua gravità nella storia della Repubblica italiana. Il presidente Ciriaco De Mita alcuni giorni or sono, il 29 agosto, in un'intervista al Corsera così titolata : "M5S e Lega sono solo azione e il Pd è fermo".
   L'identità democristiana: di Tommaso Labate", ha dichiarato:" Quando iniziò il declino della Dc, e a un convegno si discuteva su quello che bisognava o non bisognava fare, chiusi il mio intervento citando un poeta spagnolo: "Quando morirò, seppellitemi con la mia chitarra". Da allora sono passati quasi trent'anni. E visto che sono ancora in tempo per cambiare idea, cambio il messaggio. Quando morirò, seppellitemi con un biglietto in cui c'è scritto "sono stato democristiano"".
  Poi Ciriaco De Mita ha un riflesso talmente rapido che di anni, invece che 90 e mezzo,, sembra ne abbia tanti di meno. Come se una nota della frase gli fosse apparsa stonata, da riscrivere.:"Aspetti. non "sono stato". Nel biglietto ci dev'essere scritto "sono democristiano", al tempo presente".

3.- C'è nelle parole del vecchio e sempre lucidissimo leader DC l'idea di un ritorno della cultura politica di ispirazione DC e popolare. Sì, ne siamo convinti anche noi: se solo il 50 % degli italiani va a votare e la stragrande maggioranza sceglie M5S e Lega unendo il dramma dei diseredati del Sud con la condizione di crisi del ceto medio al Nord come nel resto dell'Italia, è evidente che al centro, con la crisi irreversibile di Fora Italia, si apre uno spazio enorme nel quale serve far tornare in campo la cultura cattolica e popolare, unica autentica proposta alternativa al turbo capitalismo finanziario dominante, basandosi sulla dottrina sociale della Chiesa declinata tra la fine del secolo scorso e gli inizi del XXI dalle encicliche di Papa Giovanni Paolo II ( Laborem exercens (1981) e Centesimus Annus (1991); Papa Benedetto XVI " Caritas in veritate" (2009) e Papa Francesco " Evangelii gaudium (2013) e " Laudato Si" (2015) Non è quindi per un sentimento regressivo di nostalgia che dal 2012 andiamo proponendo la ricostruzione della DC, ma nella convinzione che quella cultura, quella politica aggiornata dal contributo della dottrina sociale cristiana degli ultimi Papi, e rinnovata nella classe dirigente serva al Paese. Siamo anche convinti che questo nostro passaggio del 29 settembre prossimo è un tassello, seppur importante, di un più ampio mosaico che si dovrà costruire così come abbiamo indicato con Tarolli, Merlo, Fontana, Mauro e Menorello e tanti altri a Verona il 23 Giugno scorso (vedi documento finale).

4.- Gianfranco Rotondi, "più furbo che santo", ha voluto anticipare con Pescara l'avvio di una riunificazione tra lui, Sandri, Cerenza e De Simone l'incontro di quelli che la sentenza della Cassazione aveva dichiarato non essere gli eredi della DC storica " partito mai sciolto giuridicamente".
  Credo, tuttavia, che tutto ciò che va nella direzione della ricomposizione sia un fatto positivo e a Rotondi ho risposto nei giorni scorsi a una sua cordiale mail così:
  "Caro Gianfranco, grazie per la tua cortese risposta alla mia sollecitazione. Ieri ero a Roma e ho avuto casualmente l'opportunità di incontrare Lorenzo Cesa che, credo, non avesse ancora letto la mia mail cui tu fai riscontro. Un breve saluto e un veloce scambio con reciproca conferma delle intenzioni di unità".
  Gli ho ribadito quanto avevo già scritto e trovo condiviso nelle tue conclusioni. Noi, se riusciremo a rispettare i termini, il 29 settembre p.v. svolgeremo il nostro congresso interno per dare definito assetto agli organi del partito che, contrariamente a quanto da te sostenuto, dal 2012 continuiamo a ritenere si possa e si debba far rivivere, secondo un'interpretazione della sentenza della Cassazione che, ovviamente, diverge da quella da te data.
  Resta il fatto che questi nostri piccoli e ormai incomprensibili duelli dialettici e giurisdizionali stanno diventando, oltre che inutili, persino patetici, se consideriamo la grave situazione politica generale del Paese e dell'Europa. Una situazione che reclamerebbe una vigorosa ripresa di iniziativa politica della cultura cattolico popolare, come da più di vent'anni vado predicando come un ormai stanco ed errante don Chisciotte di periferia…..(vedi il mio sito: www.don-chisciotte.net nella sezione le note di Ettore Bonalberti dal 2007 ad oggi…) .
  Credo che dopo il 29 settembre la proposta da te indicata e già da me a suo tempo sostenuta vada portata a compimento, non per l'obiettivo di qualche egoistica personale garanzia di candidatura, ma per concorrere alla costruzione della più ampia unità della vasta realtà cattolico popolare e democratico cristiana, che possa realizzare una più larga convergenza con le forze democratiche laiche e liberali, ispirate dai valori dell'umanesimo cristiano e accomunate dalla volontà dell'attuazione integrale della Costituzione repubblicana, in alternativa allo squallore del populismo oggi al potere, nel quale ogni giorno di più sembrano emergere soggetti "pieni di presunzione e di vuota arroganza senza intelletto" .
  Sono le conclusioni che con gli amici Tarolli e Merlo e con lo stesso Gianni Fontana abbiamo condiviso al seminario di Verona organizzato dagli amici di "Costruire Insieme" il 23 giugno scorso (conclusioni che avevi anche tu condiviso). Nutro una forte speranza che anche gli amici Cesa e Fontana siano pronti a convergere su tale prospettiva per celebrare INSIEME in tempi brevi una grande assemblea nazionale di riunificazione di tutti i democratici cristiani italiani. Analogo invito lo estendo, ovviamente, anche all'amico Mario Tassone, "DC non pentito" come tutti noi. Un loro intervento esplicito in tal senso sarebbe oltremodo auspicabile." Anche l'avv. Cerenza nel suo intervento ha confermato la volontà di giungere all'unità di tutti i DC e a lui ho sottolineato che non si tratta di "aprire le porte della neonata federazione dei DC a chi ne ha la volontà", quanto, semmai, di trovarci tutti insieme negli annunciati stati generali dei DC italiani a Novembre e ripartire da lì per concorrere a costruire con l'unità di tutti i DC italiani quella più ampia alleanza cattolica, popolare e liberale di cui al documento di Verona.

5.- Quanto all'Europa, ho approfondito il tema nel mio ultimo saggio citato: Elezioni europee: la visione dei Liberi e Forti. Partendo dalla considerazione che il potere reale è oggi nelle mani di un gruppo di famiglie ( comitato Bilderberg, hedg fund anglo caucasici (kazari) con sede legale nella city londinese di loro proprietà e sede fiscale nel Delaware a tasso zero, proprietari della Federal reserve, della Banca centrale europea e delle banche nazionali di quasi tutti i Paesi UE) esaminati i rapporti tra sovranità nazionale e sovranità europea ( illegittimità del fiscal compact, tesi Guarino e folle introduzione voluta da Monti del pareggio di bilancio con modifica dell'art 81) e tra sovranità monetaria e sovranità nazionale, sostengo che si tratta di riportare alla luce gli ideali dei padri cattolici e democratico cristiani dell'Europa: Adenauer, De Gasperi, Monet e Schuman, contro gli orientamenti del " Manifesto di Ventoténe" laico, socialista, anticristiano che alla fine è prevalso. Consiglio a tutti la lettura del 9° Rapporto sulla dottrina sociale della Chiesa nel mondo, quest'anno dedicato proprio al tema. " Europa - la fine delle illusioni" da cui ho tratto spunto per il mio saggio sulle prossime elezioni europee.
   Quel mio saggio si conclude con questa speranza: " Le indicazioni di Papa Francesco, Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II, sono quanto mai decisive per orientare le scelte di coloro che si sentono continuatori e testimoni della cultura politica di ispirazione cristiano sociale e popolare in Italia e in Europa. Da quanto abbiamo descritto nei capitoli precedenti appare evidente l'esigenza di una seria riforma della costruzione europea sia dal punto di vista istituzionale, della governance e, soprattutto, sulle politiche economiche e finanziarie da sottrarre ai condizionamenti giugulatori dei poteri finanziari dominanti.
  Trattasi di un compito politico e culturale straordinario al quale noi popolari italiani ed europei, soci fondatori, prima della CEE e dell'Unione europea, abbiamo il dovere di offrire il nostro prezioso contributo senza il quale l'attuale costruzione è destinata a sicuro fallimento. E dovremo farlo insieme alle altre culture laiche e liberali, riformiste di ispirazione democratica che condividono i valori dell'umanesimo cristiano. Sappiamo di essere minoranza all'interno dell'Europa e consapevoli, quindi, della necessità di concorrere con altre culture politiche laiche, democratiche e liberali a sostenere proposte di riforma istituzionali, economico sociali e finanziarie, senza le quali l'Europa rischia l'autodistruzione.
  Nella crisi dei due storici raggruppamenti, che hanno sin qui esercitato una funzione prevalente nella UE (PPE e PSE), il ruolo dei movimenti Italiani che si riconoscono nel PPE può risultare rilevante.
  Molte iniziative si sono avviate in Italia e, in taluni casi, consolidate grazie agli amici della DC storica impegnati, sin dal 2012, nella ripresa politica del partito dello scudo crociato, dopo che la Cassazione ha definitivamente sentenziato che quel partito "non è mai stato giuridicamente sciolto" (sentenza n. 25999 del 23.12.2010); a quelli dell'associazione "Costruire Insieme" presieduta dal sen. Ivo Tarolli, della "Rete Bianca" con l'on. Giorgio Merlo e altri amici ex PD e di molte altre associazioni, movimenti e gruppi dell'area cattolica e popolare, interessati a ricostruire "l'unità possibile dei popolari entro un soggetto politico nuovo, ampio e plurale, democratico, popolare, europeista e transnazionale, ispirato ai valori dell'umanesimo cristiano, inserito a pieno titolo nel PPE da far tornare ai principi dei padri fondatori" .
  In un seminario tenutosi a Verona il 23 Giugno scorso, organizzato dall'associazione "Costruire Insieme", è stato approvato un documento nel quale si è riscontrata "l'unanime condivisione dei partecipanti per la promozione di una piattaforma plurale, in direzione di un'Unione per un Movimento Popolare (UMP) nel quale possano coordinarsi, liberamente e senza predefinite gerarchie organizzative, le diverse esperienze presenti in Italia che si rifanno ai valori della sussidiarietà. Un soggetto politico ampio, plurale, laico, democratico, popolare, europeista, trans nazionale, impegnato a tradurre nella 'città dell'uomo' gli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa, in dialogo privilegiato con il PPE". Il documento porta la firma di Ettore Bonalberti (ALEF-Associazione Liberi e Forti), Gianni Fontana (DC), Mario Mauro (Popolari per l'Italia), Domenico Menorello (Energie per l'Italia), Gianfranco Rotondi (Rivoluzione cristiana) e Ivo Tarolli (Costruire Insieme) e di molti altri amici presenti all'incontro.
   Una delegazione guidata dal sen. Ivo Tarolli si era incontrata il 23 Maggio a Bruxelles con Joseph Daul, Presidente del PPE, nella sede del Partito Popolare Europeo, con "l'obiettivo di mettere in collegamento Costruire Insieme, che da alcuni anni opera al servizio della riaggregazione della grande area dei cristiano popolari, con i vertici del Partito Popolare Europeo" , "poiché l'Europa è ritenuta il crocevia indispensabile per un realistico progetto di ripresa del nostro Paese".
  Un incontro è anche in cantiere con altri amici italiani ed europei dell'area popolare presenti nel Parlamento europeo, al fine di verificare le condizioni per la ricomposizione di tutta l'area di ispirazione e cultura politica popolare italiana. Forse c'è ancora una speranza che proprio dall'Italia possa ripartire un "nuovo inizio "insieme ai tanti Popolari interessati a tradurre nella "città dell'uomo" gli orientamenti pastorali della dottrina sociale della Chiesa, unico vero antidoto alle storture e alle ingiustizie del turbo capitalismo finanziario dominante.

6.- Quali indicazioni dei Popolari allora, si possono formulare per la nuova Europa? Nostro obiettivo sarà quello di riproporre la visione dei padri fondatori di ispirazione cattolica e popolare, innanzi tutto all'interno del PPE in preda a una pericolosa deriva con l'ingresso di Orban e soci, considerando l'Unione Europea una conquista fondamentale da difendere in maniera assoluta, ma da rilanciare con:
  a) una nuova governance che trasferisca il potere legislativo primario del consiglio dei capi di Stato e di governo al parlamento europeo;
  b) un' unione fiscale ed una difesa militare comune;
  c) una comune piattaforma per l'istruzione e la formazione del capitale umano delle giovani generazioni sulla quale gli Stati membri aggiungano le specificità nazionali per costruire il futuro cittadino europeo;
  d) una nuova disciplina dei mercati finanziari e politiche fiscali e normative capaci di favorire l'uso produttivo del capitale a fronte del suo smodato uso finanziario con la Banca centrale europea, sottoposta al pieno controllo pubblico, dotata del potere di intervento di ultima istanza e capacità di emissione della moneta unica europea;
  e) una forte spinta alla innovazione tecnologica approntando modifiche anche all'istruzione primaria, secondaria e professionale per garantire nuova offerta occupazionale qualificata;
   f) una politica estera incentrata:
     1) sul Mediterraneo e sull'Africa, continente nel quale l'occidente democratico ed in particolare l'Europa deve ridare a quelle popolazioni quanto esse hanno dato all'Occidente negli ultimi secoli per la sua crescita economica;
    2) una nuova e più penetrante interlocuzione politica ed economica con il continente asiatico senza mai dimenticare i legami storici con il popolo americano;
     3) una politica consapevole dell'incosciente sfruttamento delle risorse del pianeta per garantire aria, acqua, cibo e salute marina alle future generazioni ed una manutenzione dell'assetto idrogeologico di un Paese come l'Italia afflitto da una diffusi sismicità, con un piano ventennale di interventi strutturali.

  Da parte sua l'Italia e il suo intero sistema politico devono riscoprire:
  a) quel minimo denominatore sul quale costruire la coesione nazionale che resta il patrimonio comune di un paese democratico in un clima di assoluta sicurezza delle persone e delle cose;
   b) l'impegno tra tutte le forze politiche per l'attuazione integrale della Costituzione a partire dall'art 49 sulla vita democratica interna dei partiti, oggi caratterizzati dal dominio di tipo bonapartistico di alcuni, fino, come nel caso del M5S, dal controllo esterno di società commerciali finalizzate al profitto, detentrici delle piattaforme informatiche cui gli eletti devono una sostanziale sottomissione e pagare il richiesto tributo ;
   c) la forza di una democrazia parlamentare moderna che sappia formare maggioranze di governo che siano anche maggioranze del paese evitando l'illusione di affidare a tecnicalità elettorali il superamento delle difficoltà politiche.
   Una democrazia parlamentare è tale perché le maggioranze si formano e si smontano in Parlamento e non nell'urna o, diversamente, fare una scelta coraggiosa di una democrazia presidenziale all'americana con pesi e contrappesi. Tertium non datur.
    Infine è tempo che il Paese riscopra con un sussulto di orgoglio una nuova stagione di diritti e dei doveri di ciascuno di noi, consapevoli dell'ammonimento di Aldo Moro: "Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere". Ettore Bonalberti

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EDIZIONI PRECEDENTI

Il BENE COMUNE nel MONDO CATTOLICO

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Gabriele Cantelli

Dal Vescovo Matteo Zuppi di Bologna:

"Che il 2 giugno 2018, in ogni parrocchia si levi
un  "TE DEUM PER LA PATRIA"

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G. Cantelli, In margine a nuove teorie
sul bene comune, nella Chiesa Cattolica

 

zuppi matteo.jpg (30803 byte)
Matteo Zuppi

Nota. 1) Il "bene comune" è divenuto una specie di "summa" (della Chiesa Cattolica di base) per i cristiani impegnati in politica. Precisamente, tra le cose da fare,  la priorità è garantire ad ogni cittadino un elenco di beni e servizi: tra questi anzitutto la "disponibilità della vita", lo "Stato" e via ... atti a procurare la "beatitudine" di ogni persona e sia pur con qualche differenziazione se ci sono anche esigenze personali siano diverse.
  Il bene privato è, invece, un bene individuale posseduto dalle persone in modo esclusivo e differenziato.
  Il bene pubblico è un bene per tutti, indifferenziato secondo la valutazione etica dello Stato, mentre il bene comune dei cristiani è identificato in relazione alla valutazione di Dio, padre comune di tutti gli uomini.
2) C'è in parallelo una definizione di bene comune, secondo l'economia e, più specifica secondo la scienza delle finanze.
  Secondo queste visioni la importanza dei beni e servizi discende dalla entità dei bisogni umani. Essi, dunque, non sono valutati criticamente, ma presi in considerazione come dei "dati", per la soluzione dei problemi economici individuali e pubblici. Dunque non esiste conflitto, per definizione, tra l'economie la chiesa cristiana, e anche con qualunque chiesa.
  C'è, invece, una ottica diversa di vedere il problema. La scienza economica ha scoperto che gli imprenditori e i politici mettono avanti, come obiettivi economici, l'interesse personale. E mettono, invece, come conseguenziale l'interesse dei consumatori o l'interesse pubblico. Una volta scoperto questo, la scienza economica studia i vincoli (per gli operatori privati e pubblici) per armonizzare l'interesse privato con quello collettivo.
  3) Nel caso del Vescovo Zuppi il bene comune preso in considerazione è lo Stato Italiano, per il quale muove una preghiera a Dio. Ma su questa idea Cantelli ha da fare alcune considerazioni

Fonte: Agezia ANSA, 30 maggio 2018 DISCUSSIONI E COMMENTI

Vescovo Matteo Zuppi:

"Desidero che in ogni comunità della Diocesi, al vespro di venerdì 1 giugno o nella giornata di sabato 2 giugno, si canti l'inno di ringraziamento 'Te Deum' e si innalzino preghiere e suppliche per la nostra Patria, chiedendo la grazia di un rinnovato impegno di tutti per il bene comune".

L'inedita iniziativa liturgica è lanciata dall'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, in conclusione di un messaggio per la Festa della Repubblica.

"La festa del 2 giugno - scrive Zuppi - ha quest'anno un carattere particolare: cade nel 70/o dell'entrata in vigore della Costituzione Repubblicana e della prima elezione del Capo dello Stato.

Spinto dal recente Congresso Eucaristico Diocesano, che ha rinnovato il legame tra Chiesa e Città degli uomini, considerando anche le difficoltà degli ultimi avvenimenti, desidero invitare tutti i credenti a innalzare a Dio un ringraziamento per il tanto che ci unisce e a pregare per il nostro Paese".

Gabriele Cantelli, NON CONTRAPPORRE PAUPERISMO A POPULISMO

Leggere sui quotidiani locali :
-di <Un Te Deum per il 2giugno>(Carlino) o, peggio <Zuppi: "Prego per Mattarella e l'Europa";
- Anpi in piazza contro i fascismi (Repubblica) e il contenuto degli articoli che seguono titoli altisonanti, non può non indurci ad alcune considerazioni sulla situazione attuale dello Stato che ha indotto la Chiesa ad ampliare il significato della festa nazionale e, nel contempo, su quella che parrebbe rappresentare una svolta della Chiesa nella realtà attuale.
  Per il 2 giugno , abbiamo letto su la Repubblica, l'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi chiede vengano inserite due preghiere ai fedeli nel Te Deum, che verrà recitato in tutte le parrocchie :una preghiera per la nostra cara Patria , perché concorra alla all'edificazione di una vera casa comune in Europa, e una per il Presidente della Repubblica , e i nostri governanti, perché siano sempre attenti ai bisogni dei più deboli e indifesi. Attraverso la agenzia di informazione R.It apprendiamo ulteriori passaggi del comunicato :<la festa del 2 giugno ha quest'anno un carattere particolare: cade nel settantesimo dell'entrata in vigore della Costituzione repubblicana e della prima elezione del Capo dello Stato.
  Spinto dal recente Congresso Eucaristico Diocesano, che ha rinnovato il legame tra Chiesa e città degli uomini, considerando anche le difficoltà degli ultimi avvenimenti, desidero innalzare a Dio un ringraziamento per il tanto che ci unisce e pregare per il nostro Paese". Anche se condivido pienamente la preoccupazione di mons. Zuppi che è in sintonia con la posizione della presidenza della Cei riportate da Avvenire , è quanto si sta delineando proprio a livello locale, nella nostra Diocesi ad accrescere la mia preoccupazione di cattolico impegnato in politica quando da Repubblica leggo: <La supplica per la nostra Patria di Zuppi arriva nello stesso giorno in cui della difficile situazione nazionale parla anche don Luigi Ciotti, che parteciperà alla manifestazione "contro tutti i fascismi"che l'Anpi terrà sabato alle 16 a Palazzo Re Enzo alla quale aderiscono tutta la sinistra del PD e Leu,le associazioni,i sindacati.

<<Ben venga un governo, ma che rispetti la nostra Costituzione , dice Ciotti preoccupato per la nostra democrazia pallida e malata e per gli insulti e le minacce a Sergio Mattarella:<<Le parole sono azioni e debbono sempre essere parole di vita>>; Il Sindaco Virginio Merola invita tutti in piazza per riportare <<speranza democratica contro fascismi e razzismi>>. Senza voler scomodare la "buon'anima" di Giulio Andreotti che argutamente ebbe a dichiarare che <<pensare male è peccato ma spesso ci si prende>>, da vecchio democratico cristiano sempre in servizio attivo non posso non collegare quanto si sta prospettando in città, dentro e fuori dalle sacre mura nell'operazione proposta da Carlo Calenda "PD crei un Fronte repubblicano con lista unica e Gentiloni alla guida". Il ministro uscente al Corriere: "Ora la gravità della situazione è evidente. I cittadini che lavorano e producono.
   Dobbiamo costruire un fonte repubblicano molto ampio, che abbia un unico obbiettivo: tenere l'Italia in Occidente e in Europa. Ci vuole una mobilitazione civica ne territorio che, abbandonando ogni interesse di parte e agenda personale, vada in soccorso della Repubblica. Noi faremo già una manifestazione venerdì in difesa delle istituzioni repubblicane. Ma dobbiamo aiutare la Costituzione di comitati civici e lanciare una campagna di mobilitazione popolare tra tutti i cittadini che , pur da posizioni diverse , sono uniti nell'obbiettivo di difendere la permanenza dell'Italia in Europa e le istituzioni da chi vuole sostituirle con i populismi alla amatriciana e la Casaleggio associati. Bisogna presentarsi con un Fronte Repubblicano, , un simbolo diverso e una lista unica, coinvolgendo tutte le forze della società civile e tutti quei movimenti politici che vogliono unirsi per salvare il Paese dal sovranismo anarcoide di Di Maio e Salvini.
  La guida c'è già si chiama "Paolo Gentiloni". "Contro tutti i fascismi".
Chiaramente la indicazione di un obbiettivo plurale , conoscendo lo spirito della parte più qualificata dei promotori dell'iniziativa bolognese, rientra nella tradizione di comprendere nell'obbiettivo di lotta chiunque non sia comunista; questa la linea di demarcazione che bastò per inviare, al Creatore coloro che, qui da noi, vennero eliminati senza processo durante una guerra civile durata anche dopo il 25 aprile 1945.
  Ciò nonostante per una certa sinistra pauperista di matrice cattolica(Dossetti) le ingiustizie del capitalismo sono considerate più colpevoli del giustizialismo rivoluzionario. A chi con me partecipò alla manifestazione che si tenne nell'aula absidale di Santa Lucia a Bologna promossa dal card. Biffi per celebrare il cinquantenario del 18 aprile 1948, presenti i vescovi ausiliari, relatrice Maria Romana De Gasperi, sentire Calenda, che di fronte alla costituzione di un governo Lega - 5 Stelle perora la costituzione di Comitati civici,non può non evocare ben altre ragioni di una mobilitazione cattolica di quella che semplicisticamente sembra si voglia far partire da Bologna in occasione della Festa dellaRepubblica.
   Semplicisticamente perché i germi del preoccupante populismo hanno proliferato anche in ambienti formativi dove si è sostituita la sociologia al senso del sacro.
Gabriele Cantelli

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DEMOCRAZIA CRISTIANA

 Resoconto dell’incontro del 14 aprile 2018 a Roma

 

DOVEVA ESSERE IL GRANDE GIORNO PER DECIDERE L'ODG
DELLA ASSEMBLEA CONGRESSUALE PER ELEGGERE IL CONSIGLIO NAZIONALE
Invece, all'ultimo momento è comparso una contrapposizione frontale, sia pur pacata

.

LUCIANI, Un gioco delle parti: appare Grassi , ma è l’identico progetto di Fontana
del 13 gennaio 2018, che era rimasto sconosciuto (vedi allegato)

INTANTO RISPUNTA LA VECCHIA DOMANDA: SI VUOLE DAVVERO LA DC STORICA ?

Non ancora terminata la raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa intentata da Cerenza e De Simoni.
Attesi  tuttora i contributi dei nomi nobili, quelli sempre davanti a invocare il ritorno della dc.
FINORA, 18 aprile 2018, raccolti euri 1930,00 dei 3.000,00 necessari.
Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".

Altomari Vitaliano E Silvia € 100
Ammaturo Cosimo € 20
Andreasi Roberto € 100
Armato Antonello € 50
Battaglierin Roberto Euri € 30
Bergozza Luigi Euri € 100
Bongiorno Giorgo € 20
Cantelli Rag Gabriele € 50
Caponetto Francesco € 50
Cortese Giuseppe € 20
D'Agrò Luigi € 200
Fago Antonio € 50
Ferroni Marco Euri € 100
Gori Giovanni € 50
Gubert Renzo € 500
Leonetti Carlo € 50
Napolitano Salvatore € 50
Orga Umberto € 200
Portacci Amedeo € 50
Riccardi Marino € 50
Tomietto Mauro € 100
Tramonte Cosimo € 20
Zilli Luigi € 50

TOTALE € 1930

 

1.- RESOCONTO. Il 14 aprile 2018 si è svolto a Roma, Piazza del Gesù 46, un incontro informale di soci della DC, convocato dal Presidente G. Fontana, in preparazione dell’assemblea dei soci “secondo l’elenco riconosciuto dal Tribunale di Roma + gli ammessi nell’Assemblea del 26 febbraio 2017 celebrata all’Hotel Ergife di Roma” per decidere “ l’argomento che dovrebbe essere posto all’ordine del giorno: modalità di convocazione e di celebrazione del XIX Congresso della DC”.

All’incontro hanno partecipato 20 persone che hanno parlato di vari aspetti generali, di cui tenere conto per la ricostituzione degli organi: quali l’importanza di un progetto politico, la rilevanza alla regionalizzazione del partito, la preminenza dello statuto sul codice civile, alcuni dubbi di Alessi A. sui poteri della Assemblea dei soci..

Per quanto riguarda l’argomento da mettere all’ordine giorno, è intervenuto per ultimo il prof. Luciani, con la proposta di mettere all’odg la nomina del CN-Consiglio Nazionale, in attuazione della delibera già presa dalla Assemblea del 16 dicembre 2017.

Ma a questa soluzione si opponeva Renato Grassi. Egli preferiva mettere all’ordine del giorno la convocazione del Congresso, da parte della Assemblea dei soci, in applicazione diretta dello Statuto della vecchia DC. Si ripeteva la scena del 26 feb. 2017.

Questo odg era il medesimo di Fontana per la Assemblea del 13 gennaio 2018, sospesa all’ultimo momento. Dunque, Fontana la riproponeva, ma per mano di Grassi. Ecco ancora il gioco delle parti, dopo quello precedente di Alessi.

Data la contrapposizione incomponibile (sia pur in forma pacata), interveniva D’Agrò, con la proposta di affidare la scelta, tra le due idee a Fontana Presidente (rimasto silente sul punto) quale parte terza (ma, D’Agrò, era ignaro dei precedenti).

Nota. Sulla differenza tecnico-giuridica tra Grassi e Luciani, torno al punto 3, qui sotto.

 

DOCUMENTO LUCIANI, BONALBERTI, GUBERT, LUCCHESE, LO CURZIO

ROMA, Piazza del Gesù 46, 14 APRILE 2018

1.- Il 14 aprile 2018 si è svolto a Roma, Piazza del Gesù 46, un incontro informale di soci della DC, convocato dal Presidente G. Fontana, preparatorio dell’assemblea dei soci legittimi della DC ( i 1742 della lista depositata in tribunale a Roma, ossia di coloro che rinnovarono il tesseramento al partito nel 2012, lista mai contestata, più i sette soci del 1992-93 accettati dall’assemblea del 26 febbraio 2017).

Scopo dell’incontro è stato il desiderio di superare le diverse modalità con le quali si intende preparare la nomina degli organi statutari della DC e, anche, l’opportunità di mantenere la data del 14 aprile, già indicata come quella per  lo svolgimento della assemblea dei soci legittimi della DC. Assemblea che alla fine si è deciso di convocarla per il giorno…………

E’ stata apprezzata la solerzia con cui alcuni amici, non ancora soci, hanno tentato di far partire una DC, sia pur diversa e forse migliore da quella costituita dai soci che rinnovarono l’adesione al partito  nel 2012, con l’augurio che quelle stesse motivazioni permangano in tutti loro e in altri, dopo che i soci avranno risolto i problemi di riorganizzazione giuridica del partito, per i quali i soli soci legittimi hanno il diritto-dovere di valutare e possibilmente in maniera unitaria risolvere.

Dopo e solo dopo si aprirà quella fase di opportuno e positivo confronto con tutti gli amici interessati alla ricomposizione della DC e, con l’apertura del tesseramento, si potrà celebrare insieme un congresso nazionale che potrà finalmente sancire la ritrovata unità dei DC italiani.

Per l’immediato i partecipanti all'incontro hanno ritenuto dover essere convocata l’assemblea dei soci per la elezione del Consiglio Nazionale, in applicazione della delibera unanime della Assemblea dei soci del 16 dic. 2017, secondo cui “la assemblea avoca a se stessa i poteri del congresso in materia di modifica dello Statuto e di la nomina del Consiglio Nazionale”, e divenuta definitiva essendo decorsi i 30 giorni dal giorno della delibera.

In questo approccio è riferimento primario lo Statuto, e associatamente il codice civile nei casi in cui lo Statuto non disponga o non sia applicabile per decadenza degli Organi".

Seguono ui sotto al punto 3 gli articoli dello Statuto,  in quanto applicabili.

 

3.- Il confronto stretto tra i due progetti di LUCIANI e GRASSI-FONTANA
.

Progetto Luciani, sostenuta da Bonalberti, Gubert, Lucchese, Lo Curzio (il testo giuridico tra virgolette era stato predisposto lo scorso anno da professori ordinari della università di Bologna). Progetto Grassi (punti essenziali).
Questi punti sono ripresi dalla lettera di Fontana per la assemblea del 13 gen. 2018. Per l'originale, clicca su: allegata.

 

Fatto riferimento all'art. 36 del codice civile, secondo cui "'l'ordinamento interno e l'amministrazione delle associazioni non riconosciute .. sono regolate dagli accordi tra gli associati:

- “In via transitoria, per la nomina degli Organi, la assemblea dei soci avoca a se stessa i poteri del congresso in materia di modifica dello Statuto e di nomina del Consiglio Nazionale”.

Questa delibera era divenuta definitiva, essendo decorsi i 30 giorni dal giorno della delibera, ai fini di eventuali ricorsi alla Assemblea o al Magistrato.

In questa proposta, fermo il principio del riferimento primario allo Statuto, si applica il codice civile nei casi in cui lo Statuto non disponga o esso non sia applicabile per decadenza degli Organi.

Per memoria gli articoli dello statuto, di verosimile prossima applicazione, sono:

a) Art. 77,  il CN è composto da “non più di 80 membri” ed è eletto “per liste concorrenti”, e che “risultano eletti, all’interni delle liste, i candidati che hanno riportato il maggior numero di preferenze”;

b) Art. 79, il CN è “l’organo deliberativo del partito” ed elegge tra i suoi componenti il proprio Presidente, il Segretario Amministrativo, la Direzione Nazionale";

c) Art. 76, il CN , “in caso di impedimento, dimissioni o di decadenza del Segretario Politico elegge il nuovo Segretario…” .

d) Art. 4, la Direzione Nazionale "emana le norme per l’attuazione del tesseramento";
    e) Art. 135, "Il congresso può delegare al CN la modifica dello Statuto ... con l'indicazione dei principi ... nonché della maggioranza di voto necessaria per l'approvazione".

 

La Assemblea dei soci, in applicazione dello Statuto della vecchia DC :

- Nomina Commissione verifica poteri

- Approvazione elenco iscritti;

- Nomina Commissione centrale per il controllo del tesseramento;

- Approvazione Regolamento del XIX congresso;

- Nomina Commissione Nazionale Garanzie Congressuali;

- Riconoscimento della costituzione delle sezioni provinciali del partito;

- Ratifica del calendario delle assemblee delle sezioni provinciali, dei pre-congressi regionali e del XIX congresso, nonché delle relative convocazioni e delle nomine  dei Commissari ex-art. 29 dello Statuto.

______

Osservazioni. Secondo il prof. Luciani, allo stato attuale, l’Assemblea dei soci non può applicare direttamente lo Statuto, in quanto lo Statuto non dà ad essa alcun potere (né è applicabile il Regolamento della camera dei deputati, richiamato dallo Statuto).

Di conseguenza tutte le delibere, di cui sopra, sarebbero tutte illegittime, in quanto non di competenza della Assemblea.

  C’è l’aggravante che non esistono le sezioni provinciali, ed è decaduto l’organo di Statuto che dovrebbe riconoscerle.

  Non è quntificabile il numero dei delegati, perché va calcolato tenendo conto dei deputati DC eletti nella Regione, che non esistono più.

Nota. In ogni caso, se Fontana metterà all’odg della Assemblea il proprio progetto, egli dovrà mettere all’odg anche la revoca della delibera del 16 dic. 2017.

***

Edizioni precedenti

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DEMOCRAZIA CRISTIANA

Il Ministero dell'INTERNO nega lo scudo crociato alla DC
e lo lascia alla UDC..

MA NELLE 48 ORE SUCCESSIVE G. FONTANA LO SOSTITUISCE
CON QUELLO A DESTRA, E FA OPPOSIZIONE
IN CASSAZIONE CONTRO LA ASSEGNAZIONE ALLA UDC.
Poi ha luogo partecipazione a ricorso Cerenza art. 700.
Clicca su: Cassazione 2018 e Cerenza art. 700

LA CASSAZIONE RISPONDE: "OPPOSIZIONE INAMMISSIBILE
PER CARENZA DI INTERESSE"

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INTANTO RISPUNTA LA VECCHIA DOMANDA
SE I PARTITI FANNO I LORO AFFARI O SE DOVREBBERO FARE SOLO IL BENE COMUNE
(Si vegga sotto la recensione, qui sotto, di Sergio Quinzio a un mio LIBRO)

Intanto continua la raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa intentata da Cerenza e De Simoni.
FINORA, 17 gen 2018, raccolti euri 1930,00 dei 3.000,00 necessari.
Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".

Altomari Vitaliano E Silvia € 100
Ammaturo Cosimo € 20
Andreasi Roberto € 100
Armato Antonello € 50
Battaglierin Roberto Euri € 30
Bergozza Luigi Euri € 100
Bongiorno Giorgo € 20
Cantelli Rag Gabriele € 50
Caponetto Francesco € 50
Cortese Giuseppe € 20
D'Agrò Luigi € 200
Fago Antonio € 50
Ferroni Marco Euri € 100
Gori Giovanni € 50
Gubert Renzo € 500
Leonetti Carlo € 50
Napolitano Salvatore € 50
Orga Umberto € 200
Portacci Amedeo € 50
Riccardi Marino € 50
Tomietto Mauro € 100
Tramonte Cosimo € 20
Zilli Luigi € 50

TOTALE € 1930
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DEMOCRAZIA CRISTIANA

Dopo il rifiuto di Fontana di collocare la DC nella quarta gamba, in coalizione con la UDC:
DUBBI CHE LA DC STORICA VADA ALLE ELEZIONI POLITICHE 2018.

.
ATTESA DI CONOSCERE SE FONTANA MANTERRA' DI PRESENTARE
LA DC DA SOLA, CON IL PROPRIO SIMBOLO SCUDO CROCIATO

.
Il 15 gen. 2018 c'è stata la Causa di Cerenza contro Luciani e altri per annullamento assemblea
dei soci del 26 feb. Il giudice LIBRI si è riservato di decidere (probabilmente entro 15 giorni).

Intanto la Assemblea dei soci del 13 gen, convocata regolarmente da Fontana, ma sconvocata
irregolarmente, ha avuto luogo comunque. Sotto è riportato il relativo verbale con pronuncia
di sfiducia  a Fontana, e indizione di RERENDUM, perchè tutti i soci abbiano possibilità di pronunciarsi.
DUBBI SULLA TRASPARENZA DEI VERSAMENTI DEI NUOVI ASPIRANTI SOCI

Intanto continua la raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa intentata da Cerenza e De Simoni.
FINORA, 17 gen 2018, raccolti euri 2.010,00 dei 3.000,00 necessari.
Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".

Cortese Giuseppe € 20
Bergozza Luigi Euri € 100
Battaglierin Roberto Euri € 30
Altomari Vitaliano E Silvia € 100
Tomietto Mauro € 100
Andreasi Roberto € 100
Ferroni Marco Euri € 100
Gori Giovanni € 50
Cantelli Rag Gabriele € 50

Riccardi Marino € 50
Luigi Zilli € 50
Caponetto Francesco € 50
Tramonte Cosimo € 20
Ammaturo Cosimo € 20
Gubert Renzo € 500
Antonello Armato € 50
Portacci Amedeo € 50
Fago Antonio € 50
Bongiorno Giorgo € 20

Napolitano Salvatore € 50
Luigi D'Agrò € 200
Carlo Leonetti € 50
Umberto Orga € 200
ATTESA DI CONOSCERE SE FONTANA PRESENTA LA DC DA SOLA. La delegazione DC (ALESSI e CARMAGNOLA) aveva concordato con CESA la partecipazione della DC alla "quarta gamba" in coalizione con il centro-destra. Ma Fontata aveva denunciato l'accordo, e propiziato che la DC si presentasse da sola con il proprio nom e simbolo.
A questa seconda possibilità (meglio dire, a questa speranza, ultima dea) non sono seguite notizie, nè fatti. La scadenza per la presentazione del simbolo è il 19 gennaio.
Di norma, il presidente non può farlo senza autorizzazione della assemblea e se lo fa (motivato dalla urgenza) deve chiedere presto la ratifica della assemblea, in base all'art. 1131 del codice civile.

VERBALE DI ASSEMBLEA DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA
13 gennaio in Roma, Via Gioberti 35°

Il giorno 13 gennaio 2018, in Roma, Via Leone Dehon 71 (Hotel Card. St. Peter), ore 10 dovevano riunirsi i soci della associazione partito Democrazia Cristiana, in seguito a convocazione del Presidente Giovanni Fontana. Tuttavia, fatta la constatazione che la sala per la riunione era stata disdetta, come da dichiarazione della direzione dell’Hotel (disdetta, poi contraddetta, poi confermata), i soci presenti hanno, comunque, aperto la seduta, e letto la lettera di "sospensione" dell’assemblea e del Congresso, pubblicata in internet, sito DC (non per iscritto, come per la convocazione, e quindi illegittima) e infine re-direzionato la riunione in Roma, Via Gioberti 35°, che inizia alle ore 13.00, dopo aver pregato l’Hotel di darne comunicazione agli eventuali soci ivi pervenuti.
Trascorsi 30 minuti dalle ore 11.00, in mancanza del Presidente Fontana, i soci si costituiscono in assemblea e nominano presidente della riunione NINO LUCIANI, e segretario verbalizzante PIERGIORGIO SPAGGIARI, entrambi soci della DC.
Si precisa anche che la riunione era stata convocata dal Presidente Fontana solo in prima convocazione per le ore 10 (come da invito allegato) e pertanto, per la sua validità ai sensi dell’art. 21 cc, serve almeno la metà degli associati, vale dire 875 circa.
Sono presenti i soci Luciani, Spaggiari, Napolitano, Lucchese, De Ambrogi, Ciampi, Leporini, Sabella, Cugliari, altri.
E impossibile, per la assenza del Presidente, la verifica della validità della assemblea in quanto il presidente non ha comunicato il numero delle deleghe né dei delegati.
Su questa base, il presidente moderatore dichiara non validabile la riunione come assemblea della associazione partito della DC.
A questo punto, i soci presenti, alla unanimità, decidono di costituirsi in assemblea privata di loro, con il medesime presidente NINO LUCIANI, e segretario PIERGIORGIO SPAGGIARI.
Il presidente rileva che, qualora il Presidente Fontana avesse convocata la assemblea in seconda convocazione, essa sarebbe stata valida qualunque fosse il numero dei presenti, e quindi avrebbe la medesima composizione numerica di questa, privata.
Su proposta del Presidente moderatore, si decide alla unanimità di assumere, tra gli argomenti all’odg della assemblea della DC, solo:
-  il punto 9 ( Votazione sulle tre mozioni);
-  e il punto 10 (varie ed eventuali), ed, all’interno di questa,
- a) la ratifica, a titolo personale, della costituzione in giudizio della DC, relativamente alla causa Cerenza contro Luciani;
-  b) Mozioni.
_____

Punto 9. Votazione delle tre mozioni proposte nella precedente riunione del 16 dic. 2017. Le tre mozioni furono:
1) Mozione di Alessi: "Verificare con tutti coloro che hanno fatto la storia della Democrazia Cristiana, condividendone valori e aspirazioni, obiettivi e finalità, l’opportunità e la fattività concreta per affrontare insieme le elezioni politiche. Tale unità di intenti e di forze rappresenterebbe un valore aggiunto nelle trattative con i possibili alleati di enorme valore politico e un inequivocabile messaggio di compattezza.
Nota. Essa mira ad inserire la DC nella cosiddetta quarta gamba, in coalizione con il centro destra.
2) Mozione di Luciani (Gubert, Lucchese, Bonalberti) La Democrazia Cristiana, con delibera della Assemblea dei soci:
- constatata la propria identità e riaffermato l'obiettivo contenuto nel suo Atto costitutivo del 1943 di "attuare un programma di libertà e di giustizia sociale ispirato ai principi cristiani";
- è impegnata a costruire una lista di tutti i democratico cristiani sotto lo stesso simbolo dello scudo crociato, per un'autonoma presenza di centro.
- Dopo avere fatta la verifica dell'esito di tale impegno, è disponibile al dialogo elettorale per concorrere con altre realtà politiche, sulla base di convergenze di programma, a garantire la governabilità del Paese.
3) Mozione Azzaro
. Essa vuole cha la DC si presenti alle elezioni da sola, con il proprio simbolo.
Nota. Questa mozione, pur rispettabile, non può essere tenuta in considerazione in quanto presentata da un soggetto "non socio"dell’elenco dei soci della DC depositato in Tribunale di Roma.
Luciani informa che aveva proposto ad Alessi di inserire, nella propria mozione, dopo le seguenti parole "Tale unità di intenti e di forze", le seguenti parole "CATTOLICHE E LAICHE, CON UGUALI VALORI", e che egli le aveva accettate. Pertanto il secondo suo paragrafo diviene:
"Tale unità di intenti e di forze cattoliche e laiche con uguali valori rappresenterebbe un valore aggiunto nelle trattative con i possibili alleati di enorme valore politico e un inequivocabile messaggio di compattezza".
A quel punto Luciani dichiara di ritirare la propria mozione.
SI PASSA AI VOTI. La mozione di Alessi è approvata alla unanimità.
Nota. Si rileva che in caso di presentazione della DC alle elezioni (simbolo e lista) il Presidente Fontana (ai sensi dell’art. 1131 cc) deve avere la autorizzazione della assemblea, preso atto che lo Statuto vigente non attribuisce alcun potere al Presidente.
Ogni iniziativa, presa al di fuori della normativa vigente, è di natura personale senza alcun valore giuridico e conseguentemente solleva tutti i soci da ogni e qualsiasi responsabilità civile e penale in conseguenza ed in dipendenza delle azioni che il Presidente Gianni Fontana dovesse intraprendere senza la prevista autorizzazione.
Di conseguenza, qualora egli agisca senza autorizzazione, "deve darne senza indugio notizia alla assemblea" , al fine della eventuale ratifica. ___________
Punto 10. Varie ed eventuali.
a) Ratifica costituzione in giudizio.
Fontana si era costituito in giudizio senza autorizzazione nella causa Cerenza contro Luciani e altri, ma non ha mai chiesto ratifica della Assemblea.
Essa è approvata dai presenti a titolo personale, e i soci si dichiarano sollevati da ogni responsabilità circa il fatto che Fontana, dopo avere costituito la DC in giudizio in via di urgenza, non abbia richiesta la ratifica alla Assemblea dei soci, in base all’art. 1131 del codice civile.

(Continuazione Verbale)
b) Mozione: Verifica della fiducia del Partito al Presidente G. Fontana.
Premessa.
La convocazione della Assemblea era necessaria da tempo (come da delibera della assemblea di feb 2017) per fare il congresso e nominare gli organi, in particolare il Segretario Nazionale, e per la presentazione della DC alle elezioni politiche.
1) Congresso. Per fare il congresso, il 18 gen. 2018, il presidente Fontana aveva convocato la assemblea dei soci solo in prima convocazione, e quindi con una modalità per cui essa, a causa del numero abnorme (850) delle presenze, non era realizzabile anche per lui (in caso di non rinvio), come risulta dal basso numero delle precedenti assemblee. L’averla convocata solo in prima convocazione (ossia impossibile da costituire) è stata una azione di sabotaggio della DC.
Il congresso, in due riunioni, aveva come finalità la nomina del Segretario Nazionale (si presume, con lui candidato) del partito.
Egli, poi, con avviso in internet aveva sospeso la convocazione. Invece per la convocazione aveva inviato l’avviso scritto. Per questo, il secondo atto non era valido, per la legge.
2) Precedentemente, in due tornate, aveva fatto più bandi (il 26.10.2017; e il 30.12.201, sulla G.U. , parte II) per la riapertura delle adesioni alla DC, al fine di invitarli al Congresso (del 18 gennaio 2018) per la elezione del Segretario Nazionale.
Questa riapertura, sotto congresso, era apparsa come volontà di alterare il risultato delle votazioni, ma il fatto era rimasto ignoto al grande pubblico. Presso di me, per far tollerare (da parte di soci influenti) dette nuove adesioni, c'era stato l' intervento di un vescovo (peraltro noto).

Nota1. Detta "adesione" non è giuridicamente una "nuova iscrizione", ma la ricognizione di soci della DC del 1992, andati dispersi. Tuttavia Fontana non poteva fare il bando senza autorizzazione della assemblea, e comunque la validità dell’atto era subordinato alla ratifica della Assemblea, previo inserimento di essa allo ordine del giorno, in base all’art. 1131 del codice civile, ma questo non era mai avvenuto.
Si chiarisce anche che il Presidente di una associazione non riconosciuta, ex-art. 36 cc, ha solo i poteri conferiti dallo Statuto. Ma lo Statuto della DC non attribuisce nessun potere al Presidente (ma ad altre figure).
Si chiarisce, poi, per aver titolo a divenire socio, uno deve presentare la tessera DC del 1992 o titolo sostitutivo (es. la dichiarazione del Comune, che egli fu consigliere comunale della DC).

Nota2
. Il rinvio del convocazione del congresso era avvenuto sulla pressante richiesta di Alberto Alessi e di Renato Grassi, in previsione di gravi tensioni e scontri (durante il congresso), per la nomina del segretario. E questo, Luciani veniva a scoprirlo solo venerdì 12 gen. a Roma.
Invece, fino a quel momento, si era universalmente ritenuto che l’origine dei contrasti fosse la scelta della mozione ai fini della partecipazione alle elezioni politiche. In realtà diveniva verosimile ritenere che Fontana alimentasse detta discussione per contare indirettamente il numero dei soci a lui favorevoli o contrari, per la elezione del segretario.

3.- Versamenti degli aspiranti nuovi soci. La ammissione delle domande di adesione, di cui ai bandi sulla GU, era subordinata (da Fontana) al versamento di un contributo alla Associazione DC, Piazza del Gesù sullo IBAN : IT17Y0311103253000000000632 .
In seguito ad un controllo presso UBI Banca, Via dei Crociferi 44, Roma, si veniva a scoprire che detto IBAN era di una associazione privata di Fontana, con lo stesso nome del partito, ma con sede in Roma Via di Santa Chiara, n. 61 (clicca su: http://www.lademocraziacristiana.it/statuto/).     Probabilmente l’idea di far fare i versamenti su un suo IBAN personale era una via prescelta in buona fede e per ragioni tecniche, ma di questo non aveva informato i soci del Partito.

4.- Elezioni politiche.
La convocazione della Assemblea era una necessità, da tempo, anche per elezioni politiche e l’attardarsi fino a nov. 2017, per fare la prima convocazione (dopo feb. 2017). L’averla fatta a novembre ha messo il partito in gravissime difficoltà organizzative.
Egli, in particolare, in detta assemblea aveva chiesto il ritiro delle tre mozioni suddette, motivate dalla sua volontà di promuovere una scelta unitaria, ma senza realizzarla.
La successiva disdetta, di lui, dell’accordo dei due VicePresidenti (regolarmente incaricati) con Cesa, per l’adesione della DC alla cosiddetta "quarta gamba", in coalizione con il centro-destra, è stata una azione di mera demolizione alla riunificazione dei partiti di derivazione DC. Infatti, essa avrebbe potuto trovare una giustificazione solo se Fontana fosse stato ben sicuro di sostenere una alternativa valida, sia pure solo di bandiera, ma eticamente importante, come il fatto di presentare la DC da sola con il proprio nome e simbolo.
Il tutto, purchè non come fatto personale, bensì sulla base di un progetto, sottoposto alla Assemblea dei soci, cosa mai fatta e, in ogni caso (se la farà) da ratificare, per non incorrere in gravi responsabilità amministrative per la validità delle elezioni politiche.
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Tutto ciò rilevato, Luciani propone che sia fatta la verifica della fiducia dei soci presenti, al presidente Fontana.
SI METTE AI VOTI: alla unanimità i presenti, tutti "votanti la mozione di Alessi", dichiarano venuta meno la fiducia nella persona di Gianni Fontana.

Essi inoltre chiedono che la delibera sia pubblicata e sia promosso referendum tra tutti i soci.

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DEMOCRAZIA CRISTIANA

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LA DC STORICA  VERSO LE ELEZIONI POLITICHE 2018
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.PROVE DI RICOMPATTAMENTO DELL'AREA CENTRISTA

Somma della DC giuridica, UDC, CDU, UDEUR, DC per le AUTONOMIE, altri PARTITI CENTRISTI
con uguali valori, e aperta alle ASSOCIAZIONI e MOVIMENTI cattolici.

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Intanto continua la raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa intentata da Cerenza e De Simoni.
FINORA raccolti euri 1.710,00 dei 3000,00 necessari.
Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".

Cortese Giuseppe € 20
Bergozza Luigi Euri € 100
Battaglierin Roberto Euri € 30
Altomari Vitaliano E Silvia € 100
Tomietto Mauro € 100
Andreasi Roberto € 100
Ferroni Marco Euri € 100
Gori Giovanni € 50
Cantelli Rag Gabriele € 50

Riccardi Marino € 50
Caponetto Francesco € 50
Tramonte Cosimo € 20
Ammaturo Cosimo € 20
Gubert Renzo € 500
Antonello Armato € 50
Portacci Amedeo € 50
Fago Antonio € 50
Bongiorno Giorgo € 20

Napolitano Salvatore € 50
Luigi D'Agrò € 200
Oggetto: 1) LA DC VERSO LE ELEZIONI: urgente l'atteso incontro di Fontana con Cesa, per risolvere i problemi sospesi.

- Il popolo DC vuole la DC al centro con il proprio simbolo SCUDO CROCIATO – LIBERTAS fondo azzurro, ma senza chiudersi a riccio, anche in base ai programmi di altri necessari per l'Italia.

1.- La DC verso le elezioni.

Premessa. E’ un fatto che i due Vice (su mandato di Fontana, assente in Cina) avevano fatto un pre-accordo con CESA e altri partiti ex-DC per una unione collocata dentro la coalizione di centro-destra" di Berlusconi.
Ed è un fatto che il 23 dic. (di ritorno dalla Cina) Fontana aveva sconfessato il pre-accordo perché "dentro il sistema dei partiti della cosiddetta seconda Repubblica", "e non rispondente al sentire e agli obiettivi degli iscritti al partito".
Per valutare le importanti riserve di Fontana, un modo efficace è ragionare in base al criterio del Vescovo Mons. Tommaso Ghirelli, Segretario regionale della CEI, per la Emilia Romagna, venuto a Bologna, nel gennaio 2017, per la presentazione di un Codice etico del cristiano impegnato in politica). Ghirelli aveva detto:
a) "Completate giuridicamente la DC";
b) "Ma che essa non sia un partito che si aggiunge. Subito dopo, fate la federazione di tutti i partiti di derivazione DC" .
Conclusione: quale DC per elezioni ?
a) Quella giuridica, riconosciuta dal tribunale del 2017, con la propria denominazione e il simbolo scudo crociato - libertas, su fondo blu ?;
b) o quella ottenuta per somma di quella giuridica e di tutti i partiti ex-DC della diaspora (dunque, quella risultante nel 1992) ?

Credo che, per le elezioni:
- la DC con i requisiti del Vescovo non sia quella del punto a) , perché sarebbe un "partito che si aggiunge" e dunque essa sarebbe per sua natura uno dei tanti partiti del sistema, incapace di una forza politica propositiva per il mondo cattolico. Poi, partiti ce ne sono già troppi e, se essa si aggiunge, sarebbe forzatamente del sistema, come tutti;
- e invece la DC del Vescovo (secondo me) è quella di cui al punto b), vale dire la somma della DC giuridica e di UDC, CDU, UDEUR, DC per le AUTONOMIE, altri PARTITI CENTRISTI con uguali valori, e aperta alle ASSOCIAZIONI e MOVIMENTI cattolici;

Conclusione. Direi che:
a) i due Vice abbiano agito bene, in quanto hanno operato per la grande DC, sia pur con qualche limite segnalato da Fontana. Per questo serve un approfondimento circa i rapporti con il centro-destra (anche con riguardo al programma).
b) i motivi di Fontana siano importanti. Ma, a parte che solo l’Assemblea dei soci ha i poteri di scelta, direi che va verificato il fondamento dei relativi motivi, discutendone assieme subito.
Per questo va fatto urgentemente (ad horas) l’atteso colloquio di Fontana con Cesa.
Secondo me, direi che elementi dirimenti siano:
- la verifica di convergenze sul programma economico-social. In soldoni, nell'Italia di oggi serve un programma di destra (ossia centrato più sul settore privato che sul settore pubblico) o un programma di sinistra (l'inverso che per il primo) ?
- la verifica sulla denominazione e il simbolo:
a) la Democrazia Cristiana, come unica denominazione ? (e taglio secco di tutte le altre).
b) simbolo storico scudo crociato-libertas fondo blu, non quello della UDC.
Per quanto ne so la DC ne ha pieno titolo in quanto "partito tradizionalmente in parlamento" per 54 anni (1948-92), pur se assente nel dopo, ritenendosi sciolta per un errore che la Cassazione ha corretto.
Dunque un accordo pieno per la grande DC vale se ricomprende l’uso comune del simbolo storico.
Riferisco che, nella nostra gente, c’è l’attesa della DC per le prossime elezioni. E quando chiedi: "quale DC ?", la risposta naturale è: "la vecchia DC e tanti giovani". E quando chiedi: "a destra, a sinistra ? ", la risposta è: "Al centro".

Quale programma ? "Un programma di libertà e di giustizia sociale" (art. 1 atto costitutivo della DC, 1943).
- Programma di libertà vuole dire oggi più che mai anche libertà di produzione. Oggi questa libertà non è carente, per eccesso di tasse e di debito pubblico;
- Programma di giustizia sociale vuole dire oggi più che mai il lavoro per i deboli. Rispetto a loro, lo Stato si costituisca come datore di lavoro di ultima istanza; e si potenzi il mondo del volontariato e delle onlus con la totale esenzione fiscale sul reddito.
Ultimo ma non ultimo. Un programma che voglia la DC "fuori dall’attuale sistema partitico" ha senso se vuole ri-definire i partiti nella Costituzione, come strumenti di utilità pubblica, non più come associazioni private (spesso con fini lucro, e di cattura dei voti, mediante la strumentalizzazione della Pubblica Amministrazione.

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Gianni Prandini

ASSEMBLEA DEI SOCI DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA
del 16 dicembre 2017 a Roma

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CONFERMATO IL CONGRESSO PER IL 18 GENNAIO 2018
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DUBBI SULLA PARTECIPAZIONE ALLE ELEZIONI
CAUSA IL RITIRO DELLE TRE MOZIONI

RESOCONTO

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MESSAGGIO DI GIANNI PRANDINI
" Impossibilitato a partecipare alla riunione a Roma ... desidero comunque caldeggiare l'iniziativa, che Lei ha messo in essere. Riaggregare i democristiani con l'avvertenza di selezionare un gruppo dirigente credibile e relativamente giovane. Sarebbe l'avvio di una ripresa quanto mai auspicata ".

prandini lettera.jpg (23360 byte) Intanto continua la raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa intentata da Cerenza e De Simoni.
FINORA raccolti euri 1.710,00 dei 3000,00 necessari.
Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".
Al 9 dicembre 2017 hanno versato Contributi :
TOTALi € 1.710
Cortese Giuseppe € 20
Bergozza Luigi Euri € 100
Battaglierin Roberto Euri € 30
Altomari Vitaliano E Silvia € 100
Tomietto Mauro € 100
Andreasi Roberto € 100
Ferroni Marco Euri € 100
Gori Giovanni € 50
Cantelli Rag Gabriele € 50

Riccardi Marino € 50
Caponetto Francesco € 50
Tramonte Cosimo € 20
Ammaturo Cosimo € 20
Gubert Renzo € 500
Antonello Armato € 50
Portacci Amedeo € 50
Fago Antonio € 50
Bongiorno Giorgo € 20

Napolitano Salvatore
Luigi D'Agrò € 200
1.-   CONGRESSO. Presenti 100 persone circa, di cui 15-20 non soci, la partita si è svolta in due tempi:

1.- Primo tempo della riunione:
a) Aggiornamento della relazione di Fontana, in quanto quella del 18 nov. aveva generato dubbi interpretativi;
b) Esame delle mozioni (2 + 1 all’ultimo momento) per la linea politica, infine tutte ritirate;

2.- Secondo tempo:

a) Delibere all’odg (modifiche di statuto, ...);
b) Conferma della data del congresso il 18 gennaio, come da delibera del 18 novembre.

Cominciamo dal secondo tempo, considerato che le tre mozioni sono state ritirate su invito di Fontana a trovare una soluzione unitaria, per cui è subentrata una improvvisa accelerazione verso i preparativi del congresso.

1.- Congresso. Fare il congresso vuol dire la sostituzione della vecchia guardia e quindi un passo verso il futuro anche con i giovani.
  Questa, però, è al momento solo una idea, in quanto (tra i soci attuali, rimasti) i giovani sono pochi (e sono di 60 anni), e quindi si dovrà guardare (senza rottamazioni a priori) anche agli anziani ancora con una volontà di tener duro, in attesa dei veri giovani, prima possibile. Guardiamo ai tempi.
a) Al momento si potrebbe fare affidamento sui 100 soci che, dal centro e dalla lontana periferia, hanno speso tempo e soldi per venire alla prima assemblea, ricostituiva, del 26 feb 2017 a Roma, all’Hotel Ergife; e aggiungere i nuovi che sono aggiunti ultimamente, a domanda;
b) Ma subito dopo, vale dire a partire dal Congresso del 18 gennaio, si potrà riaprire il tesseramento (l’ultimo fu del 1992-93 ).
  Dunque, con il nuovo tesseramento si potrà finalmente ripartire con i giovani, sperando che diano credito ai valori della DC.

  Dentro il dibattito sul congresso, è stata approvata una delibera che apre alla modifica dello Statuto e nomina una Commissione, quella prevista dall'art. 103 dello Statuto, ma non so con quali poteri. Attendo il verbale.
  Appena arriva il verbale essa dovrà operare in tempi veloci.
E comunque va chiarito che si non potrà confermare il 18 gennaio se, prima, non è stato modificato lo statuto (sia pur poche cose, solo alcune norme organizzative).

2.- Sul ruolo di Fontana. A parte questioni di salute, Fontana ha molta responsabilità sulla mancata riorganizzazione (in questa fase) della DC, di derivazione del passato, anzi è il responsabile primario del fallimento delle tre mozioni di cui sopra, e anche per un certo inquinamento degli inviti alla assemblea: sono ricomparsi i non soci, non rimasti ad ascoltare.
   Un comportamento (quello di Fontata), ancora poco corretto, e che alla fine gli è caduto addosso (vedi le vicende della terza mozione, qui sotto).
  Direi in breve, che Fontana si è mosso nel mezzo di due comportamenti: uno da santo e uno da brigante. Questo mio giudizio può parere contraddittorio, ma non è così.

a) Ha agito da santo quando ha preso contatto con i movimenti giovanili cattolici e altre realtà (tipo i focolari). Mettiamoci dentro anche i contatti con alcuni vescovi (tipo Gastone Simoni, un sant’uomo, ma molto sprovveduto in campo temporale; e tipo Mario Toso, vescovo di Faenza e segretario del pontificio consiglio di giustizia e pace, autore di un libro "Per una nuova democrazia", semplicemente da cestinare dal punto di vista socio-economico; un brav’uomo sul modello di Salvini della Lega Nord, ma appunto con la preparazione socio-economica di Salvini.

b) Ha agito invece da brigante per aver inquinato la maggioranza in assemblea, invitando segretamente persone "non soci" per farli votare a proprio favore; e in passato, quando ha colluso con i ricorrenti (quelli che hanno fatto ricorso in tribunale per fare annullare l'assemblea di febbraio ) giungendo a fare un accordo che declassava la DC storica (quella riconosciuta dal tribunale) ad una delle tante associazioni DC esistenti.
Ma il 16 dicembre la cosa è stata meno grave di quelle del 18 nov. Allora i "non soci" erano il doppio dei soci".

Dunque Fontana è un santo o un brigante ? Facciamo la somma e dividiamo per 2: otteniamo un santone, copia della vecchia DC, nel bene e nel male.
  Ma voglio anche dire che, nella storia della umanità, tra i briganti, c’è stato il romagnolo "Passator Cortese" e anche Luigi XIV, re di Francia, quello che ha costruito la Francia moderna, sopravissuta alla rivoluzione francese, vale dire a una Francia patriota, ma senza Re (se l'è meritato, sia pure non lui, ma un  suo successore, sia pure on diretto). Un re non può fare qualunque cosa perchè è RE. Il canonico BOTERO (1600) aveva chiarito bene nei confronti di MACCHIAVELLI, e financhè aveva giustificato moralmente il regicidio in caso estremi.
  Ma voglio anche precisare che dire di Fontana brigante (in una visione storica) non vuole dire solo quello che significa in base alla legge attuale.

Comunque, mi dispiace che questo modo (di Fontana) sia sta letto (dai "non soci" presenti) come una ostilità dei soci nei confronti dei non soci, pur se protesi verso una DC .

Non è così. La DC (dei soci) deve solo completare il percorso giuridico verso la propria esistenza, dopo di che dovrà essere aperta ai quattro venti, per i cattolici e anche non cattolici con gli stessi valori, che vogliono trovarsi in politica con un minimo di unità.

 

2.- MOZIONI

1- Premessa. Fontana aveva dichiarato di non avere una propria mozione e di optare per quella che sarebbe risultata maggioritaria.
  Inoltre, in apertura, aveva proposto Alessi e Carmagnola come Vice-presidenti.
Questa mossa è stata letta (da me) come un marchingegno:
-  per evitare una mozione di sfiducia (di cui in una riunione preparatoria, la sera prima , era stato detto ripetutamente);
-  e per calmare Alessi (in quanto avrebbe sostenuto la mozione di Luciani).
  Ma Alessi non abboccava, e a metà seduta comparirà al tavolo della Presidenza per rifiutare la proposta.
  (Ma, poi, ci sarà un seguito: Cugliari (Segretario verbalizzante) il giorno dopo (ossia ieri 18 dic. ha scritto: "Cari amici, con sommo dispiacere devo, mio malgrado, apprendere che l’amico Luciani ha scritto cose non rispondenti al vero a riguardo della nomina dei due vice Presidenti Alessi e Carmagnola. L'amico Alessi in prima battuta non aveva dato la disponibilità a ricoprire il ruolo di vice presidente in quanto voleva prima discutere e porre a votazione la sua mozione. Successivamente il Presidente Gianni Fontana ha presentato la sua mozione ed ha pregato l’amico Alessi di ritornare sui suoi passi ed accettare la nomina. Tutti i presenti convenivano sulla richiesta di Fontana e a quel punto l'amico Alessi ha accettato l'incarico di Vice Presidente assieme all'amico Carmagnola. L'amico Luciani essendosi allontanato non poteva essere a conoscenza ed ha, quindi, dato una falsa notizia.
  Nota. Penso che Cugliari abbia fatto bene a dare l'informazione. Non ha fatto bene a partire da una papera. Luciani non aveva dato notizia, ma scritto ad Alessi una mail riservata chiedendo chiarimenti, e comunque lieto della nomina, se fondata giuridicamente.

a) Mozione di Alessi (non ho il testo scritto), e ricordo che presupponeva in esplicito che la DC non avesse il simbolo scudo crociato (invece, secondo lui, della UDC di Cesa), per cui proponeva di cercare subito una accordo con Cesa, dentro il centro – destra.

b) Mozione Luciani
(sostenuta da Renzo Gubert, Paolo Lucchese, Ettore Bonalberti): "la DC è impegnata a costruire una lista di tutti i democratico cristiani sotto lo stesso simbolo dello scudo crociato, per un'autonoma presenza di centro.
  Dopo aver fatta la verifica dell'esito di tale impegno, è disponibile al dialogo elettorale per concorrere con altre realtà politiche, sulla base di convergenze di programma, a garantire la governabilità del Paese".
  Nota. Questa mozione era d’accordo con Alessi circa il centro-destra, ma solo perché oggi in Italia serve un programma economico-sociale di ricostituzione del settore produttivo, per una vera apertura, poi, alla socialità. Ma Luciani riteneva che, senza la preventiva ricognizione dei numeri al centro, la DC sarebbe stata solo usata dal centro-destra. Era anche inaccettabile la rinuncia al simbolo (che è, invece, un diritto comunque da affermare)

c) Mozione di Fabbrini e non soci (anche di questa non ho il testo scritto) . Essa voleva che la DC presentasse da sola; e (ma non ne sono sicuro) con un programma di sinistra, per parte dei non soci.

2.- Bagarre. Essa è stata meno pesante di quella del 18 nov 2017, e comunque con gesti para-rivoluzionari, tipo accaparramento del microcofono quasi con la forza e discorsi senza fine, impossibili a fermare). Alla fine, su richiesta du Fontana le tre mozioni venivano ritirate.
  Fontana invocava la pace, ma in realtà era la vera origine della bagarre avendo invitato estranei rivoluzionari e (penso) volendo egli favorire la mozone di loro.
A quel punto è apparso confermata la mia intuizione iniziale. Aveva appoggiato la mozione Luciani e dato lo zuccherino ad Alessi solo per indurli al disarmo.
  Ma il diavolo fa le pentole, non i coperchi. E infatti, alla fine della fine (verso le ore 17) Fontana aveva perso il controllo dei rivoltosi (Fabbrini...), e nessun accordo veniva trovato. Per dirla con qualcuno, era finiTa, "a tarallucci e vino".

3. Precisazione. Ero ben sicuro che la mia mozione avesse la maggioranza, ma ho acconsentito a ritirarla solo per motivi di ordine pubblico, non per saggezza politica.
Penso infatti che, invece, è proprio della democrazia discutere su più proposte alternative, senza scandalismi infantili, e alla fine si voti.
  Già...: perché una democrazia che non è capace di governare, vada al macero. Inoltre, ho ritirato la mozione anche perché, ancorchè approvata ma in mano (del dopo) a Fontana, era come darla in mano a nessuno.

4.- Torno alle elezioni politiche. Senza la approvazione di una precisa linea politica (e che sia dignitosa) io mi chiamo fuori.
Ma non mi oppongo ai coraggiosi e agli eroi, se vogliono presentarsi alle elezioni.

5.- Sull’accordo del 15 nov. 2017 di Fontana con i ricorrenti. Ho riferito alla Assemblea che, il giorno prima, mi ero trovato per caso con i ricorrenti, presente Fontana. Essi  avevano chiesto un "Coordimento delle tre anime della DC" di cui la nostra Assemblea sarebbe una delle tre; e inoltre la creazione di una commissione organizzativa.
  Secondo Luciani, la DC riconosciuta dal Tribunale era un patrimonio di tutti. Ed era importante che questo strumento (atteso dal popolo DC, dal 1994) fosse usato in modo inclusivo. Dunque Luciani proponeva a loro di riconoscere la DC riconosciuta dal Tribunale, ma anche di utilizzare insieme il secondo strumento di quel Documento, ossia attivare la commissione organizzativa per fare insieme il nuovo statuto e fare insieme il congresso. Tutto questo, a condizione che, preventivamente, ritirassero il ricorso. 

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EDIZIONI PRECEDENTI- 2017

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ASSEMBLEA DEI SOCI DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA

Roma, del 18 nov. 2017

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Giovanni Fontana

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Angelo Sandri

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Renato Grassi

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Franco de Simoni

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Renzo Gubert

Il Presidente Fontana ha proposto: "la adesione di diversi soggetti politici di radice popolare e democristiana alla costruzione di una lista, all’interno del centro-destra, che si fregerà del simbolo dello scudo crociato, denominata
DCU - Democrazia Cristiana Unita"

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Ma la conclusione è stata rinviata al 2 dic, a cui l'assemblea (che per legge è "riservata ai soci") è stata aggiornata (senza bisogno di altro avviso scritto), ancora al Teatro Golden, via Taranto 36, RM.

LUCIANI: C'è comunque la circostanza che, nel dibattito, i soci (es. D'Agrò)
hanno chiesto il nome Democrazia Cristiana e lo scudo crociato.

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Fabrizio Fabbrini

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Intanto continua la raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa intentata da Cerenza e De Simoni.
FINORA raccolti euri 1.410, dei 3000,00 necessari.
Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".Al 18 novembre 2017 hanno versato Contributi :

Cortese Giuseppe € 20
Bergozza Luigi Euri € 100
Battaglierin Roberto Euri € 30
Altomari Vitaliano E Silvia € 100
Tomietto Mauro € 100
Andreasi Roberto € 100
Ferroni Marco Euri € 100
Gori Giovanni € 50
Cantelli Rag Gabriele € 50

Riccardi Marino € 50
Caponetto Francesco € 50
Tramonte Cosimo € 20
Ammaturo Cosimo € 20
Gubert Renzo € 500
Antonello Armato € 50
Portacci Amedeo € 50
Fago Antonio € 50
Bongiorno Giorgo € 20

Napolitano Salvatore
Luigi D'Agrò € 200
TOTALE € 1.710

RESOCONTO ASSEMBLEA DC DEL 18 nov. 2017

1.- L’assemblea è stata aperta alle ore 10. Erano presenti 100 persone circa, di cui 40 soci;  il resto "non soci" tra i quali:
a) invitati (verosimilmente associazioni e movimenti sensibilizzati da Fontana negli ultimi 8 mesi);
b) persone che avevano fatto domanda di essere riconosciuti soci in quanto già iscritti della DC nel 1992).
   In apertura, su proposta di Fontana è nominato Presidente-moderatore della riunione Renato Grassi (socio DC, e dirigente dell'Ufficio Organizzativo del CDU di Tassone).

Alla Relazione di Fontana (terminata verso le ore 11) è seguita la presentazione di una mozione di Luciani che chiedeva di passare subito ai punti all’odg (in modo da sbloccare al più presto i problemi di ricostruzione giuridica del partito, fermi da febbraio) e di spostare la discussione sulla Relazione, a subito dopo.

Ma il presidente della riunione (Renato Grassi ) rifiutava di mettere in votazione la mozione, e accettava un compromesso proposto da Gubert secondo cui la discussione durasse non più di un’ora, dopo di che si sarebbe passati all’odg, per riprendere poi con maggior distensione il dibattito.

Ma non sarà così ! Anzi i soci sono stati assoggettati a una pressione psicologica massiccia dei "non soci" i quali (taluni giunti a squadre organizzate) parevano avere la precisa intenzione di far scorrere il tempo al fine di impedire che l’assemblea giungesse a una delibera sui problemi del partito. E’ stato messo in opera un vero ostruzionismo, avallato dal Presidente della riunione che, d’accordo con gli invitati "non soci", rifiutava ostinatamente di dare a ciascuno di costoro un tempo delimitato: e ciò, nonostante le richieste dei soci .

L’ostruzionismo è durato senza interruzione fino alle ore 15.00, ma già verso le ore 13 (quando esso durava già da due ore), taluni soci con vibrata protesta per questa continua violenza perpetrata a danno dell’Assemblea, giunsero a reagire redarguendo con parole durissime il presidente della riunione, rilevando la sua assoluta incapacità di condurre il dibattito. Grassi appariva, invece, soddisfatto dell’andamento orchestrato. E ugualmente appariva Fontana con il suo inspiegabile silenzio: quasi un freddo calcolo di limitare i Soci che esprimevano una esigenza di ordine e correttezza, per realizzare la DC.

Era chiaro che quel disordine costituito mirava a rendere vana quella Assemblea favorendo, invece, un preciso intento politico (come si vedrà bene in seguito) ben diverso dalla promozione della DC, di cui Fontana è il Presidente eletto, anzi per lo smantellamento definitivo della stessa; e a costruire un nuovo soggetto partitico assieme ad altri corpuscoli.

Alla fine di quel lungo supplizio inferto ai soci si giunse (finalmente alle ore 15), a passare agli argomenti all’odg. Ma l’ostruzionismo prolungato aveva profondamente alterato la valenza di una riunione di soci, che volevano decidere il proprio futuro in piena libertà e approfonditamente.

Relazione di Fontana. Per il suo contenuto in breve, traggo dal resoconto di Ettore Bonalberti che (che si valeva di un PC, per la memorizzazione).
a) Il Presidente della DC, Gianni Fontana, ha sostenuto il progetto di "favorire l’adesione di diversi soggetti politici di radice popolare e democristiana alla costruzione di una Lista elettorale all’interno del Centro destra e che si vuol fregiare del simbolo dello scudo crociato, volendo trasferire dunque il simbolo storico a quel futuro assembramento.
Sempre secondo Bonalberti, il Presidente ha asserito che questo mutamento di rotta "rappresenta un passaggio importante verso la formazione di un unico partito dei Democratici Cristiani Uniti (DCU)" .

(Nota 1. Questo mi è apparso un vero cedimento, dunque, alla volontà di quanti hanno finora fatto la guerra proprio alla DC).
( Tuttavia, questa seconda frase riferita da Bonalberti rappresenta invece una vera e propria forzatura: infatti la Relazione Fontana è stata fatta oggetto di approvazione nel dibattito, ma in linea del tutto generica e non si era giunti a un testo scritto su questo punto).

b) un altro punto significativo della relazione di Fontana è stato l’annuncio di un accordo con Cerenza, De Simoni e Sandri: proprio cioè con quelle persone che avevano fatto ricorso per annullare la nostra Assemblea di febbraio costituita regolarmente su autorizzazione del Tribunale civile di Roma. L’accordo comprenderebbe il ritiro del ricorso giudiziario da loro presentato, un ritiro che – assicurava Fontana, era addirittura già avvenuto e presentato al Tribunale per mezzo dei loro avvocati.
(Nota 2. L'avvenuto ritiro non corrisponderebbe al vero: infatti, subito dopo, nel dibattito era intervenuto drasticamente De Simoni, uno dei ricorrenti, che smentiva categoricamente Fontana circa il ritiro, dichiarando anzi che questo non è mai avvenuto. E interveniva subito anche Sandri che altrettanto smentiva Fontana, precisando che invece nell’accordo da loro effettuato con lu (all’insaputa dei soci) si precisava che il ritiro sarebbe dipeso solo dalla avvenuta osservanza dell’accordo che Fontana aveva raggiunto con loro.
Se ne deduce che in Assemblea c’è stata una dichiarazione di falso: o di Fontana o dei due (De Simoni e Sandri).
(Nota 4. Per memoria, secondo un precedente comunicato degli stessi, l’essenza dell’accordo segreto e notturno sarebbe: "Dare vita a un Comitato direttivo composto da nove persone che coordinerà il proseguo delle attività della Democrazia Cristiana finalizzate alla celebrazione di un Congresso unitario che si ipotizza possa essere celebrato il 18 gennaio 2018. E Il Comitato direttivo favorirà il coordinamento delle varie attività di partito che dovranno ispirarsi a criteri di unitarietà e collaborazione ed essere finalizzate alla crescita di una Democrazia Cristiana – di nuovo tipo - su tutto il territorio nazionale.

Sul dibattito fiume. Nel seguito intervenivano molte persone, tra le quali illustri personalità come il prof. Fabrizio Fabbrini, Presidente dell'Associazione Codice di Camaldoli e il prof. sociologo Renzo Gubery, dell'Università di Trento.
  Tra gli interventi dei pochi soci, il connotato ripetuto era la proposta "per una DC con nome Democrazia Cristiana e con il proprio simbolo (D’Agrò, già Deputato), aperta all’accoglienza di tutti i partiti di derivazione dalla DC, sotto l’unico ombrello".
Tra i notabili, intervenuti a sostegno di un soggetto politico unitario, ci sono stati (sia pur "toccata con fuga", vale dire parlando 5 minuti e andandosene via):
- Paolo Cirino Pomicino, anche a nome di Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’UDC;
- Maurizio Eufemi, anche a nome di Mario Tassone, segretario nazionale del NCDU.

2.- Al termine del dibattito si è passati ai punti all’odg.
- Veniva fissata la data del Congresso al 18 gennaio 2018 .
- Veniva invitato Luciani a proporre la norma per dare il via alle modifiche di statuto, essenziali per andare a congresso.
Luciani ha spiegato che:
- considerato che la convocazione del congresso è impossibile con l’attuale statuto ( in quanto è decaduto l’organo - CN-Consiglio Nazionale - che deve appunto procedere ufficialmente alla convocazione stessa assembleare – unica abilitata a modificare lo statuto del partito ) è necessario fare uso delle norme del Codice civile.
Luciani ha dunque proposto la seguente delibera:
a) In via transitoria e sino alla ricostituzione di tutti gli Organi statutari, dar vita a quelle modifiche di statuto che rendono attuabili la ricostituzione degli organi medesimi, ciò cui può provvedere l’Assemblea in base all'art. 21 del codice civile.
b) Sino alla completa riorganizzazione, il Presidente è autorizzato - anche ora e per allora e con espressa ratifica di quanto sino ad ora sia stato fatto - a convocare gli associati mediante pubblici proclami, con avviso di almeno 20 giorni prima per posta normale e per posta elettronica.
c) Gli associati soci sono tenuti a dotarsi di posta elettronica entro un mese, da questa assemblea, dandone immediata comunicazione al Presidente. I soci impossibilitati a dotarsi di posta elettronica dovranno informare il Presidente che, per loro, continuerà a fare uso della posta cartacea.
d) fino alla ricostituzione di tutti gli Organi è istituito un Vicepresidente ed un Consiglio direttivo presieduto dal Presidente e composto da una ventina di persone, una per regione. Il Consiglio eserciterà tutti i poteri deliberativi, necessari al buon funzionamento dell’Assemblea e alla riorganizzazione del Partito.
Luciani , inoltre, tra le varie ed eventuali, ha proposto la ratifica della costituzione in giudizio della Associazione nella causa di Cerenza contro Luciani e altri.

Sandri è intervenuto e si è opposto in quanto, in base al predetto accordo con Fontana, si dovrà andare a congresso con l’attuale statuto. Altrimenti la causa in tribunale andrà avanti.
Luciani è stato invitato a replicare. Secondo Luciani, l’opposizione di Sandri alla modifica di Statuto (con il codice civile) conferma la sua ostilità a riconoscere questa DC, ammessa dal tribunale. Egli ha spiegato, poi, di comprendere umanamente la posizione di Sandri che aveva fatto una causa di dieci anni ad altri partiti ex-dc per essere riconosciuto successore della DC, al posto loro. Ma la Cassazione aveva detto (Sentenza n. 25999/2010, pag. 12) a Sandri che non aveva diritto, perché la DC non era stata sciolta. Pertanto Sandri doveva trovare pace e farsene una ragione, anche perché Sandri, De Simoni e Cerenza sono già soci dell’elenco 2012, e sono considerati amici a pieno titolo. Perché allora fare causa per annullare la DC ?
Luciani concludeva chiedendo di espellere i tre dal partito, salvo che non si ravvedessero entro una settimana, ritirando il ricorso.
A quel punto, Sandri chiedeva un rinvio della assemblea per riconsiderare la situazione a casa propria.
Su conforme parere di Bonalberti, Fontana ha aggiornato l’assemblea al 2 dicembre.

Conclusioni ex-post di Luciani
(Presidente che era stato designato dal TRIBUNALE per convocare a feb. 2017, l'Assemblea dei soci)

Considerato:
-  il modo irregolare di organizzazione della assemblea, che ha visto prevaricazioni nei confronti dei soci;
- che, a far tempo dalla nomina a febbraio, Fontana ha esercitato la sua azione con ritardo di 8 dalla delibera della assemblea di febbraio, mettendo il partito in gravissime difficoltà temporali, rispetto alle elezioni;
- che ha trascurato il recupero del simbolo scudo crociato;
- che risulta avere dedicato la sua azione alla formazione di un partito diverso dalla DC; anche dopo che a Camaldoli si era impegnato per il definitivo ritorno sulla via della DC, ma che così non è stato, come risulta dal convegno di Sasso Marconi (settembre 2017);
- che questa azione di ampliamento è stata da lui sviluppata in ambienti cattolici ostili alla DC;
- che ha tenuto rapporti spuri con i ricorrenti in tribunale (contro la assemblea di feb) e finanche non reagito (in assemblea) alla smentita (di De Simoni e Sandri circa la sua dichiarazione sul ritiro del ricorso (si vegga sopra);
- che evidentemente, i ricorrenti stessi esercitano un ricatto su di lui, ma di cui non si riesce a capire il fondamento, perché troppo prolungato e a data aperta sine die, per cui si lascia il campo libero a qualsiasi tipo di sospetto.

Conclusione :
 
- Fermo che il popolo DC, dopo la lunga assenza dal 1994, vuole il ritorno del partito con il proprio nome "Democrazia Cristiana" e il Simbolo storico "scudo crociato" e non altro, sarebbe opportuno che il nostro presidente prendesse finalmente in considerazione la maggioranza dei soci; in caso contrario i soci, delusi, potrebbero fare altra scelta.
  Post Scriptum
. Ma va ricordato che questa stessa cosa che gli avevamo già detto a Camaldoli, il 16 giugno 2017, quando aveva annunciato una "grande assemblea costituente" per l'8 dicembre, festa della Immacolata, al Lago di Garda, e che di fatto abbiamo visto in questa assemblea nella forma dll'invito dei tantissimi "non soci", di cui sopra).

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EDIZIONI PRECEDENTI

DEMOCRAZIA CRISTIANA

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In preparazione della Assemblea dei soci del 18 nov. a Roma

RESOCONTO - COMUNICATO 
La riunione del Consiglio di Presidenza il 9 nov a Roma
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Continua la raccolta dei fondi per difendere la DC
nella causa intentata da Cerenza e De Simoni

COMUNICATO CONSIGLIO DI PRESIDENZA DEL 9 NOV. 2017
(Questo testo stato ricostruito in modo libero dal prof. Luciani, il giorno dopo.
Se qualcuno vuole correzioni e integrazioni, è gradito).

1.- Si è riunito a Roma, su convocazione del Presidente Giovanni Fontana, il Consiglio di Presidenza del partito della Democrazia Cristiana. Presenti una trentina di persone, di cui 1/3 soci, 2/3 non soci.
  Il Presidente ha riferito che, nel periodo che va dalla assemblea di feb ad oggi, la sua azione è stata diretta alla costruzione di un grande movimento cattolico, basato su contatti significativi con filoni culturali e religiosi di alto livello del mondo cattolico. In tale solco si colloca il dialogo con :
- il prof. Stefano Zamagni (per i riferimenti alla economia sociale);
- i "Focolarini";
- i movimenti giovanili cattolici (Rinnovamento nello Spirito Santo, presieduto da S. Martinez);
- CL - Comunione e Liberazione;
- alcuni vescovi (Simoni, Toso, Santoro).
- Momenti di spiritualità mariana.

2.- E’intervenuto il prof. Renzo Gubert che ha chiesto spiegazioni sul peso della riorganizzazione della DC in questo azione.
Fontana ha ribadito genericamente che "non si oppone" a fare il congresso ed ha aggiunto l’informazione che il giorno precedente aveva ri-avuto contatti con il gruppo De Simoni e altri con i quali si rivedrà prossimamente.

3.- E’ intervenuto il Dott. Raffaele Lisi che ha opposto a Fontana la priorità assoluta, anzi necessità vitale, di riorganizzare la DC, prima di per prendere in considerazione dei mega progetti culturali e religiosi, con soggetti esterni, perdite di tempo in quesfa fase.
Questo vuol dire, in particolare:
-  mettere in primo piano l’Assemblea dei soci, convocata a febbraio, sulla base della sentenze della magistratura e di un decreto del tribunale di Roma;
- dare esecuzione alla delibera di feb. per la modifica di statuto e fare il congresso.
  Sono passati 8 mesi dalla Assemblea dei soci di feb, in totale abbandono della fase organizzativa, e questo rischia di metterci fuori campo rispetto agli eventi che incombono (elezioni politiche).
C'è un netto ritardo anche nell’azione di recupero del simbolo scudo crociato, con gli opportuni strumenti giuridici.
Assolutamente negativi i rapporti con i "banditi" che, pur membri della Assemblea dei soci, hanno fatto causa per annullare la medesima.
E' contrario ad ampliare la base sociale (vedi riapertura delle adesioni, da parte di Fontana), in questa fase.

4.- E’ intervenuto il prof. Nino Luciani che ha informato sullo stato della causa di De Simoni e Cerenza per annullare l’Assemblea dei soci di febbraio. Prossima udienza il 15 gen. . Luciani è fiducioso su una rapida chiusura, avendo provato la inesistenza del motivo del contendere. (Egli aveva invitato alla assemblea tutti i soci del 92/93, non solo quelli dell’elenco del 2012).
Egli ha, poi, dichiarato di voler tentare una sintesi che ricomprenda Fontana nel processo di ricostruzione della DC, e questo è possibile distinguendo tra gli obiettivi fondamentali (a lui cari) e gli strumenti per realizzarli, vale dire una cosa è la "terra promessa", una cosa è lo "attraversamento del mar Rosso" ancora da fare, causa il vuoto di 8 mesi. In questo senso, Luciani è nettamente con Lisi e dunque ritiene fondamentale che la Assemblea del 18 nov. avvii le delibere per le modifiche di statuto (norme organizzative), già all’ordine del giorno. Inoltre vede bene la istituzione di un vicepresidente e di organo collegiale di governo nominato dalla Assemblea, e inoltre la nomina di una commissione istruttoria per il nuovo statuto, composta dai soci delle varie provenienze regionali, ed aperta eventualmente a "non soci" di elevato profilo e affidabilità della DC.
Luciani vuole anche un filtro circa la validazione dei soggetti evocati da Fontana, più sopra.
Elezioni politiche. Luciani ha proposto che si faccia un riflessione insieme sul progetto, a partire dalle DC regionali tuttora esistenti, e su un possibile appello al ritorno dei partiti di provenienza DC, sotto l’unico ombrello, che è lo scudo crociato
Si dovranno anche concordare le regole della partecipazione alle elezioni e che, pur rispondendo alle legittime aspirazioni dei singoli candidati, garantiranno la rappresentanza del nostro popolo, in tutto il territorio; e fare un codice etico per il vaglio delle candidature e un programma economico-sociale e di riforma dello Stato.
Poi, in un secondo tempo, si vedrà se dover fare una scelta di campo (sul centro-destra o sul centro-sinistra), tenuto conto della nuova legge elettorale.

5.- Bonalberti ha espresso il suo sostegno a Fontana e si è detto (in questa fase) per l’accantonamento del Congresso e per la concentrazione delle forze sul tema delle elezioni politiche.

6.- Hanno preso la parola Fago, Zola, Barbuto, Cugliari, Portacci, Rosini, Valentina, altri, grosso modo con espressioni interlocutorie brevi sui punti sopra toccati.

POST SCRIPTUM. Tutto ciò considerato, chiedo a Fontana di fare una proposta che, al tempo stesso lo ricomprenda (perché uomo di grande valore), purchè si vada verso una soluzione senza più la possibilità di dubitare circa il percorso della DC.

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DEMOCRAZIA CRISTIANA: RIAPERTE ADESIONI ALLA DC

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ARGOMENTI :
1)  Riaperte le adesioni alla DC storica ;
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2)  Urgente dare il contributo libero per pagare avvocato nella causa Cerenza contro Luciani e altri, per resistere allo annullamento assemblea di feb. 2017 (vedi sotto);
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3) LINEE GUIDA per la Assemblea dei soci del 18 nov. 2017 
 

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RIAPERTE ADESIONI ALLA DC MEDIANTE RICOGNIZIONE DEI SOCI 1992-93

Si avverte che è stata riaperta la possibilità della adesione alla DC storica, merdiante ricognizione dei soci del 1992-93.
Si ritiene che possano farlo anche soci con tessera precedente, purche' non abbiano avuto disdetta dalla DC.

Gli interessati debbono cercare la GU - Gazzetta Ufficiale, Parte II del 26 ottobre 2017.

         In ogni caso, per trovare questa Gazetta, cliccare su: GU - 26 ott. 2017 .

Le domande scadono il 10 novembre 2017
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  Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".
_________
Al 9 novembre i contributi versati sono stati: Euri 1.040,00 dai seguenti soci:
 - Ammaturo Cosimo Euri 20
  - Gubert Renzo Euri Euri 500
  - Armato Antonello Euri 50
  - Gori Giovanni Euri 50
  - Cantelli Gabriele Euri 50
  - Caponetto Francesco Euri 50
  - Tramonte Cosimo Euri 20
  -
Cortese Giuseppe Euri 20
  - Portacci Amedeo Euri 50.

LINEE GUIDA per la Assemblea dei soci del 18 nov. 2017
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Premessa. L'amico F. De Simoni mi aveva scritto, tra l'altro: "C'e' un grande fermento per appropriarsi dei simboli e della storia del Partito della Democrazia Cristiana. Apprendiamo da un giornale che Il sen Rotondi e l' on Cesa stanno aspettando di sapere se Berlusconi ritiene opportuno utilizzare il simbolo e il nome della DC nella coalizione di destra che parteciperà alle prossime elezioni politiche. Ci pare incredibile che sia Berlusconi a decidere se il simbolo e il nome della DC debbano essere nelle schede elettorali della prossime elezioni."
   La mia risposta era stata che, in base alle leggi della fisica, il vuoto non può stare in natura. E, se esso si forma, qualcuno lo riempie. Dunque, prima di criminalizzare chi prova a riempirlo, domandiamoci perché c'è questo vuoto".
   E adesso, in vista della Assemblea dei soci, convocata da Fontana per il 18 nov., dobbiamo fare il riassunto della situazione.
______________________

STORIA. 1.- Per tanti anni quel vuoto è venuto dal fatto che la DC era stata ritenuta sciolta (da se stessa) e il vuoto era stato riempito da "pseudo" successori (sia pure in buona fede);
2.- Ma, finalmente, il Tribunale di Roma ha identificato la vera DC nella "Assemblea dei soci", del 26 feb 2017 a Roma, e dunque il vuoto è stato eliminato.
A questo punto, la ASSEMBLEA DEI SOCI (ricostituita a feb 2017) e' un bene comune di tutti i DC. Il riconoscerlo è una pregiudiziale assoluta per stare nella DC.
3.- Ma dopo la Assemblea è successo un nuovo vuoto di 8 mesi: da febbraio a ottobre il Presidente eletto (Fontana) non ha esercitato il mandato (che era di ri-convocare l'Assemblea dei soci per modificare lo Statuto).
4.- Adesso è subentrata una nuova priorità: le elezioni politiche, che fanno passare il congresso DC, in seconda (ma assolutamente da non perdere di vista, come motivo più sotto).

LINEE GUIDA PER IL FUTURO
1.- ELEZIONI. Il tempo delle elezioni politiche si è aperto di fatto il 5 nov. con le elezioni siciliane. Il decreto di indizione delle elezioni è atteso per fine dicembre.
Per le elezioni politiche, l'Assemblea ha già tutti i poteri (non è materia di Statuto), basterà agire con buon senso e sano empirismo nel colloquiare con il territorio (ci sono delle DC regionali ancora vive...) e con i partiti di provenienza DC, nessuno dei quali ha il quorum per superare gli sbarramenti della legge elettorali (3%).
Inoltre, la DC penso dovrebbe rivendicare il diritto di usare il simbolo e appellare alle DC regionali ed ai partiti ex-DC a consociarsi per affrontare uniti l'elettorato. Dopo aver fatto questo, si vedrà assieme se fare una scelta di campo, a destra o a sinistra.

2.- CONGRESSO. L'Assemblea di feb. aveva deciso che essa fosse riconvocata per decidere le modalità del Congresso, previsto entro giugno 2017. E bisognava riconvocarla presto perchè la procedura giuridica richiede tempo. Adesso la cosa è impossibile entro dicembre, per questioni procedurali giuridiche.
  Circa i passaggi, servono poche righe:
a) Attualmente è in vigore il vecchio Statuto, in quanto le prime Assemblee dei soci (del 1943-45) avevano delegato al Consiglio Nazionale e ad organi collegati il potere di fare il Congresso.
  b) Ma adesso tutti gli organi sociali dello Statuto sono decaduti, come dice il Decreto del giudice Romano a pag. 2, prime righe in alto, e si dovrà applicare il codice civile.

3.- ASSEMBLEA DEL 18 nov. . a) Il primo passaggio è che la Assemblea revochi la delega (ancora del Congresso), per applicare direttamente il potere di modificare lo Statuto (nome organizzative).
  b) Il secondo passaggio è che l'Assemblea deliberi di fare la verifica-censimento del numero dei soci, con modalità che già abbiamo in mente, e di cui la prima fase è già stata avviata sensibilizzando gli amici delle Province.
  Ma, pur se il congresso è impossibile entro dicembre, è fondamentale che l'Assemblea decia i passaggi.

c) Adesso è inevitabile porsi la domanda se chiudere gli occhi su FONTANA, visto che ci troviamo in questa strettoia, anzi aveva lanciato l'idea di un altro partito; e firmato documenti con De Simoni, Cerenza e Sandri .
  Già a Camaldoli (16 giugno 2017) alcuni gli avevamo detto, in privato: "Se vuoi fare un altro partito, tu sei libero, ma ti devi dimettere. Se vuoi fare la DC, sei il benvenuto".
  Ma a Sasso Marconi (22-24 sett.) ha rilanciato il nuovo partito. Clicca su SASSO M. a pag. 4 .
  La decisione sulla verifica della fiducia spetta alla Assemblea dei soci.
__________________

LETTERA di Franco De Simoni, 1 nov. 2017

C'e' un grande fermento per appropriarsi dei simboli e della storia del Partito della Democrazia Cristiana. Apprendiamo da un giornale che Il sen Rotondi e l' on Cesa stanno aspettando di sapere se Berlusconi ritiene opportuno utilizzare il simbolo e il nome della DC nella coalizione di destra che parteciperà alle prossime elezioni politiche. Ci pare incredibile che sia Berlusconi a decidere se il simbolo e il nome della DC debbano essere nelle schede elettorali della prossime elezioni.
Altri amici, in modo frettoloso, stanno organizzando un Congresso della loro associazione spacciandolo per il XIX congresso del Partito della Democrazia Cristiana, senza far conoscere le future alleanze e la linea politica.
Altri amici ancora sostengono di avere già celebrato il XIX congresso del Partito e anche di questi amici non è conosciuta la linea politica.
Il "Comitato iscritti alla Democrazia Cristiana del 1993" e' stato il promotore delle cause che hanno portato alla storica sentenza della Corte d'Appello di Roma che ha statuito che la DC fu sciolta in modo non corretto e che quindi non risulta essere sciolta. Questo Comitato fin dallo scorso febbraio sta lavorando per arrivare a un Congresso unitario di tutte le Associazioni e le personalità che si richiamano ai valori e alla storia della DC e che possono attestate l'iscrizione al Partito nell'ultimo tesseramento valido. Nei prossimi giorni saranno resi noti i documenti politico, organizzativo e giuridico elaborati dalle commissioni di lavoro.
Per impedire, inoltre, che persone senza titolo utilizzino impropriamente il nome e il simbolo della DC le Associazioni che fanno capo a Raffaele Cerenza, Angelo Sandri e Antonio Fierro hanno dato incarico ai legali di presentare un ricorso d'urgenza ex art 700 cc per inibire l'uso del simbolo e del nome della DC. Scopo di questo ricorso e' quello di avere riconosciuta la legittimità' a presentare il simbolo e il nome DC alle prossime elezioni dopo la celebrazione del XIX congresso della DC.
Rinnoviamo l'appello a tutti gli amici e alle Associazioni a partecipare al ricorso ex art 700 cc e ai lavori di preparazione del Congresso Nazionale.

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Edizione precedente

DEMOCRAZIA CRISTIANA: CONVOCATA ASSEMBLEA DEI SOCI per il 18 nov. 2017

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AGGIORNAMENTO SOCI SULLA  DC

ARGOMENTI :
1)  Convocata dal Presidente Fontana la Assemblea Soci della DC per il 18 nov. 2017 a Roma, via Taranto 36, ore 9,30 (in seconda convocazione);
2)  Urgente dare il contributo libero per pagare avvocato nella causa Cerenza contro Luciani e altri, per resistere allo annullamento assemblea di feb. 2017 (vedi sotto);
3) Comunicato incontro di Roma del 28 ott. di soci e aspiranti soci, in preparazione della Assemblea dei soci, 
  URGENTE DARE IL CONTRIBUTO PER LA DIFESA DELLA DC NELLA CAUSA DI CERENZA E DE SIMONI
  Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".
_________
Al 30 ottobre i contributi versati sono stati: Euri 970,00 dai seguenti soci:
 - Ammaturo Cosimo Euri 20
  - Gubert Renzo Euri Euri 500
  - Armato Antonello Euri 50
  - Gori Giovanni Euri 50
  - Cantelli Gabriele Euri 50
  - Caponetto Francesco Euri 50
  - Tramonte Cosimo Euri 20

      Circa i punti 1 e 3, essi sono dentro il COMUNICATO dell’incontro di Roma 28 ott. 2017, qui sotto :

DEMOCRAZIA CRISTIANA

COMUNICATO
Incontro di Roma 28 ottobre 2017

" Come andare avanti uniti per riorganizzare giuridicamente la DC in Italia. 

 

  All’ incontro sono stati presenti 31 persone, 1/3 soci, 1/3 gruppo Sandri, 1/3 gruppo De Simoni (si vegga allegato).
  Lo scopo dell’incontro e’ stato concordare, tra i soci e aspiranti soci, delle proposte comuni, in vista della convocazione della Assemblea dei soci della DC.

  In apertura il prof. Luciani si è dichiarato soddisfatto della notizia in GU, Parte II, del 26.10.2107, che:

  1.- In seguito alla richiesta dei 15 soci Nino Luciani, Marino Riccardi, Francesco Caponetto, Antonio Sabella, Renzo Gubert, Carlo Legnetti, Mimmo Immaturo, Lorenzo Carrozza, Paolo Miele, Salvatore Napolitano, Enrico Lo Curzio, Gabriele Cantelli, Nicola Barbuto, Emilio Cugliari, Torriani Luigi :

    - il Presidente Fontana ha convocato la ASSEMBLEA DEI SOCI per il 18 nov. 2017 (in seconda convocazione) a Roma, via Taranto 36 (Teatro Golden).


DOCUMENTO CONCLUSIVO
redatto liberamente da Luciani e Cugliari, convocanti l'incontro


1.- Preambolo.
La DC è un partito con un programma di liberta’ di giustizia sociale, ispirato ai principi cristiani" (art. 1 dell’ Atto costitutivo della DC, 1945, tuttora vigente).

    Storicamente la DC è, in particolare, un partito interclassista e di mediazione sociale, ispirato alla dottrina sociale della chiesa, sia di cattolici sia di non cattolici con valori comuni.

    Ogni giorno di più si avverte che l’assenza, in Italia, della DC, ci priva di uno strumento di sintesi delle grandi forze storiche italiane, cattoliche, liberali e, in parte, anche socialiste, tuttora latenti ma vive: quelle stesse che hanno concorso a fare l’Italia moderna e la UE, e che andrebbe riconsiderata per un possibile ammodernamento.


2.- La DC è stata ricostruita giuridicamente nel febbraio 2017 con la convocazione della Assemblea dei soci, sulla base di un DECRETO del Tribunale Civile di Roma.

  Questa ricostruzione giuridica è un bene comune di tutti i DC, da valere per tutti (dentro e fuori)  per completarla in modo aperto con un congresso per la nomina degli organi centrali e locali.

   Questi i punti sottoposti:

a) proporre alla assemblea la modifica delle norme organizzative dello Statuto. A questo fine, il primo passo e' che la Assemblea avochi a se stessa il potere di modificare lo Statuto, oggi delegato al Congresso (ma impossibile convocare, per decadenza di tutti gli organi sociali);

b) nominare una commissione di 10 membri per le proposte di modifica dello statuto. Essa sara’ composta per 2/3 da soci e per 1/3 da non soci, aspiranti soci;

c) fare la verifica dei soci effettivi, allegando apposito modulo alla prossima convocazione scritta dei soci. Detto modulo conterra’ una auto-dichiarazione del socio che conferma la adesione alla DC o vuole porvi termine.

d) riaprire la possibilita’ di accettare nuovi soci, nello elenco ufficiale del tribunale, per i soci che provino di avervi diritto ai sensi della sentenza della Cassazione 25999/2010. In ogni caso la delibera finale spetta alla Assemblea dei soci.

e) proporre delibera di rinuncia al recupero del patrimonio immobiliare (su questo punto, De Simoni si è detto contrario).


2.- In vista delle prossime elezioni politiche, si è concordato:

- di proporre alla Assemblea dei soci di decidere di partecipare alle prossime elezioni politiche. A questo fine si è espresso la opinione che sia necessario recuperare il simbolo scudo-crociato libertas, mediante la procedura dell'art. 700 c.p.c. (inaudita altera parte), ferme le norme di legge (art. 14 TU 361/1957 e successive modificazioni).

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EDIZIONI PRECEDENTI

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NOTIZIA BOMBA dell' HUFFINGTON POST, 19 OTT. 2019 :
TORNEREBBE LA DC CON LO STORICO SIMBOLO SCUDO CROCIATO, MA PRESSO BERLUSCONI

http://www.huffingtonpost.it/2017/10/19/torna-la-dc-lo-storico-simbolo-sara-di-nuovo-sulla-scheda-elettorale-grazie-a-berlusconi_a_23249155/
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nNino Luciani, Sull'uso del simbolo scudo crociato-libertas, dopo che il Tribunale Civile di Roma
ha autorizzato la riorganizzazione del partito della Democrazia Cristiana

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Primi chiarimenti, in vista delle elezioni politiche 2018:
"Sarà lecito per la DC usare il simbolo "Scudo crociato, Libertas" ?
Risposta: "Lecito, con autorizzazione del Presidente del Partito"
La legge vigente:
DECRETO LEGISLATIVO, 20 dicembre 1993, n. 533 

Art. 8. (Legge 23 aprile 1976, n. 136, art. 2, lettera b); legge 4 agosto 1993, n. 276, art. 2, comma 1, lettera a)

1. I partiti o gruppi politici organizzati nonche' singoli candidati che intendono presentare candidature per la elezione del Senato debbono depositare presso il Ministero dell'interno il contrassegno o i contrassegni con i quali dichiarano di voler distinguere le candidature medesime, con l'osservanza delle norme di cui agli articoli 14*, 15, 16 e 17 del testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361.

*

 

Art. 14 del Testo Unico n. 361/1957

  I partiti o i gruppi politici organizzati, che intendono presentare candidature nei collegi uninominali o liste di candidati, debbono depositare presso il Ministero dell'interno il contrassegno col quale dichiarano di voler distinguere le candidature nei collegi uninominali o le liste medesime nelle singole circoscrizioni.

All'atto del deposito del contrassegno deve essere indicata la denominazione del partito o del gruppo politico organizzato.

I partiti che notoriamente fanno uso di un determinato simbolo sono tenuti a presentare le loro liste con un contrassegno che riproduca tale simbolo.

  Non e' ammessa la presentazione di contrassegni, sia che si riferiscano a candidature nei collegi uninominali sia che si riferiscano a liste, identici o confondibili con quelli presentati in precedenza ovvero con quelli riproducenti simboli usati tradizionalmente da altri partiti.

  Ai fini di cui al terzo comma costituiscono elementi di confondibilita', congiuntamente od isolatamente considerati, oltre alla rappresentazione grafica e cromatica generale, i simboli riprodotti, i singoli dati grafici, le espressioni letterali, nonche' le parole o le effigi costituenti elementi di qualificazione degli orientamenti o finalita' politiche connesse al partito o alla forza politica di riferimento.

  Non e' ammessa, altresi', la presentazione di contrassegni effettuata con il solo scopo di precluderne surrettiziamente l'uso ad altri soggetti politici interessati a farvi ricorso. Non e' ammessa inoltre la presentazione da parte di altri partiti o gruppi politici di contrassegni riproducenti simboli o elementi caratterizzanti simboli che per essere usati tradizionalmente da partiti presenti in Parlamento possono trarre in errore l'elettore.

Non e' neppure ammessa la presentazione di contrassegni riproducenti immagini o soggetti religiosi".

Nino Luciani, Lecito per la DC usare il simbolo scudo crociato

1.- Premessa. Una persona semplice, che considera la possibilità di usare un simbolo per il proprio partito, alle elezioni politiche, si fa una domanda: se esso puo' usare quel simbolo:
a) anche se esso è di proprietà di qualcun altro ;
b) anche se quel determinato simbolo è stato già usato da qualcuno .

Nel caso della DC è fuori discussione che il simbolo scudo "crociato - libertas" sia di sua proprietà e che, tornando sulla scena politica in base a decreto del tribunale (dopo 54 anni), possa rivendicarlo, in quanto la DC non si è mai sciolta (come da nota sentenza della Cassazione).
Tuttavia, per la legge elettorale, la proprietà non ha importanza. Quello che conta è il punto b), visto alla luce dell'art. 14 del testo unico (vedi qui a fianco).

2.- Uso tradizionale di un simbolo. Quello che conta, per aver diritto all'uso di un simbolo, è averlo usato tradizionalmente e che si tratti di partito tradizionalmente in parlamento.
  Attenzione: "tradizionalmente" in parlamento non vuol dire "attualmente" in parlamento.
  Il caso della UDC ha un suo valore: nel senso che, negli ultimi 15 anni, quel partito ha usato quel simbolo, e dunque la UDC ha un diritto.
 
  Per quanto riguarda "Rivoluzione Cristiana" di Rotondi esso non ha usato il simbolo, in simultanea con l'UDC. Si dice che il suo diritto al simbolo si fondi su sentenza della Corte di Appello, di questi giorni, che (però) non ho letto (me la invierebbe ?).

Ma credo che la posizione della DC non sia diversa da quella di Rinascita Cristiana: c'è stato un pre-uso per entrambi. Per la DC (ricomparsa legittima della DC dall 26 febbraio 2017 a Roma) il pre-uso è stato di 54 anni (dal 1948 al 1992).

4.- Conclusione: chi (tra UDC e DC e Rivoluzione Cristiana), potrà usare il simbolo?    Tutti rientranno nei requisiti di legge, ma uno solo potrà usarlo. Tuttavia, la partita non si può decidere adesso, ma solo sotto elezioni.
  La DC potrà presentare il simbolo, per averlo pre-usato tradizionalmente ed essere stata tradizionalmente in parlamento.
  La UDC si opporrà. Il Ministero deciderà secondo scienza giuridica.
A quel punto, se il simbolo fosse negato alla DC o alla UDC, la cosa passerà in Cassazione.
  Penso che la precedenza spetti chi l'ha usato di più.

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EDIZIONI PRECEDENTI

DEMOCRAZIA CRISTIANA: ATTESO DAL TRIBUNALE (il 3 ott.) IL DEFINITIVO SCONGELAMENTO

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AGGIORNAMENTO SOCI DELLA DC

ARGOMENTI :
1) Causa di "Cerenza contro Luciani", Alessi e Altri", per far annullare dal Tribunale l'Assemblea della DC storica del 25-26 feb. 2017: costituzione in giudizio. Udienza il 3 ott.
2) Partecipazione di Fontana all'incontro di associazioni e comitati se-dicenti filo-DC, organizzato da De Simoni e Cerenza.
3) RIchiesta a Fontana di convocare l'Assemblea dei soci: a) per riferire e rendere possibile un dibattito, prima del 3 ottobre;b) e in attuazione della delibera della assemblea di feb. 2017.
4) Dibattito sulla richiesta di riapertura alla ammissione dei vecchi iscritti del 92-93.
Prosecuzione raccolta fondi (necessari € 3000,00) per pagare l’avvocato per la causa di De Simoni e Cerenza.
Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".
________________
Finora i versamenti sono stati:
- Ammaturo Cosimo € 20
- Gubert Renzo € 500
- Armato Antonello € 50

          DOCUMENTO DI COMUNI INTENTI DEI SOCI DC           Richiesta convocazione Assemblea dei soci DC

 - AL PRESIDENTE DEL PARTITO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA ON. AVV. GIOVANNI FONTANA

Oggetto: - Richiesta di convocazione assemblea dei soci DC

DOCUMENTO DI COMUNI INTENTI DI SOCI, 23 sett. 2017

1.- PREMESSA:
a) Causa di "Cerenza contro Luciani", per far annullare dal Tribunale l'Assemblea della DC storica del 25-26 feb. 2017. In vista della udienza del 3 ottobre, il 12 sett. 2017 i 5 Firmatari del Tribunale (Luciani, Alessi, D'Agro', Grassi, Gubert) e Fontana Presidente, si sono riuniti a Roma ed hanno dato procura all'Avv. Filippo Chiaramonte per costituirsi in giudizio per avversare De Simoni e Cerenza.
  Ma ricordo che la costituzione di Fontana dovra' essere ratificata dalla Assemblea dei soci, per essere valida.
Questa costituzione e' stato un passo fondamentale che dimostra la volonta' della DC di vincere la propria battaglia per il ritorno in politica in Italia, e da' coraggio al popolo DC.

b) Partecipazione di Fontana all'incontro di associazioni e comitati se-dicenti filo-DC, organizzato da De Simoni e Cerenza. Risulta da FaceBook, https://www.facebook.com/events/1965633463710025/ che il 12 sett. 2017 a Roma si e' svolto un incontro di 10 associazioni e comitati, da loro organizzati.
Il COMUNICATO E' RIPORTATO QUI SOTTO.

2.- RICHIESTA DI CONVOCAZIONE URGENTE DELLA ASSEMBLEA DEI SOCI DELLA ASSEMBLEA DC

a) Si ritiene che questa partecipazione di Fontana vada inquadrata nella attivita' preparatoria di lui per il successo finale della DC.
Tuttavia, considerato che la frequentazione (ripetuta) dei "due ricorrenti", da parte di Fontana, avviene nella imminenza della Udienza del Tribunale (3 ott. 2017), e che essa suscita gravi interrogativi, appare atto dovuto e urgente che Fontana convochi l'Assemblea dei soci per riferire, e questo avvenga prima del 3 ottobre.
b) Con l'occasione dovranno essere messi all'odg altri punti quali:
- recupero dello scudo crociato - libertas
- attuazione delibera gia' presa dalla assemblea di febbraio, circa le modifiche dello Statuto (parte organizzativa);
- nomina di un vice-presidente;
- verifica numero di tutti i soci, tramite pubblici proclami;
- varie ed eventuali.

SOCI FIRMATARI DEL DOCUMENTO: Nino Luciani, Marino Riccardi, Francesco Caponetto, Antonio Sabella, Renzo Gubert, Carlo Leonetti, Mimmo Immaturo, Lorenzo Carrozza, Paolo Miele, Salvatore Napolitano, Enrico Lo Curzio, Gabriele Cantelli, Nicola Barbuto, Emilio Cugliari, Torriani Luigi.

Fonte: FaceBook, 12 sett. 2017.


Per il COMUNICATO: vedi sotto

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COMUNICATO di Franco De Simoni, su FaceBook, Roma 12 sett. 2012=mentions

"Si sono riuniti oggi a Roma gli Stati Generali delle Associazioni che si richiamano ai valori della Democrazia Cristiana.
Approvando le proposte del Sen. Gianni Fontana e dell'On. Antonio Paris, si è deciso di arrivare alla convocazione degli iscritti alla DC negli anni 1992 e 1993. Tramite pubblici proclami entro il mese di ottobre per arrivare ad una Assemblea Organizzativa degli iscritti.
Questa Assemblea approverà il Regolamento in base al quale sarà tenuto il Congresso.
Il Congresso sarà tenuto entro il mese di dicembre 2017.
L'Assemblea ha anche deciso che il Sen. Fontana e Franco De Simoni entro dieci giorni da oggi si riuniscono per coinvolgere tutte le Associazioni che si richiamano ai valori e alla storia della Democrazia Cristiana che costituiranno il Comitato organizzativo, che varerà la relazione del percorso organizzativo che dovrà portare alla celebrazione del Congresso".

Firmato: Franco De Simoni Vice Presidente Comitato iscritti alla DC 1993; Sgrò Giovanni Presidente dell'Associazione Partecipazione Popolare, Luigi Prergamo Presidente Nazionale Lega per l'Italia; Ciccarelli Antonio Capo Gruppo Consigliare Comune di Fondi; Rodolfo Violo Presidente Associazione Cattolici III Millennio; Moreno Capodarte; Tropeano Gaetano Presidente Associazione Liberi e Forti iscritti DC 1992/1993; Petrillo Mario Presidente Associazione Mancini Enzo Segretario Provinciale DC Frosinone; Di Stefano Antonio Associazione Italiani Terzo Millenio;Luigia Perillo Cooperativa Sociale Onlus PRL; Nicola Crocetta ex Presidente Comunità Montana Muro Lucano; Gianni Fontana Presidente Associazione Democrazia Cristiana; Antonio Paris Ex Capo Gruppo Provinciale Roma e Capo Gruppo Consigliare Comune di Capena".

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LETTERE PRECEDENTI DI LUGLIO E AGOSTO 2017

 

DEMOCRAZIA CRISTIANA: ATTESO DAL TRIBUNALE IL DEFINITIVO SCONGELAMENTO

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NUOVA LETTERA DI LUCIANI A FONTANA, PRESIDENTE

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IL 3 OTT. 2017, LA CAUSA GIUDIZIARIA DI DE SIMONI E CERENZA,
che punta all'annullamento della Assemblea ri-fondativa di feb. 2017,
MA POTENZIALE STRUMENTO DI CHIARIFICAZIONE PER IL FUTURO

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Intanto rimane
immutata la volonta' dei soci di ri-costituire
in italia un partito di cattolici per il campo temporale, mentre
è proprio della chiesa cattolica limitarsi al campo religioso.

ARGOMENTI DELLA SECONDA LETTERA (Circa la prima lettera, vedi più sotto):
a) Prosecuzione censimento soci della DC;
b) Costituzione della DC in giudizio, per la causa di Cerenza per annullamento Assemblea dei soci della DC del 26 feb, Ergife;c) Lettera di De Simoni e Cerenza.
d) Prosecuzione raccolta fondi (€ 3000,00) per pagare l’avvocato per la causa di De Simoni e Cerenza.
Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".
fontana4.jpg (11049 byte)   CARO FONTANA,
ti scrivo su quattro argomenti vitali,
per completare la riorganizzazione giuridica della DC

1) Censimento dei soci. Come da tuo incarico, sto proseguendo il censimento dei soci effettivi, per convocare presto la assemblea dei soci per la modifica dello Statuto il base al codice civile e andare a congresso per la elezione dei dirigenti nazionali e locali del partito. Infatti, rimane ferma la volonta' dei soci di ri-costituire
in italia un partito di cattolici per il campo temporale, mentre è proprio della chiesa cattolica limitarsi al campo religioso.

2) Costituzione della DC in giudizio, per la causa di Cerenza. Come sai, il Tribunale Civ. di Roma ha fissato, per il 3 ott. 2017, l’udienza per la causa di De Simoni e Cerenza per l’annullamento della Assemblea dei soci della DC.
A questo fine, l’art. 166 del codice di procedura civile stabilisce che i "convenuti" (Luciani, Alessi, D’Agro’, Grassi, Gubert, Fontana) si costituiscano in giudizio almeno 20 giorni prima (si puo’ farlo anche solo il giorno prima, ma perdendo gli importanti diritti di cui all’art. 167).
E poiché, per la DC, la delibera di costituirsi deve essere presa dalla Assemblea dei Soci, c’è l’attesa che tu convochi subito l’Assemblea stessa.
  E’ pur vero che la delibera di costituirsi potrebbe essere presa da te con Decreto d’urgenza, con riserva di sottoporla a ratifica della prima Assemblea in programma.
  Tuttavia, ci sono motivi nuovi in favore della convocazione immediata, e che si aggiungono al motivo principale (già segnalato nella prima lettera del 29 luglio, sotto riportata) vale dire l’Assemblea dei soci del 26 feb 2017, aveva già deliberato la riconvocazione per decidere sulla modifica di Statuto e andare a congresso.

3) Ti sottopongo i motivi nuovi :
a) Lettera di De Simoni e Cerenza. In questi giorni mi e’ pervenuto da loro un invito a una riunione, il 12 sett. 2017 a Roma, per gli "Stati Generali delle Associazioni e delle Organizzazioni che condividono i valori della DC".
  A mio modo di vedere (a parte che, grosso modo, sono poco piu' dieci persone), questa idea è senza fondamento giuridico ma anche consapevolmente sabotatrice della DC. Infatti , lo scopo sarebbe di arrivare in ottobre a fare il "XIX congresso della DC in base al vecchio statuto, nel rispetto della sentenza della Cassazione del 2010" (parole di loro).  La mancanza di fondamento sta nel fatto che già una sentenza, vinta da Cerenza, aveva annullato il XIX congresso perché aveva applicato il vecchio Statuto, non applicabile…).
  Pertanto, considerato che De Simoni e Cerenza sono membri della Assemblea dei soci della DC, va messo all’odg. della prossima Assemblea dei soci il seguente odg.: "Espulsione dei due" quale atto dovuto, in coerenza con la loro scelta di non riconoscere l’Assemblea.

b) Riapertura ricognizione soci del 1992-93.
C’è tuttavia un punto della predetta lettera dei "due" che, in qualche modo, mi spinge a fare un passo indietro ed è l’accenno di loro al rispetto della Sentenza della Cassazione 25999/2010".
  Conoscendo De Simoni, so che questo vuol dire doversi far partecipare al prossimo congresso tutti i soci validi al 18 gennaio 1994 (data di presunto scioglimento della DC).
 
In premessa, ricordo che questo è già stato fatto due volte:
- una prima volta nel 2012, Fontana (allora Segretario provvisorio nominato dal Consiglio Nazionale) aveva fatto la ricognizione di tutti gli aventi titolo, in base alla detta sentenza della Cassazione;
- una seconda volta nel gennaio 2017, quando (nel convocare l’Assemblea dei soci del feb. 2017), io avevo riaperto l’ammissione dei soci, che per qualche errore fossero rimasti fuori allora. E infatti De Simoni e Cerenza (e altri 5) erano stati accettati come soci (pur non essendo nell’elenco del tribunale). Anzi essi avevano partecipato alla Assemblea.
  
  Pur tenuto conto di questi due precedenti, se i due hanno notizia di altri iscritti rimasti fuori, io non mi oppongo a che sia apra un terzo round, in ulteriore ottemperanza alla sentenza della Cassazione.
  Tuttavia, deve essere chiaro:
- che, oggi, questa riapertura è divenuta una competenza esclusiva della Assemblea dei soci e dunque essa potrebbe essere messa all’odg della prossima assemblea, prima del punto relativo alla loro espulsione.
- questa riapertura dev’essere contrattata tra tutti i soci (compresi i soci De Simoni e Cerenza), vale dire essa non dev’essere un regalo unilaterale ai due. Lo scopo è che si arrivi ad una piena pacificazione.

Un ulteriore punto per l’ordine del giorno, gia richiesto da altri, dovrà essere la nomina di un vice-presidente.

4) Prosecuzione raccolta fondi. Ti ricordo che ho anticipato € 3.000,00 per l’avvocato. Ti prego di invitare i soci e i sostenitori della DC a dare il contributo libero per la colletta (anche solo € 10,00).
Chi vuole e' pregato di dare il contributo libero, sul seguente conto:

LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.
Causale: spese avvocato causa Cerenza contro Luciani

Vive cordialita’. Nino luciani

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DEMOCRAZIA CRISTIANA : PRIORITA' AL COMPLETAMENTO DELLA RICOSTRUZIONE GIURIDICA

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DUE LETTERE: una soci, una a Fontana

La strada maestra per la ricostruzione della Democrazia Cristiana storica

1) Risolvere le questioni giuridiche (anche recuperare il simbolo Scudo crociato) ;
2) La nuova DC non sia un partito che si aggiunge, ma la prima pietra di una federazione di tutti i partiti, associazioni, movimenti della diaspora della vecchia DC
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I due punti vanno considerati secondo un ordine di ordine di propedeuticità

Nota. La ricostruzione giuridica della Democrazia Cristiana (storica) era avvenuta il 26 feb. 2017, su autorizzazione della convocazione della Assemblea dei Soci, da parte del Tribunale di Roma In quella sede è stato eletto il Presidente della Associazione Giovanni Fontana, la cui durata era previsto dovesse cessare a giugno, con il congresso per la nomina degli organi centrali e locali.
  Ma tra la nomina del Presidente (pro-tempore) e il congresso doveva esserci una fase intermedia con la modifica delle norme organizzative dello Statuto.
 Questa fase comportava alcune difficoltà, che ha indotto Fontana a by-passarle, anzichè ad affrontarle.
C'è stato, in parallelo, anche il ricorso al Tribunale di Roma, di due soci per fare annullare l'Assemblea e questo ha reso Fontana "sensibile"  alle ulteriori   iniziative di  "uno"  dei due ricorrenti.
  In questo servizio, pubblichiamo due lettere: una ai soci, l'altra a Fontana perchè si affronti la situazione in modo giuridicamente corretto, senza   improvvisazioni e  fantasie, pericolosissime.

LETTERA AI SOCI

a) Vi informo che la "causa Cerenza contro Luciani" (per l’annullamento della Assemblea dei soci del 25-26 feb. 2017) e’ stata rinviata dal Tribunale al 3 ottobre 2017 e che la Democrazia Cristiana dovra’ costituirsi in giudizio (per non essere condannata in contumacia). Per fare questo serve la delibera della Assemblea dei Soci, in tempo utile. Per maggiori spiegazioni rinvio alla lettera (qui a fianco) a Fontana.
Per fronteggiare la causa, serve attivare un avvocato e anticipare € 3.000,00 (tremila) per le spese minime necessarie.
Chi vuole e’ pregato di dare il contributo libero (anche solo € 10), sul seguente conto:

LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.

b) Vi informo anche che dobbiamo fare il censimento dei soci effettivi. Di fare questo ho avuto delega scritta da Fontana.

Il problema si pone in quanto l’Associazione deve conoscere l’esatto numero dei soci, tenuto conto che, in occasione della convocazione deila Assemblea di feb 2017, sono emersi fatti da approfondire. Precisamente alcune raccomandate sono tornate indietro perche’ il socio era deceduto (parole del postino, scritte sulla busta), o perché il socio non ha ritirato la raccomandata entro i termini di giacenza, o perché il socio ha cambiato indirizzo senza darne comunicazione.

Per fare questo lavoro serve che in ogni provincia ci sia un amico disposto a collaborarmi, per andare a cercare il socio, caso per caso, negli indirizzi che gli forniro’.
Chi e’ disponibile mi scriva e gli mandero’ presto l’elenco dei soci di ogni Provincia.

LETTERA A FONTANA

  Caro Fontana,
  a) in Tribunale la causa per l'annullamento della Assemblea dei soci e’ giuridicamente denominata "CERENZA CONTRO LUCIANI " ma, politicamente, la controparte e' la DEMOCRAZIA CRISTIANA.
  Questo significa che non solo i 5 firmatari della domanda al tribunale, a suo tempo (Luciani, Alessi, D’Agro’, Grassi, Gubert), ma anche la DC, dovranno costituirsi in giudizio.
   Questo richiede contattare l’Avvocato che ci ha seguito in tutti questi anni, Filippo Chiaramonte, Roma, Via della Conciliazione 44 (tel. 0039 347 9707988), per firmare la procura a provvedere alla nostra difesa. Chi non puo’ andare, deve inviare delega notarile.
   La costituzione in giudizio e’ necessaria, anche da parte dei singoli, per non essere condannati in contumacia.

  b) L’Avvocato ha fatto un preventivo di spesa di € 3.000,00 (tremila) anticipato,cifra probabilmente definitiva, se la causa non proseguira' in appello.
  Circa il preventivo delle spese, devo segnalarti che, precedentemente, questo Avvocato aveva fatto gratis tutte le pratiche (gia’ dal 2014) e che la cifra per questa causa (molto impegnativa) e’ assolutamente minima.
  Inoltre, miei amici "legali di Bologna" avevano gia’ dato molta assistenza gratuita, in passato. Noi della DC dovremmo ringraziare gli "amici giuristi di Bologna" (almeno una volta).
  In questo caso del ricorso, io ho predisposto la memoria difensiva (due mesi di lavoro), e l’ho gia’ inviata all’Avvocato (questo e' gia' un grosso contributo, dal lato spese giudiziarie).

c) In origine la causa era fissata per il 26 luglio 2017, e la costituzione in giudizio (art. 136 del c.p.c.) doveva avvenire entro il 6 luglio (ossia almeno 20 giorni prima).

   In prossimita’ del 6 luglio ti ho telefonato perche’ tu prendessi contatto con l’Avvocato (e anche perche’ c’era da anticipargli la cifra).
  Tu hai preso contatto con lui il giorno dopo, ma anche chiarito (prima a me, e poi a lui) che le casse della DC erano vuote…
  In queste condizioni, tenuto conto della assoluta necessita’ di salvare la DC e considerato che (nell’atto di citazione) sono il primo in ordine di citazione, ho deciso di anticipare la somma, riservandomi di fare una colletta presso tutto il popolo DC, come avevo gia’ avevo fatto per la convocazione della assemblea dei soci.
   Tuttavia, si sia consapevoli che i miracoli non sono ripetibili facilmente. Faccio appello alla collaborazione e all’impegno di tutti per il secondo miracolo.  

d) Per quanto riguarda il fatto che la cassa DC fosse vuota, la causa in tribunale non era una novità: lo sapevamo tutti. Forse sarebbe stato necessario cercare di cominciare ad alimentarla.
Per quanto riguarda il fatto della costituzione in giudizio della DC, si sarebbe dovuto convocare l’Assemblea prima dei 20 giorni prescritti.
Queste due omissioni costituiscono un pericolo grave per la DC.
Per questo ritengo necessario evidenziare un primo bilancio sommario della tua Presidenza in questi primi 5 mesi. 

Caro Fontana,
a) in origine, in un convegno sul codice etico a Bologna, fu concordato che ( considerato che il tribunale aveva accolto la domanda di convocazione della DC in base al codice civile per impossibilita’ di applicare il vecchio statuto), si sarebbe proseguito con il codice, senza piu’ voltarsi indietro.
Inoltre si era stabilito che la strada maestra fosse (anche per consiglio personale del Vescovo Tommaso Ghirelli, Segretario Regionale della CEI per la E.R., in occasione del convegno sul codice etico):
1) risolvere, prima, le questioni giuridiche (anche recuperare il simbolo Scudo crociato) ;
2) la nuova DC non sarebbe stata un partito che si aggiunge, ma la prima pietra di una federazione di tutti i partiti, associazioni, movimenti della diaspora della vecchia DC.
I due punti erano in un ordine di propedeuticita’. Non puoi fare il secondo, se non hai fatto il primo; cosi’ come a scuola non puoi fare la matematica e la storia, se prima non hai fatto l’italiano.

b) A me pare, invece, che tale ordine sia stato invertito, e questo rischia di determinare una tragedia, in quanto nessuno prende in seria considerazione la DC, se essa non dimostra di essere capace di esistere con tutti i suoi organi centrali e locali e il suo simbolo scudo crociato.
La prima prova plateale di quella inversione l’abbiamo avuta a Camaldoli (17-18 giugno 2017). Qui (io c’ero), dopo aver parlato due ore ininterrotte su un tuo programma, ma senza nominare mai la DC, tu hai annunciato una grande assemblea costituente di tutti i partititi, associazioni, movimenti cattolici per la fondazione di un grande partito dei cattolici, per l’8 dic. al Lago di Garda.
Non hai detto il nome del nuovo partito, ma per logica implicita, il nome poteva non essere "DC". 

Caro Fontana,
a) mi permetto mettere in evidenza che a Camaldoli e’ stato ricordato il dovere della Presidenza di riconvocare anzitutto l’Assemblea dei soci, come da delibera del 26 feb per modificare le norme organizzative dello Statuto e andare a Congresso per la nomina degli organi nazionali e locali.
A Camaldoli la Presidenza era anche stata sollecitata ad informare tempestivamente il Ministero dell’Interno (Servizi Elettorali) della assemblea del 26 feb. con nomina del Presidente della DC, in modo che gia’ nelle elezioni comunali giugno, appena trascorso, si potesse far valere lo scudo crociato.
Nulla di tutto ciò è stato fatto, e così si è sprecata l’occasione delle elezioni amministrative per fare validare il simbolo scudo crociato, almeno nei grandi Comuni.
Altra grande occasione prossima potranno essere le elezioni Siciliane, gia’ focalizzate da nostri amici (A. Alessi, a Caltanissetta; A. Sabella in una intervista a Canale Italia, https://www.youtube.com/watch?v=71WpVvCbAsI&t=5s ).

b) Sempre a Camaldoli, avevamo anche concordato con Paris (amico di De Simoni) che con loro si poteva aprire uno spazio per concordare assieme le modifiche di Statuto da proporre alla Assemblea dei soci, e arrivare poi al congresso.
  Per inciso ti segnalo che Paris aveva capito dover andare a congresso con il vecchio statuto, in base ad accordi con te. Ma subito si chiari’ l'impossibilita' di questo percorso, in quanto (in base al vecchio statuto), il congresso puo' essere indetto solo dal CN Consiglio Nazionale, ma che e’ decaduto. E' decaduto anche l'organo che indice un nuovo tesseramento. Inoltre non esiste in Statuto alcuna norma che attribuisca alcun potere al Presidente dell'Associazione Partito DC, fermo (al piu') il potere di rappresentanza di cui all'art. 36 del codice civile.

c) Ma ora vedo che sono stati ripresi i colloqui con De Simoni e altri, allo scopo di un presunto allargamento della DC a tutti gli iscritti DC della diaspora, rimessi in campo dalla Sentenza della Cassazione della DC del 2010. Annunci che faresti la convocazione, a Roma il 9 settembre 2017, di una assemblea generale congiunta della Assemblea dei soci della DC e di Associazioni varie, con De Simoni, Sandri …
  Questo mi pare eccessivo (pur se teoricamente ammissibile) in quanto non si tiene conto che l’ampliamento a tutti gli eventuali aventi titolo ( ai sensi della sentenza della Cassazione) e’ stato gia’ fatto nel gen-feb scorso, tant’e’ che sono stati accolti 7 ulteriori soci, tra cui De Simoni.  
  E poiche’, tuttora, il proseguimento della fase giuridica e’ un problema tecnicamente difficile, direi di limitarci a chiudere questa fase. Precisamente, ribadirei che, dopo il congresso, si aprira' a tutti … mediante un tesseramento e si fara’ la federazione con tutti i desiderosi e validi.
   Sia comunque chiaro che ogni competenza in materia e’ della Assemblea dei soci della DC, non del Presidente senza un mandato.

Caro Fontana,
direi anche che non e’ stato mai chiarito a quale titolo De Simoni possa contemporaneamente:
1) essere socio della Assemblea dei soci della DC storica;
2) essere ricorrente per annullare l’Assemblea dei soci della DC;
3) essere tuo conferente abituale.
  Direi che De Simoni vada espulso dalla Assemblea dei soci, "per la contraddizion che no’l consente" (Dante Alighieri), salvo che si riscatti.
  A riguardo di Sandri, ti ricordo che la Cassazione l’ha condannato come non avente titolo a pretese sulla DC storica, e ti ricordo che, come persona, egli e’ gia’ uno dell’elenco dei 1742 soci.
  C’e’, poi, il fatto che questa Assemblea dei soci, che tu vuoi convocare congiuntamente con le suddette associazioni, richiedera’ tanti soldi. Ma tu hai dichiarato che le casse della DC sono vuote … per la costituzione in tribunale.

Caro Fontana,
vengo alla conclusione finale e ti chiedo con fermezza :
- di ottemperare alla delibera della Assemblea dei Soci (di convocare l’Assemblea stessa per la modifica delle norme organizzative dello Statuto, e andare a Congresso);
- e chiedere alla Assemblea di deliberare di costituirsi in giudizio.
  Si tratta di impegni imprescindibili, obblighi cui la Presidenza non può sottrarsi tanto che, se disattesi, sento il dovere morale di chiedere al Presidente di porre le proprie dimissioni all’odg della prossima Assemblea.

Saluti cordiali . NINO LUCIANI

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LA DC STORICA DI NUOVO BLOCCATA,
pur se, dopo la nomina del Presidente dell'Assemblea deI soci della DC storica,
la DC può funzionare (dopo 23 anni) senza avere più bisogno della Magistratura.

REFERENDUM DELLA RETE DC ?

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Sotto un profilo giuridico formale, si è di fronte a una inadempienza  grave del Presidente: nel senso che, dopo 4 mesi dalla assemblea, egli non ha ancora attuato una delibera della assemblea del 26 feb. 2017.

Sotto un profilo sostanziale, c'è una divisione dentro il gruppetto dei notabili, attorno a Fontana:
alcuni vogliono andare a Congresso con il vecchio Statuto; altri vogliono andare a congresso,
con un nuovo Statuto (per le norme organizzative) applicando il codice civile (art. 21).

In queste condizioni, l'unico modo di sbloccare è sottoporre
la decisione al Referendum della Rete DC, come fanno i Grillini

MECCANISMO DI REFERENDUM :
Chi vuole, dica la sua idea con una breve e-mail
al seguente indirizzo: nino.luciani@libero.it

Le risposte saranno presto pubblicate su questo sito

BREVE EDITORIALE

Premessa. Già in origine, nel cercare di risolvere come organizzare la DC, ci eramo domandati:
a) andare a congresso con il vecchio statuto ?
b) oppure, andare congresso con un nuovo statuto, dopo avere aggiornato le norme organizzative applicando il codice civile ?<
  Facciamo, qui sotto, la storia di questo dilemma.

STORIA. 1) Preso atto che il XIX congresso del 2012 era stato annullato per la impossibilità di applicare correttamente il vecchio Statuto, si decise di chiedere al Tribunale civile di convocare l’assemblea dei soci in base al codice civile.
Poi, nel settembre 2016, mentre si attendeva la risposta del Tribunale, ci fu una discussione (nello Studio di Fontana, a Roma) tra me e Grassi (presente Alessi).
  Precisamente:
- Luciani sosteneva che, se il giudice avesse accolto il ricorso in base al codice, si doveva poi proseguire la strada verso il congresso, continuando ad applicare il codice;
- Grassi sosteneva, invece, che (dopo il decreto del giudice) si dovevano ricostituire le sezioni, e andare a congresso con il vecchio statuto.
La discussione si concluse con un accordo: se il Tribunale avesse accettato l’elenco dei soci del 2012 e convocato l’assemblea in base al codice, si sarebbe proseguito con il codice.

2) Ma poi, nel corso dell'Assemblea dei soci, il 26 feb 2017, e' riemersa la questione.
- Avevo proposto alla assemblea la seguente norma transitoria: "In via transitoria, tutte le modifiche di statuto, che rendono attuabili la ricostituzione degli organi medesimi, sono di competenza della assemblea".
Questo presupponeva che fosse rispettata l'intesa di proseguire applicando il codice civile.
- Ma Grassi, che al momento presiedeva l’assemblea, si oppose e la votazione fu rinviata alla successiva assemblea, su proposta di Bonalberti.

3) Sono passati oltre tre mesi e l'Assemblea non è stata ancora convocata.
  Anzi, al contrario, Fontana convocava un "Gruppo di persone", da lui scelte, a Roma il 26 aprile, per fare approvare un ordine del giorno in cui si diceva "di organizzare le sezioni della DC comunali, territoriali e comitati civici in tutto il territorio nazionale con in criteri gia’ comunicati dal presidente dell’associazione come da sua precedente lettera. Le sezioni sono lo strumento base a tutela dei successivi adempimenti per lo svolgimento regolare dei congressi provinciali, regionali ed infine nazionale e delle elezioni dei delegati nel loro ambito eletti".

4) Di fronte al capovolgimento delle cose, io avevo comunicato ultimamente che facevo un passo indietro, e lasciavo via libera a Grassi.
  Ma è' passato inutilmente un altro mese, e non risulta essere stata costituita una sola sezione locale.
  A questo punto mi sento di ribadire quanto gia' detto il 26 aprile e precisamente:
  a) In base all'art. 34 dello Statuto, per costituire una Sezione servono 15 iscritti del 1992, con prova di possedere la tessera del 1992;
b) Poi, serve l'approvazione della Direzione provinciale.

E' impossibile realizzare:
-  l'una condizione (perchè pochissimi hanno conservato la tessera);
-  e l'altra condizione (le Direzioni provinciali sono decadute.
  Come pure, il Presidente Fontana non puo' sostituire la Direzione provinciale, perche' nello Statuto non esiste una norma in tal senso.

5) Questa conclusione  è di una evidenza intuitiva, anche considerato il precedente: che già è stato annullato il XIX congresso, celebrato in base al vecchio Statuto. 

Un precedente: Incontro di Mestre

  Il 4 aprile 2017 si è svolto a Mestre un incontro di Ettore Bonalberti,   Luciano Finesso, Nino Luciani, Amedeo Portacci, Giorgio Zabeo allo scopo di concordare una proposta da inviare a Fontana, in vista della attesa Assemblea dei soci. Ecco, qui seguito, il documento.

I - ARGOMENTI PER PROSSIMA ASSEMBLEA DEI SOCI

a) nomina vice presidente (o due)

b) approvazione aggiornamento elenco dei soci effettivi

Nota. Questa approvazione presuppone la verifica della situazione reale, date le informazioni emerse nel corso della convocazione assemblea dei soci e dopo avere sentiti i membri in elenco, sulla volonta' di restare soci.

c) In ogni caso, circa l'invito alla prossima assemblea, si fara' domanda al presidente del tribunale di potere invitare i soci, oltre che con lettera al domicilio, con invito per pubblici proclami.

d) Approvazione delle seguenti Norme transitorie:

- In via transitoria, tutte le modifiche di statuto, che rendono attuabili la ricostituzione degli organi medesimi, sono di competenza della assemblea.

- Sino alla completa riorganizzazione del Partito, il Presidente del Partito è autorizzato, anche ora e per allora e con espressa ratifica di quanto sino ad ora sia stato fatto, a convocare gli associati mediante pubblici proclami, con avviso da pubblicare almeno 20 giorni prima sulla GU e all'Albo Pretorio del Comune di Roma

Nota. Questa proposta va coordinata con il punto c)

e) approvare portabilità di una delega

Nota. L'argomento "modifiche di statuto" va messo dopo quella di approvazione della norma transitoria

g) mettere a punto una strategia comune per l'uso del simbolo, nelle prossime elezioni.
(A questo proposito, si riportano le parole della sentenza della Corte di Appello, p. 27): " quest'ultima (ossia la DC) conserva altresì la titolarità del nome e del simbolo".

In ogni caso occorre Informare il Ministero dell'Interno (Ufficio Elettorale), "per opportuna conoscenza"  della avvenuta ricostituzione della Assemblea dei Soci della DC, con elezione del Presidente, il 26 feb. 2017, allegando il verbale della assemblea.
_____________
II - Progetto nuovo statuto: NOMINA DEL CONSIGLIO NAZIONALE

a) le sezioni locale, comunale e provinciale sono soppresse e si istituisce la sezione unica regionale.

b) il consiglio nazionale ha un numero di 100-150 membri, ripartiti tra le regioni proporzionalmente alla popolazione anagrafica, rispettiva, con il minimo di un membro.
Esso è eletto dal congresso composto da tutti gli iscritti al partito.
I candidati regionali al consiglio nazionale sono votati per lettera cartacea o per e-mail posta certificata, da inviare alle sedi regionali;

c) Il CN dura in carica quanto una legislatura (5 anni).
Il CN è organizzato in due gruppi, di cui uno è il gruppo di maggioranza, l'altro è il gruppo di minoranza, la cui identificazione avviene in relazione alla elezione del segretario nazionale.
Esso, di norma, ha i poteri previsti dallo Statuto vigente.

d) Ogni Regione elegge i membri del CN sulla base di liste concorrenti e ripartito proporzionalmente ai voti da esse ottenute. In ogni caso i candidati dovranno provenire dalle varie province, nessuna esclusa;

e) Il CN elegge il proprio presidente ed è eletto il candidato più votato.

f) Il CN elegge il Segretario nazionale sulla base di un programma politico.
Viene eletto il candidato con la maggioranza assoluta al primo turno, o chi ha più voti al ballottaggio al secondo turno.
I gruppi che hanno eletto il segretario costituiscono il gruppo di maggioranza; tutti gli altri costituiscono il gruppo di minoranza.

.

In vista delle elezioni politiche 2018, in Italia

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.
P
er una Legge elettorale proporzionalista "pura",
ma associata a Regolamenti parlamentari che
obbligano i partiti al "bipolarismo" nel dopo elezioni

..

LUCIANI:

1) Bipartitismo come idea e bipolarismo in pratica. In questa problematica il criterio principe è incanalare gli italiani verso il bipartitismo perche' e' il sistema che più permette agli elettori scelte dirette dei governanti. Ma, in ltalia l'estremo campanilismo tuttora non permette questa scelta (ed è ben noto che l'unità d'Italia fu fatta da una élite, non dagli italiani).
2) Gradualità... In una gradualità verso il bipartitismo, proporrei alle èlite (tali sono i partiti) il proporzionale puro (caro agli italiani), ma con la fiducia che i partiti faranno il bipolarismo (subito), stabilendo che i gruppi paramentari non possano avere membri di numero inferiore ad una soglia alta.
3) No a sbarramenti. Gli sbarramenti all'entrata sono antidemocratici e, soprattutto, inutili, se sono vanificati (nel dopo elezioni) dalla proliferazione dei gruppi parlamentari.

IL TESTO DI RIFERIMENTO ALLA CAMERA
predisposta dal Relatore Mazziotti.

RIASSUNTO IN ESSENZIALE :
1.- Camera e Senato : sbarramento al 3%, premio di maggioranza alla lista che ottenga almeno il 40% al primo turno.
Al Senato ci saranno 50 collegi plurinominali, 100 alla Camera, capilista bloccati e preferenze.

2.- Raccolta delle firme:
  a) possibilità di sottoscrizione digitale;
  b) riduzione del numero di firme;
  c) modifica del regime di autenticazione delle firme.

PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO DEL RELATORE

Art. 1. (Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati).

1. Al testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 2 dell'articolo 1, le parole da: con l'eventuale attribuzione di un premio di maggioranza fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: con l'eventuale attribuzione di un premio di maggioranza qualora la lista che ha conseguito il maggior numero di voti validi abbia altres onseguito una percentuale di voti pari almeno al 40 per cento del totale nazionale;
b) all'articolo 7, comma 1, lettera c), dopo le parole: i sindaci sono inserite le seguenti: metropolitani e i sindaci;
c) all'articolo 11, il quinto comma brogato;
d) all'articolo 18-bis, sono apportate le seguenti modificazioni:

1) al comma 1, le parole: da almeno 1.500 e da non pi di 2.000 elettori sono sostituite dalle seguenti: da almeno 300 e da non pi di 500 elettori;
2) dopo il comma 1 nserito il seguente:

1-bis. Anche in deroga alle disposizioni del comma 1, le sottoscrizioni possono essere raccolte in modalit igitale, anche attraverso l'utilizzo della firma digitale o della firma elettronica qualificata, ai sensi del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.;

e) all'articolo 20, sono apportate le seguenti modificazioni:

1) al secondo comma, dopo le parole: anche in atti separati, sono aggiunte le seguenti: o in modalit igitale ai sensi comma 1-bis dell'articolo 18-bis;

2) al quarto comma, sono aggiunte, in fine le seguenti parole: , anche in modalit igitale;

3) dopo il quinto comma nserito il seguente: Le firme degli elettori possono altres ssere apposte in modalit igitale, anche attraverso l'utilizzo della firma digitale o della firma elettronica qualificata, ai sensi del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo Pag. 197 marzo 2005, n. 82; in tali casi non ecessaria l'autenticazione delle sottoscrizioni;

f) all'articolo 31, il comma 2-bis brogato;

g) all'articolo 77, comma 1, dopo il numero 3) ggiunto il seguente:

3-bis) determina la cifra elettorale percentuale di collegio di ciascuna lista. Tale cifra si ottiene dividendo la cifra elettorale di collegio di ciascuna lista per il totale dei voti validi del collegio e moltiplicando il risultato ottenuto per cento;

h) all'articolo 83:

1) al comma 1, numero 7), sono premesse le seguenti parole: qualora la verifica di cui al comma 1, numero 5), abbia dato esito negativo o;

2) al comma 1, numero 8), dopo il quinto periodo nserito il seguente: Esclude dall'attribuzione di cui al periodo precedente la lista ovvero le liste alle quali tato attribuito il numero di seggi a esse assegnato a seguito delle operazioni di cui al numero 4);

3) al comma 6, le parole: ovvero delle liste ammesse all'eventuale ballottaggio sono soppresse;

i) all'articolo 84, comma 1, ggiunto, in fine, il seguente periodo: Il deputato che risulti eletto in pi collegi plurinominali roclamato nel collegio in cui la lista di appartenenza abbia ottenuto la minore cifra elettorale percentuale di collegio, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, numero 3-bis);

l) l'articolo 85 brogato;

m) all'articolo 93, secondo comma, lettera c), le parole: La scheda per il ballottaggio a medesima con la quale la votazione si svolge sull'intero territorio nazionale sono soppresse;

n) all'articolo 93-ter, il comma 3 brogato;

o) all'articolo 93-quater:

1) al comma 4, le parole: , o ancora a seguito dello svolgimento del ballottaggio sono soppresse;

2) al comma 7, le parole: ovvero a seguito dell'esito del ballottaggio, e le parole: , ovvero ha ottenuto il maggior numero di voti nel turno di ballottaggio, sono soppresse.

Art. 2.

(Disposizioni in materia di elezione del Senato della Repubblica).

1. Il comma 2 dell'articolo 1 del testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione del Senato della Repubblica, di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, di seguito denominato decreto legislativo n. 533 del 1993, ostituito dai seguenti:

2. Per la presentazione delle candidature e per l'assegnazione dei seggi ai candidati ciascuna circoscrizione regionale ipartita in collegi plurinominali. Salvo i seggi assegnati alla circoscrizione Estero e fermo restando quanto disposto dai commi 3 e 4, l'assegnazione dei seggi alle liste sul territorio nazionale ffettuata dall'ufficio elettorale centrale nazionale, ai sensi dell'articolo 16, con l'eventuale attribuzione di un premio di maggioranza qualora la lista che ha conseguito il maggior numero di voti validi abbia altres onseguito una percentuale di voti pari almeno al 40 per cento del totale nazionale.

2-bis. Con il medesimo decreto del Presidente della Repubblica di cui al comma 1 eterminato, per ciascuna circoscrizione regionale, il numero di seggi da attribuire nei collegi plurinominali sulla base dei risultati dell'ultimo censimento generale della popolazione, riportati dalla pi recente pubblicazione ufficiale dell'istituto nazionale di statistica.

2-ter. Fatto salvo quanto disposto dai commi 3 e 4, i seggi ripartiti tra le regioni ai sensi del comma 1 sono attribuiti in 50 collegi plurinominali.

2. Al comma 1 dell'articolo 2 del decreto legislativo n. 533 del 1993, le parole: nelle circoscrizioni regionali sono sostituite dalle seguenti: nei collegi plurinominali di ciascuna regione.

3. Nel titolo II del decreto legislativo n. 533 del 1993, dopo l'articolo 7 ggiunto il seguente:

Art. 7-bis. 1. Presso la Corte di cassazione stituito, entro tre giorni dalla pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi, l'Ufficio elettorale centrale nazionale, composto da un presidente di sezione e da quattro consiglieri scelti dal primo presidente.

4. All'articolo 9 del decreto legislativo n. 533 del 1993 sono apportate le seguenti modificazioni:

a) il comma 2 ostituito dal seguente: 2. La dichiarazione di presentazione delle liste di candidati per l'attribuzione dei seggi nei collegi plurinominali deve essere sottoscritta da non meno di 600 e da non pi di 1.000 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nei medesimi collegi o, in caso di collegi compresi in un unico comune, iscritti nelle sezioni elettorali di tali collegi. In caso di scioglimento del Senato della Repubblica che ne anticipi la scadenza di oltre centoventi giorni, il numero delle sottoscrizioni idotto alla met ;

b) dopo il comma 2, nserito il seguente:

2-bis. Anche in deroga alle disposizioni del comma 2, le sottoscrizioni possono essere raccolte in modalit igitale, anche attraverso l'utilizzo della firma digitale o della firma elettronica qualificata, ai sensi del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.;

c) al comma 3, il secondo periodo oppresso;

d) il comma 4 oppresso.

5. All'articolo 11 del decreto legislativo n. 533 del 1993 sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 1, la lettera a) i> sostituita dalla seguente: a) stabilisce mediante sorteggio, da effettuare alla presenza dei delegati di lista, il numero d'ordine da assegnare alle liste. I contrassegni di ciascuna lista e i cognomi e i nomi dei relativi candidati sono riportati nelle schede di votazione e sui manifesti secondo l'ordine progressivo risultato dal suddetto sorteggio;

b) al comma 3:

Nino Luciani, Sì ad una Legge elettorale con sistema proporzionale puro, ma con Regolamenti parlamentari che ammettono gruppi con numero di membri molto alto.

1.- Premessa. E' un atteggiamento piuttosto comune considerare gli sbarramenti all'entrata in parlamento, ipotizzando che la proliferazione dei partiti ostacoli il buon funzionamento delle camere.
In verità esistono alcune smagliature nel "dopo" entrata, che in pratica mandano all'aria tutti i buoni propositi iniziali e si ricomincia da capo.
In questo servizio, mi occupo del dopo e faccio alcune proposte.
Ma andiamo per gradi, cominciando con una breve introduzione.

2. Sulle necessità fondamentali. Quelle, di solito evidenziate, sono di rendere compatibile:
a) la rappresentatività
dei parlamenti (rispetto alla struttura ideale, territoriale, etnica, di genere del Paese);
b) con la governabilità.

a) Sul punto a) è, di solito, perfino facile trovare una soluzione, a parte la questione delle preferenze, che nasconde ambiguità.
  Altre ambiguità, se non falsità, sono nascoste nella obbligo di raccolta delle firme.
  Preferenze. La manifestazione delle preferenze è una specie di convalidità della rappresentatività del candidato nei confronti del suo elettore.
  Tuttavia, nella totalità (quasi) dei casi, l'elettore non conosce il candidato.
  Per risolvere bene (quasi) il problema, occorre riportarlo alla sede naturale. Essa è che solo le associazioni di categoria (quelle numerose) se ne possono valere efficacemente indicando ai soci le ersone da votare.
  Vogliamo che questo avvenga ? Se sì, si può al massimo, permettere un voto di preferenza, per evitare che i parlamentari rispondano ai partiti, anzichè alle lobby, e che facciano cadere i governi ogni volta che privilegiano il bene comune, anzichè quello delle lobby coalizzate.
  Firme. L'obbligo raccolta delle firme non c'è oggi solo per i partiti già in parlamento.
  C'è, poi, la circostanza "notoria" che nella gran parte esse sono "comprate" presso chi le "sa" raccogliere (diciamo: ricostruire).
  Sarebbe opportuno riformare realisticamente e correttamente questa problematica, portando il numero a cifre simboliche, e questo per tutti.

b) Sul punto b), vanno distinti i sistemi proporziovale dai sistemi maggioritari.
  I primi sono per così dire "bonificati" mediante esclusioni all'entrata, ma non sempre si tiene conto abbastanza che le esclusioni (numeriche e politiche)  più o meno drastiche sono pericolose per la pace sociale e dunque rendono difficile la governabilità.
Infatti le esclusioni possono avere risvolti nel "dopo", che evolvono in manifestazioni al limite delle regole democratiche, e finanche rivoluzionarie.
  Nella Italia democratica anti-fascista di oggi, le esclusioni "politiche" si direbbero impossibili, e invece ci sono, come risulta dai tentativi delle parti di modellare la legge a propria immagine e somiglianza. Il caso piu' sovversivo è il cosiddetto premio di maggioranza ai partiti o alle coalizioni di minoranza (40%).

  Nei sistemi maggioritari, in ogni collegio vince uno solo, il candidato con piu' voti. Ma in un territorio variegato di campanili, come l'Italia, solo il collegio unico nazionale, potrebbe garantire una maggioranza, già al momento delle elezioni.

3) Sul dopo elezioni. Nel caso dell'Italia, le varie soluzioni (sia pur miste di proporzionale e di maggioritario) che seguirono alla caduta della DC, hanno prodotto una qualche maggior stabilità dei governi mediante il cosiddetto "bipolarismo", ma che non erano il buon governo.
  Il motivo fondamentale è i cosiddetti "poli" erano "unioni elettorali", non "unioni programmatiche".
  Lo abbiamo visto nel fatto che, nel dopo elezioni, i vari Presidenti del Consiglio dei Ministri erano continuamente sotto assedio dei vari parlamentari (di maggioranza) per ottenere favori e favorini personali, pena la minaccia delle sfiducia in parlamento.
 
4) Come impedire la proliferazione dei gruppi parlamentati, nel dopo elezioni. L'accenno al "dopo", fatto all'inizio di questo servizio voleva portare la riflessione su questo punto.
  Dunque, a cosa servono i vari sbarramenti o i premi alle coalizioni, se poi (nel dopo) è possibile frantumare tutto ?
  In questa conclusione, voglio sostenere che è meglio il proporzionale puro, se i partiti fanno un patto secondo cui, nel dopo, si aggregheranno, rinunciando ad ogni forma di frantumazione.

a) Art. 67 della Costituzione. Secondo questo articolo, il parlamentare "esercita le proprie funzioni senza vincolo di mandato". Dunque, qui troviamo il germe della proliferazione. Ma su questo la legge elettorale non ha poteri.

b) Regolamenti parlamentari. In base a questi, oggi alla Camera i parlamentari si possono costituire in gruppi se v'è la richiesta di almeno 20 deputati. In Senato, il numero è 10. Poi ci sono i gruppi misti, che sono un ibrido che riduce i requisiti ulteriormente.
  Il problema è incentivare l'Italia democratica al bipartitismo, senza andare contro la natura campanilista degli italiani.
  Ipotizzerei due soluzioni:
a ) che il numero minino per costituire un gruppo parlamentare sia ad es. il 30-40% dei memri della camera di afferenza. Su questa base, si dovrebbe aprire una fase di interlocuzione;
b) oppure, di ammettere in esplicito, già per definizione, due soli gruppi parlamentari: uno coincidente con i parlamentari del partito numericamente maggiore; un secondo coincidente con i parlamentari del secondo partito numerico.
  Tutti gli altri dovrebbero poter afferire ad uno dei due gruppi.

5) Conclusione. Proporrei, una legge elettorale (per entrambe le camere) secondo un principio di proporzionalità pura, ma associata a regolamenti parlamentari che vincolino i parlamentari al bipolarismo in entrambe le camere.
  Preferenze. Escluderei le preferenze per gli elettori, ma alzerei la soglia dei requisiti di preferibilità, per le segreterie dei partiti (es. il candidato con laurea, ha una precedenza).

1) al primo periodo sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: e i nominativi dei relativi candidati capilista;

2) il secondo periodo oppresso;

3) il terzo periodo ostituito dal seguente: L'ordine delle liste tabilito con sorteggio secondo le disposizioni di cui al comma 1, lettera a);

4) ggiunto, in fine, il seguente periodo: A destra del contrassegno sono riportate due linee orizzontali per l'espressione, rispettivamente, della prima e della seconda preferenza.

6. All'articolo 13 del decreto legislativo n. 533 del 1993 sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 3, le parole: della circoscrizione regionale sono sostituite dalle seguenti: del collegio plurinominale;

b) al comma 4, le parole: della circoscrizione regionale sono sostituite dalle seguenti: del collegio plurinominale del Senato.

7. All'articolo 14, comma 1, ggiunto, in fine, il seguente periodo: L'elettore pu tres sprimere uno o due voti di preferenza, scrivendo il nominativo del candidato o dei candidati nelle apposite linee orizzontali. In caso di espressione della seconda preferenza, a pena di nullit ella medesima preferenza, l'elettore deve scegliere un candidato di sesso diverso rispetto al primo.

8. Dopo il titolo IV del decreto legislativo n. 533 del 1993, nserito il seguente:

TITOLO IV-bis DELLE OPERAZIONI DELL'UFFICIO ELETTORALE REGIONALE

Art. 14-bis. 1. L'ufficio centrale regionale, compiute le operazioni di cui all'articolo 76 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, facendosi assistere, ove lo ritenga opportuno, da uno o pi esperti scelti dal presidente:

a) determina la cifra elettorale di collegio di ogni lista. Tale cifra ata dalla somma dei voti validi conseguiti dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali del collegio plurinominale;

b) determina il totale dei voti validi espressi in ciascun collegio della regione;

c) determina la cifra elettorale regionale di ogni lista. Tale cifra ata dalla somma delle cifre elettorali conseguite dalla lista nei collegi della regione;

d) determina il totale dei voti validi della circoscrizione regionale;

e) individua le liste che abbiano conseguito sul piano regionale almeno il 3 per cento del totale dei voti validi espressi;

f) determina la cifra elettorale individuale di ognuno dei candidati nel collegio plurinominale compresi nelle liste individuate ai sensi della lettera e). Tale cifra ata dalla somma dei voti validi di preferenza a lui attribuiti nelle sezioni elettorali del collegio;

g) per ciascun collegio plurinominale, determina la graduatoria decrescente delle cifre elettorali individuali dei candidati di ciascuna lista. A parit i cifre individuali, prevale nella graduatoria l'ordine di presentazione nella lista;

h) comunica all'Ufficio elettorale centrale nazionale, a mezzo di estratto del verbale, la cifra elettorale regionale di ciascuna lista, il totale dei voti validi espressi nella circoscrizione regionale, nonch 'elenco delle liste di cui alla lettera e).

9. La rubrica del titolo VI del decreto legislativo n. 533 del 1993 ostituita dalla seguente: Delle operazioni dell'Ufficio elettorale centrale nazionale.

10. L'articolo 16 del decreto legislativo n. 533 del 1993 ostituito dal seguente:

Art. 16. 1. L'Ufficio elettorale centrale nazionale, ricevuti gli estratti dei verbali da tutti gli uffici elettorali regionali, facendosi assistere, ove lo ritenga opportuno, da uno o pi esperti scelti dal presidente:

a) determina la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista. Tale cifra ata dalla somma delle cifre elettorali circoscrizionali conseguite nelle singole circoscrizioni dalle liste aventi il medesimo contrassegno;

b) determina il totale nazionale dei voti validi; tale totale ato dalla somma delle cifre elettorali nazionali determinate ai sensi della lettera a);

c) individua quindi la lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale. Nelle determinazioni di cui alle lettere a) e b), nella cifra elettorale nazionale di ciascuna lista sono considerati e compresi i voti validi espressi in favore di candidati nel collegio uninominale della Valle d'Aosta/Vall d'Aoste e nei collegi uninominali del Trentino-Alto Adige/Sdtirol quando tali candidati sono contraddistinti dal medesimo contrassegno della lista; tali voti non concorrono all'attribuzione dei seggi nelle altre circoscrizioni del territorio nazionale e non sono considerati in alcuna delle relative operazioni di calcolo;

d) procede per ciascuna regione a una prima attribuzione provvisoria dei seggi alle liste comprese nell'elenco comunicato dall'ufficio elettorale regionale ai sensi dell'articolo 14-bis, comma 1, lettera h), in base alla cifra elettorale regionale di ciascuna di esse. A tale fine divide il totale regionale di tali liste per il numero di seggi da attribuire nella regione, ottenendo cos l quoziente elettorale regionale. Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale regionale di ciascuna lista per tale quoziente. La parte intera del quoziente cos ttenuta rappresenta il numero dei seggi da assegnare a ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parit i resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale regionale; a parit i quest'ultima si procede a sorteggio. Determina infine il totale nazionale dei seggi assegnati in base a tale attribuzione provvisoria a ciascuna lista. Tale totale ato per ciascuna lista dalla somma dei seggi a essa assegnati in ciascuna regione;

e) verifica se la cifra elettorale nazionale della lista con la maggiore cifra elettorale nazionale, individuata ai sensi della lettera c), corrisponda ad almeno il 40 per cento del totale nazionale dei voti validi;

f) qualora la di cui alla lettera e) abbia dato esito positivo, verifica se la lista di cui alla predetta lettera abbia conseguito dalle assegnazioni un numero totale nazionale di seggi pari o superiore a 170 seggi;

g) qualora la verifica di cui alla lettera f) abbia dato esito positivo conferma come definitive le assegnazioni dei seggi effettuate in ciascuna regione ai sensi della lettera d) e comunica tali assegnazioni ai rispettivi uffici elettorali regionali. L'ufficio elettorale regionale assegna i seggi alle liste comprese nell'elenco di cui all'articolo 14-bis, comma 1, lettera h), in conformit lla comunicazione ricevuta dall'Ufficio elettorale centrale nazionale e procede ai sensi dell'articolo 16-bis alla loro attribuzione nei collegi plurinominali della regione. Nella determinazione del numero nazionale dei seggi ottenuti dalla lista con la maggiore cifra elettorale nazionale l'Ufficio centrale elettorale nazionale comprende il numero di seggi in cui sono stati proclamati candidati ai seggi attribuiti con metodo proporzionale nella regione Trentino-Alto Adige/Sdtirol, ovvero candidati nei collegi uninominali della Valle d'Aosta/Vall d'Aoste e nei collegi uninominali del Trentino-Alto Adige/Sdtirol quando tali candidati sono contraddistinti dal medesimo contrassegno della lista che ha conseguito la maggiore cifra elettorale nazionale;

h) qualora la verifica di cui alla lettera f) del presente comma abbia dato esito negativo, assegna a tale lista il numero aggiuntivo di seggi necessario e sufficiente a che, sommati questi al numero di seggi assegnati ai sensi della lettera d), ad essa siano assegnati complessivamente 170 seggi. Nella determinazione di tale numero si applica quanto disposto dal terzo periodo della lettera g);

i) procede poi a ripartire fra le regioni il numero di seggi aggiuntivi determinato ai sensi della lettera h). A tale fine divide la cifra elettorale regionale della lista di cui alla lettera e) per il totale nazionale delle cifre elettorali regionali della medesima lista, escludendo dal totale le regioni Valle d'Aosta/Vall d'Aoste, Trentino-Alto Adige/Sdtirol e Molise, nelle quali non sono attribuiti seggi aggiuntivi. L'Ufficio esclude altres a regione o le regioni in cui non resente la lista di cui alla citata lettera e) o nella quale essa non ompresa nell'elenco di cui all'articolo 14-bis, comma 1, lettera h). Nel compiere l'operazione di cui al periodo precedente, arrotonda alla sesta cifra decimale il valore risultante, determinando cos 'indice di ripartizione dei seggi aggiuntivi in ciascuna regione. Moltiplica poi ciascuno di tali indici per il numero di seggi aggiuntivi determinato ai sensi della lettera h) e arrotonda questo secondo risultato all'unit ntera pi prossima. In corrispondenza del rispettivo indice attribuisce in ciascuna regione alla lista di cui alla lettera e) un numero di seggi aggiuntivi pari al risultato di tale moltiplicazione. Prima di procedere all'attribuzione dei seggi aggiuntivi da attribuire in ciascuna regione, l'Ufficio verifica se la somma dei seggi aggiuntivi cos eterminati corrisponde al numero dei seggi aggiuntivi determinato ai sensi della lettera h). Se il risultato della somma i un'unit uperiore a tale valore, l'Ufficio arrotonda all'unit ntera inferiore il risultato che ha la pi piccola parte decimale tra i risultati delle moltiplicazioni arrotondati all'unit ntera superiore. Se il risultato della moltiplicazione guale in corrispondenza di due o pi regioni, l'Ufficio arrotonda all'unit ntera inferiore il valore corrispondente alla regione nella quale la lista di cui alla lettera e) ha la minore cifra elettorale regionale. Se il risultato della somma uperiore di pi unit l'Ufficio ripete pi volte le operazioni descritte iniziando dal pi piccolo dei valori tra quelli arrotondati all'unit ntera superiore e fino alla determinazione del numero complessivo di seggi aggiuntivi corrispondente a quello determinato ai sensi della lettera h). Se il risultato della somma dei seggi aggiuntivi da attribuire nelle singole regioni i una o pi unit nferiore al numero determinato ai sensi della lettera h), l'Ufficio procede nel modo di cui ai periodi ottavo, nono e decimo, arrotondando all'unit ntera superiore i valori arrotondati nel primo calcolo all'unit ntera inferiore. L'Ufficio provvede quindi alle comunicazioni di cui al comma 3, indicando per ciascuna regione il numero dei seggi assegnati complessivamente alla lista di cui alla lettera e).

2. Qualora la verifica di cui al comma 1, lettera e), abbia dato esito negativo resta ferma come definitiva l'assegnazione dei seggi in ciascuna regione come definita dalla attribuzione provvisoria di cui al comma 1, lettera d). L'Ufficio elettorale centrale nazionale procede quindi alle comunicazioni di cui al comma 3.

3. Al termine delle operazioni l'Ufficio elettorale centrale nazionale, tramite estratto del processo verbale, comunica agli uffici elettorali regionali l'assegnazione dei seggi alle liste nella rispettiva regione come determinata ai sensi del comma 1, lettera g), ovvero del comma 1, lettera i), ovvero del comma 2.

4. Di tutte le operazioni dell'Ufficio elettorale centrale nazionale viene redatto, in duplice esemplare, un apposito verbale; un esemplare imesso alla Segreteria generale del Senato della Repubblica, la quale ne rilascia ricevuta; un altro esemplare epositato presso la cancelleria della Corte di cassazione.

11. Dopo l'articolo 16 del decreto legislativo n. 533 del 1993, come da ultimo sostituito dal presente articolo, nserito il seguente:

Art. 16-bis. 1. L'ufficio elettorale regionale, ricevute le comunicazioni di cui al comma 3 dell'articolo 16, procede, in applicazione delle determinazioni assunte dall'Ufficio elettorale centrale nazionale, alle ulteriori attribuzioni e assegnazioni dei seggi in sede regionale e, successivamente, nei collegi plurinominali. A tale fine compie le seguenti operazioni:

a) se l'Ufficio elettorale centrale nazionale ha assegnato i seggi alle liste regionali ai sensi dell'articolo 16, comma 1, lettera g), o del medesimo articolo 16, comma 2, procede alla proclamazione degli eletti qualora la regione non sia ripartita in pi collegi plurinominali o, altrimenti, procede ad attribuire nei collegi plurinominali i seggi assegnati a ciascuna lista in sede regionale;

b) se l'Ufficio elettorale centrale nazionale ha assegnato, ai sensi dell'articolo 16, comma 1, lettera i), i seggi alla lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale, l'ufficio elettorale regionale procede a ripartire il numero residuo di seggi tra le altre liste di cui all'articolo 14-bis, comma 1, lettera e). Tale numero di seggi eterminato sottraendo al numero di seggi assegnati alla regione dal decreto di cui all'articolo 1, comma 1, il numero di seggi assegnati dall'Ufficio centrale elettorale nazionale alla lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale. Divide quindi il totale delle cifre elettorali regionali delle liste cui attribuisce i seggi per il numero dei seggi prima determinato ottenendo cos l quoziente elettorale regionale. Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale regionale di ciascuna lista per tale quoziente. La parte intera del quoziente cos ttenuta rappresenta il numero dei seggi da assegnare a ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parit i resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale regionale; a parit i quest'ultima si procede a sorteggio.

2. L'ufficio elettorale regionale procede all'attribuzione nei singoli collegi plurinominali dei seggi assegnati alle liste come segue:

a) qualora i seggi siano stati assegnati con premio di maggioranza ai sensi dell'articolo 16, comma 1, lettera i), e del comma 1, lettera b), del presente articolo, determina ai fini della ripartizione il quoziente regionale della lista alla quale tato attribuito il premio di maggioranza e il quoziente regionale delle altre liste alle quali sono attribuiti i seggi. Per determinare ciascuno dei quozienti, divide la cifra elettorale della lista di maggioranza e il totale delle cifre elettorali delle altre liste per il numero dei seggi loro rispettivamente assegnati nella regione e trascura la parte frazionaria del risultato;

b) qualora i seggi siano stati attribuiti ai sensi dell'articolo 16, comma 1, lettera g), o del medesimo articolo 16, comma 2, il quoziente regionale umulativamente determinato dividendo il totale delle cifre elettorali alle quali sono assegnati seggi nella regione per il totale dei seggi loro assegnati e trascurando la parte frazionaria del risultato;

c) nel caso in cui i seggi siano stati assegnati ai sensi della lettera a), per l'attribuzione dei seggi nei collegi plurinominali divide, per ciascun collegio plurinominale, la cifra elettorale della lista maggioritaria per il quoziente elettorale di maggioranza determinato ai sensi della lettera a) ottenendo cos 'indice relativo ai seggi da attribuire a tale lista nel collegio plurinominale. Analogamente, per le altre liste alle quali spettano seggi nella circoscrizione, divide il totale delle cifre elettorali di collegio per il quoziente elettorale di minoranza determinato ai sensi della lettera a), ottenendo cos 'indice relativo ai seggi da attribuire nel collegio al gruppo di liste di minoranza. Quindi, moltiplica ciascuno degli indici suddetti per il numero dei seggi assegnati al collegio e divide il prodotto per la somma di tutti gli indici. La parte intera dei quozienti di attribuzione cos ttenuti rappresenta il numero dei seggi da attribuire nel collegio alla lista di maggioranza e al gruppo di liste di minoranza. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alla lista di maggioranza o al gruppo di liste di minoranza per i quali le parti decimali dei quozienti di attribuzione siano maggiori e, in caso di parit alle liste che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale circoscrizionale; a parit i quest'ultima, si procede a sorteggio;

d) successivamente accerta se la somma dei seggi assegnati in tutti i collegi alla lista di maggioranza e al gruppo di liste di minoranza corrisponda al numero dei seggi complessivamente assegnato dall'Ufficio elettorale centrale nazionale. In caso negativo, alla lista di maggioranza o al gruppo di liste di minoranza che abbia seggi eccedenti sottrae i seggi nei collegi nei quali i seggi stessi sono stati ottenuti con le parti decimali dei quozienti di attribuzione, secondo il loro ordine crescente, e li assegna, nei medesimi collegi, alla lista di maggioranza o al gruppo di liste di minoranza deficitario;

e) procede quindi all'attribuzione nei singoli collegi dei seggi spettanti alle liste del gruppo di liste di minoranza. A tale fine, determina il quoziente di collegio del gruppo di liste di minoranza dividendo il totale delle cifre elettorali di collegio delle liste che compongono il gruppo per il numero dei seggi assegnati al gruppo stesso nel collegio. Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide quindi la cifra elettorale di collegio di ciascuna lista del gruppo per tale quoziente di collegio. La parte intera del quoziente cos ttenuto rappresenta il numero dei seggi da assegnare a ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono assegnati alle liste seguendo la graduatoria decrescente delle parti decimali dei quozienti cos ttenuti; in caso di parit sono attribuiti alle liste con la maggiore cifra elettorale circoscrizionale; a parit i quest'ultima, si procede a sorteggio. Successivamente accerta se la somma dei seggi assegnati in tutti i collegi a ciascuna lista corrisponda al numero di seggi a essa attribuito nella circoscrizione ai sensi del comma 1, lettera b). In caso negativo, determina la lista che ha il maggior numero di seggi eccedentari e, a parit i questi, la lista che tra queste ha ottenuto il seggio eccedentario con la minore parte decimale del quoziente; sottrae quindi il seggio a tale lista nel collegio in cui tato ottenuto con la minore parte decimale dei quozienti di attribuzione e lo assegna alla lista deficitaria che ha il maggior numero di seggi deficitari e, a parit i questi, alla lista che tra queste ha la maggiore parte decimale del quoziente che non ha dato luogo all'assegnazione di seggio; il seggio ssegnato alla lista deficitaria nel collegio plurinominale in cui essa ha la maggiore parte decimale del quoziente di attribuzione non utilizzata; ripete quindi, in successione, tali operazioni fino all'assegnazione di tutti i seggi eccedentari alle liste deficitarie;

f) qualora l'Ufficio elettorale centrale nazionale abbia assegnato i seggi alle liste senza attribuire il premio di maggioranza, l'ufficio elettorale circoscrizionale procede all'attribuzione dei seggi nei collegi plurinominali, considerando singolarmente ciascuna lista, con le medesime modalit tabilite dalla lettera e) per l'attribuzione dei seggi alle liste del gruppo di liste di minoranza.

12. L'articolo 17 del decreto legislativo n. 533 del 1993 ostituito dal seguente:

Art. 17. 1. Al termine delle operazioni di cui all'articolo 16-bis, l'ufficio elettorale regionale proclama eletti in ciascun collegio, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candidati compresi nella lista medesima, a partire dal candidato capolista e successivamente in ragione del numero di preferenze ottenute da ciascun candidato, in ordine decrescente.

2. Qualora una lista abbia esaurito il numero dei candidati presentati in un collegio plurinominale e non sia quindi possibile attribuire tutti i seggi ad essa spettanti in quel collegio, l'ufficio elettorale regionale assegna i seggi alla lista negli altri collegi plurinominali della regione in cui la stessa lista abbia la maggiore parte decimale del quoziente non utilizzata, a partire dal candidato capolista e successivamente in ragione del numero di preferenze ottenute da ciascun candidato, in ordine decrescente. Qualora al termine di detta operazione residuino ancora seggi da assegnare alla lista, questi le sono attribuiti negli altri collegi plurinominali della regione in cui la stessa lista abbia la maggiore parte decimale del quoziente gi tilizzata, a partire dal candidato capolista e successivamente in ragione del numero di preferenze ottenute da ciascun candidato, in ordine decrescente. Alla proclamazione del candidato capolista si applica la disposizione del comma 1, secondo periodo.

13. L'articolo 17-bis del decreto legislativo n. 533 del 1993 brogato.

14. All'articolo 19 del decreto legislativo n. 533 del 1993 sono apportate le seguenti modificazioni:

a) il comma 1 ostituito dal seguente:

1. Il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche sopravvenuta, ttribuito, nell'ambito del medesimo collegio plurinominale, al candidato non eletto che abbia ottenuto il maggior numero di preferenze;

b) al comma 2, le parole: ai sensi dell'articolo 17, comma 8 sono sostituite dalle seguenti: ai sensi dell'articolo 17, comma 2.

15. Le tabelle A e B, allegate al decreto legislativo n. 533 del 1933, sono sostituite dalle tabelle A e B di cui all'Allegato 1 alla presente legge.

Art. 3.

(Delega al Governo per la determinazione dei collegi plurinominali per l'elezione del Senato della Repubblica).

1. Il Governo elegato ad adottare, entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi dell'articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, un decreto legislativo per la determinazione dei collegi plurinominali nell'ambito di ciascuna circoscrizione regionale, sulla base dei seguenti princ e criteri direttivi:

a) fatto salvo quanto stabilito per le circoscrizioni Valle d'Aosta/Vall d'Aoste e Trentino-Alto Adige/Sdtirol ai sensi dell'articolo 1, commi 3 e 4, del decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, nelle restanti circoscrizioni del territorio nazionale per l'elezione del Senato della Repubblica sono costituiti 50 collegi plurinominali. La circoscrizione Molise ostituita in un unico collegio plurinominale;

b) i collegi plurinominali sono costituiti in ciascuna circoscrizione regionale in un numero determinato con il metodo dei quozienti interi e dei pi alti resti in proporzione al numero di seggi a essa assegnati secondo la ripartizione effettuata ai sensi dell'articolo 57 della Costituzione. La popolazione di ciascun collegio pu ostarsi dalla media della popolazione dei collegi della circoscrizione di non oltre il 20 per cento in eccesso o in difetto;

c) sono garantite la coerenza del bacino territoriale di ciascun collegio e, di norma, la sua omogeneit conomico-sociale e delle caratteristiche storico-culturali, nonch a continuit el territorio di ciascun collegio, fatto salvo il caso in cui il territorio stesso comprenda porzioni insulari. I collegi, di norma, non possono dividere il territorio comunale, salvo il caso dei comuni che, per le loro dimensioni demografiche, comprendano al loro interno pi collegi. In quest'ultimo caso, ove possibile, il comune deve essere suddiviso in collegi formati mediante l'accorpamento dei tenitori dei collegi plurinominali per l'elezione della Camera dei deputati stabiliti dal decreto legislativo 7 agosto 2015, n. 122;

d) sulla base di quanto stabilito dall'articolo 1, comma 2-ter, del decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, introdotto dalla presente legge, ciascun collegio plurinominale eterminato di norma per accorpamento dei collegi plurinominali per l'elezione della Camera dei deputati stabiliti dal decreto legislativo 7 agosto 2015, n. 122.

2. Ai fini della predisposizione dello schema del decreto legislativo di cui al comma 1, il Governo si avvale di una Commissione composta dal presidente dell'istituto nazionale di statistica, che la presiede, e da dieci esperti in materia attinente ai compiti che la Commissione hiamata a svolgere, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato.

3. Lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1 rasmesso alle Camere entro venti giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai fini dell'espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia entro quindici giorni dalla ricezione dello schema. Qualora il decreto legislativo non fosse conforme al parere parlamentare, il Governo, contemporaneamente alla pubblicazione del decreto, deve inviare alle Camere una relazione recante un'adeguata motivazione.

4. Si prescinde dal parere di cui al comma 3 qualora non sia espresso entro i termini ivi stabiliti.

5. In caso di scioglimento del Senato della Repubblica prima della data di entrata in vigore del decreto legislativo di cui al comma 1, i collegi plurinominali per l'elezione del Senato della Repubblica sono determinati dalla tabella A di cui all'allegato 2 alla presente legge.

Art. 4.

(Disposizioni finali e transitorie).

1. All'articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: Da parte del sindaco del comune di residenza, o del presidente del tribunale avente competenza su tale comune, possono essere inoltre delegati alle autenticazioni di cui al presente comma i cittadini italiani, indicati da uno dei rappresentanti di cui all'articolo 17, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, che abbiano i requisiti per l'elezione a consigliere comunale.

2. All'articolo 2, comma 36, della legge 6 maggio 2015, n. 52, dopo le parole: e successive modificazioni, sono aggiunte le seguenti: e di cui al comma 3, primo periodo, dell'articolo 9 del decreto legislativo n. 533 del 1993 e le parole: 1o gennaio 2014 sono sostituite dalle seguenti: 1 maggio 2017.

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1000

Sull'uso del simbolo scudo crociato-libertas, dopo che il Tribunale Civile di Roma
ha autorizzato la riorganizzazione del partito della Democrazia Cristiana

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1.-

Primi chiarimenti sul simbolo, in vista delle elezioni comunali:
"Sarà lecito usare il simbolo "Scudo crociato, Libertas" ?
Risposta: "Lecito, con autorizzazione del Presidente del Partito"
.

2.-

Opportunità che nelle varie regioni
sia subito avviata la discussione sul processo di riorganizzazione locale
.

3.-

Frattanto, sulla annosa quesione di A. Sandri, si ricorda il dispositivo della Cassazione:
"La Corte dichiara inammissibili i ricorsi del partito....    della Democrazia Cristiana rappresentata
da Angelo Sandri" (Sentenza, pag.12 ). Ma non vanno dimenticati i suoi contributi passati alla DC.
La legge vigente:
DECRETO LEGISLATIVO, 20 dicembre 1993, n. 533 

Art. 8. (Legge 23 aprile 1976, n. 136, art. 2, lettera b); legge 4 agosto 1993, n. 276, art. 2, comma 1, lettera a)

1. I partiti o gruppi politici organizzati nonche' singoli candidati che intendono presentare candidature per la elezione del Senato debbono depositare presso il Ministero dell'interno il contrassegno o i contrassegni con i quali dichiarano di voler distinguere le candidature medesime, con l'osservanza delle norme di cui agli articoli 14*, 15, 16 e 17 del testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361.

*

 

Art. 14 del Testo Unico n. 361/1957

  I partiti o i gruppi politici organizzati, che intendono presentare candidature nei collegi uninominali o liste di candidati, debbono depositare presso il Ministero dell'interno il contrassegno col quale dichiarano di voler distinguere le candidature nei collegi uninominali o le liste medesime nelle singole circoscrizioni.

All'atto del deposito del contrassegno deve essere indicata la denominazione del partito o del gruppo politico organizzato.

I partiti che notoriamente fanno uso di un determinato simbolo sono tenuti a presentare le loro liste con un contrassegno che riproduca tale simbolo.

  Non e' ammessa la presentazione di contrassegni, sia che si riferiscano a candidature nei collegi uninominali sia che si riferiscano a liste, identici o confondibili con quelli presentati in precedenza ovvero con quelli riproducenti simboli usati tradizionalmente da altri partiti.

  Ai fini di cui al terzo comma costituiscono elementi di confondibilita', congiuntamente od isolatamente considerati, oltre alla rappresentazione grafica e cromatica generale, i simboli riprodotti, i singoli dati grafici, le espressioni letterali, nonche' le parole o le effigi costituenti elementi di qualificazione degli orientamenti o finalita' politiche connesse al partito o alla forza politica di riferimento.

  Non e' ammessa, altresi', la presentazione di contrassegni effettuata con il solo scopo di precluderne surrettiziamente l'uso ad altri soggetti politici interessati a farvi ricorso. Non e' ammessa inoltre la presentazione da parte di altri partiti o gruppi politici di contrassegni riproducenti simboli o elementi caratterizzanti simboli che per essere usati tradizionalmente da partiti presenti in Parlamento possono trarre in errore l'elettore.

Non e' neppure ammessa la presentazione di contrassegni riproducenti immagini o soggetti religiosi".

Nino Luciani, Lecito per la DC usare il simbolo scudo crociato

1.- Premessa. Una persona semplice, che considera la possibilità di usare un simbolo per il proprio partito, alle elezioni politiche e amministrative, si fa due domande:
a) se un determinato simbolo è già di proprietà di qualcuno ;
b) se quel determinato simbolo è stato già usato da qualcuno .

Nel caso della DC è fuori discussione che il simbolo scudo "crociato - libertas" sia di sua proprietà e che, tornando sulla scena politica in base a decreto del tribunale (dopo 54 anni), possa rivendicarlo, in quanto la DC non si è mai sciolta (come da nota sentenza della Cassazione).

Tuttavia, per la legge elettorale, la proprietà non ha alcuna importanza. Quello che conta è il punto b), visto alla luce dell'art. 14 del testo unico (vedi qui a fianco).

2.- Uso tradizionale di un simbolo. Quello che conta, per aver diritto all'uso di un simbolo, è averlo usato tradizionalmente.
  Il caso della UDC ha un suo valore: nel senso che, negli ultimi 15 anni, quel partito ha usato quel simbolo, e dunque la UDC ha un diritto .
  Ma questo vale finchè non riappare la DC, e che infatti è riapparsa il 26 febbraio 2017 a Roma, legittimamente, ponendo fine ad ogni dubbio.

  Dato il ritorno legittimo della DC, essa può dire di avere avuto il pre-uso del simbolo dal 1948 al 1992, come risulta dal sito del Ministero dell'Interno, che riporta tutti partiti e il rispettivo simbolo, di tutte le elezoni politiche e amministrative dal 1948 ad oggi.

3.- Uso di partiti tradizionalmente in parlamento. Il comma 6, art.16 restringe il campo: l'uso va riferito a "partiti tradizionalmente in parlamento". Segnalo che "tradizionamente" è concetto diverso da "attualmente". La DC storica ha il detto requisito: "tradizionalmente in parlamento".

4.- Conclusione: chi, tra UDC e DC, potrà usare il simbolo ? Nel confronto, in entrambi i casi esiste un uso tradizionale in parlamento.
  Ma tra i due, chi l'ha usato tradizionalmente di più ?
  Mi pare evidente che la precedenza spetti alla DC (54 anni, in confronto a 15 anni).
  Ma non potrà farlo chiunque si improvvisi della DC: occorrerà la autorizzazione del Presidente del partito della DC, eletto il 26 feb. 2017.

Ultimo ma non ultimo: la procedura per valere il simbolo. Al momento delle elezioni politiche, la DC presenterà la lista con il simbolo, al Ministero dell'Interno. In caso di contestazione della UDC, la partita andrà spostata in Corte di Cassazione, che deciderà, circa il significato di "uso tradizionale in parlamento".

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EDIZIONI PRECEDENTI
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In seguito a pronunciamento della Cassazione e alla autorizzazione del Tribunale di Roma
applicando l'art. 21 del codice civile, causa la inapplicabilità del vecchio Statuto

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Assemblea dei soci del partito della DC elegge, per Presidente:
L'ON. AVV. GIANNI FONTANA

"UOMO DEL DUBBIO", ma anche "MITO DC"

Significato fondamentale della nomina:
Premesso che i dirigenti sono tutti scomparsi o fuoriusciti, il fatto nuovo è che
sarà possibile riorganizzare da zero la DC, senza più bisogno della magistratura

Vi hanno preso parte, quasi in incognito, personalità come i proff. Fabrizio Fabbrini
(grande amico del papa polacco) e Filippo Peschiera (noto giuslavorista di Genova)

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LA STORIA RECENTE e LA BUSSOLA PER IL FUTURO PROSSIMO.
ANCHE UNO SCIPPO SULLE PELLE DELLA SICILIA, PER AUTO-GOAL DI GRASSI E ALESSI.

Necessarie due serie riflessioni, con due convegni nazionali

a) uno, sulla storia della DC, perchè i giovani sappiano... (tutto, anche gli errori);
b) un secondo, sulla necessità di una scuola di formazione, avente per didattica il codice di Camaldoli

La relazione del prof. Nino Luciani alla Assemblea dei soci. Clicca su: presidente

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Filippo PESCHIERA,
Spunti per una Scuola
di Formazione

Formazione politica dei Quadri con docenti e materiale:
1. La Dottrina Sociale della Chiesa dalle Origini a Leone XIII ;
2. Rapporti speciali Italia - Germania
3. La collaborazione nell'impresa tra capitale e lavoro dal dopoguerra ad oggi;
4. Per una rilettura della Prima Repubblica

Verso il decollo
- Lo scenario mondiale
- La cortina di ferro
- Lo stato dei partiti del prefascismo:
   a) nel Comunismo tutto è compatto; i pochi vertici sono legati a Mosca. È presente un vasto apparato costruito nella Resistenza, che sì organizza nel Colpo di Stato;
   b) nei Cattolici tutto è ancora incerto. I vertici attendono indicazioni dai Vescovi. Alla base, consapevoli di una svolta, si attende una parola dai Parroci e dagli Insegnanti di religione.
  c) II referendum del '46: Nord repubblicano e Centro - Sud monarchico;
  d) Forte scontro tra capitale e lavoro
  e) Industria e trasporti di terra
  f)- La comunità familiare è solida;
  g) II futuro della comunità nazionale è incerto.

I punti di forza della prima Repubblica
a) L'industrializzazione cambia le città ed il Paese;
b) L'Autostrada del Sole unifica l'Italia ;
c) L'Industria di Stato modernizza il Paese
d)  Nessuna parte politica e sindacale è tagliata fuori dal circuito di rappresentanza
e) II consociativismo evita i rischi della guerra civile ;
f)  L'ascensore sociale consente a operai e contadini di istruirsi e di diventare anche imprenditori, senza che lo Stato rallenti l'attività  g) La ricetta della Prima Repubblica è il sistema proporzionale con il voto

Il tramonto della Prima Repubblica
a) La Legge Mattarella e le spinte maggioritarie

5. L'esercizio del potere nei vertici DC: Andreotti, De Gasperi, Moro, Fanfani,I dorotei.

6. L'impianto dei vertici DC:
a) La consistenza
b) Gli obiettivi
c) I rapporti fra gli impianti
d) I rapporti degli impianti con le altre forze politiche;
e) I rapporti con i pensatori;
f) I rapporti con i sindacati;
g) I rapporti con gli imprenditori ;
h)I rapporti con la Chiesa Cattolica;
i)  I rapporti con i giovani
l) La selezione e la formazione dei Quadri

7.-  La formazione dei Quadri nella Prima e nella Seconda Repubblica:
a) Nella Prima: i Quadri sono cercati nel partito e nelle organizzazioni vicine.
È insegnata la dottrina, individuando gli interessi da tutelare e le regoleconseguenti b) Nella Seconda, si ricorre alla scouting: i Quadri sono cercati al di fuori. In definitiva: l'interesse politico è ballerino e nessuno può reclamare.

Nino Luciani, La storia recente
 
1.- La storia recente. Perchè ognuno abbia il suo, è giusto cominciare dalla storia recente, quella che ha portato alla convocazione della assemblea dei soci, da parte del Tribunale di Roma.
  E' vero sì che Nino Luciani ha guidato l'operazione, ma vero è anche che con lui c'erano altri, prima di tutti Alberto Alessi e tanti altri che si chiamano, in ordine decrescente: Francesco Caponetto e Renato Grassi (Messina), Ettore Bonalberti, Luigi D'Agrò e Gianni Fontana (Veneti), Francesco Mazzucco, Isabella Bocchio e Mauro Carmagnola (Piemontesi), Francesco Ranieri e Paolo Cirino Pomicino (Campania), e tante persone singole, non meno importanti, poichè al fatidico 10% si è arrivati uno alla volta, mano mano.
  Per spiegare come si è arrivati all'attuale provvedimento del Tribunale di Roma (2016), va ricordato che, in origine,
  a) una sentenza della Cassazione, del dicembre 2010, aveva confermato la sentenza della Corte di Appello di Roma secondo cui (pag. 27).
- "non si è verificata nessuna ipotesi estintiva" della DC, in quanto l'organo che la decise non aveva il potere di farlo e di conseguenza non era mai sorto un problema di successione.
  In particolare, nei confronti dei ricorrenti, la sentenza della Cassazione aveca così concluso (pag. 12):
"La Corte dichiara inammissibili i ricorsi del partito:
  - della DC rappresentata da Pino Pizza e Armando Lizzi,
  - della Associazione Partito CDC-Cristiani Democratici Uniti;
  - della Democrazia Cristiana rappresentata da Angelo Sandri;
  - e della UDC - Unione Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro.
  "Rigetta il ricorso del Partito Popolare Italiano ex-Democrazia Cristiana".

 La Corte di Appello (pag. 33) aveva anche ricordato che "il Tribunale di Roma (2 aprile 2002) aveva "inibito all'on. Alessandro Duce l'utilizzazione del simbolo scudo crociato e della qualifica di segretario amministrativo della DC".
  Una successiva ordinanza del Tribunale Civile di Roma (marzo 2013, confermata da sentenza del settembre 2015) aveva disposto la sospensione degli effetti del Congresso del 2012, che aveva eletto Gianni Fontana, come Segretario Nazionale.

2. Il seguito. Vista l'ordinanza, Gianni Fontana convocava una riunione il 6 aprile 2013, a Roma, piazza S. Lorenzo in Lucina. Vi parteciparono 100 persone circa. Fontana dichiarò la necessità di creare una Associazione per non disperdere i volenterosi che volevano restare, e questo in attesa di decisioni più mature, quando sarebbe arrivata la sentenza.
  Ma Luciani e Alessi non ci stavamo: " L'Associazione è uno strumento debole, serve un partito della DC nuova", con un nuovo Statuto, nel quale travasare tutti i soci della DC storica, e con Fontana Segretario Nazionale. Però, anche Fontana, a sua volta, non ci stava: "Si potrà fare un partito più avanti, ma al momento, esso è una velleità" (Continua)
Nino Luciani, La bussola per il futuro: subito movere le Regioni, in attesa di ...
 
1) Giuridicamente, la prossima tappa sarà la modifica dello Statuto, per la parte riguardante la struttura organizzative e il sistema elettivo, e ancora applicando il codice civile, art. 21, c. 2, non potendosi applicare il vecchio Statuto.
  Tuttavia, il relativo procedimento è difficilissimo, come spiego al termine della mia relazione, pubblicata più sotto. Per questo motivo, non va perso tempo. Clicca su: presidente.
  Grazie ad uno statuto lungimirante, la nuova DC dovrà essere non un partito che si aggiunge, ma la casa di accoglienza della diaspora, più forte di prima, grazie alle sofferenze patite.
I punti veramente essenziali e fondamentali sono che:
a ) tutti possano rientrare in pieno e reciproco rispetto, senza pagare dazi;
b) ci possa essere il pluralismo e il confronto tra le idee, ma dentro limiti che salvaguardino pilastri fondamentali, quali:
- il carattere nazionale dell'azione (e quindi tutte le regioni siano rappresentate nel consiglio nazionale);
- nel consiglio nazionale, siamo ammessi due soli gruppi: uno per governare e l'altro per controllare chi governa. Per ottenere questo, non occorrono sbarramenti all'entrata, ma incentivare l'aggregazione delle liste, alzando la soglia minima per costituire i gruppi.
2) La tappa finale sarà il congresso, in base al nuovo statuto, per la ricostituzione dei quadri a livello nazionale e locale.
3) Nel frattempo, è importante creare subito i comitati regionali provvisori (a cominciare dalla attivazione delle DC regionali già costituite e mai sciolte), per permettere, su mandato del Presidente del Partito, la partecipazione alle elezioni locali con l'uso dello scudo crociato.
A riguardo della possibilità di usare il simbolo, tornerò prossimamente.
In parallelo, la nuova DC non potrà eludere una spiegazione, agli italiani:
- di quanto accaduto nel suo lungo governo di 50 anni
;
-  e del modo di impostare la sua futura presenza nel Paese.
  Questo si potrebbe fare con due convegni nazionali:
 
a) un convegno storico, nel quale la DC racconterà il suo orgoglioso contributo alla ricostruzione e alla benessere dell'Italia, riferibile agli anni 1948-76, ma anche il sup pentimento per la cattura del consenso mediante l'uso strumentale della Pubblica Amministrazione e per il finanziamento illecito del partito, riferibile agli anni 1977-94.

b) un convegno sulla formazione dei propri dirigenti, con istituzione di una scuola, nella quale i nuovi governanti apprendano il valore della moralità, le tematiche professionali da approfondire, l'importanza della esperienza che comincia del basso e gradualmente si rende disponibile per i gradi alti della politica. NL
(Continua) Dopo una appassionata discussione, si passa ai voti: 60 per Fontana, 40 per Luciani e Alessi.
  Nei mesi successivi, Luciani e Alessi pensano che i 60 voti su 100, ottenuti da Fontana, siano pochi per una decisione che richiede la unanimità, e convocano a Bologna (giugno 2013) un convegno di approfondimento.
  Fontana, Luciani e Alessi trovano un accordo firmato:
- si fa l'associazione a luglio, e  il partito della dc nuova a settembre".
  Arriva luglio e, a Roma, viene costituita l'associazione.
  Arriva settembre, ma Fontana non mantiene i patti. Di seguito fa anche dichiarazioni secondo cui la DC è una esperienza conclusa.
  A novembre Luciani e Alessi fanno il partito della "DC nuova", con statuto regolarmente registrato nel Pubblico Registro, con l'unico obiettivo di ricostruire la DC storica, e di sciogliersi al raggiungimento dell'obiettivo.

3.- Il seguito ulteriore.  Qui i due avviano i colloqui con il tribunale di Roma.
- A marzo ottengono un colloquio con il Presidente del Tribunale, e gli chiedono di nominare un commissario per la convocazione della assemblea dei soci in base all'art. 78 del codice du procedura civile, considerato che tutti gli organi sono decaduti.
  Il Presidente li invita a fare domanda (2014). Fanno domanda ma la risposta sarà NO. Non può concedere la convocazione per pubblici proclami.
  Luciani  e Alessi , dopo un periodo di scoramento, tornano all'attacco e maturano di fare domanda al tribunale in base all'art. 20 cc., in quanto (frattanto) hanno notizia di un elenco dei soci, depositato da Fontana in tribunale.
  Ma, a questo punto, Luciani e Alessi si dividono: Alessi, che sente don Stenico, vuole rivolgersi al Tribunale di Bari, forse un "tribunale meno politicizzato" di quello di Roma, e dove c'è un Presidente ex-democristiano, forse più sensibile alla causa...
  Perchè a Bari e non a Roma ? Il fondamento di questa scelta è che lo Statuto attuale (1984) della DC non indica la sede della DC, e dunque qualunque sede può andare bene.
  Ma Luciani si oppone: la sede è sempre stata a Roma. "Non facciamo errori gravi !"
  Si arriva a dicembre 2014 e - in una riunione a Roma  - Luciani, Grassi, Lucchese, Bocchio, Tropeano decidono che la sede dev'essere Roma. Ma Alessi e don Stenico fanno la fronda (non vi partecipano). Data la divisione, la raccolta delle firme è più difficile. E' meglio aspettare l'esito dei frondisti.
  Si perdono mesi, e i frondisti non concludono la raccolta delle firme per Bari.
  Si fa una riunione a Bologna nel luglio 2015, e le parti rimangono nelle proprie convinzioni - ma intanto Luciani e Grassi decidono di iniziare la raccolta delle firme per Roma, comunque.
  Ad agosto, Luciani scopre la fonte giuridica che indica la sede della DC:
  a) lo statuto del 1943-45 indica piazza del Gesù;
   b) nel 1946 lo statuto viene cambiato, ma solo dall'art. 6 in poi. Gli articoli 1-5 restano immodificati;
   c) nel 1947 lo statuto viene cambiato ancora, e la numerazione riprende dal numero 1, dimenticando la prima parte (atto costitutivo) che dunque entra definitivamente nel dimenticatoio, ma resta giuridicamente.
   - Luciani fa partire la raccolta delle firme, che alla fine sono presentate al tribunale, che poi convoca l'assemblea dei soci per il 25/26 febbraio per la elezione del Presidente e incarica Luciani come Presidente designato di provvedere alla convocazione, presso l'Ergife.

4.- Conclusione.
Risulta dai fatti che il travaglio dell'operazione è ricaduto tutto sulle spalle di Luciani e Alessi, e poco importa che con il senno di poi si constati che ci siano stati degli errori (di Alessi e di don Stenico).
  Direi dunque che, considerato il ruolo di Alessi, in alternativa a Fontana, e considerato il valore simbolico della famiglia di Alessi nella storia della DC, il riconoscimento della Presidenza andasse dato a lui, indiscutibilmente.
  Ma la cosa non è andata così.
  a) La spiegazione sta in un grave autogoal di Alessi.
  Trattasi del fatto che, dal giorno successivo all'invio delle raccomandate di convocazione della assemblea, da parte del Presidente designato, Alessi organizza una fronda nei confronti di lui, meglio dire una operazione di denigrazione (sia pur all'interno di una ristretta cerchia di persone: quelli della sua corte, e una decina di altre persone), quelle che, in assemblea, voteranno contro alcuni punti dell'odg della lettera di convocazione del Presidente designato.
  Alessi criticava soprattutto un punto: il fatto che Presidente designato avesse esteso l'invito ad "eventuali aventi titolo a partecipare alla assemblea come socio", in aggiunta ai soci di cui all'elenco del tribunale. Non solo questo
  Addirittura Alessi incaricherà una avvocatessa (andata dal giudice per chiarimenti) di scrivere una lettera a Presidente designato, circa i suoi errori.
  Ma errori non erano, e la prova viene dai seguenti fatti: :
  - il Presidente designato girava la lettera dell'avvocato al Giudice;
  - il Giudice, messo a conoscenza di tutte le osservazioni della avvocatessa, lo confermava con un provvedimento aggiuntivo, su tutto.
  Non solo questo: tutto il procedimento era stato ben studiato dai più valenti giuriconsulti dell'Ateneo di Bologna, anche avvocati. Alessi sapeva di questi giuriconsulti...
  b) Anche un secondo autogoal della Sicilia, quello di Grassi. Preso atto dell'auto-declassamento politico di Alessi, il Presidente designato tenterà di recuperarlo indirettamente al momento della elezione del Presidente del partito.
  A questo fine, si partiva dal fatto che anche Grassi Renato aveva speciali meriti per l'operazione, avendo sempre sostenuto il Presidente designato durante la raccolta delle firme, tra cui l'idea di rivolgersi al tribunale di Roma, e in più era autorevole per essere stato (da giovane) dirigente dell'Ufficio organizzativo della DC.
  Di ciò tenuto conto, al momento della elezione del Presidente, Luciani proporrà (alla assemblea) Grassi (preavvisato la sera prima) come Presidente.
  Ma Grassi, apertamente, risponderà: "non sono disponibile". Questo è il secondo autogoal della Sicilia

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LA RELAZIONE del prof. Nino Luciani,  Presidente designato dal tribunale

LINEE PER ASSEMBLEA DEI SOCI

 In anteprima, comunico che il compito a cui sono stato delegato è stato molto gravoso, ha richiesto la costante assistenza di un legale (collega professore ordinario della università di Bologna, anche illustre avvocato), e mi ha portato ad affrontare spese vive di notevole entità per le convocazioni, spostamenti ecc.
Strettamente per le sole raccomandate e pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (gratis l'Albo Pretorio del Comune di Roma, e due Giornali On Line) e annessi, ho anticipato sul mio bilancio personale € 8.508,16 (recuperati con contributi volontari dei soci e non soci: € 7.460,00. Di questi movimenti ho già pubblicato la rendicontazione precedentemente, e che comunque resta disponibile per chiunque, per la tracciabilità dei movimenti, secondo la legge.
Sono stati spesi anche € 7.120 per l'uso della sala Leptis, Ergife, su un contratto di Alberto Alessi, di cui non mi è stata data rendicontazione.

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Apertura della assemblea dei soci

COMUNICAZIONI

a) Questa assemblea è stata convocata dal tribubale civile di Roma con decreto n. 9374/2016 del 14.12.2016. Lo scopo è nominare il presidente della associazione. Con questa nomina, scocca la scintilla che genera la vita giuridica della DC, e non c’è più bisogno del tribunale.
b) Nella prossima assemblea, dovra’ essere fatta la modifica dello Statuto e successivamente il congresso per la nomina delle cariche, in base al nuovo statuto.

1) Il procedimento di oggi
consiste di due parti:
a) nella prima parte, Presidente designato presiede la riunione come designato dal tribunale per validare la costituzione della assemblea dei soci della DC, in base allart. 2367 cc.;
b) nella seconda parte, subentra il presidente nominato dalla assemblea, e Presidente designato cessa come espressione del tribunale.
  Penserà il nuovo Presidente a far compiere all’Assemblea tutti gli adempimenti per rendere l’Associazione pienamente funzionante.

PRIMA PARTE.
Si passa alla prima parte dell'odg:
1.- Costituzione della assemblea
In apertura il Presidente chiama a fungere da segretario il dott. Emilio Cugliari. Egli chiede approvaziole dei presenti, che è data alla unanimità.
Egli comunica che l’odg scritto dal giudice è stato interpretato in modo estensivo da lui, per scongiurare alcuni pericoli gravi al successo della assemblea dei soci, su due punti:
a)  allargamento degli invitati;
b) aggiunta del vice presidente della associazione, nell’odg.
Devo fare, poi, precisazioni anche per la ammissibilità delle deleghe, ai sensi dell'art. 2372 cc. .

Comunica che il decreto del tribunale è stato integrato da un provvedimento aggiuntivo. Precisamente:
a) In base al primo provvedimento, Presidente designato era stato designato per la convocazione con l’indicazione di un o.d.g. che prevedeva la convocazione dei soci, scritti nell’elenco approvato dal tribunale.
  Ma il designato indirizzava l’invito anche ad “eventuali altri aventi titolo” …
  L’estensione aveva provocato una discussione presso alcuni soci, sfociata nell’incarico ad un avvocatessa che andava dal giudice a chiedere lumi sulla validità dell’estensione, e scriveva a Presidente designato la sua personale interpretazione su quel punto e su altri punti.
  Il Presidente designato girava al giudice questa lettera, accompagnandola con la seguente lettera:

AL GIUDICE DOTT. GUIDO ROMANO

Sig. Giudice,
ieri mi e' pervenuta la lettera sottostante di un avvocato che scrive, non a nome suo, ma come suo interprete.
Sono a sua disposizione per ogni miglior raccordo con lei.
Non e' vero che io abbia allargato l'elenco degli aventi diritto. Invece ho informato il grande pubblico, circa il decreto del tribunale, per evitare eventuali ricorsi di potenziali aventi diritto a partecipare alla assemblea.
Gia' il giudice Scerrato aveva accolto il ricorso di tre ricorrenti (non nell'elenco), nella causa sul XIX congresso 2012, annullato, e di cui si dice a lei nel ricorso che ho presentato a suo tempo.
Se ci saranno domande, il diritto sara' sottoposto alla assemblea, che accettera' o respingera'.
Cordiali saluti.
Bologna 7 feb. 2017

Il giudice emetteva il seguente provvedimento, in calce alla lettera di Presidente designato: “visto, agli atti non sussistendo provvedimenti da adottare ed essendo devoluto al sig. Nino Presidente designato nino l’esecuzione degli adempimenti connessi alla convocazione dell’assemblea della Democrazia". Roma, 14.2.2017 . Firmato Guido Romano

Nota del Presidente designato. Il giudice, per effetto della girata (a lui della lettera della avvocatessa) era venuto a conoscenza di tutti gli elementi di doglianza dei soci . E , di cio' tenuto conto, gli aveva confermato l'incarico. Dunque aveva agito bene su tutto.
___________________

 Su questa base, informa l’assemblea:
a) che sono pervenute 7 domande di parteciparvi, come socio, da parte di persone che dichiarano di avere titolo.
Per Bonalumi Gianni, Ciccarelli Antonio, Rosini Franco, Russo Gaetano, Lucchese Paolo il titolo è costituito da tessera di iscrizione alla DC. Per Valentina Valenti il titolo è costituito da autodichiarazione resa (come tutti coloro che sono nell'elenco del tribunale) ai fini della partecipazione al congresso DC del 2012 accompagnata da prova di versamento di € 50; per Franco De Simoni il titolo è costituito da prova di versamento di € 50, anch'essa ai fini di partecipazione al congresso DC del 2012.

2) In merito alla aggiunta della voce " vice presidente" all'o.d.g., essa si giustifica come figura ammessa implicitamente dai principi generali dell'ordinamento, una volta che il giudice aveva accettato la domanda di Presidente designato di nominare il presidente in base ai principi generali dell'ordinamento e specificamente in base all'art. 36 del cc.
La motivazione fondamentale della aggiunta addotta dal Presidente designato è la seguente: se il presidente della associazione venisse a mancare prima del congresso, avverrebbe una catastrofe: vale dire la DC si ritroverebbe senza dirigenti, come adesso, e si dovrebbero raccogliere di nuovo le firme, e tornare dal tribunale. La DC avrebbe chiuso la sua storia per sempre.
Il presidente designato ricorda che, nel ricorso fatto a suo tempo, aveva chiesto che (all'odg)  ci fosse anche il VICE . Egli aveva pensato ad una eventuale omissione o dimenticanza del giudice, ma non ad un divieto. Egli aveva anche pensato che, se l’avesse omesso, l’assemblea non avrebbe potuto valutare in merito al Vice, perche’ non all’odg.
Conclusione: l’inserimento all’odg da’ alla assemblea la possibilita’ di valutare se decidere se nominare il Vice.

3) In merito alla possibilità delle deleghe, il Presidente designato, ricorda di avere ammesso la possibilità di una delega.
Ricorda l'art. t. 2372 cc. ., secondo cui "coloro ai quali spetta il diritto di voto possono farsi rappresentare nell'assemblea salvo che, nelle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio e nelle società cooperative, lo statuto disponga diversamente".
Secondo il Presidente occorre salvaguardare il rispetto dello Statuto e il diritto alla delega. Lo Statuto nulla dispone in merito. Resta da salvaguardare il diritto alla delega.
Il Presidente motiva il limite in una sola delega, in base ad un principio generale di correttezza. Non è accettabile che un socio si presenti, ad es. con 300 deleghe mettendo i minoranza tutti gli altri soci presenti, di numero minore.

2) Comunicazioni finali
Il Presidente designato segnala l'importanza cruciale di approvare, tra le Varie ed Eventuali la seguente norma transitoria:
1) In via transitoria, tutte le modifiche di statuto, che rendono attuabili la ricostituzione degli organi medesimi, sono di competenza della assemblea.

2) Sino alla completa riorganizzazione del Partito, il Presidente del Partito è autorizzato, anche ora e per allora e con espressa ratifica di quanto sino ad ora sia stato fatto, a convocare gli associati mediante pubblici proclami, con avviso da pubblicare almeno 20 giorni prima sulla GU e all’Albo Pretorio del Comune di Roma.
_________

NOTA POST RELAZIONEM. Ricordo che l'assemblea ha, poi, bocciato le proposte di Luciani circa la nomina di un VicePresidente e la possibilità della delega e le norme transitorie.
  La mancata approvazione
ha distrutto il 50% dell'impianto creato da Luciani e dai  giuristi Bologna. Esso era rivolto ai futuri passaggi che, di conseguenza, diventano quasi impossibili.
a) Non sappiamo cosa farà il neo-Presidente, ma miracoli non ne sa fare. Avere negato la nomina di un Vice Presidente (poteva essere in giovane) è una vera iattura, in caso di impedimenti al Presidente;
b) La modifica di Statuto richiede un quorum di 3/4 dei soci, anche in seconda convocazione. La possibilità della delega avrebbe dimezzata la difficoltà;
c) Attualmente, la modifica dello Statuto può essere fatto attraverso un congresso in base all'attuale statuto. In alternativa, occorre che l'assemblea avochi a se stessa il potere di modifica di statuto, come se si fosse nel 1945, quando la medesima assemblea si privò del potere di modifica dello Statuto e lo delegò al congresso. Ma la relativa norma transitoria non è stata votata, grazie a Grassi.
  Si conclude constatando il danno infinito, creato dall'onda frondista, alimentata da Alessi, cosa che ha aperto spazi a Bonalberti, trascinatore di popolo, ma poco preparato come tutti i SAVONAROLA, i CICERUACCHIO ....

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1943

 

SOCIAGGIORNAMENTO COMUNICATO - 10 feb. 2017

TRIBUNALE  CIVILE  DI  ROMA DISPONE CONVOCAZIONE
Assemblea dei soci del partito della DEMOCRAZIA CRISTIANA
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La riunione avrà luogo a ROMA, Hotel Ergife,
Via Aurelia 619, tel.06 66441, il 25/26 feb 2017

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1943

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IL PERCORSO DELLA RIORGANIZZAZIONE
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1) Il traguardo finale e' la celebrazione del congresso per la nomina degli organi, in base ad un nuovo statuto;
2) Ad esso si dovra' arrivare passando, prima, per due tappe :
    a) una prima assemblea dei soci per la nomina del Presidente della Associazione, il 25/26 feb. 2017, ex-art. 20 c 2;
    b) una seconda assemblea dei soci per la modifica dello Statuto (ex-art. 21 c. 2.
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FINANZIAMENTO DELLE SPESE DI CONVOCAZIONE :
totale € 8.000 per 1750 lettere raccomandate, e € 7.120 per sala da 1750 posti.

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Per dare un contributo (libero), serve fare un bonifico bancario a favore di:

.Presidente designato NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810
CAUSALE: contributo spese convocazione assemblea partito DEMOCRAZIA CRISTIANA storica..

Avvertenza: Su questo IBAN, la cifra totale accettata non può superare € 10.000 e servirà solo per le raccomandate. Invece il finanziamento della sala dell'Hotel Ergife è fatto per altra via.

 

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In preparazione della Assemblea dei soci del partito della DC storica il 25/26 feb 2017, a Roma

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INCONTRO DI BOLOGNA, 21 GENNAIO 2017
Via D'Azeglio 45, Collegio S. Luigi

Presidente designato: "UN PARTITO DI SOLI CATTOLICI  ?"
Ma il Papa non vuole un partito "SOLO" di cattoli
ci
RESOCONTO:
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                                 In margine al Decreto del Tribunale di Roma sul ritorno della DC

Presidente designato: "UN PARTITO DI SOLI CATTOLICI  ?"
Ma il Papa non vuole un partito "SOLO" di cattolici
Clicca su:
http://www.universitas.bo.it/FORUM5.htm#PARTITO

        Sotto, si trova l'elenco dei contribuenti per il finanziamento della Assemblea dei soci
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 LINEE PER LA DC

1.- Un partito di soli cattolici ? NO – Il papa ha detto no.
Sì, invece, ad un partito laico che unisca il più possibile i cattolici nello scenario politico italiano, e anche di non cattolici con gli stessi valori e programmi, e garanti della laicità del partito.
Un partito liberale ? No.
Un partito socialista ? NO.
L’art. 1 dell’Atto costitutivo della DC (1945, tuttora vigente) dice: "DC, un partito con un programma di libertà e di giustizia sociale, ispirato ai principi cristiani".

Direi, con linguaggio più pragmatico: DC, un partito interclassista e di mediazione sociale, ispirato alla dottrina sociale della chiesa, ma non di soli cattolici, anzi benvenuti come garanti della laicità.

2. - Per la dottrina sociale della chiesa, nel campo temporale la posizione del cristiano impegnato in politica, nei confronti della gerarchia, non è diversa da quella del non cristiano nei confronti della gerarchia. C’è invece il diritto-dovere della gerarchia nel dare l’ispirazione cristiana, al cristiano. Vedi Diez Alegria, Università. Gregoriana. Clicca su: Diez

3.- Quale elettorato naturale per un partito di cattolici (sia pur non di soli cattolici) ?
Penso che debba essere un elettorato qualificato, da cercare in quella direzione.
Dovremmo cercare un rapporto ufficiale con la gerarchia cattolica ?
Direi proprio di no, perché la Chiesa ragiona rivolta al mondo ultraterreno, e dunque su valori trascendenti. Gesù aveva detto che chi è primo in questo mondo potrebbe risultare ultimo nel suo regno (regno di Dio).Dunque la Chiesa non è interlocutrice di un partito (sia esso di cattolici e non cattolici).
Lo storico Giorgio Galli (Storia della DC, 1943-93, ed. Kaos, Milano 2007, p. 32) racconta che:" fino a quando la Chiesa e le organizzazioni cattoliche (parrocchie…, NdR) non scelgono la DC (si era vicino al 1948, NdR), il partito non appare affatto radicato nella società, e la sua azione si limita a contatti vertice…" . ..Successivamente, con la partecipazione del mondo della cultura e della formazione … la DC diverrà anche "interclassista, capace di rivolgersi in modo credibile tanto alle masse, quanto alle élites culturali e al mondo imprenditoriale " (ib. p. 28).
A questo riguardo si deve considerare che la distinzione tra valori temporali e valori spirituali non è netta, ma v’è tutto un campo misto. Basti pensare al soccorso alle povertà, alla presenza delle istituzioni cattoliche nel sociale (scuole, sanità, varie forme di volontariato ) e più in generale al fatto che, nella tradizione italiana, le nostre parrocchie hanno sempre svolto anche compiti civili.
Dunque la riscoperta del dialogo con le parrocchie, oggi molto dimenticate, è la strada giusta per un partito di cattolici e di non cattolici. Anche perchè nel mondo dei non cattolici ci sono strutture che fanno le stesse cose che fanno le parrocchie.
Con le parrocchie ci sono le associazioni e movimenti che le collaborano.

4.- In questo scenario il codice etico, ispirato alla dottrina sociale della chiesa cattolica, diviene il linguaggio che permette al partito di cattolici di parlare con le istituzioni civili cattoliche.
E’ un linguaggio che parla di comportamenti morali e di etica. Questo passaggio ci porta a considerare che il cristiano impegnato in politica deve orientarsi al bene comune, sia pur in modo generico.
Questo non vuole dire che si propone d demolire lo Stato sociale ( la scuola pubblica, la sanità pubblica e quant’altro), ma il riconoscimento al volontariato sociale di una posizione costituzionale paritaria. Questo ... anche per motivi pratici. Infatti, la burocrazia pubblica è lo strumento fondamentale dello Stato, di norma, altamente benemerito, ma anche catastrofica in dati casi (causa lentezza) , di cui vediamo i limiti ogni giorno.

5.- Sulle motivazioni individuali dei politici. I politici tutti (cattolici e non cattolici) non cercano spesso, come istinto naturale, il bene comune, ma quello personale. Non è un fatto solo italiano, ma universale verificato dalla Scuola di public choice, fondata da un premio Nobel (James Buchanan) e oggi accettata nel mondo.
Seconda questa Scuola, circa le motivazioni individuali, non v’è differenza tra "economia privata di mercato" ed "economia pubblica", nel senso che: un privato fa produzione per il mercato, ma allo scopo di fare un profitto.
E, identicamente, un politico fa produzione di beni pubblici, ma allo scopo di fare un interesse personale. Questo "interesse" non è necessariamente illecito. Può essere una remunerazione, il piacere di servire il bene comune, il piacere dell’ambizione ( e questo c’è anche nel privato).
Rinvio al mio libro: Economia delle Scelte Pubbliche. Clicca su: http://amsacta.unibo.it/3417/1/scritti_scelti_Presidente designato.pdf , pag. 346 e ss.
Per riportare le cose sulla retta via, che mette d’accordo il bene privato e il bene pubblico, servono dei meccanismi bilancianti:
- nel mercato il principale meccanismo è la concorrenza, altro è la regolamentazione dei monopoli…;
- nel campo pubblico il principale meccanismo è quello dell’alternanza tra i grandi partiti al governo, aspetto trattato nell’Appendice al codice etico (a cui rinvio), e del quale gli Stati Uniti d’America sono un esempio sotto gli occhi di tutti, sia pur con i suoi difetti.

6.- Bene Comune. Cosa sia il cosiddetto bene comune, esso non consiste "nel fare bene a tutti" e questo parrebbe contraddittorio.
Nel campo pubblico ogni intervento, per sua natura, fa il bene di qualcuno, e il danno di un altro.
Si pensi ad un autobus a servizio di un quartiere. Se esso passa per la strada più vicina a te, probabilmente quella strada è la più lontana ad altri di un'altra strada. La soluzione meno peggio è che l’autobus passi per la via in mezzo alle due.
Si pensi al finanziamento di una scuola. Ognuno paga in modo progressivo, rispetto al reddito. Probabilmente i ricchi (che pagano di più), mandano i figli in una scuola privata, mentre i poveri mandano i figli alla scuola pubblica, pagando meno del costo.
Alla fine si trova che il bene comune è realizzato se, nel complesso della società civile, i vantaggi superano i danni.
La valutazione la fa il governo. Ma se il governo pensa a prolungare la propria sopravvivenza (ossia ai propri vantaggi), e alla fine si trova che egli potrebbe privilegiare i propri elettori.
Questo è davvero il bene comune ? Per una soluzione, rinvio ad un mio studio:" E.d'Albergo, la Sienza delle Finanze e il problema di una regola di sicura decisione collettiva, a supporto del secondo teorema del benessere". Clicca su: http://amsacta.unibo.it/3417/1/scritti_scelti_Presidente designato.pdf , pag.668 e ss.

7.- Torniamo al codice etico. Questa conclusione ci riporta a considerare l’importanza dei meccanismi bilancianti anche nel campo pubblico, vale dire alla alternanza tra i grandi partiti al governo e soprattutto alla educazione individuale.
Questa ci riporta al discorso iniziale, proprio della dottrina della chiesa cattolica: dunque al codice etico, che parla alla persona.

 

FINANZIAMENTO DELLE RACCOMANDATE E DELLA GAZZETTA UFFICIALE
per la organizzazione della Assemblea dei soci il 25/26 feb 3017

 
 

SPESA NECESSARIA: €  8.508,16

 
 

  TOTALE CONTRIBUTI : €  8.630,00

 

CONTRIBUENTI per le raccomandate, GU e altro:

LUCIANI NINO, € 20

TOMIETTO MAURO, € 100

RENZO GUBERT, € 500

GIUSEPPE CANANZI, € 20

DUO VIELMO, € 50

CANTELLI RAG GABRIELE, € 20

TERRANOVA ALBINO, € 50

MONTESANO CLAUDIO, € 20

BOCCHIO ISABELLA, € 100

PORTACCI AMEDEO - FONTANA , € 1.0000

PESCHIERA FILIPPO - CASALI LAURA, € 50

MORELLI GIUSEPPE-GIUSEPPE MORELLI, € 30

ZARDI CARLO, € 20

MAIOLO ILARIO, € 100

GIOVINAZZO GIROLAMO, € 300

VELLO GIORGIO, € 30

LUIGI D'AGRO', € 100

ANGELO MUSCO, € 50

GIANNONE ANTONINO, € 200

BONALBERTI ETTORE - LIBONI FRANCESCA, € 200

GIANFRANCO RUCCO, € 50

DE MONTIS PIETRO, € 20

ANDREASI ROBERTO, € 200

FERRONI MARCO, € 100

VIALETTO LUIGI ANTONIO, € 20

GRECO GIACOMO, € 20

MANNO LIBORIO - LUCCHESE FRANCESCO, € 200

MORETTI ANTONIO, € 20

COMIS ALFREDO, € 150

BANCO DI NAPOLI S P A-, € 200

PETRILLO FRANCESCO NAPOLI, € 100

FINESSO LUCIANO, € 50

CICCARELLI ANTONIO, € 100

GUCCIONE IGNAZIO MARIA MAURILIO, € 200

LO CURZIO ENRICO, € 250

BONGIORNO GIORGIO- GIGLIO FRANCES, € 80

BARBUTO NICOLA CONCETTO, € 100

BERTE VITO, € 20

ZILLI LUIGI, € 100

ARCIERI FRANCESCO, € 50

ZOTTI GABRIELE, € 20

CECCARELLI STEFANO, € 100

SACCOMAN ANTONIO-RIGOTTI EZIA, € 20

CIMATTI STEFANO, € 200

FOIS LUCA-, € 10

ORIOLI MATTIA, € 20

PIRILLO GIANTULLIO, € 200

RICCADONNA ANGELO-, € 20

AMMATURO COSIMO, € 50

BELLIN FLAVIO E CAGNIN LUCIA, € 100

GORI GIOVANNI, € 30

CUOCI ROBERTO, SCOGNAMIGLIO MARIA, € 30

ORGA UMBERTO, € 1.000, € 00

CARROZZA LORENZO, € 50

MINELLI GIAMPIETRO ALBINI ROMANA, € 50

FRASCAROLO GIUSEPPE, € 100

MANDANICI GIUSEPPE- NINO MANDANICI, € 20

DE GAUDENZ ALDO, € 200

LEPORINI PAOLO € 100

PINTO ALESSANDRO € 30

PERAZZOLO GIANCARLO € 50

BATTAGLIERIN ROBERTO € 50

TRAMONTE COSIMO DAMIANO € 20

PRANDINI GIOVANNI, TRECCANI ADELE € 1.050,00

RICCARDI MARINO € 50

LIA CESARE AUGUSTO € 50

BEIFIORI CONSULTANTS € 20

TOTALI € 8630,00

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EDIZIONI PRECEDENTI

In preparazione della Assemblea dei soci del partito della DC storica

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VERSO INCONTRO A BOLOGNA IL 21 GENNAIO 2017
Via D'Azeglio 45, Collegio S. Luigi

1) Presentazione del codice etico del cristiano
     impegnato in politica
2) Apertura delle candidature alla Presidenza della
     associazionne del partito della DC storica

PER TROVARE  IL CODICE, CLICCA SU: Co1 ; Co2

dc-contrassegno92.jpg (14009 byte)

INCONTRO PRIVATO
il 21 gen, 2017 ore 10,00-16,00, a Bologna, in via d'Azeglio 45,
presso Collegio S. Luigi (parcheggio automobile nel retro: via della Liberta')

La Assemblea de soci, a febbraio, si può fare solo se i soci la vogliono, versando il contributo libero per le raccomandate, per totali € 7500. Clicca su: IBAN .

 INVITATI:
- I Soci DC iscritti nell'ultimo elenco disponibile, approvato dal Tribunale a Roma il 25/26 feb 2016, per assemblea ex-art. 20 c.c.;
- Altri invitati, che hanno comunicato di avere interesse ad essere informati sulla evoluzione del procedimento organizzativo della DC

Oggetto n. 1 - INCONTRO PRIVATO a Bologna il 21 gen, 2017 ore 10,00-16,00, a Bologna, in via d'Azeglio 45, presso Collegio S. Luigi (parcheggio automobile nel retro: via della Liberta') in preparazione della Assemblea dei soci, il 25/26 feb. 2017.

Oggetto n. 2. Invio raccomandate di convocazione assemblea 25/26 feb. 2017.
  Per l’invio (possibilmente entro il giorno 20 gennaio, tramite Ufficio Postale), serve il via libera di voi tutti, vale dire il versamento del contributo individuale libero, sul bonifico bancario intestato a:
Presidente designato NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO):
- IBAN IT 10B0638567684510301829810 ;
- CAUSALE: contributo spese convocazione assemblea partito DEMOCRAZIA CRISTIANA storica.
TUTTO DEV'ESSERE ASSOLUTAMENTE TRASPARENTE: il 21 gen. sara' mostrato e letto l'estratto conto bancario, compresi i nomi dei contribuenti.
Per quanto riguarda la sala all'Ergife, il Direttore mi ha comunicato essere stata pagata per intero (c'era un contratto di Alessi).

 BREVE INTRODUZIONE AI DUE ARGOMENTI

 1.- Per quanto riguarda il punto 1, sara’ presentato il codice di Guido Gonella del 1982, aggiornato da un gruppo di studio di Bologna nel 2015. La motivazione della presentazione e' :
- preparare l' assemblea dei soci della DC del 25/26 feb. 2017 attraverso una riflessione di carattere etico, per il bene comune;
- dare un segnale di buon inizio, alla Chiesa Cattolica, sia pure in modo unilaterale.
Per trovare il codice, clicca su: Codice etico ; e su: APPENDICE .

 2.- Per quanto riguarda il punto 2, segnalo che:
a) esso sostituisce lo "APPELLO DI BONABERTI alla coesione" in quanto Egli, nell’incontro organizzato a Roma il 12 gen. da A. Alessi, lo ha gia’ esaurito (per sua dichiarazione). Esso e' consistito nell’invito a tutti di votare unitariamente, a Presidente della Associazione dei soci della DC, "Gargani, elevata personalita' ", (candidatura, notoriamente di Paolo Cirino Pomicino. In alternativa: votare Gianni Fontana).
b) Ricordo che questa carica sara' operativa una sola volta, vale dire solo fino alla seconda Assemblea, per approvare il nuovo Statuto, che e' lo strumento per garantire a tutti la uguale dignita' e la pari opportunita', compreso che tutte le Regioni siano rappresentate in Consiglio Nazionale in proporzione alla popolazione, e comunque con un minimo di uno.
  b) Penso, in netta opposizione a Bonalberti e Company, che la nomina del Presidente dell'Associazione sia una prerogativa dell'Assemblea dei soci, il 25/26 feb; e che tutti abbiano pari diritto alla candidatura.
  Questo giustifica il punto 2 all'o.d.g. per il 21 gen., per non trovarci di fronte al fatto compiuto, a cui (prima) io non avevo pensato (ma non Bonalberti) .
  Faccio, dunque, appello a chiunque disponibile, di venire a Bologna a dare la propria candidatura o a proporre candidature, e anche un programma (avanti i giovani, ma senza rottamare nessuno).

3.- Torno al valore della "coesione". Questo valore e’ stata calpestato nel Congresso del 2012 (vedi: Manuale Cencelli, ecc.). Un comune amico, nel lasciare il congresso aveva detto: "Abbiamo ritrovato la vecchia DC, nel bene e nel male, tale e quale come era prima ".
Quale contributo alla memoria storica ("Historia est magistra vitae), rinvio al servizio sul XIX congresso (bello, ma ingannevole: basti pensare ai vari ricorsi ai giudici), che avevo fatto nel dic. 2012.

4.- Da ultimo: la spesa pranzo e' di € 20,00.
Attendo la conferma dei ritardatari, circa la presenza al ristorante.

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DECRETO DI ACCOGLIMENTO DEL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA
DELLA DOMANDA DI CONVOCAZIONE DELLA ASSEMBLEA DEI SOCI 1992/1993

Decreto nino di accoglimento del ricorso ex art 20 cc 003_Pagina_1.jpg (183683 byte)

Decreto nino di accoglimento del ricorso ex art 20 cc 003_Pagina_2.jpg (186072 byte)

 

Presidente designato, Prime riflessioni  sulla storia della DC, distinguendo tra il 1948-70, e il 1970-94, - e su un codice etico.
 
 
1.- Storia. L'attuale provvedimento del Tribunale arriva dopo numerosi eventi politici e giuridici catastrofici, per la DC, in un periodo di 20 anni.   Precisamente, dopo lo "scioglimento" della Democrazia Cristiana, avvenuto il 29 gennaio 1994, si levarono varie iniziative per raccoglierne la eredità (patrimonio e simbolo), da parte di nuovi partiti istituiti ad hoc, ma tra i quali sorsero molte controversie, finite in tribunale, e tutte concluse solo nel 2009 con una sentenza della Corte di Appello di Roma, approvata dalla Corte di Cassazione nel dicembre 2010.    Secondo la Corte di Appello, confermata dalla Cassazione, non è mai esistito un problema di successione alla DC, perché lo "scioglimento" fu disposto da un organo che non avevo il potere di legge per farlo e dunque, giuridicamente, la Democrazia Cristiana esiste tuttora.   Sulla base della Sentenza della Cassazione, nel 2012 fu attivato un procedimento di auto convocazione (da parte di alcuni associati) del Consiglio nazionale, e poi fu convocato il XIX congresso per la nomina degli organi (perchè erano tutti decaduti). Il congresso del 2012 fu concluso con la nomina del nuovo Consiglio Nazionale e del Segretario Nazionale nella persona di Gianni Fontana.    Ma successivamente il Tribunale di Roma annullò sia il Consiglio nazionale sia il Congresso, perchè convocati in modo illegittimo.

2) Adesso l'Assemblea. In questi giorni, lo stesso Tribunale Civile di Roma (anzi lo stesso giudice che annullò il Consiglio nazionale) ha convocato l' Assemblea dei soci della Democrazia Cristiana, con piena garanzia della osservanza delle norme di legge.   Non va confusa l'Assemblea dei soci con il Congresso dei delegati. L'una è una assemblea di primo grado (vale dire è sovrana); invece il Congresso è una assemblea di terzo grado, ossia di eletti dalle sezioni locali, poi dai congressi provinciali, poi dai congressi regionali, oggi non più fattibili perchè le sezioni locali non esistono più.

3) Per un Convegno su un codice etico e  un discorso ai giovani sulla storia della DC.

    E' importante una prima discussione tra i soci su un codice etico del cristiano impegnato in politico, così come un discorso al Paese per rivendicare il ruolo storico della DC, soprattutto nella prima fase (1948-1970);
  E' anche importante (si direbbe fondamentale) non far finta di niente, di fronte al Paese, su quanto accaduto nella seconda fase (1970-1994) con il "compromesso storico" con il PCI e con il processo di Milano (di "mani pulite").
  Un aspetto dirimente è il giudizio sul cosiddetto "compromesso storico" tra la DC e il PCI, in pratica un accordo di potere che salvaguardava la DC nel governo nazionale, e inseriva il PCI nelle Regioni, per i problemi di interesse regionale e in più dava , alle Regioni,la delega dello Stato di gestione del Servizio Sanitario Nazionale.   Quel compromesso fu "vera gloria" della DC ?   O, invece, sarebbe stato più corretto (per rispetto alla democrazia) una alternanza con il PCI, nel governo nazionale, se questa era la scelta degli elettori ?   Quel compromesso fu motivato con la tesi che il PCI era un pericolo per la democrazia.   I fatti successivi hanno dimostrato che era solo una calunnia, e infatti il PCI fu importante per la salvezza della democrazia in Italia.  (Ma questo non significa che io avrei votato PCI).

 

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Questa pagina è stata aggiornata il 03/12/24.